Ben venga Maggio...
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Ben venga Maggio...
Maggio è un mese speciale. So (superficialmente) che questo mese viene festeggiato in Toscana, in Salento si festeggia in molti paesi "Lu Masciu", ed immagino che anche in altre parti d'Italia si facciano dei riti benauguranti. Ne vorrei parlare insieme per saperne di più.
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
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Re: Ben venga Maggio...
Qui Emilia, qui Emilia...
Nell'ambito del mondo rituale emiliano, ancora consistente e non del tutto scomparso, ben s'inseriscono i "Maggi", come manifestazioni pagane di benvenuto alla primavera.
C'è da distinguere tra il Maggio profano o delle ragazze e il Maggio drammatico.
Per il primo, è più opportuno parlare con il verbo al passato; dove ancora si rinnova, è più una "rievocazione" che non un'usanza viva senza soluzione di continuità (almeno, a quel che ne so io; però, può darsi che in quaòlche località dell'Appennino tosco-emiliano l'usanza non si sia mai del tutto estinta...). Il secondo, è ben vivo e vegeto, soprattutto sui monti, in Appennino.
Il "Maggio delle ragazze" o "profano" si svolgeva nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, per propiziare la venuta della buona stagione; gruppi di giovani si recavano nei boschi e ne asportavano rami fioriti, che attaccavano alle porte o finestre delle ragazze come dichiarazione d'amore, o interi alberi che piantavano per recare il segno della rinnovata fecondità della natura che a sua volta avrebbe procurato ai singoli e alla comunità l'abbondanza e la fortuna.
Il "Maggio drammatico"è invece una recitazione dove si alternano momenti sentimentali alle fasi guerresche che prevedono duelli con urto di scudi ad ogni assalto. E' eseguito anche in Emilia, oltre che in Toscana. Non mi dilungo, poichè sul web vi sono molti siti che lo illustrano.
Canzoni inneggianti al mese di maggio e alla primavera fanno parte del patrimonio delle tradizioni popolari emiliane e sono ancora ben note e tuttora eseguite. A me piace, in particolare, questo canto di Castel di Casio (BO) , un canto di questua che si connette a questo abbondante e non completamente dimenticato sistema di rituali stagionali :
"Viene di maggio che fiori' la liova
le vostre galline facesser tante uova.
E benevenga maggio!
Viene di maggio che fiori' l'ortica
se avete figli Gesu' li benedica.
E benevenga maggio!
Siamo i primi primi e vi vogliamo dire
Santa Maria lodare e benedire.
E benevenga maggio!
Siamo i primi primi e vi vogliamo fare
Santa Maria lodare e ringraziare
E benevenga maggio!
Signor curato con quelle calze nere
vada in cantina e ci porti da bere!
E benevenga maggio!
Viene di maggio che fiori' la liova
le vostre galline facesser tante uova.
E benevenga maggio
Viene di maggio che fiorisce l'erba
le vostre galline facesser tanta merda!
E benevenga maggio
Viene di maggio se non ci date niente
alle vostre galline ci venga un accidente!
E benevenga maggio
Viene di maggio veniamo col tamburo
se non ci date l'ove vi venga il bruciaculo!
E benevenga maggio"
Ecco alcune strofe, invece, del Maggio di Pistoia:
Eccolo maggio chiocciola di pepe-Si canta maggio signori se volete e bene venga maggio...
Eccolo maggio che viene piano piano-Con l'acqua in grembo e le mezzine n'mano e...
Eccolo maggio e ffa ffiorì lle pere-A vvoi capoccia vi si chiedè da bbere e ...
Eccolo maggio e ffa ffiorì la rosa-lo salutiamo lo sposo e la su sposa e...
E piano piano mi voglio avvicinare-Quei giovin belli li voglio salutare e...
E piano piano ci avvicineremo- Quei giovin belli e lli saluteremo e...
Nell'ambito del mondo rituale emiliano, ancora consistente e non del tutto scomparso, ben s'inseriscono i "Maggi", come manifestazioni pagane di benvenuto alla primavera.
C'è da distinguere tra il Maggio profano o delle ragazze e il Maggio drammatico.
Per il primo, è più opportuno parlare con il verbo al passato; dove ancora si rinnova, è più una "rievocazione" che non un'usanza viva senza soluzione di continuità (almeno, a quel che ne so io; però, può darsi che in quaòlche località dell'Appennino tosco-emiliano l'usanza non si sia mai del tutto estinta...). Il secondo, è ben vivo e vegeto, soprattutto sui monti, in Appennino.
Il "Maggio delle ragazze" o "profano" si svolgeva nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, per propiziare la venuta della buona stagione; gruppi di giovani si recavano nei boschi e ne asportavano rami fioriti, che attaccavano alle porte o finestre delle ragazze come dichiarazione d'amore, o interi alberi che piantavano per recare il segno della rinnovata fecondità della natura che a sua volta avrebbe procurato ai singoli e alla comunità l'abbondanza e la fortuna.
Il "Maggio drammatico"è invece una recitazione dove si alternano momenti sentimentali alle fasi guerresche che prevedono duelli con urto di scudi ad ogni assalto. E' eseguito anche in Emilia, oltre che in Toscana. Non mi dilungo, poichè sul web vi sono molti siti che lo illustrano.
Canzoni inneggianti al mese di maggio e alla primavera fanno parte del patrimonio delle tradizioni popolari emiliane e sono ancora ben note e tuttora eseguite. A me piace, in particolare, questo canto di Castel di Casio (BO) , un canto di questua che si connette a questo abbondante e non completamente dimenticato sistema di rituali stagionali :
"Viene di maggio che fiori' la liova
le vostre galline facesser tante uova.
E benevenga maggio!
Viene di maggio che fiori' l'ortica
se avete figli Gesu' li benedica.
E benevenga maggio!
Siamo i primi primi e vi vogliamo dire
Santa Maria lodare e benedire.
E benevenga maggio!
Siamo i primi primi e vi vogliamo fare
Santa Maria lodare e ringraziare
E benevenga maggio!
Signor curato con quelle calze nere
vada in cantina e ci porti da bere!
E benevenga maggio!
Viene di maggio che fiori' la liova
le vostre galline facesser tante uova.
E benevenga maggio
Viene di maggio che fiorisce l'erba
le vostre galline facesser tanta merda!
E benevenga maggio
Viene di maggio se non ci date niente
alle vostre galline ci venga un accidente!
E benevenga maggio
Viene di maggio veniamo col tamburo
se non ci date l'ove vi venga il bruciaculo!
E benevenga maggio"
Ecco alcune strofe, invece, del Maggio di Pistoia:
Eccolo maggio chiocciola di pepe-Si canta maggio signori se volete e bene venga maggio...
Eccolo maggio che viene piano piano-Con l'acqua in grembo e le mezzine n'mano e...
Eccolo maggio e ffa ffiorì lle pere-A vvoi capoccia vi si chiedè da bbere e ...
Eccolo maggio e ffa ffiorì la rosa-lo salutiamo lo sposo e la su sposa e...
E piano piano mi voglio avvicinare-Quei giovin belli li voglio salutare e...
E piano piano ci avvicineremo- Quei giovin belli e lli saluteremo e...
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Re: Ben venga Maggio...
E sempre per l'Emilia, la mia amica Rita mi racconta che In alcune località dell'Appennino piacentino (Val Tidone, Val Trebbia, Val Nure) sono sopravvissuti fino ad oggi alcuni rituali tradizionali, legati alle scadenze calendariali del mondo rurale, di celebrazione del risveglio primaverile: quello della galina grisa e del Carlin di maggio, che fino a tempi recenti erano eseguiti più diffusamente.
Mentre la galina grisa (canti di questua delle uova) si esegue il sabato prima di Pasqua, il Carlin di maggio (o calendimaggio) avviene in genere nella notte tra il 30 aprile e il 1' maggio oppure il giorno dopo.
Due gruppi cantano e si danno risposta, solitamente accompagnati da suonatori di piffero e fisarmonica. Anche qui si eseguono canti (con strofe interscambiabili) di questua , in cui i questuanti recano con sè un ramo fiorito, come simbolo materiale della vegetazione da risvegliare, mentre è assente il rituale di piantare un albero in piazza; e si eseguono canti magici lirico- profani , così come sull'Appennino tosco-emiliano viene cantato quello drammatico, lirico sacro.
Tutto ciò è anche spiegato in:
I rituali sacri e profani dell'Oltrepò pavese / Aurelio Citelli, Giuliano Grasso
Pavia e il suo territorio / R Leydi, B Pianta, A Stella : cura -- Silvana : Milano: 1990
e sul sito:
www.appennino4p.it
Mentre la galina grisa (canti di questua delle uova) si esegue il sabato prima di Pasqua, il Carlin di maggio (o calendimaggio) avviene in genere nella notte tra il 30 aprile e il 1' maggio oppure il giorno dopo.
Due gruppi cantano e si danno risposta, solitamente accompagnati da suonatori di piffero e fisarmonica. Anche qui si eseguono canti (con strofe interscambiabili) di questua , in cui i questuanti recano con sè un ramo fiorito, come simbolo materiale della vegetazione da risvegliare, mentre è assente il rituale di piantare un albero in piazza; e si eseguono canti magici lirico- profani , così come sull'Appennino tosco-emiliano viene cantato quello drammatico, lirico sacro.
Tutto ciò è anche spiegato in:
I rituali sacri e profani dell'Oltrepò pavese / Aurelio Citelli, Giuliano Grasso
Pavia e il suo territorio / R Leydi, B Pianta, A Stella : cura -- Silvana : Milano: 1990
e sul sito:
www.appennino4p.it
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Re: Ben venga Maggio...
...inoltre, so che una carissima amica e forumista di pizzicata ci potrebbe ben parlare di alcune usanze del maggio ancora vive in alcuni paesi molisani di origine albanese, dove il primo maggio ha a che fare con il verde giorgio, con secchiate d'acqua che vengono gettate dai balconi sulla pagliara... per un preciso motivo...
...ma se ne ha voglia e tempo, mi piacerebbe che fosse lei a raccontarcelo, lei che ha visto il rituale di persona ed ha anche scattato delle belle foto, ... non io che lo so per sentito dire... Ciao, H!
...ma se ne ha voglia e tempo, mi piacerebbe che fosse lei a raccontarcelo, lei che ha visto il rituale di persona ed ha anche scattato delle belle foto, ... non io che lo so per sentito dire... Ciao, H!