scusate le domande che sono volutamente provocatorie, tanto che forse non condivido neanche io ciò che sto dicendo...
E' giusto porre dei vincoli alla musica?
Mi spiego meglio:
Credo che sia contro natura porre dei limiti all'interpretazione e alla reinterpretazione di brani che fanno parte del patrimonio di ognuno di noi. Marcare delle frontiere alla musica non é errato? Probabilmente é normale che chi si trova su un palco cerca di interpretare, oltre che la tradizione, anche i propri "movimenti intestini"
![Smile :)](./images/smilies/icon_smile.gif)
, e quelli del proprio pubblico.
L'errore che sempre più spesso si commette é quello di dire che sul palco suona un gruppo di musica TRADIZIONALE, quando si tratta soltanto di un gruppo che cerca nelle sue radici l'ispirazione per tracciare nuove strade...
In questo modo, tutto diventa tradizione e quando il pubblico si trova di fronte la tradizione vera, la rigetta...non ha orecchie per ascoltare.
A questo punto l'errore é duplice:
1) i gruppi dovrebbero smetterla di nascondersi dietro lo stendardo della tradizione...venirne fuori...affermare, magari, che la musica popolare é bella ma che spesso é solo la base di partenza, l'humus da cui si attinge per fare musica nuova
[u:d90ed2a074](chi non ama le reinterpretazioni può starsene a casa quando suona quel gruppo)[/u:d90ed2a074]
2) Smetterla di pretendere che a tutti piaccia la musica popolare...é cosa per pochi del settore... non tutti sono preparati ad ascoltarla.
[u:d90ed2a074](chi non ama la musica tradizionale può starsene a casa quando suona quel gruppo)[/u:d90ed2a074]
E' come mettere nella stessa pentola gruppi di musica punk e gruppi di musica metal (probabilmente da un concerto del genere ne uscirebbero tanti di fischi e botti)...eppure la radice é la stessa.
Ma chi fa musica di tradizione ha chiari interessi economici nel tuffarsi nel grande calderone del neo-tarantismo; chi reinterpreta, spesso non ha coscienza nello spiegare al pubblico cosa sta facendo.
Tutti sotto braccio ad arranfare il più possibile...poi ci si lamenta del pubblico, che forse ha più di una ragione per non capire.