pizzicati a milano
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pizzicati a milano
nuova utente... ops... sara' qui che si scrive?
boh... volevo solo avere suggerimenti di corsi di ballo a milano...
dove come quando quanto... il perche' ve lo risparmio...
boh... volevo solo avere suggerimenti di corsi di ballo a milano...
dove come quando quanto... il perche' ve lo risparmio...
la ML di pizzicamilano fornisce tutti gli appuntamenti cittadini nella città del pirellone.
per i corsi, io eviterei prudentemente, per una serie di motivi, quelli organizzati da I Briganti.
Se mi contatti posso darti i numeri di Monica Savà , una danzaterapeuta che conosce anche la pizzica più tradizionale.
Inoltre sono da seguire con interesse le attività del gruppo Canto Antico, che sono l'unico gruppo che conosco a Milano ad avere interesse per la musica di tradizione e non solo per quella di riproposta.
Spero di esserti stato utile
per i corsi, io eviterei prudentemente, per una serie di motivi, quelli organizzati da I Briganti.
Se mi contatti posso darti i numeri di Monica Savà , una danzaterapeuta che conosce anche la pizzica più tradizionale.
Inoltre sono da seguire con interesse le attività del gruppo Canto Antico, che sono l'unico gruppo che conosco a Milano ad avere interesse per la musica di tradizione e non solo per quella di riproposta.
Spero di esserti stato utile
a breve, dal 9 ottobre, Monica Savà terrà un corso a Milano presso il Folkaos.
Per i dettagli puoi visitare il sito www.folkaos.it
Un saluto
Per i dettagli puoi visitare il sito www.folkaos.it
Un saluto
...a Cremona
ciao, se ti interessa e non hai paura della Paulese o delle FS Lombarde (...) organizzeremo anche quest'anno i corsi mensili di pizzica all'Arci di Cremona.
I corsi sono tenuti dalla nostra ballerina, Annalisa Calabrese, di San Vito dei Normanni (BR) e arrivano alla danza attraverso un approccio culturale, (non "balli di gruppo"!) cercando di spiegare oltre ai passi di danza soprattutto le motivazioni e il contesto di quei passi...
Se vuoi info puoi contattare direttamente Annalisa khaossia@hotmail.it
Chiediamo venia per la pubblicità "poco" occulta.
I corsi sono tenuti dalla nostra ballerina, Annalisa Calabrese, di San Vito dei Normanni (BR) e arrivano alla danza attraverso un approccio culturale, (non "balli di gruppo"!) cercando di spiegare oltre ai passi di danza soprattutto le motivazioni e il contesto di quei passi...
Se vuoi info puoi contattare direttamente Annalisa khaossia@hotmail.it
Chiediamo venia per la pubblicità "poco" occulta.
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grazie
a tutti... arrivare a cremona in tempi di disoccupazione per imparare la pizzica mi sembra alquanto esagerato... ... ho contatto la sava' via mail tramite il sito indicatomi da grazia... vedremo... ialma, grazie... evitero' i briganti...
baciobacio
viola
baciobacio
viola
corsi a milano
ho seguito un seminario con marcello lomascolo, dei [color=blue:a9fd63c1df]canto antico[/color:a9fd63c1df],presso l'associazione culturale [color=blue:a9fd63c1df]Il mosaico [/color:a9fd63c1df]che si trova nei paraggi di porta romana.
é molto bravo e mi ha colpita molto favorevolmente la serietà con cui ha dato cenni di storia riguardo pizzica ed il fenomeno del tarantismo.
Credo che la scuola il mosaico abbia un sito da cui poter prendere info.
queli dell'aassociazione sono alla mano.
anche se non mi piace dare consigli...posso dirti che sono rimasta soddisfatta e lo rifarei.
é molto bravo e mi ha colpita molto favorevolmente la serietà con cui ha dato cenni di storia riguardo pizzica ed il fenomeno del tarantismo.
Credo che la scuola il mosaico abbia un sito da cui poter prendere info.
queli dell'aassociazione sono alla mano.
anche se non mi piace dare consigli...posso dirti che sono rimasta soddisfatta e lo rifarei.
Milano pizzicata
Milano é sicuramente una città pizzicata, direi in stato di morso avanzato. Come per molte altre città italiane, già diversi anni addietro fu investita dal fenomeno della neopizzica, che incontrò numerosi elementi fecondi quali un movimento di revival della danza piuttosto maturo ed organizzato, la presenza di musicisti, cultori, musicologi ed appassionati che già avevano interessi nei confronti della musica e delle danze del Sud, un pubblico giovanile ed "alternativo" molto disponibile verso proposte fresche ed accattivanti. Il calderone risultante non ha mai smesso di ribollire.
Il revival della danza tradizionale, iniziato alla fine degli anni 70, si é sviluppato in città e dintorni per "tribù": a quella storica, sostanzialmente onnivora ma orientata verso i repertori del Nord Italia e dell Europa centrosettentrionale, se ne sono successivamente aggiunte altre più specifiche (della danza irlandese, della danza ebraica...) e da ultima quella delle danze del Sud, che ha seguito lo sviluppo della pizzicomania nazionale dalla metà degli anni ‘90. Una caratteristica che unisce tutte le sottopopolazioni del mondo delle cosiddette "danze popolari" (o peggio "folkloristiche") a livello sia cittadino sia nazionale, é che la maggior parte dei partecipanti se ne strafotte delle culture che hanno generato tali danze, o ne ha una conoscenza assai rudimentale, se non addirittura erronea e contraffatta.
Nel panorama musicale milanese, un po per fatti e presenze e indipendenti e fortuite, un po per l incremento della richiesta e dell interesse verso i repertori del Sud, si sono affermati alcuni gruppi musicali con repertorio specifico, stabili e residenti, quali: "Canto Antico", "I Briganti" e "Streuza" che attualmente animano buona parte delle occasioni di musica e ballo a Milano e dintorni. Poi bisogna considerare che la "pizzica" é diventata uno standard di intrattenimento, per cui molti gruppi, che si occupano di altri generici o specifici repertori, si sentono in dovere di eseguire tale musica dovunque e comunque, con risultati piuttosto lassativi. Per non parlare delle più improbabili "notti della taranta" che ormai brulicano in terra padana più che i festival "celtici".
Per quanto riguarda la didattica della danza, il periodo iniziale fu piuttosto selvaggio: chiunque avesse fatto un breve giro turistico nel leccese zompando nelle piazze delle sagre più improbabili, poteva poi andare ad insegnare la neopizzica (ovvero la danza che durante gli anni ‘90, a partire da ricordi spesso offuscati di balli tradizionali in disuso da decenni, si é integrata con una serie di elementi coreutici ed immaginifici recentemente inventati ma confacenti con la libertà relazionale contemporanea) in qualsiasi città italiana. Da alcuni anni però é iniziata una valorizzazione di quanto restava della memoria delle differenti forme di pizzica pizzica tradizionale disseminate sul vero Salento geografico, come pure si é diffuso il lavoro degli operatori più seri e professionali, interni ed esterni al Salento. Di conseguenza, nell ambito di un certo generale miglioramento della conoscenza coreutica, anche a Milano ora si può scegliere tra molte proposte didattiche, che hanno diversi livelli qualitativi, e soprattutto sono diversamente polarizzate tra neopizzica e danza di tradizione. Chiarisco che ballare la neopizzica non é un attività disdicevole o blasfema, é cosa legittima e divertente come il ballare il caraibico, il lissio o il tango; o come sentire musica di riproposta piuttosto che di tradizione. Quello che conta é la consapevolezza, la conoscenza e la coscienza di ciò che si stia facendo, nonchà© la buona prassi di dare il giusto nome alle cose. Sembrano ovvie osservazioni, ma questi argomenti, a Milano come nello stesso Salento, sono ben lungi dall essere chiariti.
Tra gli insegnanti residenti in area milanese con attività continua, sono stati positivamente e giustamente già citati Monica Savà (che unisce proficuamente gli insegnamenti di Pino Gala, ovvero l etnocoreologo-ricercatore più esperto in materia, con una professionalizzazione in danzaterapia) e Marcello Lomascolo (musicista di "Canto antico" che propone quello che purtroppo pochi hanno fatto: dopo aver raccolto le memorie coreutiche del suo luogo di origine, le presenta senza ulteriori passaggi). Ci sono inoltre altre iniziative didattiche, occasionali ma non rare, con specialisti, come lo stesso Pino Gala, o con personaggi storicamente appartenenti al movimento salentino come Imma Giannuzzi o Cinzia Villani.
A Milano, la tribù danzereccia del Sud si nutre sostanzialmente di "pizzica" e di "tammurriata" (e qui non mi addentro nel problema dell odierna disintegrazione dei vari stili tradizionali di ballo sul tamburo), con qualche attenzione alle tarantelle calabresi e poco altro. A seconda dei repertori di ballo, la didattica può avere luoghi e personaggi più idonei (ad esempio, per la tarantella reggina l ambito preferenziale é quello dei "Briganti", menzionerei inoltre Viliam Fava per diverse danze del centro-Sud tra cui i vari saltarelli).
L informazione relativa alle iniziative musicali che riguardano il Sud é in buona parte soddisfatta dalle mailing list:
http://launch.groups.yahoo.com/group/pizzicamilano
http://it.groups.yahoo.com/group/ethnomusic
http://it.groups.yahoo.com/group/carnetfolk
e dai già citati gruppi musicali (che sono molto attivi nell organizzare corsi in varie sedi):
www.cantoantico.org
www.simmbriganti.it
www.streuza.tk
Ovviamente le liste qualche volta fanno cilecca, e in questo caso rimane indispensabile il passaparola entro la tribù.
Altre informazioni si possono ottenere ascoltando la trasmissione "La sacca del diavolo", domenica h 20 su Radio Popolare, o tenendo d occhio "il bollettino di Otto": http://www.arsenaldesign.it/bollettino.danze/.
I luoghi del ballo sono tanti: tutti quelli che organizzano regolarmente incontri a ballo di vario orientamento,
saltuariamente propongono repertori del Sud. Inutile listare tutti i luoghi possibili perchà© le iniziative sono comunque annunciate sulle mailing list; tra i meglio organizzati ci sono Folkaos (www.folkaos.it) e ARCI Bellezza (www.bellezzafolk.it), a cui si aggiunge un arcipelago di realtà cittadine e periferiche.
Il luogo "orientato a Sud", che più assiduamente propone concerti, corsi ed occasioni di ballo, ed é diventato un punto di riferimento per i gruppi musicali e per gli appassionati, é l ARCI Metromondo (www.metromondo.it).
Mi scuso per l'assolutamente intenzionale prolissità di queste mie parzialissime e personalissime note milanesi, e saluto in particolare quanti, per loro disgrazia, capitino tra le nebbie cittadine e abbiano comunque voglia di ballare.
Ciao ciao
Mario Gennari
Il revival della danza tradizionale, iniziato alla fine degli anni 70, si é sviluppato in città e dintorni per "tribù": a quella storica, sostanzialmente onnivora ma orientata verso i repertori del Nord Italia e dell Europa centrosettentrionale, se ne sono successivamente aggiunte altre più specifiche (della danza irlandese, della danza ebraica...) e da ultima quella delle danze del Sud, che ha seguito lo sviluppo della pizzicomania nazionale dalla metà degli anni ‘90. Una caratteristica che unisce tutte le sottopopolazioni del mondo delle cosiddette "danze popolari" (o peggio "folkloristiche") a livello sia cittadino sia nazionale, é che la maggior parte dei partecipanti se ne strafotte delle culture che hanno generato tali danze, o ne ha una conoscenza assai rudimentale, se non addirittura erronea e contraffatta.
Nel panorama musicale milanese, un po per fatti e presenze e indipendenti e fortuite, un po per l incremento della richiesta e dell interesse verso i repertori del Sud, si sono affermati alcuni gruppi musicali con repertorio specifico, stabili e residenti, quali: "Canto Antico", "I Briganti" e "Streuza" che attualmente animano buona parte delle occasioni di musica e ballo a Milano e dintorni. Poi bisogna considerare che la "pizzica" é diventata uno standard di intrattenimento, per cui molti gruppi, che si occupano di altri generici o specifici repertori, si sentono in dovere di eseguire tale musica dovunque e comunque, con risultati piuttosto lassativi. Per non parlare delle più improbabili "notti della taranta" che ormai brulicano in terra padana più che i festival "celtici".
Per quanto riguarda la didattica della danza, il periodo iniziale fu piuttosto selvaggio: chiunque avesse fatto un breve giro turistico nel leccese zompando nelle piazze delle sagre più improbabili, poteva poi andare ad insegnare la neopizzica (ovvero la danza che durante gli anni ‘90, a partire da ricordi spesso offuscati di balli tradizionali in disuso da decenni, si é integrata con una serie di elementi coreutici ed immaginifici recentemente inventati ma confacenti con la libertà relazionale contemporanea) in qualsiasi città italiana. Da alcuni anni però é iniziata una valorizzazione di quanto restava della memoria delle differenti forme di pizzica pizzica tradizionale disseminate sul vero Salento geografico, come pure si é diffuso il lavoro degli operatori più seri e professionali, interni ed esterni al Salento. Di conseguenza, nell ambito di un certo generale miglioramento della conoscenza coreutica, anche a Milano ora si può scegliere tra molte proposte didattiche, che hanno diversi livelli qualitativi, e soprattutto sono diversamente polarizzate tra neopizzica e danza di tradizione. Chiarisco che ballare la neopizzica non é un attività disdicevole o blasfema, é cosa legittima e divertente come il ballare il caraibico, il lissio o il tango; o come sentire musica di riproposta piuttosto che di tradizione. Quello che conta é la consapevolezza, la conoscenza e la coscienza di ciò che si stia facendo, nonchà© la buona prassi di dare il giusto nome alle cose. Sembrano ovvie osservazioni, ma questi argomenti, a Milano come nello stesso Salento, sono ben lungi dall essere chiariti.
Tra gli insegnanti residenti in area milanese con attività continua, sono stati positivamente e giustamente già citati Monica Savà (che unisce proficuamente gli insegnamenti di Pino Gala, ovvero l etnocoreologo-ricercatore più esperto in materia, con una professionalizzazione in danzaterapia) e Marcello Lomascolo (musicista di "Canto antico" che propone quello che purtroppo pochi hanno fatto: dopo aver raccolto le memorie coreutiche del suo luogo di origine, le presenta senza ulteriori passaggi). Ci sono inoltre altre iniziative didattiche, occasionali ma non rare, con specialisti, come lo stesso Pino Gala, o con personaggi storicamente appartenenti al movimento salentino come Imma Giannuzzi o Cinzia Villani.
A Milano, la tribù danzereccia del Sud si nutre sostanzialmente di "pizzica" e di "tammurriata" (e qui non mi addentro nel problema dell odierna disintegrazione dei vari stili tradizionali di ballo sul tamburo), con qualche attenzione alle tarantelle calabresi e poco altro. A seconda dei repertori di ballo, la didattica può avere luoghi e personaggi più idonei (ad esempio, per la tarantella reggina l ambito preferenziale é quello dei "Briganti", menzionerei inoltre Viliam Fava per diverse danze del centro-Sud tra cui i vari saltarelli).
L informazione relativa alle iniziative musicali che riguardano il Sud é in buona parte soddisfatta dalle mailing list:
http://launch.groups.yahoo.com/group/pizzicamilano
http://it.groups.yahoo.com/group/ethnomusic
http://it.groups.yahoo.com/group/carnetfolk
e dai già citati gruppi musicali (che sono molto attivi nell organizzare corsi in varie sedi):
www.cantoantico.org
www.simmbriganti.it
www.streuza.tk
Ovviamente le liste qualche volta fanno cilecca, e in questo caso rimane indispensabile il passaparola entro la tribù.
Altre informazioni si possono ottenere ascoltando la trasmissione "La sacca del diavolo", domenica h 20 su Radio Popolare, o tenendo d occhio "il bollettino di Otto": http://www.arsenaldesign.it/bollettino.danze/.
I luoghi del ballo sono tanti: tutti quelli che organizzano regolarmente incontri a ballo di vario orientamento,
saltuariamente propongono repertori del Sud. Inutile listare tutti i luoghi possibili perchà© le iniziative sono comunque annunciate sulle mailing list; tra i meglio organizzati ci sono Folkaos (www.folkaos.it) e ARCI Bellezza (www.bellezzafolk.it), a cui si aggiunge un arcipelago di realtà cittadine e periferiche.
Il luogo "orientato a Sud", che più assiduamente propone concerti, corsi ed occasioni di ballo, ed é diventato un punto di riferimento per i gruppi musicali e per gli appassionati, é l ARCI Metromondo (www.metromondo.it).
Mi scuso per l'assolutamente intenzionale prolissità di queste mie parzialissime e personalissime note milanesi, e saluto in particolare quanti, per loro disgrazia, capitino tra le nebbie cittadine e abbiano comunque voglia di ballare.
Ciao ciao
Mario Gennari
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Le mie precedenti note milanesi, già dichiarate parzialissime e personalissime, non sono però ingessate, e alcune indicazioni reggono ancora: per esempio, l ottima iniziativa dei "Briganti" che organizzano questo fine settimana uno stage di Pino Gala, rientra nel quadro generale descritto.
La situazione cittadina e periferica permane fluida nel presente, con ampie e diversificate possibilità evolutive.
Folkfan ha toccato un argomento molto interessante, necessariamente escluso dalle mie precedenti considerazioni perché già troppo corpose.
E ovvio che la demografia di una città come Milano vede una piccola minoranza di milanesi dotati di pedigreee. L immigrazione che ormai ha alle spalle una lunga storia, ha portato genti da ogni dove, le quali si sono energicamente mischiate tra loro formando un tessuto quantomai variegato sul piano delle origini. In questo tessuto i legami con le origini natali e culturali si possono mantenere, allentare o recidere. La città aiuta a recidere i legami, con la complicità della cosiddetta cultura globalizzata. Le associazioni degli immigrati sono una realtà entro la popolazione che ha mantenuto i legami. Realtà che si presenta non facilmente catalogabile, perché a causa di micro e macro storie abbiamo nuclei attribuibili talvolta alle regioni, altre volte a località piuttosto ristrette; talvolta più semplicemente le aggregazioni si effettuano per sottoregioni sul piano linguistico. L area milanese conta molti circoli sardi, associazioni di calabresi e pugliesi, mentre alcune associazioni sembrano esistere solo sulla guida telefonica. Nell ambito degli immigrati italiani, la visibilità e la percezione pubblica delle associazioni é piuttosto limitata. Tranne in occasioni particolari: memorabili furono le feste dei Gigli di Nola in versione milanese, che ci mancano purtroppo da molti anni; la festa annuale dei calabresi che si svolge nei pressi del naviglio gode invece di ottima salute; i circoli sardi, che hanno in zona anche un gruppo di ballo da esibizione, sono i più evidenti per quantità di feste. Tra le associazioni pugliesi, é da annoverare "Salento delle Brianze", di orientamento leccese, che pubblica un periodico, e che in questi ultimi anni si é manifestata con iniziative di tipo enogastronomico e musicale.
L interazione tra il mondo del folk revival e gli artisti immigrati si é realizzata in molti casi, ma per mezzo di persone singole (musicisti o ballerini), indipendentemente dalle associazioni.
Personalmente ho fatto in passato alcuni tentativi di condivisione per alcune iniziative come specifici concerti o corsi, ma i risultati non sono stati esaltanti. Malgrado ciò non ho perso fiducia in questa risorsa.
Ciao
Mario
La situazione cittadina e periferica permane fluida nel presente, con ampie e diversificate possibilità evolutive.
Folkfan ha toccato un argomento molto interessante, necessariamente escluso dalle mie precedenti considerazioni perché già troppo corpose.
E ovvio che la demografia di una città come Milano vede una piccola minoranza di milanesi dotati di pedigreee. L immigrazione che ormai ha alle spalle una lunga storia, ha portato genti da ogni dove, le quali si sono energicamente mischiate tra loro formando un tessuto quantomai variegato sul piano delle origini. In questo tessuto i legami con le origini natali e culturali si possono mantenere, allentare o recidere. La città aiuta a recidere i legami, con la complicità della cosiddetta cultura globalizzata. Le associazioni degli immigrati sono una realtà entro la popolazione che ha mantenuto i legami. Realtà che si presenta non facilmente catalogabile, perché a causa di micro e macro storie abbiamo nuclei attribuibili talvolta alle regioni, altre volte a località piuttosto ristrette; talvolta più semplicemente le aggregazioni si effettuano per sottoregioni sul piano linguistico. L area milanese conta molti circoli sardi, associazioni di calabresi e pugliesi, mentre alcune associazioni sembrano esistere solo sulla guida telefonica. Nell ambito degli immigrati italiani, la visibilità e la percezione pubblica delle associazioni é piuttosto limitata. Tranne in occasioni particolari: memorabili furono le feste dei Gigli di Nola in versione milanese, che ci mancano purtroppo da molti anni; la festa annuale dei calabresi che si svolge nei pressi del naviglio gode invece di ottima salute; i circoli sardi, che hanno in zona anche un gruppo di ballo da esibizione, sono i più evidenti per quantità di feste. Tra le associazioni pugliesi, é da annoverare "Salento delle Brianze", di orientamento leccese, che pubblica un periodico, e che in questi ultimi anni si é manifestata con iniziative di tipo enogastronomico e musicale.
L interazione tra il mondo del folk revival e gli artisti immigrati si é realizzata in molti casi, ma per mezzo di persone singole (musicisti o ballerini), indipendentemente dalle associazioni.
Personalmente ho fatto in passato alcuni tentativi di condivisione per alcune iniziative come specifici concerti o corsi, ma i risultati non sono stati esaltanti. Malgrado ciò non ho perso fiducia in questa risorsa.
Ciao
Mario
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Brigantessa, noi conosciamo lui, perché é più famoso, ma lui.... chissà se si ricorda di noi, non possiamo pretendere che conosca a uno a uno tutto il .....suo "pubblico"!!! Però, sì, chissà si ricorda di Mascia e Remì di Reggio Emilia che sono venuti al Festival di Sant'Agata di Puglia con quel gruppo di giovani musici scalmanati romani per... le danze irlandesi!!! Ci siamo divertiti moltissimo... A mensa abbiamo pure cantato.... i canti anarchici!
Ciao!
Ciao!