Bennato, caro Bennato...

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sanguevivo
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Messaggio da sanguevivo »

Ciao a tutti!!!Vorrei aprire una discussione per cercare di capirci qualcosa e farmi un'idea più chiara... Che ne pensate di Eugenio Bennato? Sento in giro pareri dicordanti riguardo il suo lavoro.Secondo alcuni la sua opera é da apprezzare: divulga la pizzica e la cultura del Salento, porta turisti in massa alla notte della taranta, apre scuole di Pizzica in mezza Italia.Secondo altri danneggia la nostra immagine, fa commercio della nostra cultura, ha creato una specie di moda allontanandosi da quelle che solo le tradizioni più vere... Meglio il lavoro che fanno da tanti anni (credo da prima che arrivasse lui) anche con molti sacrifici gruppi come Gli Aramiré, gli Arakne, ma anche La Taricata o il CGS  e tanti altri, o il lavoro che fa con infinito rispetto il nostro Salentino dell'anno Winspeare.Io ho visto un'esibizione della "Taranta Power" (la scuola di pizzica aperta da Bennato qui a Bologna) e in effetti sono rimasto sconcertato (anche se i non salentini applaudivano).... e mi hanno parlato di esibizioni sul palco in calzamaglia (senza la gonna e il fazzoletto, spogliando la Pizzica di tutta quella sensualità  che va oltre, secondo me, quella espressa dal tango o dal flamenco)...Che ne pensate?[addsig]
dottorfesta
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Messaggio da dottorfesta »

Bennato é certamente un artista/studioso serio, che fa il suo lavoro sulla musica popolare da tempi non sospetti; io non lo conosco sufficientemente per poterlo giudicare nelle sue escursioni salentine, ma - da "integralista  tollerante salentino" diffido a priori (ma sono sempre disposto a cambiare atteggiamento, se me ne convinco) di tutto questo "impastare" sul fenomeno, adesso "di moda", del Salento e della Pizzica: "impastare" che mi sembra animato molto più da intenti "funzionali" di tipo commerciale che non da Amore e Rispetto per la nostra Cultura Popolare e, quindi da una Volontà  genuina di Ricerca, Conservazione, Recupero, Riproposta.Per me, perciò, non c'é storia: viva Chiriatti, Durante, il compianto Di Lecce, Raheli, Girasoli, Winspeare, e tanti altri veri Innamorati del Salento, che a questa nostra Terra ed alla nostra Cultura Popolare - a differenza di Bennato, che per ora sembra stia solo prendendo - hanno dato e stanno dando tanto. Lo so, sono un "Romantico", ma spero davvero che la moda Salento/Pizzica si sgonfi presto, e che, alla fine, dopo che i "mercanti" ed i "pizzaioli" (quelli che impastano) se ne saranno  tutti tornati a bottega (spero lo facciano prima che - a furia di impastare e sfornare pizzette - della farina originale salentina non rimanga più nulla), a noi salentini resti ancora una Cultura da vivere, da tramandare e da far conoscere ed amare al Mondo. Mi chiedo, per inciso, cosa penserebbero in Campania se il nostro Cavallo aprisse a Torino una Scuola di Tarantella, o se Gigi Toma si proponesse di far vedere come si suona la tamorra alla processione della Madonna delle Galline a Pagani.Purtroppo, invece, per noi é normale che Bennato insegni la nostra Pizzica a Bologna, e che Noa o Copeland debbano insegnare a Carlo Canaglia come suonare il tamburello.AIUTO !     [addsig]
mafalda33
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Messaggio da mafalda33 »

Aspettate, non facciamo confusione: una cosa é la pizzica, una cosa é la tarantella. I ritmi sono simili, ed Eugenio Bennato é napoletano, ricercatore da sempre delle più antiche tradizioni napoletane e del sud in genere. Sicuramente non é uno speculatore che cavalca l'onda: potrebbe averlo fatto mille volte nel suo passato, ha preferito continuare a fare il suo lavoro con impegno e serietà , a differenza del fratello Edoardo. [addsig]
dottorfesta
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Messaggio da dottorfesta »

Infatti, nessuna confusione tra Tarantella e Pizzica (anche se sono parenti strette). Massimo rispetto, quindi, per Eugenio Bennato, che però non potrà  mai essere per me un riferimento credibile sulla Pizzica e sulla Musica Popolare Salentina, come lo sono invece Daniele Durante, Luigi Chiriatti, Imma Giannuzzi, etc.etc.: al massimo potrà  essere un interessante interlocutore. Ripeto: non giudico le "incursioni" salentine di Bennato, perchà© non le conosco ancora, ma tutto questo cavalcare il fenomeno Salento mi puzza un po !.La mia preoccupazione é che Bennato, come tanti altri operatori - magari meno seri e preparati di lui – che hanno deciso solo negli ultimi tempi – e non so con quali finalità  prevalenti (culturali o economiche) - di proporre al pubblico (al mercato) prodotti che soddisfino questa nuova domanda di "Salento", non finisca col procurare addirittura danni alla nostra Cultura Popolare, favorendo una divulgazione distorta e parziale (perchà© povera di basi e di motivazioni culturali), pericolosamente in grado di soffocare – sulla scia del successo del consumismo etno-musicale dominante – anche quel poco che ancora rimane, nel Salento, della genuina attività  di ricerca, recupero, studio, comprensione, conservazione e riproposta della nostra tradizione coreutico-musicale.[addsig]
gabrianto
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Messaggio da gabrianto »

Salve a tutti,

questa estate sono stato in vacanza in Salento e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla vivacità  della gente e dei luoghi. Appassionato di musica, fino ad ora colpevolmente conoscevo poco la tradizione musicale salentina, a parte le riproposte e riletture dei vari Capossela (v. Il ballo di San Vito) e Sepe (v. per es. Viaggi lontano dai paraggi). Ora sto seguendo con attenzione il dibattito tra tradizionalisti-integralisti (v. l'etnocoreologo Pino Gala, ass. cult. La taranta, Firenze) e i più moderati (v. l'antropologo Apolito, univ. di Napoli). Non mi ritengo in grado di dare un giudizio critico nello specifico, ma credo di potermi schierare al fianco di coloro che sostengono la contaminazione di qualunque tipo, sempre nell'ambito di una profonza consapevolezza dell'ortodossia da cui nasce la contaminazione stessa. Io non vedo contraddizione ed esclusione reciproca tra difesa della tradizione e sviluppo di nuove forme culturali. Credo che un gruppo di ragazzi come i Kalascima, età  media 18 anni, che passano da pizzica salentina a danza irlandese (senza tralasciare il messaggio sociale, segno di profonda maturità ), rappresentino l'omaggio più sincero al Salento a alla sua musica.
A proposito di Bennato, mi sembra anche di ricordare che il buon Eugenio aveva lanciato anche la proposta alternativa di Torrepaduli al concertone di Melpignano... La cosa di cui posso lamentarmi a ragione sono i prezzi dei suoi CD (20eur), mentre Uccio Aloisi sta uscendo a 8eur grazie al Il manifesto. Di questo si' che bisognerebbe lamentarsi...

Un saluto caloroso e complimenti allo staff per il bel sito

Gabriele


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cicerenè
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Messaggio da cicerenè »

eh, Bennato... questa si che é una questione spinosa. Io credo che l'Eugenio abbia fatto cose molto interessanti in tutta la sua carriera di musicante e di studioso della tradizione, ma credo che abbia fatto anche delle operazioni un po' dubbie... o quando meno strane, probabilmente figlie dei tanti periodi di revival popolare che si sono susseguiti più o meno sinceramente negli ultimi 35 anni. Il disco "Garofano d'ammore" per esempio uscì, mi sembra neglia anni settanta, come frutto di una ricerca a Carpino di fatto, ma per trent'anni quei "sonatori" sono stati lasciati senza una parola, una citazione, un riconoscimento, per venire poi ripescati oggi all'epoca del nuovo revival, presi, messi su un palco e riproposti. Forse é giusto forse no, non spetta a me dirlo. Rimanendo fuori dal dibattito puristi vs contaminatori (altro grande dilemma) la mia considerazione su Eugenio Bennato, che non intacca il suo valore di musicista e ricercatore, si limita ad esprimere un brivido preoccupante rispetto ai risvolti rigorosamente commerciali (esempio... CD cari, corsi di ballo o strumento nelle varie Taranta Power con prezzi esorbitanti e via dicendo...), di mercificazione insomma della nostra identità ... [addsig]
sanguevivo
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Messaggio da sanguevivo »

Beh, io in realtà  un'idea me la sono già  fatta, ma non volevo che fosse frutto di atteggiamenti pregiudiziali.Credo che Bennato sia per noi salentini quello che é stato per i napoletani Renzo Arbore. Chi vive il Salento solo dal punto di vista turistico, o chi apprezza la musica popolare indipendentemente dal fatto che sia Napoletana piuttosto che Abruzzese, Salentina piuttosto che Sarda, non può che approvare il lavoro che Bennato porta avanti. In effetti é un abile divulgatore.Chi però vive la pizzica, chi sente i brividi leggendo delle tarantate, chi ha capito che la musica salentina (non solo la pizzica ma anche tutto il resto) é molto più che un CD o un concerto di piazza, chi ha il Sangue Vivo, non può che sentirsi offeso dal modo in cui si reclamizza e mercifica la storia che esprime la nostra musica.Io devo confessare di essere rimasto inorridito (e non sono stato il solo quella sera) vedendo un'esibizione dell'insegnante della scuola Taranta Power (quella di Bennato) qui a Bologna.Era un richiamo al ciclo terapeutico di una tarantata dal titolo: "Improvvisazione sperimentale sulla pizzica".... E già  questo....Che dire..... I non salentini applaudivano, dicendo: "però, che strano ballo hanno in Salento!".I salentini fischiavano, perché si dava un'idea della pizzica che era palesemente deviata. E secondo me offensiva e irrispettosa, perché in fondo il tarantismo era anche espressione di sofferenza.Sarebbe bello se l'immagine del Salento la portassero avanti in Italia gli autori salentini che al Salento hanno dedicato tutta una vita, con passione, trasporto, coinvolgimento, esperienze dirette e soprattutto senza vedere un soldo![addsig]
dottorfesta
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145

Messaggio da dottorfesta »

Insomma, Cicerené e Sanguevivo, mi sembra che siamo abbastanza d'accordo.Avete, però, qualche idea su cosa possiamo fare, noi dal basso, per contrastare o quanto meno riconoscere e far riconoscere i fenomeni che puzzano di mercificazione della nostra cultura popolare ? Una cosa assurda e paradossale che sta accadendo, e sulla quale é forse utile riflettere, é che la nostra musica popolare di tradizione, per definizione subalterna e periferica (che é sopravvissuta sino ad oggi abbastanza "integra" forse proprio perché tale), sta rischiando di essere via via inglobata nella cultura dominante (quella, per intenderci, del consumismo, del business, etc. etc.), divenendone organica e funzionale ai suoi fini.Una musica/danza che era "patrimonio" dei nostri ceti subalterni del passato, sta via via diventando - misconosciuta, travisata, contaminata, usata, sfruttata  - uno dei tanti strumenti per i fini dei ceti dominanti contemporanei, salentini e no che siano, poco importa (il danno é lo stesso).  Normalmente, De Martino docet per il tarantismo, questi processi di fagocitazione delle culture/religioni subalterne/minori da parte della cultura/religione dominante, o di sincretismo tra di esse (vedi ad esempio l'assurdo - per me - della pizzica sinfonica come tentativo di dare una patina colta da cultura/musica dominante ad una musica popolare che - come espressione della cultura subalterna - non dovrebbe avere bisogno di altre e diverse categorie per essere apprezzata), portano alla scomparsa delle prime, che finiscono con il ridursi a meri relitti privi di qualsiasi significato (e di qualsiasi bellezza).Che fare ?  [addsig]
ramonn
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Messaggio da ramonn »

Io sono convinto,anzi molto convinto che l'operato di bennato sia dovuto solo e soltanto ad espetti economici e culturali..se volesse far cultura potrebbe organizzare dei corsi o vendere cd a prezzi popolari..
cosa che forse dovrebbero fare anche alcuni salentini che producono delle cose a prezzi un po troppo elevati
della pizzica sinfonica ne parlo nell'altro forum ad essa dedicato![addsig]
MarleyTarantolato
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665

Messaggio da MarleyTarantolato »

Forse con questo post creero' un putiferio ma sento di dire senza peli sulla lingua cio che penso...Innanzitutto giudico l'aspetto artistico guardando alla musica di Bennato e non ai vari corsi(stronzate)organizzati come da lui ma anche da altri,bologna ne e' piena...A mio modesto avviso bennato con il lavoro "che il mediterraneo sia" nopn si e' mai permesso di "insegnare" o di "esporre" la pizzicanel suo modo originale,ha solo incluso in 1 quadro molto piu' ampio(credo che il titolo del lavoro sia molto chiaro o sbaglio?)che e' quello del bacino del mediterraneo una cultura molto ben delineata ma allo stesso tempo ricca di sfumature che l'avvicinano ad altre...Penso che tuttavia non sia un male o meglio e' 1 cosa troppo personale per poter dare 1 risposta "generale".Bisognerebbe chiarire alcune cose e qui vorrei che intervenisse anche Carlo,chi ha fatto questo sito penso voglia far conoscere la sua cultura a quanta piu'gente possibile o sbaglio???Pero' su questo stesso sito trovo gente,che sinceramente mi allontana piu' che avvicinarmi a questa cultura,che difende questo "purismo" della tradizione all'eccesso..."ghettizzando" allo stesso tempo la cultura di cui si fa porta voce...con tutto questo rigidismo credo non si arrivi da nessuna parte o meglio si arriva alla conclusione che la pizzica essendo salentina deve esser solo per i salentini...quindi perche' esiste tutto cio'???perche si fanno incontri in tutta italia??? e qui il paradosso purtroppo...se la pizzica e' salentina...io non dovrei esser qui...la divulgazione della tradizione su ampie scale e soprattutto fuori dai "confini" porta anche a questo...a contaminazioni,a "interpretazioni personali" della stessa...(sempre per restare in salento...i Sud Sound System cos'hann combinato???diavoli anche loro???i nidi d'arac???e quanti altri propongano la cosidetta "world music").Penso che prima di giudicare 1 singola persona si debba pensare a "cio che si vuole"...Continuare a "ghettizzare" o "esportare" la pizzica????Scusate se son uscito fuori tema anche stavolta ma e'1mio difettaccio e come diceva il grande Marley:EMANCIPATEVI DALLA SCHIAVITU' MENTALESOLO NOI STESSI POSSIAMO LIBERARE LE NOSTRE MENTI[addsig]
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

Una persona che conosco, pugliese come me va in Campania alle feste delle Madonne.E' una persona rispettata, perché nonostante non sia del luogo si é avvicinato con umiltà  alla tradizione della tammurriata, l'ha studiata molto tempo e canta e suona con lo stile degli anziani campani.La gente di Pagani, Terzigno, Scafati, non trova niente di male che lui suoni e canti. Questo non é precludere qualcosa a nessuno.Il problema é, a mio personalissimo avviso, nel modo di approcciarsi alla tradizione e nel riproporla. Se un gruppo deve portare un tamburello sul palco solo per fare finta di suonarlo, perché fa world music, questo non mi sta bene. Se deve comprare 3 dischi di pizzica e mettere delle basi elettroniche sotto i tradizionali, non mi sta bene. Se un gruppo tipo La Totarella (Basilicata, zona del Pollino) prende la propria tradizione (e sono quasi tutti musicisti di tradizione) e la mischia con strumenti e sonorità  estranee (saz (non sax), darbouka, bouzouki) il risultato diventa qualcosa di veramente stimolante.Bennato... Bennato a mio avviso ha solo preso un treno pittando di world music la pizzica solo per dare una patina di novità . Ho visto sufficienti concerti di Bennato per capire che della tradizione se ne frega.Basti vedere come balla la "ballerina". O come il "tamburellista" suona. Con gli accenti, e con la cassa fissa techno style. Il problema con la pizzica non é la diffusione tentacolare (e basta con questi tamburelli in qualsiasi occasione possibile e immaginabile), ma la diffusione storpiata e la errata convinzione che la musica salentina si limiti a quello. [addsig]
...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
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Messaggio da federico.capone »

Mi piace la critica purchà© sia finalizzata a qualcosa e poi, se non vi fosse qualcosa da criticare, come si potrebbe andare avanti? Comincio con l affermare (e qualcuno lo può smentire) che il valore della pizzica tarantella non si tasta dal fatto che sia rappresentata con la calzamaglia o con i fazzolettini al vento! i parametri penso siano ben differenti. Come trovo fuori luogo che alcune manifestazioni vengano promosse o criticate con le testuali parole: "! e poi é stato il turno del gruppo XXXXXX, che, con i suoi canti di protesta !". Quale protesta mi domando, si può ancora parlare di protesta se si suona al fianco di artisti del calibro Copeland o al soldo di pubblici amministratori? Non penso, anche perchà© il risultato é palese: non una critica nà© una proposta sociale attuale
Quella che stiamo vivendo mi pare tanto una storia già  vissuta negli Stati Uniti, dove la civiltà  musicale afro-americana é stata sottoposta a processi di mercificazione, nà© più nà© meno di quello che sta accadendo alla nostra musica.
Il risultato é stato duplice: da una parte l ascoltatore disattento prende per buono ogni tipo di prodotto che viene contrabbandato come se fosse quel genere musicale; dall altra la presa di coscienza da parte delle generazioni nuove che, studiando e ricercando, sono veramente riuscite a far evolvere quella civiltà  della quale si sentivano partecipi.
Quindi non abbattiamoci, non tutto il male viene per nuocere.
[addsig]
dasss
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Messaggio da dasss »

In tutti i messaggi ci sono verità  ed inesattezze. Per esempio, Eugenio Bennato ha anche pubblicato lavori a prezzi accessibili (se non ricordo male comprai "Mille e una notte fa a 12/15.000£). Così come, parlando della sua presunta "mercificazione", non si può non considerare che Eugenio  ha pubblicato dei lavori che erano un chiaro tentativo di staccarsi da quanto fatto fino a qule punto, con tanto di partecipazioni a SanRemo e, successivemente, anche la pubblicazione di dischi con un nome diverso (Eugenio Ben).Possiedo più o meno il 90% della produzione di Eugenio Bennato e la mia opinione é che, ad un certo punto della sua carriera artistica, sia nata in lui l'esignenza di fare qualcosa di diverso, più commerciale e magari redditizio. Poi però, visto lo scarso successo dell'operazione, é tornato indietro a fare le cose che meglio sa fare e per le quali vanta un proprio pubblico.[addsig]
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