La Tammurriata

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Luca/
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La Tammurriata

Messaggio da Luca/ »

Condivido con voi questo piccolo articolo sulla "Tammurriata" con realativo video:

http://www.framedrums.org/?p=31
CarloTrono
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Re: La Tammurriata

Messaggio da CarloTrono »

non sarebbe male proporne una versione tradotta
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
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Luca/
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Re: La Tammurriata

Messaggio da Luca/ »

E questa è la versione tradotta dello stesso articolo:

LA TAMMURRIATA
Cosè la Tammurriata
? Rispondere a quella che è la domanda cardine di un articolo che mira ad informare coloro che hanno una conoscenza vaga o nulla di questo termine,e del rito cui è legato, è di sicuro la più difficile1. Nel chiedermi di realizzare questo articolo,Chris,mi ha un po’ facilitato il compito,infatti ciò che dovrei fare è semplicemente descrivere la mia esperienza ,questo in parte mi evita di citare gli illustri antropologi ed etnomusicologi che si sono prodigati nell’osservazione,ed in alcuni casi in tentativi di decifrazione, di questo caratterizzante “fenomeno” dislocato in quasi tutto il territorio campano2. Dunque cos’è la Tammurriata ? Vivendola dall’interno,da suonatore di tamburo,quando al calare della sera o alle prime ore del mattino ho riposto il tamburo nella sua sacca,l’ho chiesto a me stesso e cercando di ricomporre l’esperienza appena vissuta me la sono spiegata così: ”La tammurriata è un’ evento”,chiaramente devo spiegarvi cosa significa per me questo termine,è semplice,si tratta proprio di quello che trovereste su di un vocabolario,è qualcosa che "accade in un dato luogo ed in un dato tempo" Va fatta qualche aggiunta a questa definizione,ed è che si tratta di un “evento complesso”, formato da elementi a cui è imprescindibilmente legato,e senza la compresenza dei quali,anche in mancanza di soltanto uno di essi,tale evento non può verificarsi.
Vi sto confondendo le idee? Cercherò di essere più chiaro descrivendovi una Tammurriata,anzi La Tammurriata,a partire dalle parole chiave fin qui emerse,che sono:il luogo ,il tempo,gli elementi e/o gli attori del rito.
IL LUOGO
Qual è il luogo in cui si svolge una tammurriata
?Quando si parla di tammurriata si parla di un rito,dunque vien da sé che il luogo,o i luoghi,adatti alla fruizione di un evento rituale siano considerati sacri nella cultura in cui tale evento si verifica,dunque i luoghi in cui si svolge il rito della Tammurriata sono prevalentemente santuari,e per essere precisi santuari cristiani,soventemente legati al culto di Maria.Tra quelli in cui si svolgono i riti più noti figurano:Il santuario della Madonna di Montevergine(Mercogliano-AV),quello della Madonna dei Bagni (Scafati-SA),quello della Madonna dell’Arco(S. Anastasia –NA),il santuario detto della Madonna Delle Galline(Pagani-SA),il santuario della Madonna di Briano(Villa di Briano-CE),quello della Madonna dell’Avvocata(Maiori-SA)il santuario di Materdomini(Nocera-SA)); A questi luoghi,più illustri e soventemente riportati in tutti i testi che si occupano dell’argomento,ne aggiungerei altri,tra cui alcuni che anche se non direttamente collegati alla presenza di un edificio sacro sono egualmente considerati “adatti” al rito nella devozione popolare,come Pimonte(SA),Parete(NA)Cicciano(NA),sarebbe impossibile citarli tutti in un unico articolo.Uno,a me particolarmente caro,è il largo delle “Marunnelle”3,dove veniva un tempo eseguito “O’ball ngopp o tambur” tipico del mio comune d’origine,S. Nicola La Strada.
Descrivere,anche brevemente,una soltanto delle feste legate ai luoghi citati,con tutte le differenze rintracciabili nel rito, nell’atmosfera come anche nell’esecuzione coreutica e musicale richiederebbe un articolo a parte per ognuna di esse. Quello che vi descriverò con un po’ più di precisione sarà il luogo metaforico,magico,che troverete in ogni festa,forse il luogo più slegato dal tempo e dallo spazio ma al contempo più concreto per chi vi partecipa in qualsiasi veste e cioè il cerchio,cos’è il cerchio?continua a leggere.

IL TEMPO
Quando si esegue la tammurriata
? Gli eventi rituali in cui viene eseguita la tammurriata seguono un proprio calendario basato sulle festività cattoliche. Essenzialmente cominciano a Febbraio,in occasione della Candelora,e tendono ad intensificarsi da dopo la Pasqua sino a Settembre. Sia il rito che apre che quello che chiude le festività legate alla tammurriata si svolge presso il santuario di Montevergine,la cui Madonna Nera ,o “Mamma Schiavona” madre degli schiavi,è oggetto di particolare devozione dal popolo campano.Non è inusuale che si esegua “o’Ball ngopp o tambur” anche in occasione del carnevale,questo più nell’area del casertano. Forse,però, il vero tempo della tammurriata è quello che gli anziani del mio paese definiscono “O tiemp e moffallann” o “U tiemp e chillutiemp” cioè un tempo immaginario,magico,simile al “c’era una volta “ delle fiabe

GLI ELEMENTI DEL RITO
Come e chi esegue la tammurriata?
Gli attori fondamentali del rito sono quattro:Il cantatore,il suonatore di tammorra,i ballatori,ed i componenti del cerchio. Con il termine tammurriata si fa riferimento,contemporaneamente,ad un canto, ad un ballo,ad un ritmo,ad un parti corale contesto situazionale. Per questo motivo ho affermato in precedenza che non si può parlare di tammurriata,nell’accezione di evento, in assenza di tutti gli elementi che costituiscono questo evento,che presi singolarmente sono soltanto rappresentazioni parziali dell’evento stesso. Se ad esempio eseguo a casa mia,da solo,il ritmo necessario ad accompagnare il canto e la danza della tammurriata in assenza di cantatori,danzatori e componenti del cerchio,non stò “facendo” una tammurriata,ma ne sto eseguendo soltanto il ritmo,e questo accade in assenza di ognuno degli attori fondamentali. Prendiamo adesso in esame le singole figure implicate.
La figura del suonatore prescinde completamente dallo strumento che impugna,e cioè la tammorra,difatti il cardine,l’asse su cui ruota il tutto, è lo strumento,da esso, che si parli di tammurriata piuttosto che di “ball ngopp o tambur” ,prende il nome ciò di cui vi sto parlando e forse non a caso tra le strofe tipiche dei cantori vi è quella che recita “Comm’ son belle stù tambur, ca nisciun o tuculea e chill son”. La tammorra è un tamburo a cornice di diametro variabile tra i 35 ed i 60 cm di diametro,dotato di cembali posti lungo la cornice .I materiali utilizzati per costruirlo sono: ovviamente il legno,una pelle generalmente di capretto,anche se i moderni costruttori possono utilizzarne i tipi più disparati,e dei cembali ricavati da materiali di recupero,come i fondi delle scatole di latta in cui sono confezionati i pomodori. Oggigiorno non è infrequente trovare strumenti che rispondano maggiormente alle esigenze dei suonatori per ciò che concerne ai materiali ,con un notevole progresso della pulizia del suono e delle possibilità espressive dello strumento,ad esempio i miei tamburi sono costruiti con fusto in legni a venatura incrociata (come per i rullanti da batteria), con accurata finitura e sagomatura del bordo, con sonagli montati su un asse perfettamente centrato e pelli selezionate, sia naturali che sintetiche, con possibilità di accordatura.
Per ciò che concerne alla tecnica esecutiva vediamo come il tamburo presenti una fessura con il quale viene impugnato mentre viene suonato con l’altra mano,essenzialmente viene sorretto con la sinistra e suonato con la destra,tale impugnatura viene detta maschile,difatti anche il modo in cui si impugna lo strumento è regolato da delle precise regole rituali,ad esempio suonarlo con la sinistra ed afferrarlo con la destra è una posizione tipicamente femminile,ma tutto ciò non và inteso soltanto in termini di caratteri sessuali biologici,bensì simbolici,può capitare che una donna regga il tamburo con la sinistra o viceversa che un uomo lo impugni con la destra indicando una sovversione dei ruoli convenzionali all’interno del rito,ma questo discorso ci porterebbe lontano da una semplice descrizione e dunque mi fermo qui .
Il ritmo eseguito è essenzialmente un 2/4 che tende a trasformarsi in 1/4 quando viene eseguita la figurazione ritmica e coreutica della votata.Tale scansione ritmica tende a cambiare in base alle diverse zone in cui è radicata la tradizione della tammurriata,ad esempio presso il santuario della Madonna dell’Avvocata,come in altre zone della costiera amalfitana,il tempo si trasforma in un 4/4.Nonostante non sia infrequente l’impiego di altri strumenti,come la ciaramella4,il sisco5 ed altri strumenti ritmici tra cui putipù,triccheballachhe e scetavaiasse, come ,più recentemente,la fisarmonica e/o l’organetto, è la tammorra l’unico,ed indispensabile,strumento ad accompagnare il canto e la danza della tammurriata,addirittura svolge anche una funzione armonica laddove alcuni cantatori,particolarmente dotati,intonano la voce in base agli armonici emessi dal tamburo.
Il cantatore è colui che canta la tammurriata,è una figura quasi sacerdotale all’interno del gruppo dei partecipanti al rito,soprattutto quando si tratta di un personaggio noto come “custode” della tradizione all’interno della comunità in cui tale rito è agito. Voglio descrivere cos’è per me,da suonatore di tamburo ,il cantatore:Una volta,dopo essere tornato da una “festa”,pieno di ricordi e riflessioni sull’enorme devozione a cui avevo assistito chiesi al mio maestro se “credesse” se fosse devoto,lui ci pensò un attimo poi rispose “Di sicuro credo al cantatore”.All’interno di un rito come quello della tammurriata,quando arrivi a diventare un soggetto partecipe dello stesso,non importa da quali presupposti culturali tu sia mosso nella vita di tutti i giorni ,devoti ci si diventa,ed in un sistema devozionale il cantatore è colui che officia le fasi del rito.
E' il cantatore a darmi il cenno per incominciare,è lui a gestire le fasi dell’esecuzione strumentale e della danza,fin quando canta resto in due quarti quando termina una strofa ed allunga la nota vado in 1 per dare ai ballatori il segnale della vutata,se raddoppia io raddoppio con lui, se accellera accellero,se diminuisce diminuisco,se canta forte suono vigorosamente,se sussurra abbasso la dinamica,se sposta gli accenti il mio ritmo cambia,quando dà il segnale di chiusura chiudo.Come cambiano le figurazioni ritmiche in base agli accenti suggeriti dal canto così cambia il tenore di ciò che si canta,una tammurriata consta generalmente di un’esecuzione piuttosto lunga,che può perdurare anche per alcune ore,durante questo tempo il cantatore,o i cantatori,possono cambiare notevolmente l’atmosfera ed il tema di ciò che cantano,dunque si può passare da frasi dal sapore mistico indirizzate alla Vergine,o trattanti il mistero della morte e della vita,a strofe dai contenuti violenti,sanguinari,o di carattere esplicitamente sessuale,anche se spesso tutti questi elementi si fondono in un’unica strofa.Le strofe possono essere attinte tanto da un corpus tradizionale,nonostante vengano ricombinate e rimodellate ad ogni esecuzione in maniera differente, quanto essere create al momento dal cantatore,a volte attingendo dalla cronaca o dalla vita di tutti i giorni,difatti la tammurriata è una tradizione in continua evoluzione.
Come ho scritto precedentemente esistono diverse forme di tammurriata,alcune sono decisamente riconoscibili,come ad esempio la giuglianese in cui a scandire i tempi del ballo e dell’esecuzione ritmica è il sisco,per il resto quando mi rivolgono la domanda “Quante varianti ritmiche di tammurriata esistono?” rispondo “Ne sono tante quanti ne sono i cantatori,perché sono loro a deciderne il ritmo”.
I ballatori sono coloro che danzano la tammurriata,descrivere il ballo è possibile ma non gli rende giustizia,bisogna vederlo,e dunque consiglio al lettore di guardare il filmato allegato all’articolo. Le figure coreutiche che i danzatori possono eseguire sono innumerevoli,ed anche esse naturalmente variano da zona a zona,e come le strofe del cantatore e l’esecuzione ritmica del tamburo variano di intensità e scelta dei passi in un unico processo osmotico;essenzialmente esistono due momenti fondamentali all’interno del ballo quello in cui il cantatore esegue la strofa ed il tamburo accompagna in 2/4 e quello della votata,in cui il cantatore allunga l’ultima nota della strofa ed il tamburo batte in uno,questo momento dell’esecuzione prende il nome proprio dal fatto che i danzatori “votano” girano,avvicinandosi maggiormente di quanto non lo fossero precedentemente,sull’asse determinato dall’avvicinamento dei loro corpi,a volte come rincorrendosi,a volte fronteggiandosi,altre agganciandosi con le gambe o le braccia in maniera meravigliosa, spettacolare, disegnando un cerchio …. si descrivere un buon danzatore è davvero impossibile. Un’altra caratteristica peculiare dei danzatori è che per tutto il periodo in cui sono impegnati nel ballo scandiscono il tempo tenendo in mano degli strumenti a percussione detti “castagnette”,tali strumenti sono formati da due pezzi di legno concavo legati tra loro, il nome di questo strumento deriva in parte dalla forma che lo caratterizza ed in parte dal suono,che ricorda lo scoppiettio delle castagne nel camino. Così come avviene per ciò che riguarda il modo di reggere il tamburo anche per l’impugnatura delle castagnette si tende ad identificare quella tenuta a destra come “maschio” e quella tenuta a sinistra come “femmina”; talora un’incisione nella parte concava fa distinguere la castagnetta ‘femmina’ dal ‘maschio’,Se dunque il cantatore nelle sue strofe è a volte una maschio ed a volte una femmina,se il suonatore del tamburo può decidere la sua identità dal modo di impugnarlo,il danzatore sarà al contempo maschio e femmina per tutta la durata del ballo.
Il cerchio,volendone dare una definizione esemplificata non è nient’altro che il gruppo degli spettatori,ai margini del quale si trovano cantatori e danzatori,mentre al centro i danzatori.Ma non sarebbe una definizione del tutto esatta,sarebbe stato meglio definirlo come un’assemblea partecipante di ciò che accade al suo interno,ma neanche gli avrei reso giustizia,come accennato precedentemente il cerchio è il luogo autentico della tammurriata,poiché in qualsiasi santuario o festa vi troviate tra quelle in cui è costume agire la tammurriata,prescindendo dalle differenze nel ballo nel dialetto nel ritmo o quant’altro,l’elemento imprescindibile sarà la presenza del cerchio. Senza il cerchio non si può parlare di tammurriata,ma soltanto di un’ esecuzione di danza e musica poiché viene meno la componente sociale intrinseca ad ogni manifestazione che possa definirsi rituale,insomma manca la compartecipazione del sacro .Il cerchio è formato in parte da ballatori ,suonatori e cantatori che affiancheranno o daranno il cambio a quelli già presenti al suo interno,ma è formato per la maggior parte dal popolo dei “devoti”,i suoi membri accompagnano ogni momento del passo,ogni frase del canto e del ritmo,chi è nel cerchio balla ,canta e suona allo stesso tempo anche se apparentemente è fermo,poiché partecipa con tensione palpabile per chi è al suo interno a ciò che viene rappresentato,come quando ci capita di commuoverci ,spaventarci o ridere durante uno spettacolo teatrale poiché siamo totalmente immersi nella narrazione e tutto ciò che accade,anche se solo per qualche attimo,ci appare autentico6.


1)Lo stesso termine “Tammurriata” è molto vago,e si ignora se si tratti di un termine coniato recentemente o da sempre presente nella cultura campana. Avolte sarà difficile sentir usare da un anziano questo vocabolo,spesso,non userà alcuna denominazione,e se forzato descriverà quello di cui tratta questo articolo come “O’ball ngopp o tambur”,il ballo sul tamburo, che è infine la traduzione anche del termine Tammurriata.Altre volte invece sarà usata quest’ultima espressione(tammurriata) serenamente anche da esecutori tradizionali,soprattutto nell’area del Nocerino-Sarnese per ciò che fà capo unicamente alla mia esperienza. Nella mia provincia di origine,Caserta,il termine Tammurriata è del tutto assente,e si utilizza prevalentemente l’espressione “O’ball ngopp o tambur”.
2)La Campania è una regione del sud Italia
3) Piccole Madonne
4)Un oboe popolare ad ancia doppia diffuso in tutto il sud Italia
5)Flauto tipico campano,utilizzato nell’esecuzione della "variante" della tammurriata denominata giuglianese,nome che deriva dal centro maggiormente noto in cui si esegue che è appunto Giugliano in Campania(CE).Tuttavia è diffusa in gran parte dell’agro aversano,una zona della provincia di Caserta con il nome di siscariata.
6)Avviene, in sintesi, uno "scambio di energia” , basato su svariate forme di linguaggio,sovente di tipo non verbale.
Gianlu
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Re: La Tammurriata

Messaggio da Gianlu »

Grazie Luca.
Qualche domanda.
Premetto che cercherò di non cadere nel tranello (dopo tutto un primo corso di Pizzicata I, spero si voglia superare i vecchi e cari errori) di definire, di cristallizzare, di "pontificare" o chiedere ad altri di farlo, la tradizione. Quindi ti chiedo risposta solo in merito alla tua personale esperienza o almeno a quella parte di tue esperienze di suonatore, riconducibili ad un'omogeneità di gesti e situazioni.

Oltre al rito "officiato" nelle classiche feste religiose cristiane, esiste una forma di tamurriata "privata", cioè con un numero molto ristretto di partecipanti (senza la presenza di un folto cerchio di spettatori-attori intorno) ed effettuata in situazioni strettamente familiari (un'abitazione privata per esempio)? Ho visto una volta un filmato non recente di una tamurriata eseguita in una piccola cucina di un'abitazione, tra televisore e tavolo da pranzo. Ricordo anche un altro filmato credo come minimo degli anni 80 di una tamurriata eseguita in un piccolo giardino interno di un'abitazione. In entrambe non mi pare ci fossero più di 7 - 10 partecipanti. Mi colpì la mancanza della "popolarità" della situazione, la mancanza di quella sensazione di teatralità diffusa su larga scala per l'alto numero di spettatori.

Sempre in quel gruppo di filmati proiettati, c'erano poi riprese delle situazioni classiche delle celebrazioni delle 7 madonne. Ufficialità e tanta, tanta gente. In queste situazioi, sempre per la tua esperienza, ha senso immaginare un numero elevato di danzatori che ballano contemporaneamente o di più tammorre che suonano insieme allo stesso cantatore? In questo caso la "confusione" creata non fa perdere il tocco e l'interpretazione del singolo suonatore?
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Luca/
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Re: La Tammurriata

Messaggio da Luca/ »

Grazie a te Gianlù,domande ottime,come mi sarei di norma aspettato da una persona della tua intelligenza,quanto difficili.
Dunque partiamo dalla tua eccellente premessa rispetto al non "pontificare" ne dare una definizione risolutiva ai fatti in esame, una cosa di cui non sarei innanzitutto capace, ma che sopratutto non condivido. Nell'articolo mi limito appunto a descrivere la mia esperienza,e rimando ad altri le eventuali formalizzazioni e decodificazioni.
Dunque,per ciò che concerne, esclusivamente al mio punto di vista e per ciò che fà capo alla mia esperienza,dove c'è condivisione c'è rito. Il rito non necessita di grandi folle,anche sette di pochissimi adepti officiano riti,spesso complessi ed arcaici;Se vogliamo anche le singole persone effettuano piccoli riti personali,come segnarsi prima di andare a dormire,o prepararsi il caffè seguendo certe procedure,come vi sono riti strettamente familiari,come segnarsi prima di cominciare un pasto,o preparare il caffè,in un certo modo e da un dato componente del nucleo parentale,alla fine dello stesso.
Fatta questa necessaria premessa entriamo nel vivo dell'argomento,certamente esistono tantissime occasioni in cui viene "eseguita" la tammurriata,non soltanto quelle più note e frequentate.Ad esempio mi è stato spesso raccontato,in maniera del tutto attendibile,di incontri svolti in corti private(portoni) nella notte tra il 31 Dicembre ed il 1 Gennaio nella zona a confine tra il vesuviano ed la provincia di Salerno,sono raduni che contano di un numero di partecipanti molto ristretto,soventemente frequentati,e potremmo dire "accessibili", esclusivamente alla famiglia residente in quella corte ed ai vicini. Una situazione siffatta ,localizzata in un momento dalla forte valenza simbolica,ha in sè ovviamente tutti i caratteri di sacralità presenti nelle occasioni rituali più note e frequentate,come ho scritto nell'articolo il luogo che infine conta davvero per l' ”evento",prescindendo dalla ricorrenza,è il cerchio.
Non dimentichiamo inoltre che ciò che viene eseguito durante una "tammurriata" fa capo non solo alla spiritualità,ma anche ai modi di espressione tipici, in quella data cultura,in fatto di musica e danza. Dunque una tammurriata può collocarsi anche in un momento ludico,come un matrimonio una festa in casa, oppure,quel modo di cantare, accompagnare anche il lavoro. Ciò che conta è essenzialmente in questo caso non tanto la ritualità legata alla ricorrenza "religiosa",dove "religiosa" non và inteso soltanto nell'accezione di "cattolica", ma la compresenza di alcuni elementi di cui parlo nell'articolo. Faccio due esempi al riguardo:Una volta,a Pagani,dopo aver accompagnato per quasi un'ora e mezza(ovviamente alternandomi di tanto in tanto con altri suonatori),uno straordinario cantatore,che in ciò aveva tenuto splendidamente "testa" a tutti i cantatori che avevano avviato "dialoghi" canori con lui,gli feci i miei complimenti per la mastodontica quantità di strofe che conosceva. Questi mi raccontò che tale competenza gli derivava dal fatto di lavorare in una segheria in cui avevano l'abitudine di "alleggerire" l'orario lavorativo "dialogando", spesso "sfidandosi", con la modalità canora tipica della tammurriata. Aggiunse che avevano in un angolo una fisarmonica ed un tamburo, così che, se coloro che possedevano competenze musicali su tali strumenti erano momentaneamente liberi da mansioni, tali conversazioni canore erano anche accompagnate nel modo tipico della tammurriata.Tutto ciò si svolgeva naturalmente in presenza di un intero reparto che partecipava al fatto, magari parteggiando per l'uno o l'altro dei cantatori, sottolineando i contenuti delle frasi,che ovviamente non avevano i temi sacri e misteriosi di quelle cantate in occasione della ricorrenza religiosa, o semplicemente rompendosi le scatole per la confusione nel giubilo generale. Per direttissima esperienza so come non sia infrequente anche accompagnare il lavoro, da parte di coloro che lavorano nelle aziende del vesuviano, con il canto a fronna, nello stesso modo in cui viene eseguito nelle “feste”.
Il secondo esempio fa capo al mio vissuto personale rispetto alle forme musicali tipiche della mia zona,quando decisi di approfondirle mi recai da una zia ed altre donne del paese con due amici che avevano interesse ad impararne il ballo,dopo qualche spiegazione,mano a mano che i ragazzi si impratichivano nei passi danzando con le donne lì presenti,si fini per creare la stessa situazione che avveniva quando questa forma di espressione coreutica e musicale era ancora patrimonio della collettività,e non appunto una pratica da fare in privato.
Gli elementi c’erano tutti, la forma di espressione tradizionale,da parte delle donne lì presenti era di minuto in minuto più simile a quella che mettevano in pratica una cinquantina di anni prima. Si delinea qui, se vogliamo ,una situazione che io stesso trovo difficoltà a decifrare,difatti arriviamo proprio al parte nucleare della tua domanda: “esiste una forma di tamurriata "privata", cioè con un numero molto ristretto di partecipanti, ed effettuata in situazioni strettamente familiari?” La risposta è “si” poiché è proprio la mia realtà, quando mia nonna,generalmente, in ricorrenze particolari,viene esortata ed accetta di suonare un po’ il tamburo,quando le donne del paese che ancora ne hanno memoria “attrezzano” in una qualche occasione o luogo “o’ball ngopp o’tambur” lo fanno rispettando i gesti,il sentire,il “fare” che è proprio di questa espressione tradizionale,è dunque un rito poiché consta di azioni predeterminate ed aventi dei significati simbolici,ma è al contempo un rito oramai “privato”,slegato dalla manifestazione collettiva(si ballava a carnevale),è una tradizione che ha perso il carattere della condivisione,che non appartiene più alla cultura attuale dei luoghi,se non nella memoria di chi è un po’ più avanti negli anni e di pochi soggetti più giovani,in buona parte figli e nipoti di questi “anziani” parliamo di persone che si possono contare sul palmo di una mano.Ma questa questione esula completamente dalle tue domande.
Per ciò che concerne alla seconda parte del tuo messaggio,devo proprio premettere che non ci sono regole da seguire al riguardo del numero di suonatori e danzatori se non quelle dettate dal buon senso,quindi qualsiasi parere che posso esprimere in merito fa davvero capo soltanto al mio modo di vedere la cosa;più danzatori ci sono e meglio è,ma se bisogna “camminarsi” addosso,qualora non ci fosse la possibilità di allargare il cerchio,è ovvio che si aspetta che si crei un po’ di “spazio”.Lo stesso vale per il numero di suonatori,fatte le dovute eccezioni(Avvocata,sciaraballi amplificati etc.),un numero di suonatori eccessivo,laddove eccessivo possono essere anche due,non inficia tanto sulla “prestazione artistica”del suonatore,quanto sulla possibilità da parte del cantatore di essere udito,poiché un solo tamburo genera di norma un volume sonoro considerevole che può coprire la voce,figuriamoci quattro o cinque. Ultimamente tale situazione,soprattutto in alcune feste, tende a verificarsi sempre più spesso. Per mia esperienza, o si fermano i suonatori che hanno un minimo di buon senso oppure,più spesso, è lo stesso cantatore a chiedere ad alcuni di smettere,cosa in verità un po’ sgradevole poiché compromette parecchio l’armonia del contesto. Ma ti ripeto dipende dal contesto,mi è capitato spesso di affiancare od essere affiancato in modo del tutto sereno da un altro suonatore. Io mi regolo così, quando comincio ad essere stanco, mi guardo intorno, il primo che becco nel campo visivo che armato di tamburo mi guarda fisso,arrivato alla prima votata,gli faccio cenno di iniziare,per fermarmi appena ricomincia il canto,dopodiché, a meno che non vi sia qualche motivo per cui il cantatore mi chieda di riprendere subito,do il cambio a mia volta,o, se ci sono altri suonatori pronti,resto nel cerchio a suonare,danzare e cantare con gli occhi e col cuore.
giannino
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Re: La Tammurriata

Messaggio da giannino »

Premetto che non sono molto d’accordo sul postare in un forum degli articoli che in sé hanno già un carattere molto chiuso, conclusivo, come quello di Luca, che non presuppone e non facilita un dibattito sui temi trattati. Trovo che questo tipo di interventi debbano trovare spazio in altre aree “informative” , “enciclopediche” del sito, lasciando al forum interventi che facilitino lo scambio di opinioni.
In merito ai contenuti dell’articolo stesso, trattandosi di opinioni personali, bisogna ammettere che, per quanto fonte piacevole e genuina di conoscenza, vadano prese con le pinze, in quanto rappresentano “lo stato attuale” di questo fenomeno, che credo molto cambiato e deteriorato rispetto a quello che gli ha dato origine. Un po’ come credere che la vera “scherma” o la vera “pizzica” possa vedersi durante l’attuale notte di San Rocco salentina ( e chi è stato a San Rocco ultimamente sa di cosa parlo).

Un piccolo appunto sul video “esplicativo” linkato nell’articolo: esso infatti dà due versioni completamente diverse di rito, la prima avvicinandosi ad una sorta di rave bacchico/dionisiaco in cui il sacerdote officiante è l’ormai onnipresente Colasurdo, e la seconda ad una aristocratica e patinata “tammurriata barocca”!! Qual è quella più vicina allo “spirito della Tammurriata”?
Giovanni Semeraro
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Re: La Tammurriata

Messaggio da quirino »

Un piccolo appunto sul video “esplicativo” linkato nell’articolo: esso infatti dà due versioni completamente diverse di rito, la prima avvicinandosi ad una sorta di rave bacchico/dionisiaco in cui il sacerdote officiante è l’ormai onnipresente Colasurdo, e la seconda ad una aristocratica e patinata “tammurriata barocca”!! Qual è quella più vicina allo “spirito della Tammurriata”?
Era quello che mi chiedevo anche io.
Tra l'altro sul bacchico-dionisiaco, o meglio su alcune interpretazioni che alcuni studiosi danno della tammurriata in senso bacchico-dionisiaco, è una cosa tutta da vedere.
Le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze.
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Re: La Tammurriata

Messaggio da Luca/ »

Caro Giannino,per quanto riguarda il postare l'articolo trovo più che condivisibili le riserve che hai espresso,ma era, ovviamente, tanto per rompere il ghiaccio nella sezione "Patrimonio Musicale Tradizionale in Campania" ed a quanto pare, nonostante tutto, è riuscito ad avviare una piccola discussione.
Per ciò che concerne la prima delle tue osservazioni,quella riguardante l'articolo,devo farti notare che si tratta soltanto di una descrizione della mia esperienza nell'hic et nunc della tradizione in questione,non spiega e non interpreta nulla.Dunque descrivo quella che è la mia esperienza nel presente,non avrebbe senso descrivere come era la tammurriata(valuto l'attualità della cosa addirittura a partire dal nome stesso che la definisce,questo termine,tammurriata, nel mio dialetto non era presente fino a qualche anno fà)nel momento in cui mi viene chiesto di descrivere com'è.
Soprtatutto ti chiedo come era il "fenomeno che gli ha dato origine",tu puoi descriverlo,citando in ciò delle fonti storiche certe, documentate? Io no
Un'altra cosa su cui mi sono soffermato nel tuo intervento riguarda i termini "deterioramento" e "cambiamento",ciò che non mi risulta chiaro è se per te è il cambiamento stesso a determinare un deterioramento;da ciò scaturirebbe che si tratta di una tradizione deteriorarata da sempre,poichè evolve,cambia,continuamente.Ciò che resta immutata è la devozione,ma io non conosco il livello effetivo di devozione,che è una fenomeno interno e che ha un rapporto relativo con le manifestazioni esterne,posseduto da un devoto vissuto cento anni prima di adesso,e credo che nessuno abbia mai fatto questa rilevazione.
Ciò che semmai si osserva è la partecipazione al rito di soggetti "non devoti",che cioè non si recano nei luoghi della tammurriata nè per beneficiare del momento ludico legato agli aspetti non strettamente religiosi(bancarelle,fuochi pirotecnici,spettacoli di piazza)nè per motivi legati alla devozione verso ciò che viene celebrato in quel luogo in un determinato momento dell'anno.Si tratta di soggetti che sono attratti semmai soltanto dalle componenti musicali piuttosto che antropologiche dell'evento,in stragrande maggioranza si tratta di "appassionati di musica popolare".
Quello che rende deleteri questi soggetti è una partecipazione spesso irrispettosa all'evento,poichè non mossa dalle necessarie premesse culturali che appartengono alla comunità in cui si è generato e riproposto il rito,nè dal tatto che dovrebbe sempre avere chi entra in casa d'altri.Ma viviamo nell'epoca della globalizzazione....se esplode un fenomeno,seppur di nicchia,di "ritorno alla tradizione",è ovvio che si riversino in ogni "anfratto tradizionale" tutti coloro che hanno accesso ai mezzi di informazione di massa,ciò che non cambia è l'atteggiamento e l'approccio che hanno questi soggetti sia che si trovino a Torrepaduli che a Pagani,per molti di loro l'unica distinzione tra i due luoghi è che in uno si balla la tammurriata e nell'altro la pizzica,al massimo possono entrare in gioco alcuni stereotipi regionali conditi,oggi a differenza di ieri,di vaghe nozioni di un'antropologia ferma a cinquanta anni fà,che in campo scientifico sono secoli.
Chiaramente questi sono dei punti di vista del tutto personali,e c'è da dire che molti,anche provenendo da luoghi molti distanti, sopratutto,culturalmente dal luogo dell'evento hanno atteggiamenti più che consoni alla situazione,sia perchè sono del tutto integrati nel tessuto sociale proprio dei luoghi,vuoi per frequentazione o per maggiore empatia sociale,sia perchè si limitano ad osservare,vivere,l'evento senza ricercarvi una sorta di "protagonismo" invadente.
Per ciò che invece fà capo al video "esplicativo" è tutto scritto in didascalia,le immagini "bacchino-Dionisiache" Fanno capo ai festeggiamenti della Madonna di Castello di circa venti anni fà,e si limitano a ritrarre quella festa quell'anno così come era,in tempi davvero non sospetti in termini di improvvisi
(ri)innamoramenti di massa per la musica di tradizione,ed allora Marcello non era davvero "onnipresente" come lo definisci (ma attenzione Marcello è un riconosciutissimo cantatore in ambito genuinamente popolare da molto prima che diventasse noto a livello nazionale ed internazionale)Le immagini che seguono ed anticipano queste fanno un pò la spola tra il recente ed il passato prossimo.
Lo spezzone "Barocco" descrive,come compare scritto a tutta pagina,una cosa tipicamente moderna,e cioè il fenomeno che porta a riproporre la Tammurriata(come molte altre forme musicali tradizionali) fuori dai contesti originali,per diventare una sorta di rappresentazione,insomma quello che accade oggi sui palchi o nei vari stages,anche questo fenomeno è da consoderare di caso in caso,a volte questa "rappresentazione" ha delle caratteristiche decisamente deleterie altre invece positive,tutto dipende in buona parte dallo spirito e dalla competenza con cui si fanno le cose...
l'ultima osservazione,riportata anche da quirino, relativa al carattere "Bacchico-Dionisiaco",qual'è lo spirito della tammurriata? Ragazzi mi dispiace ma questa è una domanda a cui non sono in grado di rispondere,si tratta di cose troppo complesse per operare chiusure e/o generalizzazioni.
Quello che vedete è autentico sentimento popolare,è un documentio crudo,ciò che è impresso nella pellicola è stato in quel dato momento ed in quel dato luogo,a voi pare Bacchico-dionisiaco? E' ciò che voi ci leggete a riguardo,non è certo una fiction,non era dunque "intenzionale" darvi quella suggestione.
Semmai vi faccio presente che io,come altri, ritratti in quelle immagini,o presenti nelle "feste",non sono mai stati devoti ne a Bacco e ne a Dioniso,così come mai ho sentito di nessuno,perciò che concerne ai riti in cui si "fanno" le tammurriate, che lo fosse,nè oggi e ne in passato.
Luca/
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