Pubblicazione delle fonti: Business o soddisfazione personal

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ramonn
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Messaggio da ramonn »

Ho creato questo topic per dare una risposta a Vincenzo Santoro su quella che é una mia convinzione.

Per questioni di chiarezza riporto quello che ha scritto Vincenzo nel topic: “il forum di pizzicata, la situazione sta degenerando”, ciò che ha scritto riporta anche ciò che ho detto io in precedenza.

svincen:
Quote:Un'ultima considerazione. Ramonn dice nel suo ultimo intervento:

"e poi...i grandi cultori e dotti della musica salentina che usano le nostre fonti per fini commerciali...non stanno facendo un business sfruttando la moda??"

Non é la prima volta che lo fa, e non é l'unico a fare affermazioni di questo genere (che, essendo generaliste, e quindi rivolte a tutto e a tutti, non possono essere confutate). Già  una volta l'ho invitato a "fare i nomi", a dirci chi sarebbero questi "cultori e dotti" che usano le fonti per "fare business". Ramonn non risponde, e quindi devo dedurne, essendo anch'io impegnato nel lavoro di pubblicazione delle "fonti", di essere incluso nel suo elenco.
Evidentemente Ramonn non ha un'idea precisa di come funziona questo tipo di lavoro, di quanto si spende e di quanto si guadagna. Io, per la mia esperienza, posso dire che nella maggior parte dei casi chi pubblica "materiali originali" fa un investimento considerevole, che rientra (se mai rientra) dopo anni. E qui sto parlando solo delle spese "vive", e non del tanto lavoro che bisogna fare per arrivare alle pubblicazioni (quello non viene pagato mai, anche se regala emozioni e soddisfazioni straordinarie). Inoltre, sempre per quanto riguarda la mia esperienza, i "cantori" vengono sempre regolarmente pagati quando li si pubblica (anche perchà© valgono sempre le norme sul copyright). Spero di essere stato chiaro.
D'altra parte, se non ci fossero stati questi "cultori e dotti" a fare le pubblicazioni, materiali straordinari non sarebbero mai stati accessibili agli appassionati, anche perchà©, come ho detto altre volte, le "istituzioni" sono molto più propense a spendere decine di migliaia di euro per megafestival piuttosto che finanziare questo tipo di lavori.
Se posso concludere con una battuta (ma anche questa parte dalla mia esperienza personale), si fa molto ma molto più business con i concerti che con le pubblicazioni.

Vincenzo Santoro.


Innanzitutto vorrei dire che se non ho risposto prima a questo argomento non era perchà© avevo problemi a fare dei nomi, ma semplicemente perchà© non posso collegarmi sempre e quando poi mi son collegato questo discorso mi é sfuggito.
Quando parlo di chi usa le registrazioni per guadagnarci su, parlo di chi fa e vende questo materiale indistintamente, perchà© a mio avviso tutti sono sullo stesso piano… sarei molto felice se chi fa queste operazioni dimostrasse il contrario di quello che dico io.
La mia considerazione che si tratti di una fonte di guadagno parte proprio dall’aumentare di queste pubblicazioni: prima erano solo Aramiré, poi c’é stata quella di Cavallo, e poi Kurumuny.
Penso che se sta aumentando il numero delle registrazioni é evidente che ci sia da guadagnare, non penso che si tratti di un passatempo nel quale spendere i propri soldi.
Sinceramente non so in che grado Vincenzo Santoro entri in queste pubblicazioni, ho avuto modo di capire che lavora/collabora con Aramiré ma non so a che titolo, quindi vorrei sottolineare che non si tratta di qualcosa di personale, diretta a lui, ma di una considerazione generica.


Parto dalla registrazione prodotta da Cavallo: penso che non ci voglia molto a rendersi conto che non é poi questo grandissimo prodotto, dal momento che accanto alle registrazioni di anziani ci sono quelle di persone ( se non sbaglio Carlo Canaglia, e Pizzicarello ) che non penso siano delle fonti di particolare importanza e a mio avviso sono state inserite o per arricchire il cd che magari era un po’ povero o per la simpatia che questi riscontrano nell’ambiente della musica popolare salentina.

Per le prime registrazioni di kurumuny non posso dire molto perchà© non sono ancora riuscito a comprarle ma penso che all’interno del libricino troverò qualche notizia sulle persone registrate, qualche notizia sul salento, forse i testi delle canzoni e non molto altro.
Mi sorprende e non poco che in breve tempo siano già  uscite 2 registrazioni: si tratta di un operazione che porta guadagni( e che quindi giustifica l’investimento) o si tratta di investire migliaia di euro per soddisfazione personale e per consentire a tutti di utilizzare quelle registrazioni?

Veniamo alle pubblicazioni Aramiré che vedono direttamente coinvolto Vincenzo.
Prima cosa che mi fa storcere il naso: il prezzo. A mio avviso é impensabile che un cd costi sui 20€.
Qualunque cd non può costare così tanto. Perchà© a quel punto diventa fruibile da pochi.
Non penso che molti ragazzi nel salento possano permettersi di comprarlo.
A questo punto mi si potrà  rispondere che costano tanto perchà© i cd sono venduti con dei libricini.
Ma cosa contengono questi libricini? Niente.
I testi delle canzoni e qualche notizia sui cantori.
Non uno studio sulla grammatica musicale salentina. Non uno studio sull’estetica della musica salentina. Nessuno studio.Solo la semplice riproduzione di materiale registrato, qualche notizia,la traduzione (non so quanto utile) ed anche qualche bella gaffe.
Quali costi vivi ci sono per far pagare così tanto quei cd? Il compenso dato ai cantori??
Il costo delle registrazioni? Il costo per ripulire le registrazioni??
Quindi sinceramente non vedo “un investimento considerevole”, e ancor meno riesco a capire come “un investimento considerevole, che rientra (se mai rientra) dopo anni” possa portare alla pubblicazione di 4/5 cd nel giro di 3-4 anni.

A questo punto bisogna capire perche vengono fatte queste pubblicazioni.
Si tratta di benefattori? Di appassionati che ci rimettono di tasca propria per il gusto che hanno dal fare queste pubblicazioni?
O si tratta di un business che sfrutta l’attuale situazione che riguarda la musica salentina?

Secondo me si tratta di un operazione che porta guadagni, non é che condanno per questo motivo, ma ci tengo a sottolinearlo.
Penso che sia una delle tante operazioni di guadagno intorno alla musica popolare, come lo scrivere libri, organizzare e suonare concerti e convegni in tutta Italia con Università , Province, Regioni, Ministeri etc etc.

Scusate se sono stato un po’ lungo, ma dovendo dare delle risposte precise non mi potevo accontentare di due righe.
Adesso spero che contribuiate tutti con le vostre opinioni.[addsig]
svincen
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765

Messaggio da svincen »

Vorrei solo precisare brevemente alcune cose.
1) il mio rapporto con le edizioni Aramiré riguarda alcune pubblicazioni in uscita, non quelle dei cd già  pubblicati;
2) comunque i cd delle edizioni Aramiré costano 13 e non 20 euro (20 euro costa solo il doppio "Musiche e canti popolari del Salento"). La foga polemica spesso appanna la vista;
3) infine la questione fondamentale. La spesa per la produzione di un cd, compresa la stampa del supporto, la predisposizione del libretto, i compensi ai cantori (quando ci sono), e le spese varie é molto più alta di quello che pensa Ramonn (diciamo diverse migliaia di euro per la stampa di 1000 copie di un cd+ libretto corposo). Quindi per arrivare al pareggio, occorre vendere una percentuale molto alta delle copie che si stampano, cosa che, per quanto a Ramonn possa sembrare strano, avviene in molti mesi, se non in anni (domanda: quante copie si possono vendere di un cd di canti polivocali in griko?)
Ma se anche la spesa fosse così insignificante come dice Ramonn, nel suo ragionamento viene sottovalutato un aspetto fondamentale (che forse chi é completamente "digiuno" della materia - come quasi tutti i "musicisti" della "neopizzica" - non immagina neanche): per raccogliere i materiali necessari a realizzare un cd (seriamente - anche se, questo é vero, non sempre le pubblicazioni sono "serie") occorre molto, molto lavoro. Bisogna andare a trovare le persone, perderci del tempo (parecchio), registrare tantissimo per avere pochi pezzi tecnicamente accettabili. Poi lavorare sulle registrazioni per renderle pubblicabili (cosa molto complicata, specie quando si tratta di registrazioni vecchie).
Come si dovrebbe finanziare questo lavoro? Forse potrebbero farlo le Istituzioni varie (università , conservatori, province, comuni, istituti, etc) che però non lo fanno, e preferiscono spendere in ben altre attività  il denaro pubblico. Quindi si può solo "autofinanziare", utilizzando la vendita "commerciale" dei cd, che é vero, sul medio-lungo periodo, in alcuni casi, può andare in attivo.
Che poi alcune pubblicazioni siano discutibili, che i libretti possano essere fatti meglio etc. etc. sono tutte cose in parte condivisibili. Come é condivisibile il fatto (lo ripeto, per esperienza diretta, nel senso che vale anche per me) che con l'organizzazione di convegni, di eventi più o meno culturali, di concerti, ma anche autoproducendo cd o suonando si guadagna molto di più (anche in questo caso, ci sono i cd buoni e le patacche, chi sa suonare e chi fa proprio schifo...).
Vorrei concludere ponendo di nuovo la domanda decisiva - che non a caso viene sempre elusa: se non ci fossero state queste pubblicazioni, per quanto lacunose e discutibili, la gente come farebbe ad accedere a questi materiali? Come potremmo sentire cantare Uccio Bandello, o suonare Luigi Stifani?
Attendo risposte.Questo messaggio é stato modificato da: svincen, 30 Dic 2003 - 03:57 [addsig]
federico.capone
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768

Messaggio da federico.capone »

Caro Ramonn, mi spiace che tu la pensi in maniera quantomeno qualunquista... Ti posso assicurare che pubblicare non significa vendere (sarebbe bello se fosse così!) ma d'altra parte non si può criticare qualcuno solo perchà© guadagna (forse, io non ho guadagnato niente, se non la soddisfazione di veder pubblicato il lavoro) qualcosa con le pubblicazioni (anche se penso che nessuno di noi possa permettersi di vivere di rendita delle proprie pubblicazioni, non l'ha fatto De Martino e non l'ha fatto Carpitella...), allora i cantanti non dovrebbero farsi pagare quando suonano? non penso. Penso che quando uno intraprenda una professione é giusto che la svolga come tale... se può permetterselo.
Mi spiace che abbia tirato in ballo una persona che non lo meritava (gli altri non sono di mia conoscenza, ma mi pare lavorino bene)cioà© Gigi Chiriatti, un etnomusicologo, ricercatore sul campo che oltre ad indiscusse qualità  morali é una delle poche persone intellettualmente oneste... poi i giudizi sulle pubblicazioni sono personali, ma da qualsiasi testo, ,supporto, sia esso cartaceo o digitale, bisognerebbe saper trarre indicazioni utili.
Saluti. Federico

f.capone@libero.it[addsig]
ramonn
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777

Messaggio da ramonn »

Ho come l'impressione che si tenda a vedere le mie considerazioni come un qualcosa di personale e diretto a qualcuno.
Io ho espresso un giudizio, un mio giudizio su quello che é per me la pubblicazione delle registrazioni delle fonti.
Vedendo il materiale venduto, vedendo la quantità  delle pubblicazioni, vedendo come sono realizzate queste pubblicazioni ritengo che siano fatte per guadagnarci.
Io non critico il fatto che si guadagni con quelle operazioni, ma non condivido per nessun motivo che si debba considerare un benefattore che fa queste pubblicazioni.
Le mie considerazioni/interrogazioni di partenza sono state 2:
1) come si fa a realizzare un archivio pubblico, se chi é in possesso delle registrazioni le tiene per se e le usa per fare delle pubblicazioni per guadagnarci?
2) Chi sta facendo le pubblicazioni non sta facendo un business sfruttando la moda??

Non mi sembra di aver mai detto cose del tipo “guai a chi vende le registrazioni”, “chi vende le registrazioni sta rubando”,”chi pubblica del materiale é una cattiva persona,un disonesto”.
Mentre da quello che dice Federico sembra che queste sano state le mie parole.

Ripeto ancora una volta che quello che penso io é che queste pubblicazioni siano delle operazioni per guadagnarci, e non delle operazioni di mecenatismo atte salvaguardare e far conoscere le fonti.
Se non é vero che si guadagna mi spiegate com’é possibile che delle case editrici/edizioni (non so quale termine sia più adatto) facciano così tante pubblicazioni in poco tempo??
Se é vero che queste pubblicazioni sono fatte allo scopo di far conoscere quelle registrazioni non potrebbero costare di meno?

Per quanto riguarda le pubblicazioni Aramiré é vero che non costano tutte 20€, costano 20€ il doppio cd musiche e canti popolari del salento, e 18,60€ il cd su Stifani ,mentre gli altri costano 13€.
Ma a questo punto vorrei capire innanzitutto perchà© Vincenzo prima dice: “..posso dire che nella maggior parte dei casi chi pubblica "materiali originali fa un investimento considerevole, che rientra (se mai rientra) dopo anni. E qui sto parlando solo delle spese vive", e non del tanto lavoro che bisogna fare per arrivare alle pubblicazioni ,quello non viene pagato mai…” e poi ribalta quello che ha detto dicendo: “…Ma se anche la spesa fosse così insignificante…per raccogliere i materiali necessari a realizzare un cd….occorre molto, molto lavoro…”
Il lavoro viene ripagato o viene fatto per pura soddisfazione personale?
Le spese vive si recuperano o non si recuperano??

A questo punto però faccio una considerazione molto semplice:
il cd che costa più di tutti e il doppio cd “Musiche e canti popolari del Salento”.
Questo cd costa 20€, perchà© é un doppio cd.
Ma questo cd é una ripubblicazione dei 2 vinili pubblicati alla fine degli anni 70 da Brizio Montanaro.
Quindi per quanto riguarda i costi: non ci sono i costi dei cantori, non c’é il costo del lavoro da fare per registrare più e più volte gli anziani, i costi di partenza dovrebbero essere rientrati con la pubblicazione dei vinili, gli unici costi dovrebbero riguardare eventuali diritti dei proprietari delle registrazioni, e la pulizia delle registrazioni.
Quindi le spese dovrebbero essere inferiori o grossomodo uguali a quelle delle altre pubblicazioni, ma questa pubblicazione viene venduta quasi al doppio.
Come si spiega questa cosa???
Non mi dite che costa così tanto perchà© é un doppio cd e quindi dura di più, perchà© altrimenti il cd “I passiuna tù Christù” dovrebbe costare meno degli altri perchà© dura circa 20 minuti.

Inoltre vorrei sottolineare che alcune delle pubblicazioni sono state realizzate con: patrocinio del Comune di Cutrofiano, patrocinio del Comune di Calimera, ed hanno il simbolo dei programmi LEADER 2 della comunità  europea.
Questo simbolo non indica che per quella pubblicazione sono stati utilizzati fondi comunitari, o fondi comunali?
O sono scritte lì per altri motivi?

Inoltre vorrei far notare a Vincenzo che io non sono un “musicista” della “neo pizzica” digiuno della materia: tempi e raccolta di materiale per una pubblicazione.
Perchà©: non sono un musicista, non ho mai detto di esserlo; non sono praticante di solo pizzica, so benissimo che nel salento c’é molto più che la pizzica; sicuramente sono nuovo, a 23 anni non penso che potrei facilmente far parte dei primi gruppi di riproposta, o dei portatori visto che comunque sono nati prima di me; anche se sembrerà  strano so che significa andare ad intervistare gli anziani, registrare i loro canti, perchà© lo faccio, purtroppo limitatamente ad una parte del mio tempo libero, ma lo faccio.

Per quanto riguarda la domanda che Vincenzo pone alla fine del suo messaggio dico che visto il costo dei cd, e visto lo scarso numero di copie vendute ( come dice lui) non penso che ci siano mote persone che possono ascoltare Uccio Bandello o Stifani.
E comunque quello che si può ascoltare e leggere di Stifani forse andava curato di più e con più attenzione!!Visto che costa 18,59€!

Prima di concludere vorrei fare una piccola precisazione a Federico: sulla persona di Chiriatti non ho detto nulla, ho solo parlato delle pubblicazioni, e mi dispiace disilludere Federico ma Chiriatti NON é un etnomusicologo.
Sarà  una persona brava, dalla indubbie qualità  morali, che conosce bene la musica e tutta la tradizione salentina, ma NON é un etnomusicologo.

A presto.
RAMON[addsig]
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