Salve: danze armate

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Isreil
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Salve: danze armate

Messaggio da Isreil »

Salve a tutti,
non avendo trovato (forse perchà© non ne sono stata capace) un'area in cui presentarmi eccomi qui che mi butto direttamente nella mischia.
Sono una ragazza marchigiana e sto preparando la mia tesi di Laurea in Danza, con la mia professoressa abbiamo deciso per il tema delle danze armate, mio intento iniziale era partire dalla Pirrica greco/romana per poi passare ai Salii romani, agli Arvali e poi arrivare alla danza scherma (leggendo voi ho scoperto l'errore nel nome "danza delle spade" e/o "danza dei coltelli"), fino ad oggi a una danza che non so come si chiama ma che so ਠstata praticata fino almeno a 20 anni fa nella mia regione, una danza con i falcetti (ne ho letto anche qui ma non di quella della mia terra) eseguita nel periodo di mietitura per propiziare la fertilità . Mi ha raccontato un mio amico di aver visto da ragazzo (circa 20 anni fa, appunto, forse più) un documentario fatto da Rai3 in cui si vedevano questi contadini vestiti con i tipici abiti del saltarello con in mano falcetti e legata alla vita una pannocchia di grano sgranata e incisa a forma di fallo che ballando si muoveva (presumo che il fallo in movimento stesse a indicare una sorta di atto sessuale per cui lo sperma dell'eiaculazione ridava alla terra la fertilità  toltale "uccidendo" - mietendo - il grano simbolo per eccellenza della fertilità  appunto), il tutto circondati dalle donne che a quanto ho capito dovevano stare suonando (purtroppo il documentario ancora non l'ho scovato per cui le informazioni sono solo ricordi di tanti anni or sono).

Ma quale ਠla mia domanda specifica: ho letto parecchie cose su questo forum ma mi sono anche un po' persa nella miriade di informazioni, ipotesi, tesi, antitesi e chi più ne ha più ne metta. Volevo sapere se avete da consigliarmi per qualche libro in particolare o qualcuno in particolare da contattare. Sia per quanto riguarda la danza scherma, sia per quanto riguarda tutti quei tipi di danze popolari che hanno a che fare con armi qualsiasi.

Vi ringrazio di già  per la collaborazione che vorrete accordarmi.
Se avete domande o se ho detto qualche cavolata dite pure :)

Isreil
RonnaPaulina
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Messaggio da RonnaPaulina »

Carissima, benvenuta!

Molte persone qui ti sapranno offrire una risposta più ampia e qualificata della mia; io mi limito, per ora, solo ad offrirti una piccola bibliografia in quasi tutta fretta e poi torniamo a discuterne con maggiore calma... I libri non sono stati sottoposti a cernita, magari c'ਠil buono il brutto e il cattivo... lo farai tu...


Davide Monaco - La scherma salentina! a memoria d uomo - Edizioni Aramirਠ(Libro + DVD)
C Sachs, Storia della danza, Ed Il Saggiatore
M.Eliade- Il mito dell'eterno ritorno- Borla 1968 (sembra strano, ma tratta anche di danza folclorica e d'armi)
A.Lamanna (a cura di)- Ragnatele, tarantismo, danza, musica e nuove identità !- Adnkronos Libri, 2002- (se non ricordo male, contiene anche bibliografia su scherma e danze armate)
Luciano, (a cura di S.Beta) – La Danza- Letteratura Universale Marsilio
J.G.Frazer- Il ramo d oro- Boringhieri 1976 (per: la rappresentazione dell uccisione dello spirito della vegetazione, dell Uomo Selvatico per assicurarsi la rinascita della vegetazione, la "Madre del grano", il rito-danza col falcetto, in relazione con i poteri riproduttori della vegetazione ...)
Deonna, Waldemar-Il simbolismo dell'acrobazia antica- Medusa
Giuseppe Michele Gala- La Tarantella dei Pastori- Quaderni della Taranta (per: gli oggetti del ballo; il ballo con la falce; il ballo con la croccia o con la mazza)
Marius Schneider -La danza des espadas y la tarantela, Barcellona 1948, Lecce, Argo, 1999
V.Bruno, Il Dialogo delle Tarantole, Napoli 1602
A.Kircher, Magnes sive de arte magnetica libri tres, Roma, 1641
W. Schellincks, La danza di una donna morsa da una tarantola, Napoli, 1664
G.Balivi, De tarantula, Lecce, 1695
G. Berkeley, Viaggio in Italia, Barletta, 1717
S.Storace,A genuine letter from an Italian gentleman, concerning the bite of the tarantula, Londra, 1753
D.Caggia, Il Ragno, la Donna e il Diavolo, Lecce 1984
Tarantino L., La notte dei tamburi e dei coltelli, Nardò, Besa 2001

Ciao per ora!
Avvocatista
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Messaggio da Avvocatista »

Benvenuta,

bell'argomento quello della tua tesi, ma temo che non ci sia molto altro materiale oltre a quello che ti ha segnalato Ronna, almeno per quanto attiene le danze armate italiane.

Quanto al "ballo della falce", io non escluderei che ci siano stati dei fenomeni di diffusione tra lucania e marche, dal momento che alla fine del 1700 un nutrito gruppo di marchigiani si trasferì in lucania al seguito di una nobile famiglia della tua terra. Uno dei rari casi di emigrazione al contrario.

Spero tu voglia, alla fine del tuo percorso di ricerca, renderci partecipi delle tue conoscenze.

In bocca al lupo.
Isreil
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Messaggio da Isreil »

Avvocatista sapresti dirmi il nome della famiglia cui ti riferisci? Sarebbe molto interessante saperlo così da fare qualche ricerca, ho un'amica archivista, chissà  che non sappia scovarmi qualcosa.
Ovviamente se qualcosa verrà  fuori vi farò sapere :)

RonnaPaulina allora: "La notte dei tamburi e dei coltelli" l'ho già  ordinato e lo ritiro domani.
Frazer lo conosco indicativamente in quanto mi sono addentrata nell'antropologia del rito ma prenderò 'sto libro che dici che già  conosco di nome e che mi perseguita da ANNI per altri versi.
Mircea Eliade lo devo prendere già  per "Trattato di storia delle religioni", pure lui mi perseguita da tempo, lo devo proprio leggere.
Schneider ਠdi prossimo reperimento, dalle mie parti non si trova in biblioteca quindi mi tocca un viaggetto a Roma tanto devo anche prendere un altro paio di libri sull'antichità  romana.
Per "Storia della danza" di Sachs devo aspettare che finisca la mia collega che si laurea in "Taranta e Flamenco".

Ma... quello di A.Kircher, Magnes sive de arte magnetica libri tres, Roma, 1641 che diavolo ਠ:shock:

Il resto vedo di trovarlo ma dubito sia semplice qui da me.
Intanto questa sera ho salvato una marea di articoli da stampare e leggere. :D

Grazie mille di tutto e crepi il lupo :P
Isreil


p.s. grazie per il benvenuto :D
RonnaPaulina
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Messaggio da RonnaPaulina »

[quote="IsreilMa... quello di A.Kircher, Magnes sive de arte magnetica libri tres, Roma, 1641 che diavolo ਠ:shock: :D[/quote]

Temo non sia imprescindibile; per quel che riguarda la tua ricerca, parla dell'importanza del magnetismo nella musica e nell'amore, spaziando dalla pratica alla metafisica, ...
Presso la Libreria Antiquaria Perini s.a.s. di Perini Alberto, Perini Marcus & C. (ITALY) costa "solo" 2.300,00 euro, ehehehe... Se lo trovi in biblioteca (in ristampa anastatica) darai uno sguardo solo al capitolo che t'interessa, sennò fai senza... Ciao!
Ultima modifica di RonnaPaulina il 3 ottobre 2007, 14:24, modificato 3 volte in totale.
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

KIRCHER ATHANASIUS.
Magnes sive de arte magnetica opus tripartitum, quo praeterquam quod universa magnetis natura, eiusque in omnibus artibus & scientijs usus nova metodo explicetur, ਠviribus quoque & prodigiosis effectibus magneticarum libri tres... editio seconda post

Seconda edizione ampliata e corretta (la prima ਠdi Roma, 1641) di uno dei più importanti trattati sul magnetismo e sue applicazioni in ogni campo, anche se l'opera offre molti spunti curiosi non scientificamente pertinenti al magnetismo in senso strettamente fisico. Kircher afferma che tutte le forze e i movimenti in natura possono essere spiegati in termini di attrazione e di repulsione, descrive numerosi esperimenti e dimostrazioni, testimonianza importante di uno spirito sperimentatore che non si limitava all'astratta formulazione di teorie. (Merril, 4 "largest work on magnetism")
Sono infatti riportate tutte le conoscenze dell'epoca sull'elettricismo e sul magnetismo: forze di attrazione e repulsione dei corpi celesti e della terra, il loro influsso su piante, animali e maree, applicazioni in medicina, nella costruzione di strumenti scientifici e giochi; egli inoltre afferma l'importanza del magnetismo nella musica e nell'amore.
Nell'epilogo Kircher spazia dalla pratica alla metafisica, citando le teorie di Aristotele della collocazione di Dio nella natura "il magnete principale dell'universo" e forte del suo sapere enciclopedico, arriva a controbattere le teorie di Gilbert sul magnetismo e quelle di Keplero sull'astronomia. La parola "magnetismo", utilizzata per la prima volta da Barlow nel 1616, appare di frequente, mentre la sorprendente parola "elettro-magnetismo" viene qui utilizzata per la prima volta come titolo del capitolo che inizia a pag. 640 ("De magnetismo electri").
RonnaPaulina
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Messaggio da RonnaPaulina »

[quote:9d8c3f15bf="Isreil"] Frazer lo conosco indicativamente in quanto mi sono addentrata nell'antropologia del rito ma prenderò 'sto libro che dici che già  conosco di nome e che mi perseguita da ANNI per altri versi.

:D[/quote:9d8c3f15bf]

Ehehehe, il vecchio sir James!!!
Secondo lui, la rappresentazione dell uccisione dello spirito della vegetazione o dell Uomo Selvatico sono rituali magici per assicurarsi la rinascita della vegetazione più vigorosa e forte, anche se ਠstata dimenticata l intenzione con cui sono stati istituiti. Ma un tempo erano riti solenni dalla cui esatta celebrazione dipendevano il benessere e persino la vita della comunità .
Nelle sue ricerche, ha osservato che molti popoli chiamano "Madre del grano" o dell Orzo l ultimo covone mietuto e ne fanno una bambola; nelle vicinanze di Belfast la si chiamava qualche volta "Granny" (nonna), in Scozia con molti diversi nomi, come Carlin , Carline, la Vecchia Moglie, la Cailleach (la Strega)!In questi casi, ਠcomunque una vecchia e la fanno passare nel campo dei vicini. A volte, invece, l ultimo ciuffo mietuto ਠconsiderato un giovane, una vergine, o un bambino, di cui si taglia col FALCETTO il cordone ombelicale: kirn, clyack, baby in Scozia, ma anche la vergine e allora la si conserva; molte credenze magiche circondano la sua conquista, per es. se la prende una persona giovane, si sposerà  o avrà  un figlio prima della prossima mietitura; se data al bestiame, lo farà  prosperare; se gettata nei corsi d acqua, si otterranno le piogge; se i vecchi chicchi sono seminati tra i cereali primaverili, la prossima mietitura sarà  ricca. La bambolina rappresenta lo spirito del grano e i poteri riproduttori della vegetazione sotto il duplice aspetto di vecchia e giovane. Il fatto, poi, di confezionare con l ultimo grano focacce e pani di cui cibarsi ritualmente , indica la magia di cibarsi dello spirito in esso insito, per acquistarne quei poteri e le qualità  caratteristiche. Questi secondo sir James Frazer sono riti magici più che propiziatori.

'notte!
RonnaPaulina
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Messaggio da RonnaPaulina »

[quote:acd204f461="Isreil"] Mircea Eliade lo devo prendere già  per "Trattato di storia delle religioni", pure lui mi perseguita da tempo, lo devo proprio leggere.
:D[/quote:acd204f461]

Mi piace che secondo Mircea Eliade nulla possa durare per tanto tempo se non ਠdotato di un'anima. Secondo lui, una danza folclorica può essere recente come formula, ma il suo contenuto ਠarcaico. Essa può aver subito un lungo processo di desacralizzazione ed ਠdiventata profana, ma tutte le danze all'origine sono state sacre, hanno avuto un modello come: il movimento degli astri, un animale totemico o emblematico, una divinità  (vedi la pirrica, danza in armi, creata da Atena), un eroe (vedi la danza di Teseo nel labirinto) e servivano per ottenere mutamenti, rendere onore ai morti, assicurare il buon ordine del cosmo; esse venivano eseguite durante le iniziazioni, le cerimonie magico-religiose, ecc. Le danze imitavano sempre un gesto archetipico (passi labirintici, salti, gesti effettuati con strumenti cerimoniali!) o commemoravano un momento mitico. Anche le danze di guerra (e le iniziazioni militari) sono secondo Mircea Eliade rituali, ripetono un modello archetipico, per es. nella tradizione nordica il primo duello avvenne quando Thorr, provocato dal gigante Hrungnir, lo affrontò e lo vinse e da allora nelle iniziazioni militari il giovane guerriero doveva compiere un atto di bravura per ripetere il prototipo mitico di quell'uccisione del mostro tricefalo. ...
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

Di danze armate in Italia ne sopravvivono diverse, alcune anche in buono stato di conservazione.
A parte quelle effettuate dagli spadonari in Piemonte in Val Di Susa (credo che li conosca, altrimenti ti posto qualche link più preciso) mi viene a primo acchito in mente la Moresca di Contigliano descritta da Cirese, il Taratatà  di Termini Imerese, quella carnevalesca di Rocca Grimalda (AL) la 'Ndrezzata di Ischia ed il ballo di Penna S. Andrea.
Oltre ovviamente alla scherma salentina, quella riggitana e ad altre che al momento mi sfuggono.
Ho qualche link interessante da parte.
Spero di esserti stato utile.


http://www.pizzicata.it/MDForum-viewtopic-t-634.html
Avvocatista
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Messaggio da Avvocatista »

[quote:809f106135]Avvocatista sapresti dirmi il nome della famiglia cui ti riferisci?[/quote:809f106135]

Marchigiani in Lucania:

- 1760 gli anconetani Angelo (e/o Bernardino) Lanari si trasferiscono in Lucania;

- a fine '800 Annibale e Ubaldo Lanari impiantano una grande tenuta nel Vulture

Le famiglie a seguito dei Lanari provenivano soprattutto dai Comuni di Jesi, Montemarciano, Osimo, Chiaravalle, Falconara, Varano, Appignano e da Ancona.
marioFB
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Messaggio da marioFB »

Carissima Isreil,
ho letto con interesse i tuoi messaggi, che mi hanno fatto nascere una certa curiosità  verso l ambito didattico dove ti stai formando professionalmente.
Questa web community ਠsolita fornire una amichevole e qualificata assistenza a quanti vogliono approfondire i temi della cultura etnomusicale salentina, e vedo con piacere che anche tu stai trovando un buon riscontro, nondimeno gli utenti della discussione possono trarre interesse dai nuovi contributi.
Credo però che sia utile alla comunità  capire con quali ambiti interagisce, per questo mi permetto di chiederti cortesemente alcune informazioni:

Qual ਠe dov ਠla struttura in cui stai studiando?
Stai seguendo un corso di laurea in danza, o stai preparando una tesi sulla danza, per un altro corso di laurea?
E la tua amica sta concludendo il corso di laurea di "taranta e flamenco" o sta preparando una tesi che verte su taranta e flamenco, al termine di un altro corso di laurea?
Chi ਠla tua professoressa, (suppongo relatrice della tesi)? Qual ਠil suo backgroud sugli argomenti di tesi che ti ha assegnato?

Ed inoltre: quali sono i tipici abiti del saltarello che citi nel secondo messaggio?

Ti capisco quando dici che ti sei un po persa nella miriade di informazioni sparse su questo sito, ma forse un poco anche tu hai incrementato questa dispersione, aprendo per l ennesima volta una discussione su di un argomento più volte aperto in passato, anzichà© accodarti ad una delle idonee discussioni già  disponibili.
Comunque, quelle informazioni sparse e disorganiche provengono, almeno in parte, da testimoni e studiosi, e costituiscono un corpus originale non (ancora) disponibile sui libri, e pertanto interessante per un lavoro come il tuo. Certo, bisogna perdere un po di tempo, e prestare un minimo di attenzione per distinguere gli interventi incompetenti da quelli esperti, ma questo credo sia un esercizio discriminatorio utile e necessario per chi affronta questi argomenti a livello accademico, altrimenti per il copia-incolla bastano le elementari.
Spero comunque che tu abbia usato il motore dei ricerca interno con la parola "scherma" per acquisire i contenuti delle molte discussioni quali ad esempio, oltre a quella già  citata:

http://www.pizzicata.it/index.php?name= ... za+scherma
http://www.pizzicata.it/index.php?name= ... za+scherma
http://www.pizzicata.it/index.php?name= ... za+scherma
http://www.pizzicata.it/index.php?name= ... za+scherma

Nel merito delle domande:

Documentazioni visive di danze col falcetto, ed altre danze armate, si trovano nell archivio dell Associazione Taranta di Firenze (www.taranta.it).

Alla bibliografia di RonnaPaulina sono da aggungere (come già  riportava Livio):

"Zingari, san Rocco, Pizzica-scherma" (di Elide Melchioni, ed Novaracne 1999), la prima trattazione della scherma per quanto riguarda la componente Rom stanziale.
http://www.iltamburello.com/shop/prodot ... fldAuto=80

"Osso Sottosso Sopraosso" (Annabella Miscuglio, Luigi Chiriatti, Kurumuni 2004), con documentario in DVD del 1983.
http://www.kurumuny.it/pubblicazioni/de ... .php?id=17

Con simpatia
Mario
Isreil
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Messaggio da Isreil »

Scusate ma sono un po' di corsa quindi cercherò di rispondere in breve alle domande di MarioFB.

[b:c65eb9ec63]- Qual ਠe dov ਠla struttura in cui stai studiando?[/b:c65eb9ec63]
Macerata, Facoltà  di Mestieri della Musica e dello Spettacolo (attualmente chiusa e riaperta come indirizzo della Facoltà  di Lettere e Filosofia della stessa città )
[b:c65eb9ec63]
- Stai seguendo un corso di laurea in danza, o stai preparando una tesi sulla danza, per un altro corso di laurea?[/b:c65eb9ec63]
Il corso di laurea ਠquello spiegato sopra, sto quindi preparando una tesi sulla danza

[b:c65eb9ec63]- E la tua amica sta concludendo il corso di laurea di "taranta e flamenco" o sta preparando una tesi che verte su taranta e flamenco, al termine di un altro corso di laurea?[/b:c65eb9ec63]
La seconda che hai detto :D
La mia amica si laurea con la mia medesima professoressa.
[b:c65eb9ec63]
- Chi ਠla tua professoressa, (suppongo relatrice della tesi)? [/b:c65eb9ec63]
Rosella Simonari
[b:c65eb9ec63]
- Qual ਠil suo backgroud sugli argomenti di tesi che ti ha assegnato?[/b:c65eb9ec63]
In realtà  l'argomento di tesi l'ho scelto io :D
Io sono amante delle spade in genere e della grecia/roma, inoltre ci tenevo a fare qualcosa che riguardasse il territorio Italia in quanto credo che ne abbiamo talmente tante di cose nostre che non c'ਠbisogno di andare a cercare altrove. Così naturale ਠstata la scelta di un argomento di questo genere, ma non credevo di andare ad affrontare un campo di ricerca così vasto.
Lei ha conoscenze sulla Taranta ma non ਠmai andata oltre.
Ha più esperienza di Flamenco per quanto riguarda danze popolari.
[b:c65eb9ec63]
- Quali sono i tipici abiti del saltarello che citi nel secondo messaggio[/b:c65eb9ec63]
[img:c65eb9ec63]http://www.lipistacoppi.it/Costume_Femminile.jpg[/img:c65eb9ec63]

[img:c65eb9ec63]http://www.lipistacoppi.it/Costume_Maschile.jpg[/img:c65eb9ec63]

li ho presi da questo sito di un gruppo folklorico locale.
Sono ovviamente gli abiti tipici delle Marche dato che io conoscevo solo quello di saltarello prima di leggere qui.

[b:c65eb9ec63]- Spero comunque che tu abbia usato il motore dei ricerca interno con la parola "scherma" per acquisire i contenuti delle molte discussioni[/b:c65eb9ec63]
Si e l'ho fatto per giorni e giorni ma a un certo punto mi si intrecciavano gli occhi e non capivo più a chi dare ragione o meno.


Per Avvocatista: il documentario di cui parlo io ਠstato girato a San Severino Marche, in provincia di Macerata, e si trova abbastanza lontano dal gruppo di paesini da te citato (e di cui poi ho anche io ritrovato).
Mumble, mumble...

Per Ialma: delle danze armate che citi tu conosco solo il Tataratà ... delle altre provvederò a fare ricerca, se intanto hai qualcosa sono più che felice di ricvere il tuo aiuto :)

Grazie ancora a tutti per le info... proseguo nella ricerca e intanto mi leggo "La notte dei tamburi e dei coltelli" che ho ritirato ieri.

Scappo. Buona giornata a tutti.

Isreil
Avvocatista
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Messaggio da Avvocatista »

[quote:8e5b2a8fff]Sono ovviamente gli abiti tipici delle Marche dato che io conoscevo solo quello di saltarello prima di leggere qui. [/quote:8e5b2a8fff]

Che vuol dire: "Abito di saltarello"?

Quelli usati dai gruppi folk?
Quelli usati dalle neo-pizzicate marchigiane?
Quelli usati - anticamente - nei giorni di festa e che per caso, quindi, diventavano "abiti da saltarella"?

Non dirmi che credi all'esistenza di un abito concepito ad hoc per la saltarella.
Isreil
Messaggi: 4
Iscritto il: 1 gennaio 1970, 2:00

Messaggio da Isreil »

Credo sia la terza che hai detto :shock:

Ancora non mi ero soffermata su questa cosa dell'abito :oops:
Perdono :oops:
marioFB
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Messaggio da marioFB »

Gentilissima Isreil,

Grazie per la pronta e circostanziata risposta.
Devi scusarci, qui a pizzicata.it possiamo sembrare perfezionisti e pedanti, ma ਠcolpa di una situazione, tipica ma non esclusiva nel Salento, di notevole confusione attorno ai temi di cultura tradizionale, che porta ad un uso improprio di termini ed espressioni.
Quando leggiamo qualcosa di scorretto abbiamo reazioni di vario tipo, in genere scherzose, ma che tendono comunque a chiarire gli equivoci.

Prendi ad esempio la frase "i tipici abiti del saltarello".
Noi sappiamo che saltarello ਠil nome che viene dato ad una tipologia di danza che esiste in molte varianti entro un area piuttosto ampia del centro Italia. Quindi sono coinvolte molte località  che ovviamente usano abiti tradizionali differenti tra loro. Quindi non esiste UN abito tradizionale del saltarello così come non esiste Un solo satarello.
Inoltre come giustamente fa notare Avvocatista, molti gruppi folkloristici, attivi (e filmati) da decenni, fanno uso di abiti pressochà© inventati.
La danza coi falcetti facilita la localizzazione, rimane da valutare l evento tradizionale o folkloristico anche per documenti vecchi di vent anni.

C ਠun altro termine che ਠassolutamente indispensabile chiarire prima di iniziare qualsiasi studio specifico: cosa intendete, tu e la Prof., per "taranta"?

Ciao
Mario
march
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Iscritto il: 29 maggio 2003, 15:13
Località: Milano
Contatta:

Messaggio da march »

Visto che ਠassociata al flamenco io interpreterei "taranta" come quella spagnola:
http://www.flamenco-world.com/magazine/ ... eminas.htm
holda
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Iscritto il: 18 settembre 2005, 19:15

Messaggio da holda »

Ciao Israil,
leggendo il tuo post mi sono ricordata di un titolo che avevo segnato tempo fa.
non l ho mai letto, quindi non posso darti un mio giudizio nਠfornirti un sunto, ma se ti interessa:

a cura di Percarlo Grimaldi, "Le spade della vita e della morte. Danze armate in Piemonte" (2001) ed Omega.
L autore insegna Etnologia presso l Università  del Piemonte Orientale
marioFB
Messaggi: 62
Iscritto il: 26 luglio 2005, 20:26
Località: Milano

Messaggio da marioFB »

Stavo appunto cercando il libro segnalato da Holda (complimenti!).
Appena ritrovato:

"Le spade della vita e della morte. Danze armate in Piemonte"
A cura di Piercarlo Grimaldi
2001, pp 329, Euro 18
Omega Editrice, Via Cirenaica 42, 10142 Torino
http://www.ediomega.com/Archivio/426.htm

Non riporto il sommario integralmente perchà© troppo lungo ed articolato, ma in breve:
La prefazione ਠdi Antonino Buttitta.

Prima parte: Le spade tra passato e presente:
-La danza delle spade in Piemonte
-Appunti sulle danze di spade nelle Alpi Occidentali
-La festa reinventata
-Le danze armate in Italia

Seconda parte: I terreni piemontesi della danza delle spade
-Spadonari e festa a Giaglione
-Spadonari e associazioni giovanili, il caso di Venaus
-La danza degli spadonari a Venaus in Val di Susa
-La tradizione del sapere tradizionale fra generazioni. Il carnevale alpino di Villar D Acceglio
-Fra autenticità  e finzione, il "Bal do Sabbre" di Bagnasco
-Il "Bal da Sabre" du Finestrelle
-Le immagini dela danza delle spade

Terza parte: Le danze armate in rete
-Per una etnografia informatica delle feste nell Italia nord occidentale
-Schede Multimediali su feste con danza delle spade in Piemonte

Il libro, scritto da vari e noti autori, tratta in modo esteso ed approfondito delle danze armate, attive e non, in area piemontese, dove appunto sono concentrate in massima parte, con un sommario sguardo anche alle altre esistenti sul territorio nazionale (compresa la scherma salentina).
E abbondantemente corredato da iconografia antica, foto d epoca e contemporanee.
Una bibliografia (e filmografia) segue ogni capitolo ed ਠcomplessivamente vastissima.
Questo volume, a costo "popolare", ਠda considerarsi l opera italiana più completa su questo argomento, pertanto imprescindibile base di studio e documentazione per appassionati e ricercatori.

Volevo aggiungere la foto della copertina ma ho visto dalle FAQ che non ਠpossibile da computer. Peccato, anche per altre occasioni.

Ciao
Mario
giannino
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Iscritto il: 27 luglio 2003, 12:59
Località: Paris

Messaggio da giannino »

Ciao a tutti
E se la scherma non fosse una danza armata?
E se non fosse neanche una danza?

La danza richiede musica, o quantomeno ritmo.
Invito invece a riflettere su quello che dicono alcuni anziani schermitori intervistati da Daniele Vigna nel suo recente trattato-dvd sulla scherma salentina. Alcuni d loro affermano che il tamburello, così come altri strumenti, non sono affatto necessari (sarebbero in alcuni casi deleterei, causa l'imposizione ritmica che danno all'invece libera espressione del corpo) all'esecuzione della loro arte, che non ਠdanza ma appunto scherma, lotta, vera, nਠrituale nਠpropiziatoria, caratteristica che invece hanno la stragrande maggioranza di quelle che si usano definire più correttamente "danze armate".
marioFB
Messaggi: 62
Iscritto il: 26 luglio 2005, 20:26
Località: Milano

Messaggio da marioFB »

Quanto giustamente osservato da Giannino, era già  stato proposto e in parte sviluppato, anche da Raheli in modo molto condivisibile. Vedi:
http://www.pizzicata.it/index.php?name= ... za+scherma
(18/12/2006 h08:06; h09:50)

Nella scherma salentina l associazione tra musica e scherma ਠparziale.
Nelle fasi preliminari al combattimento ravvicinato (es. il muoversi sulla circonferenza della ronda) i passi seguono il tempo della musica in modo discontinuo, anche a seconda di chi balla.
Negli ultimi anni osservo passi a tempo di musica più frequentemente che in passato, specialmente per i soggetti più giovani. Ritengo che sia effetto di un recente condizionamento culturale. Mentre prima i contendenti tenevano relativamente poco conto degli astanti, se non di quelli appartenenti alla stessa funzione, ora, dopo decenni di intrusione (di operatori cine-video, ricercatori di vario livello e provenienza, curiosi, giornalisti ed articoli, fruizioni o speculazioni spettacolari, diffusione e distorsione del fenomeno a livello locale, nazionale ed internazionale, cambi generazionali, dibattiti, studi, conferenze, convegni e libri), chi scherma entro la ronda avverte gli occhi dell esterno su di sà©, ha un rapporto differente col mondo esterno. Mentre prima la ronda era un momento quasi privato per i protagonisti, ora ਠun momento pubblico di successo, sul quale gravano attenzioni, commenti, giudizi, aspettative, classificazioni, definizioni. Oggi, gli schermitori di tradizione orale, apprendono dai media che sono ritenuti danzatori, e possono essere indotti ad esaudire questa aspettativa.

Detto questo, ਠovvio che il combattimento ravvicinato deve, per la sua finalità  agonistica, uscire dagli schemi ritmici altrimenti le mosse sarebbero rallentate e prevedibili.
Quindi la gestualità  esce dallo stretto connubio con la musica che ਠtipico della danza.
A questo punto ci si può domandare se, al di là  della gestualità  scandita dalla scansione ritmica della musica, ci sia comunque un legame stretto ed imprescindibile tra il combattimento e la musica, come se quell azione possa essere svolta solo in presenza di una certa colonna sonora. A Torrepaduli si rileva la copresenza di musica e scherma, ma da altri luoghi e circostanze si riportano differenti osservazioni (es: le memorie carcerarie, le citate interviste ad alcuni testimoni). Queste differenze non sono da intendere come contraddizioni, ma come elementi appartenenti ad una realtà  diversificata, peraltro non ancora rilevata, descritta e studiata in modo complessivo ed esauriente. "LA scherma salentina" dovrebbe essere una espressione generica (come LA pizzica pizzica salentina) che sottintende l esistenza di differenti tipologie presenti sul territorio, pertanto quando se ne discute bisognerebbe specificare a quale tipologia e contesto si fa riferimento.

Si può dubitare che la scherma Rom/salentina possa essere considerata una danza, ma al momento non mi preoccuperei di assegnarla precisamente ad una categoria arbitraria (non mi sembra esistano sistemi di classificazione ufficiali per le tipologie di danza tradizionale), piuttosto concentrerei l attenzione e gli sforzi per una estensione dello studio, su tutto il territorio regionale.
Si può anche ipotizzare che la musica sia un elemento di secondaria e recente acquisizione per una forma di combattimento, ma purtroppo, al momento la scansione temporale delle osservazioni e delle informazioni disponibili ਠpiuttosto limitata.

Ciao
Mario
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