Tarantismo e omosessualità

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Pino
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Tarantismo e omosessualità

Messaggio da Pino »

Vorrei iniziare una nuova discussione con tutti voi. Si é sempre parlato di tarantismo legato alla sessualità , all'amore perso non vissuto. Ma sempre da un punto di vista eterosessuale, come se le persone coinvolte fossero tutte eterosessuali. Ma ci siamo mai chiesti quanto il tarantismo abbia a che fare, o meglio ha avuto a che fare con l'omosessualità .
Tutte le persone che hanno soffertto di questo male, il loro amore era sempre per una persona del sesso opposto? Oppure era un amore non corrisposto per una persona dello stesso sesso?
Spero nella partecipazione di molti. Saluti Pino.
Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

Effettivamente un tema nuovo. Non credo si faccia fatica ad immaginare come l'omosessualità  possa potenzialmente essere ed essere stata causa di interni conflitti con possibilità  di sfociare nella pratica del tarantismo. Anzi é plausibile che proprio perché esistente questo fenomeno nella cultura di tempi passati, molti ne abbiano usufruito. Purtroppo anche qui si avanza con pure congetture. Manca la conoscenza (da parte mia), della reale situazione sociale in cui queste persone (gli omosessuali) dovevano vivere. Posso solo immaginare che decisamente non doveva trattarsi di una condizione "comoda". Anzi, se classicamente il dramma dell'amore non corrisposto uomo-donna poteva portare a "danzare", si può supporre che un amore per una persona dello stesso sesso fosse vissuto con senso di colpa, come sentimento non leggittimo; un impulso in più a risolvere in qualche modo la difficile situazione psicologica (poi che ciò sia dovuto o meno all'ingresso della chiesa nel tarantismo, non posso dirlo).

Uno spunto. Ammettendo come vera la presunta maggioranza di casi femminili di tarantismo, si potrebbe dedurre che di conseguenza o l'omosessualità  era più diffusa tra le donne, o gli uomini in questa condizione erano meno soliti ad abbracciare la taranta. Per affermare seriamente queste teorie, bisognerebbe avere idea della distibuzione del fenomeno nella popolazione oggi ed allora.
LUMAURIZIU
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Messaggio da LUMAURIZIU »

Scusate, ma non sono per niente d accordo con la premessa, che trovo limitativa e fuorviante.

La riduzione del tarantismo a malessere originato da una pena d amore, o da una sessualità  repressa, mi sembra un filone di interpretazione molto parziale e povero di frutti, se non addirittura sterile, fondato in maniera molto semplicistica su apparati concettuali e diagnostici psicoanalitici di scuola freudiana.

L esperienza dell amore non corrisposto e dell eros inappagato é senza alcun dubbio, da che mondo é mondo, una delle principali fonti di sofferenza interiore e di ispirazione artistica nell essere umano, ed é anche incontrovertibilmente documentato come tale esperienza sia presente nel vissuto di alcune tarantate; ma da qui ad accettare l equazione "causa del tarantismo = eros/amore non vissuto" ne corre davvero molto, anzi troppo.

E un equazione che del tarantismo riesce a spiegare a malapena sà© stessa.

Che il tarantismo sia connesso alla sofferenza del vivere non v é dubbio, ma la sofferenza é un dato esistenziale autonomo di portata universale, insito nella natura umana sin dall origine della coscienza dell essere, che trascende le singole possibili "piccole cause" nelle quali potrebbe risultare persino rassicurante ed esorcizzante oggettivare le singole sofferenze individuali (povertà , solitudine, fatica, sfruttamento, lutto, "paura della perdita della presenza", vergogna, delusione amorosa, sessualità  repressa, sensi di colpa vari, etc. etc.).

Il tarantismo é una potentissima e straordinaria risorsa medicinale per la guarigione ciclica da questa misteriosa grande malattia che é l universale sofferenza umana; é una ritualità  di origine antichissima, un tempo probabilmente religione minore, applicata elettivamente nella penisola salentina probabilmente da millenni (vedere l iconografia dei vasi del V secolo a.c. e i pittogrammi neolitici di Porto Badisco) e probabilmente sino ai nostri giorni, secondo le regole cicliche, ritmiche e coreutico-musicali proprie del mito da cui il rito stesso trae origine.

In questa straordinaria antichissima potenza del rito risiede la grande capacità  di attrazione che il ritmo e la danza della pizzica pizzica, che ne é "la carne" (direbbe un eminente etnomusicologo contemporaneo salentino qui non molto popolare), é tuttora in grado di suscitare come risorsa di guarigione nell uomo moderno.

Siamo andati molto oltre la semplice pena d amore/sessualità  repressa, vero ?

Ma pure a prescindere da tutto questo, Pino, mi fai capire quale interesse dovrebbe mai rivestire la distinzione tra un amore non corrisposto e un eros inappagato eterosessuale, piuttosto che omosessuale, nell eventuale vissuto "personale" di singoli tarantati ?

Sinceramente, non lo colgo.
gmartano
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Messaggio da gmartano »

Se non sbaglio, lo stesso Stifani alla domanda dell'intervistatore (mi sembra in "Morso d'Amore" ed. Aramiré) sull'origine del tarantismo associato al "malessere psichico" (d'amore, del vivere, ecc.) obiettava che nella sua esperienza aveva curato "miscredenti del fenomeno", e addirittura bambini, e quindi, lui stesso concludeva, che "malessere" avrebbero potuto soffrire dei bambini?...quindi anche quanto dice LUMAURIZIU (che poi é l'ipotesi "perno" su cui si basa tutta la TDR di De Martino) secondo la mia modesta opinione non riesce a spiegare ancora totalmente il fenomeno "tarantismo"..o meglio, probabilmente, é da considerare un universo di causalità  (tra cui, il morso "vero" del ragno, i malesseri, il contesto sociale, ecc.)....con lo stesso effetto visibile, il tarantismo appunto!

Ho esagerato..eh? ;-)
Valerio
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Re: Tarantismo e omosessualità

Messaggio da Valerio »

Anche a me sfugge il senso della questione.

[quote:803c421cfd="Pino"]Tutte le persone che hanno soffertto di questo male, il loro amore era sempre per una persona del sesso opposto? Oppure era un amore non corrisposto per una persona dello stesso sesso?[/quote:803c421cfd]

Ammesso [u:803c421cfd]e non concesso[/u:803c421cfd] che tutte queste persone soffrissero pene d'amore, é lecito pensare che in un certo numero di casi potesse trattarsi di un sentimento rivolto verso una persona dello stesso sesso...
Quindi?
Che cambia?
Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

[quote:c2d5995544]
Si é sempre parlato di tarantismo legato alla sessualità , all'amore perso non vissuto. Ma sempre da un punto di vista eterosessuale,
[/quote:c2d5995544]
Non mi pare che Pino abbia voluto dire che il tarantismo sia un fenomeno connesso esclusivamente con il "mal d'amore". Io l'ho personalmente inteso come una domanda per rileggere SOLO ciò che é stato detto e scritto riguardo al Tarantismo e l'amore. Cioé: intesi che il Tarantismo sia un fenomeno a dir poco complesso, dalle moltepici cause, influenze ed interpretazioni (esattamente così come ha magistralmente scritto il Maurizio), é evidente che il sentimento amoroso ha un suo ruolo in ALCUNE situazioni connesse al T..... Bene, a proposito di queste e solo queste situazioni, si può provare a porre delle domande a riguardo di questo amore probabilmente non trattato finora. Ci si può chiedere:
1) E' vero che questo aspetto non é mai stato trattato? Esistono dati, testimonianze, idee espresse a tal proposito? Quali?
2) Se é vero che agli "atti" non esiste niente, perché? Manca per qualche motivo il Tarantismo all'interno dei sentimenti e dei desideri verso lo stesso sesso? E' un tasto non toccato volutamente, una censura? Esisteva invece da tempi immemori una coscienza evoluta e moderna, in grado di equiparare queste due forme diverse di amore e di non farsi traviare da pregiudizi e dicerie? Sono perciò centinaia di anni che ci si chiede "Perché parlarne"?
Magari gli spunti ci sono, possono certamente essere artificiali o senza risposta, ma può anche valer la pena capire che sono inutili o scoprirne degli altri.
Pino
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Iscritto il: 22 ottobre 2003, 19:31

Messaggio da Pino »

Bravo Gianlu, vedo che hai colto il senso della discussione.Mi congratulo con te,
spero che il forum adesso possa andare avanti.
La mia proposta di parlare di Tarantismo e omosessualità  nasce proprio dal fatto che
in nessun testo che ho letto se ne parla. Perché?
E certamente so anche che il tarantismo non é solo legato alle pene d'amore, ma né hanno fanno parte, come né hanno fatto parte tante altre cause.
Magari é vero quello che dici Gianlu, che sia esistita una coscenza che non si faceva traviare.
E se esisteva questa coscenza vuol dire che oggi siamo messi proprio male perché invece di progredire, stiamo regredendo.
holda
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Iscritto il: 18 settembre 2005, 19:15

Messaggio da holda »

Intendendo il discorso di pino come un approfondimento su una delle tante forme di sofferenza che trovano espressione nel tarantismo credo che il suo interrogativo sull omosessualità  sia molto interessante.

Mi é venuto subito in mente l intervista fatta da Maurizio Nocera nel suo libro "il morso del ragno"(capone editore).
Uno dei momenti + interessanti del libro, a mio avviso, é proprio il confronto con Tore , un salentino che ha affrontato proprio tramite la danza e l utilizzo dei simboli correlati al tarantismo la presa di coscienza della sua omosessualità . Il soggetto ha una conoscenza piuttosto approfondita del fenomeno, delle sue modalità  terapeutiche e in modo lucido si interroga sui movimenti della sua psiche.
Tore é stato "morso dal ragno" intorno al 1981, quindi in tempi piuttosto recenti, e tutto é cominciato con una somatizzazione consistente in n formicolio che dalla zona genitale s é spostata all alluce. Dopo diverse visite mediche, ha collegato il tutto alla tradizione del mitico morso, ben cosciente che nessun ragno l ha pizzicato (in effetti il pizzico scatenante gli é stato inflitto da una donna, con una spilla da balia) ma che l animale é la proiezione del suo disagio!e la strada per il riscatto.
Il passaggio da lui descritto é stato del tipo conflittualità  Ã¢â‚¬â€œ somatizzazione – razionalizzazione e proprio in quest ultimo momento ha fatto risalire la crisi alla puntura.

[i:29457edd70]Nn riuscivo + a trovare le coordinate per esserci. Mi sentivo totalmente tagliato fuori dal gruppo dove stavo [!]Queste persone poi, in un certo senso, mi avevano colpevolizzato.Io evidentemente questa cosa la vivevo con conflittualità .

Il problema é che ero io ad essere andato in crisi, proprio perchà© ero convinto che quella sessualità  che io vivevo nn era giusta. Probabilmente mi dovevo liberare da quel tipo di sessualità .[/i:29457edd70]

L analisi che Tore fa della sua esperienza é davvero ricca di spunti, in quanto trapela l intensità , intellettuale e introspettiva, con cui l ha vissuta.

Ma voglio concludere con una sua dichiarazione circa la fase coreutica!un po OT, ma che riguarda tante discussioni che ho letto su questo forum:

[i:29457edd70]D: quando ballavi, gli altri si accorgevano di una certa tua stranezza associata al tipo della danzache facevi?
R: si. Si accorgevano di un certo mio esibizionismo, in quanto io nn é che sapessi ballare bene. Insomma questo mio ballo assomigliava più ad una sorta di scatenamento, che continua tuttora [/i:29457edd70](dopo 6/7 anni Tore é guarito), [i:29457edd70]perchà© mi aiuta a sentirmi leggero, mi rende più libero nel corpo e nella mente.[/i:29457edd70]


(evidentemente) é viva e non é morta

laura
Pino
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Iscritto il: 22 ottobre 2003, 19:31

Messaggio da Pino »

Finalmente vengono fuori altri risvolti, grazie Laura del tuo interessante contributo
e per aver citato il libro di Maurizio Nocera, libro che non conosco e che cercherò di procurarmi.
Mi chiedo perché nei testi che ho letto e né ho letto parecchi non si tocca mai questo argomento.
Se é stato un fatto voluto oppure censurato visto i tempi che correvano dove ammettere la propria omosessualita equivaleva a farsi linciare. Peccato che non riusciremo mai a sapere se tutti i precedenti Tore, tramite la danza, i colori hanno mai preso coscenza dei loro modi di essere
o hanno danzato senza mai riuscire a trovare il colore del loro ragno, perché la società  che li circondava non lo permetteva, e così il morso si é presentato tutti gli anni senza mai liberarsi l'anima del peso che portava.
ug
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Iscritto il: 2 ottobre 2005, 15:41
Località: lecce

Messaggio da ug »

ciao,
non posso contribuire in maniera fattiva all'argomento visto che non ho mai letto nulla in proposito, però penso che un possibile motivo dell'assenza di questo tema dalla maggior parte dei testi sia dovuto al riserbo degli interessati( i tarantati) a lasciar trapelare un modo d'essere non bene accettato allora ...e non solo...

cmq mi ha colpito molto l'intervento di laura e soprattutto la citazione del ragazzo:

"perchà© mi aiuta a sentirmi leggero, mi rende più libero nel corpo e nella mente.", che unito a quello che ho letto nella "terra del rimorso" a proposito sempre della fase coreutica:
"..e davvero le cose si svolgevano sotto i nostri occhi come se si trattasse di far si che il corpo-taranta della tarantata si tramutasse in corpo strumento e quindi in corpo melodico e ritmico, per ristabilire così il rapporto con qualche cifrato patire psichico"...be ..mi fa pensare a quanto il tutto sia attuale: la musica che aiuta a riscoprire se stessi e il proprio equilibrio.

scusate..scusa pino, se sono uscita fuori tema e grazie a laura per i preziosi spunti! :-)
holda
Messaggi: 35
Iscritto il: 18 settembre 2005, 19:15

Messaggio da holda »

Ampliando ulteriormente il discorso, quindi uscendo dall ambito strettamente "tarantistico", si può anche riflettere circa l espressione della propria sessualità  durante la transe di possessione.
In questa situazione, il posseduto perde il dominio della propria individualità  e viene governato, anzi cavalcato, da una divinità . In chiave razionale, si ha l emergere di un altro Io, spesso espressione delle esigenze + profonde e represse del soggetto (sdoppiamento della personalità ).
Nn c é da stupirsi, quindi, se spesso il posseduto cede le redini (é il caso di dirlo) in favore di un entità  del genere opposto, cosa molto comune tra le donne (da notare che la possessione é un fenomeno di solito femminile) ma che nn é preclusa agli uomini.

La danza e la musica sono tecniche di induzione della transe praticamente universali, quindi nn é neanche il caso di discutere sulla loro funzionalità . Ovviamente intendo transe in senso lato, senza stare qui a specificare il tipo o la profondità  dello stato. Anche la "leggerezza" di Tano é una transe, lieve, ma comunque funzionale all emersione della sua problematica. E nn credo proprio che sia stato l unico a sperimentarla!

A tal proposito, vorrei raccontarvi una situazione che ho osservato direttamente.
Per lavoro ho seguito un gruppo di persone per diverso tempo (resto sul vago per una questione di privacy) e una sera, in un contesto vacanziero, abbiamo fatto una festa all aperto, con tanto di falò centrale. Si trattava di persone di età  compresa tra i 18 e i 40 anni con problematiche varie, diciamo di disagio sociale (andare nel dettaglio sarebbe troppo lungo!).
Durante questa festa "danzante", abbiamo messo su alcuni dei loro cd, musica dance anni 80, qualcosa di vicino alla tecno e alte cose del genere!insomma prettamente per ballare.
Ma anch io avevo un cd di musica salentina e l ho messo su. Da dire che nessuno conosceva il genere e all inizio tutti sono rimasti un po sorpresi, ma dopo poco eravamo tutti a ballare, in modo "caotico" ma sfrenato.
A parte alcune notazioni che mi porterebbero troppo fuori tema, resta il fatto che tutti sono stati catturati dal genere, venivano – come da copione – richiesti i pezzi + veloci, ma soprattutto mi ha incuriosito il comportamento di 2 soggetti.
Tra il saltellamento generale, due ragazzi hanno assunto modalità  di ballo accentuatamente femminili. Se per uno avevo ipotizzato anche precedentemente un omosessualità  latente, l altro mi ha davvero stupita.
Totalmente ignari dei passi tradizionali, quindi solo guidati dal ritmo musicale, uno di loro ha messo in atto tipiche movenze femminili. Mani sui fianchi, ancheggiamento e tutto il modo di porsi erano la teatralizzazione di una femminilità  esagerata, fortemente polarizzata.
Vi assicuro che nel quotidiano nn aveva mai manifestato atteggiamenti vagamente simili e che mentre lo faceva nn stava semplicemente scherzando. Era irrefrenabilmente preso dalla "parte".

Questo episodio nn ha niente a che fare con la terapia del tarantismo (nn c é stata nessuna terapia, solo una parentesi e nessun sistema di credenze ha preso in carico il vissuto dei due ragazzi), ma sicuramente – anche se solo per qualche ora – qualcosa é emerso grazie al potere della musica e della danza.

Ma tutti i cd che avevano sentito prima nn avevano suscitato quello che poi ho osservato.

laura

Ps: scusate il posto forse troppo lungo, ma avevo voglia di condividere con voi questa esperienza.
Maruko_KuFu
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Messaggio da Maruko_KuFu »

Mmm... ma, omosessualità  o no, che cambia? Cambia (moralmente parlando) per qualcuno intollerante e per i fascisti. Sto discorso, per me, non ha significato in partenza. Anche perché tra tarantismo e omosessualità  ci sono gli stessi nessi che si possono essere tra cappuccino e omosessualità ; dentifricio e omosessualità ; gillette mach 3 e omosessualità ... e cioé gli stessi tra eterosessualità  e tutto il resto. La discriminazione a volte é sottile, e, secondo me, il fatto di separare nel tarantismo (come in tutto) le cose (etero e omo) rappresenta proprio fatto discriminante. Spero di essermi spiegato. Anzi, spero di aver capito... come dice Valerio:
"[i:97782748a6]Ammesso e non concesso che tutte queste persone soffrissero pene d'amore, é lecito pensare che in un certo numero di casi potesse trattarsi di un sentimento rivolto verso una persona dello stesso sesso... Quindi? Che cambia?[/i:97782748a6]"
holda
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Messaggio da holda »

valerio e maruko, capisco quello chi intendete, ma vorrei proporvi il mio punto di vista: a me nn interessa indagare circa le preferenze sessuali dei "tarantolati", né restringere ed impoverire tutto il fenomeno in una sofferenza d'amore. assolutamente no.
quello che mi interessa, e che secondo me vale la pena di approfondire, é il momento in cui, tramite diverse tecniche, [b:0f4908403a]qualcosa affiora [/b:0f4908403a].
che siano tendenze omosessuali o, che ne sò, aggressività  latente, la cosa nn cambia.
in questa discussione si affronta il tema dell'omosessualità , una delle molteplici implicazioni della transe da possessione, del tarantolismo nello specifico.
nn c'é assolutamente alcuna intenzione discriminatoria, ma neanche un desiderio di negazione...tutto qua.

spero di essere riuscita a spiegare quello che intendo...altrimenti me ne scuso.

laura
LUMAURIZIU
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Messaggio da LUMAURIZIU »

Qualcosa affiora !. beh, messa così la questione mi sembra molto più interessante.

Le famose "venti stravaganze dei tarantolati" analizzate da Marius Schneider rappresentano infatti altrettanti elementi simbolici, tra loro pressochà© equivalenti che, appunto, affiorano !.

Sarebbe facile e molto freudiano (ma anche demartiniano) tentare di collegare ciascuna stravaganza ad una specifica forma di "disagio" o "malessere" personale, più o meno culturalmente condizionato, spezzettando tutto col solo pensiero logico-razionale, e finendo col capirci davvero ben poco.

Più complesso ed interessante, invece, tentare di riconoscere l unità  e l universalità  di queste venti manifestazioni stravaganti ricorrendo, per un' interpretazione intuitiva invece che razionale, al pensiero analogico-simbolico, tipico delle culture tradizionali da cui il tarantismo proviene.

All amico gmartano vorrei precisare che l impostazione cui ho sinteticamente accennato é esattamente l opposto di quella di De Martino, con l avvertenza, però, che nel pensiero analogico l unità  é data, appunto, dal due nell uno, cioé dall unione degli opposti complementari.

Ecco di seguito le manifestazioni stravaganti analizzate ed interpretate da Schneider nel suo famoso saggio del 1948. Ricordo che Schneider non fu mai nel Salento, e faccio notare in particolare le stravaganze 1 e 2 agli amici di S. Vito dei Normanni e la 14 come esempio di "travestimento" !.

1 - I tarantolati saltano, dormono, cantano, scavano buchi nella terra, li riempiono d acqua e vi sguazzano come dei maialini.
2 - Essi tuffano nell acqua le mani, le braccia, la testa e il collo e si comportano come anitre.
3 - Essi si piazzano al centro di un cerchio di persone e brandiscono delle conchiglie piene d acqua ornate di erbe verdi.
4 - Essi si divertono tra le tombe, discendono nelle fosse e si mettono dentro una bara.
5 - Sbattono le ginocchia e si rotolano per terra come se fossero epilettici.
6 - Sospirano, gridano e urlano come dei cani o immaginano d essere dei pesci.
7 - Perdono la memoria o la voce.
8 - Prendono degli specchi e vi si guardano sospirando profondamente.
9 - L ora in cui provano più sollievo si colloca in prossimità  del mezzogiorno.
10 - Si appendono a degli alberi dai piedi, col capo all ingiù.
11 - Sono alleviati dal canto delle rondini e delle lavandaie.
12 - Non possono coricarsi o riposare senza tenere nelle mani una conchiglia o un vaso di vetro pieno d acqua.
13 - Sono alleviati dal trotto di un asino.
14 - Credono talvolta di essere dei Re, talvolta dei Soldati o dei Pastori. Tengono dei discorsi magniloquenti e reclamano dei vestiti lussuosi e di colori chiassosi.
15 - Portano delle foglie di vite.
16 - Hanno orrore dei colori scuri, mentre piace loro particolarmente il colorito roseo.
17 - È legata a quest amore per il colore rosso una forte nota erotica e ad un certo momento una specie d idrofobia o per lo meno una marcata avversione per l acqua chiara.
18 - Chiedono d esser frustati (piedi, schiena).
19 - Una certa musica o danza chiamata catena puo essere sostituita alla tarantella
20 - Prendono delle spade con le quali saltano, danzano, simulano una lotta. Mormorano degli incantesimi e prendono la spada nella bocca o si sdraiano su di essa.
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