Marketing territoriale?

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CarloTrono
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Messaggio da CarloTrono »

Beh, mi sembra anche normaledopo le magliette "Salentu: lu sule lu mare lu ientu" e dopo l'invenzione quest'anno della maglietta "Taranta Madness Flight", con tanto di megacartelloni pubblicitari in giro per il Salento, ecco a voi un altro splendido (?) esempio di marketing territoriale.Prosit ![addsig]
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
Gio
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Messaggio da Gio »

Scusa Carlo, ma quanto costano quelle bottiglie?

Mettiamoci in affari

Prepariamo delle bottiglie celebrative per il II° raduno di pizzicata, magari non solo vino anche olio! Perché limitarci?[addsig]
Giorgio
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Messaggio da Giorgio »

Detesto il marketing, ma purtroppo per raccimolare soldi e sponsor si arriva a certi estremi di cattivo gusto, ma di facile successo, probabilmente.E che dire allora dei tamburelli con l'effige del Che o di Bob Marley?Se si facessero le bottiglie per il raduno di Pizzicata, perché non fare i tamburelli con la faccia del nostro comandante Carlo Trono?:D Giorgio[addsig]
CarloTrono
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Messaggio da CarloTrono »

Non basta una tammorra da 50cm per farci entrare il mio faccione [addsig]
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
Pino
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Messaggio da Pino »

Tutto questo che succede giù nel Salento e  colpa di molti Salentini che se ne vanno in giro a sputtananare di tutto e di più.Mi vengono in mente frasi del tipo; la pizzica é salentina. Vi sta bene così impararte ad essere più discreti.Un altro esempio lampante, bene sono stato a Galatina quest'anno un vero schifo e penso che altretanto sarà  Torrepaduli.E proprio vero come dice qualcuno, i ragni e le tarante sono merce saporita.Non vi scandalizzate se sta succedendo tutto questo, avreste dovuto metterlo in conto.Mi dispiaca Carlo ma ho la sensazioneche vi si sta rivoltando tutto contro e che fra non molto quando sarà  passata la moda tutto cadrà  nel dimenticatoio. Ci é taranta lassila ballari, ci facitivi li fatti vuestri.[addsig]
Pino
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Messaggio da Pino »

Correrggo, ci é taranta lasala ballari ci no facitivi li fatti vostra.[addsig]
raheli
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Messaggio da raheli »

Caro Pino,
purtroppo fessi che perdono fior di concerti pur di cantare
"li ragni e le tarante suntu merce saporita",
fessi così, dicevo, ce ne sono pochi.
"Perchà© la musica é musica e non bisogna mischiarla con la politica" (in questo caso politica di marketing del territorio).

Magari é una fortuna: fra qualche anno il Salento sarà  diventato del tutto un etnificio a tempo pieno con i suoi bravi gruppi musicali tutti uguali che suonano a beneficio del turista.
Come i masai che fanno le finte danze tradizionali nei club mediterranee o i finti flamencatori andalusi.
Ma ci pensi al ritorno economico?
Ciao Questo messaggio é stato modificato da: raheli, 18 Lug 2005 - 05:22 [addsig]
march
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Messaggio da march »

Quando stamattina ho visto un forum intitolato marketing territoriale sono corso con curiosità  a vedere di che si trattasse, poco pensando di trovare due bottiglie di vino che sponsorizzano la notte della taranta. In realtà  da uomo di marketing un po mi dispiace che ci sia questa brutta idea di che cosa sia il marketing e ancora di più mi dispiace che si scambi una semplice sponsorizzazione/merchandising (non so bene come vengono distribuite le bottiglie) con un concetto alto e importante come quello di marketing territoriale.Se me lo permettete vorrei scrivere due righe a favore di una migliore comprensione di che cosa sia il marketing territoriale, con il rischio di andare fuori tema ma anche con la possibilità  di liberare questo termine dal cattivo uso che ne viene spesso fatto (anche perchà© gli stessi politici spesso lo considerano come semplice pubblicità  di un luogo!cosa che chiaramente non é).Il marketing territoriale é un approccio, assolutamente valido, che punta a pianificare e a organizzare gli interventi politici in un territorio (come tale non si deve confondere con le decisione effettivamente prese dai politici nà© con le varie politiche meramente promozionali).In quanto "marketing", secondo questo approccio si parte da un analisi dei bisogni degli interlocutori di un territorio, cioé della gente e delle imprese che col territorio possono avere a che fare, per fare un progetto degli interventi che si voglio mettere in atto per MIGLIORARE LA SODDISFAZIONE di questo soggetti.Gli interlocutori possono essere interni (soprattutto i residenti, le imprese locali fortemente vincolate al territorio e i soldi locali) ed esterni (turisti, investitori non del posto, imprese estranee al territorio che vorrebbero localizzarsi nell area).Chi si occupa di marketing territoriale (un politico o un manager del territorio) dovrebbe definire delle priorità  nei bisogni da soddisfare (per esempio, per noi nel Salento – fermo restando che il turismo ricopre un importanza rilevante – é più importante il turista o il residente? Le generazioni presenti o quelle future? E su un piano più operativo: meglio costruire grandi villaggi tipo l ultimo a Sant Isidoro o ristrutturare vecchie masserie lasciando la proprietà  del territorio ai residenti e non a turisti o investitori "estranei"?).Spesso siamo di fronte a scelte assurde e incoerenti sul piano delle politiche del territorio e pensiamo che questo sia il marketing territoriale che corrompe e tradisce la vera anima del territorio. Spesso vediamo le nostre terre in vendita, materialmente o sotto forma di pubblicità  turistica, e pensiamo che questo sia il marketing!ma non é così: quello é svendere (faceva un po girare le palle, ma la storia della primogenitura e delle lenticchie non era poi così infondata!forse anche beffarda in quel contesto).Io spero davvero che il Salento adotti un approccio di marketing territoriale per crescere, che, in due parole, definisca le priorità  dei bisogni, identifichi le strategie per soddisfarli e crei piani di azione coerenti fra di loro (e coerenti con le strategie) per poter alla fine soddisfare questi benedetti bisogni.Io non odio il marketing, spero anzi che un giorno ne venga scoperta la reale potenza e utilità  anche nel Salento (prima che troppi interventi improvvisati ne distruggano tutto il potenziale di crescita, quello materiale e quello cognitivo).Scusate l OT.marcelloQuesto messaggio é stato modificato da: march, 18 Lug 2005 - 09:57 [addsig]
montar
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Messaggio da montar »

Caro Raheli.Noto che usi il termine Masai, così, sembra quasi che utilizzi un magnete per attirarmi nel contesto. Se non e' cosi' perdonami. Un chiaccherata in piu' o meno certo non ci cambia la vita. Anzi ne approfitto anche per farti i complimenti sul lavoro fatto sul Mesciu Stifani, solo ora son riuscito a finirlo di leggere per bene. Ti dirò, ho fatto un quadretto con la scannerizzazione della prima pagina del diario: quella che parla delle tre pizziche:  Il quadretto l'ho messo vicino ad una donna del 1828 (una pacchianella particolare).Torniamo a noiVisto che posso assumere la duplice veste di pizzicato-modaiolo e detentore di un bit di tradizione che non e' salentina; Assumo la seconda veste. Gli spettatori che assistono ad un concerto statisticamentesi dividono all'incirca in tre parti: chi ascolta, chi guarda e chi balla.Chi appartiene ad una categoria  e vuole esprimere cio' che sentono le altre due dira', per farla breve,solo cazzate. Poi ci sono sempre le eccezioni...  quelli che sono a confine tra le categorie.Riporto uno stralcio di quattro cazzate (tra l'altro le ho fatte leggere anche a Ialma e Carlo) che dovrebbero essere pubblicate a breve su di un giornalino locale.Ecco le cazzate, a proposito di balli (ricordo che assumo la seconda veste):... Uno degli ingressi nel cerchio che ritengo più bello si ha quando, a musica ‘nvocata (riscaldata), le persone che ballano tutte insieme si stanno spostando dall esterno verso il centro del cerchio, é questo il momento in cui si deve entrare nella stessa direzione e contemporaneamente si deve emettere un urlo di giubilo, in tal caso si viene riconosciuti immediatamente dal gruppo, e se i suoni (il gruppo che suona) sono vicini, quindi non c é un palco che separa chi balla da chi suona, l urlo ha effetto anche su di loro, e si ottiene un ulteriore carica così che chi suona aumenta il livello di empatia con chi balla; Chi suona crea l energia sonora che propagandosi nell aria diventa quella cosa che gli esperti definiscono fonosfera, bolla in cui il centro generatore é costituito da chi suona (nell ipotesi che sia solo un gruppo a suonare concentrato in un solo posto); si stabilisce un flusso di informazioni unidirezionale da chi suona a chi balla (se chi balla é nella bolla,ovviamente). Analogamente a mio avviso chi balla crea una bolla immaginaria che io definisco "visiosfera" (tutte le persone a contatto visivo con chi balla appartengono alla visiosfera, immaginaria perchà© anche se si é ad un metro da chi balla basta chiudere gli occhi per uscire dalla bolla). In tal modo se chi balla e chi suona si trova rispettivamente nella bolla dell altro si stabilisce un contatto in entrambi i sensi, il top si ha quando i centri delle due bolle tendono a coincidere: in tal modo lo scambio di informazioni é ottimale e vengono recepite le più piccole sfumature da entrambi le parti, si ha il massimo dell empatia. Questo l ho potuto verificare facilmente di persona, alla fine di una festa di paese, ho fatto ad una persona di mia conoscenza che balla da più di sei decenni la seguente domanda:-Come vedi caro Raheli definisco, per chi balla, anche dei neologismi (visiosfera), ora non so se tu hai mai tolto il violino dalla spalla e provato a definire le sensazioni che recepisce chi balla, anche in un club mediterranee. Secondo me no!!!Ti ringrazio se mi smentisci, significa che devo riflettere ancora tanto.Tu ( é una battuta   ) sicuramente non appartieni al confine tra suono e visione, altrimenti non ti avresti definito cavernicolo con un avtar in cui vi é un cavo di plastica fatto con petrolio, magari proveniente dall'Irak ,attaccato al violino. ripeto é una battuta.Ma poi al di là  della definizione di marketing territoriale (grande March, altro che OT) avete assagiato sto vino, se non é stato fatto ancora ci penso io. Saluti da un Masai Keller (non killer).[addsig]
Gio
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Messaggio da Gio »

Sembra che la cosa sia ufficiale:
La Taranta diventa una "griffe".

La Taranta si fa "griffe". A due giorni dall'inizio di canti e balli il Festival de La Notte della Taranta diventa "etichetta speciale" di alcuni prodotti del territorio. E' stato illustrato ieri l'accordo raggiunto tra gli organizzatori dell'evento (l'Istituto Diego Carpitella e l'Unione dei Comuni della Grecìa Salentina) con tre note aziende salentine che, da quest'anno, utilizzeranno il "ragnetto" del Festival per promuovere alcune speciali produzioni; destinando, in cambio di tale concessione, un terzo del ricavato della vendita proprio alle importanti attività  culturali e di ricerca dell'Istituto Diego Carpitella. Ad aver risposto all'invito, fatto qualche mese fa dal sindaco di Melpignano Sergio Blasi, sono la Casa Vinicola Taurino, la Filanto calzature e la Taranta Madnes; che hanno così "bollato" rispettivamente un prelibato nettare rosso (Negroamaro e Primitivo), un comodo sandalo unisex e una colorata t-shirt che, probabilmente, sarà  indossata quest'anno dall'Orchestra Popolare durante il concertone del 27 agosto. Una sorta di "protocollo d'intesa" quindi, tra gli enti promotori della Notte della Taranta, e le aziende, che "serve certamente - ha spiegato Sergio Blasi - a dare un po' di consistenza e concretezza all'idea, spesso espressa solo a parole e in termini astratti, che vede la cultura come volano di sviluppo del territorio". Il "bollino" che sarà  apposto sui prodotti, presentati e commercializzati durante le serate del festival, é il colorato ragnetto, ideato da Big Sur proprio per questa ottava edizione della kermesse.

La Taranta diventa una "griffe" - La Gazzetta del Mezzogiorno 10.08.2005


Molto interessante che un terzo verrà  destinato "alle importanti attività  culturali e di ricerca dell'Istituto Carpitella". Come dire: Grazie della concessione messer Blasi!!.
Non sarebbe meglio dire si da subito l'1%, il 5% o quanto ritengo opportuno é destinato alla ricerca? Certo é meglio di niente, ma é giusto e corretto?[addsig]
Maruko_KuFu
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Messaggio da Maruko_KuFu »

L'1% del ricavato delle vendite dei vari cd, dvd, 45 giri, bluray, minidisk, vhs, videocd no... vero? L'1% del contributo pubblico no, nemmeno... esatto?Ma, se i soldi arrivano da una percentuale di un ricavato (non del prezzo pieno, attenzione) di vendite di merce sponsoristica.. beh,  sui tomi, sulle registrazioni, sulle foto e sulle coppole degli anziani ci mettiamo le griffe? "Cantori Meltin Pot: per l'uomo che non deve chiedere. Mai." A sto punto si sponsorizza direttamente senza magna magna intermediari... bah, non capisco.... devo farmi illuminare da qualche guru del marketing... March!? E' vero... mi illuminerà  senz'altro. [addsig]
raheli
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Messaggio da raheli »

Caro montar,
come tu ben sai perchà© te l'ho detto più volte, ho difficoltà  a seguire i tuoi affascinanti ragionamenti.
Mi scuso per averti risposto solo ora ma ultimamente su pizzicata vengo solo di sfuggita.
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che se si stabilisce un feed-back fra suonatori e danzatori la cosa funziona meglio per tutti, e ne sono convinto per semplice esperienza diretta.
Purtroppo io sto sempre da una parte, quella dei suonatori, e mai dall'altra, perchà© sono un timido che non balla (ma anche questo l'avevo già  detto). Però capisco benissimo quello che dici.
Sono sicuro che questo processo di amplificazione a vicenda delle emozioni positive fra suonatori e danzatori avvenga anche in altri tipi di suoni/balli.
Quello che però non é corretto (a mio avviso) nel tuo ragionamento é assumere il concetto che se c'é questo interscambio positivo fra suonatori e danzatori allora, comunque, va tutto bene.
Una corretta impostazione del vero marketing territoriale (March, con me sfondi una porta aperta) prevederebbe l'analisi del fenomeno Salento (ambiente, paesaggi, monumenti, cultura, musica ballo, tradizioni varie, vivibilità  per i salentini, ritorno economico, soddisfazione del turista! quello che vi viene in mente), la ricerca delle strategie perchà© il fenomeno Salento duri più a lungo possibile.
Secondo me nelle strategie sono di primaria importanza la cura nel limitare la devastazione sistematica di tutto ciò che il Salento ha ancora oggi.
Quindi archivi, ricerca, condivisione dei materiali (fermo restando il rispetto per chi ha svolto la ricerca) tutela del paesaggio, dell'ambiente, soluzioni equilibrate per rendere vivibile il Salento ai salentini permettendone tuttavia la maggiore fruibilità  turistica e culturale "ecocompatibile".
Detto questo io sono sicuro che la casse politica salentina tutta non sia in grado di confrontarsi con una sfida come questa e sono anche convinto che ogni popolo ha la classe dirigente che si merita (e con questo forse chiarisco meglio il mio intervento di ieri al raduno), visto che quello che sanno fare é organizzare quel mostro che ci fagociterà  tutti che é la ndt, che dopo lascerà  danni (ha già  fatto) non più riassorbibili. Il festival potrebbe essere una risorsa preziosa se inquadrato in un progetto di ampio respiro, ma così non é.
Caro montar io non ho niente contro chi si diverte con la finta pizzica, con i balli di gruppo o nei villaggi turistici, solo che non tutto é uguale.
Basterebbe saperlo (e dirlo, da parte dei padroni della pizzica).

asdravlaio tovarisch [addsig]
montar
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3583

Messaggio da montar »

Caro Raheli.Per carità  niente scuse, ovviamente sul forum si risponde quando si puo'.Per quanto riguarda il discorso  feedback tra danzatori e suonatori la mia visione e' comunque parziale quindi per dire va tutto bene ...ci vorrebbero altri punti di vista.Sui club medaiterranee concordo con te, la parilona adatta secondo me sarebbe CONSAPEVOLEZZA,anzi diversi gradi di consapevolezza secondo  l'interesse. Questa consapevolezza  dovrebbe emergere dalla coscienzadi chi a qualunque titolo ed in qualunque modo da informazioni e da una posizione sufficientemente critica da parte di chi le riceve, qui si apre la discussione sulla mitizzazione che risulta impossibile da esporre in quattro righe...magari sarà  argomento di future discussioni.Mi raccomando non prendermi troppo sul serio quando faccio discorsi da provocatore anche se portati su piu'post es. quello sui termini in cui il mio unico scopo era quello di verificare che il termine Taranta in una delle sue accezioni significasse anche Tarantata, processo di identificazione credo. Se poi nascono discussioni interessanti ben vengano.Ritorno in tema prima che qualcuno mi bacchetti.Sarebbe interesante, almeno per me, conoscere dal punto di vista lstorico lo sfruttamento turistico-economico di tali simboli. Nella realtà  campana lo sfruttamento dei balli e dei suoni provenienti dal popolino  iniziò almeno verso la fine del settecento quando Ferdinando IV incaricò alcuni pittori dell'epoca di ritrarre delle scene di ballo a scopo turistico-economico.L'iconografia di quel periodo risulta facilmente riconoscibile, danzatori dai corpi e dalle movenze alla Nureyev, così come oggi sono riconoscibili le tante ballerine dei gruppi viste in tanti concerti.Saluti  [addsig]
samnispentrorum
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3591

Messaggio da samnispentrorum »

Per RAHELI :

"Una corretta impostazione del vero marketing territoriale (March, con me sfondi una porta aperta) prevederebbe l'analisi del fenomeno Salento (ambiente, paesaggi, monumenti, cultura, musica ballo, tradizioni varie, vivibilità  per i salentini, ritorno economico, soddisfazione del turista! quello che vi viene in mente), la ricerca delle strategie perchà© il fenomeno Salento duri più a lungo possibile.
Secondo me nelle strategie sono di primaria importanza la cura nel limitare la devastazione sistematica di tutto ciò che il Salento ha ancora oggi.
Quindi archivi, ricerca, condivisione dei materiali (fermo restando il rispetto per chi ha svolto la ricerca) tutela del paesaggio, dell'ambiente, soluzioni equilibrate per rendere vivibile il Salento ai salentini permettendone tuttavia la maggiore fruibilità  turistica e culturale "ecocompatibile".
Detto questo io sono sicuro che la casse politica salentina tutta non sia in grado di confrontarsi con una sfida come questa e sono anche convinto che ogni popolo ha la classe dirigente che si merita (e con questo forse chiarisco meglio il mio intervento di ieri al raduno), visto che quello che sanno fare é organizzare quel mostro che ci fagociterà  tutti che é la ndt, che dopo lascerà  danni (ha già  fatto) non più riassorbibili. Il festival potrebbe essere una risorsa preziosa se inquadrato in un progetto di ampio respiro, ma così non é.

Condivido pienamente.Questo messaggio é stato modificato da: samnispentrorum, 17 Ago 2005 - 00:39 [addsig]
CarloTrono
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Messaggio da CarloTrono »

sigh...[addsig]
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

seee, e voi ridete
qui fanno sul serio
[addsig]
...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
march
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Messaggio da march »

..Lassatila ballare ca é tarantata..ca porta na taranta, e saietta cu la bbampaca porta na taranta subbra lu pete..filologicamente corretto...si potrebbe brandizzare anche una linea di intimo, volendo, visto che:...pizzica li caruse a mmenzu l'anche......pizzica li carusi alli cujuni (scusa Uccio se non si dice)...anche camicie, gonne e pantaloni sono accettate dalla letteratura.Che figata![addsig]
Pan
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Messaggio da Pan »

 moi ca tiniti le scarpe nove nnu ballati nnu ballati le mie su vecchie e forti le mie su vecchie e fortide S.Roccu cu mme le porti...               [addsig]
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