Primi commenti convegno "Puglia Terra di Musica" - Alessano

Gio
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Messaggio da Gio »

Notizie da Alessano? come é andata?
stambali
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Messaggio da stambali »

Ho partecipato da "spettatore" al "dibattito" del pomeriggio.
Gli interventi che mi sono piaciuti di più sono stati quelli di Raheli e di Mario Blasi, che pur pensandola in maniera completamente opposta, mi sono sembrate le persone più sincere presenti nella sala.
Ho trovato interessanti gli interventi dei non salentini, il resto é stato molto triste.
giannino
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Messaggio da giannino »

Se l'unico commento é questo, a 3 giorni dal convegno, inizio a credere alla tristezza di stambali
federico.capone
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Messaggio da federico.capone »

Chi lo sa, magari verranno pubblicati gli atti
gianfranco
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Messaggio da gianfranco »

forse bisogna aspettare che il ns. Carlo si riprenda dal male di stagione, e magari fra qualche giorno forse sarà  pubblicato un riassunto di questa iniziativa.
stambali
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Messaggio da stambali »

Spero che vengano pubblicate le relazioni degli intervenuti così possiamo entrare nel merito delle tante parole dette dai nostri politici e "scrittori" e aprire un dibattito serio sulla nascente fondazione ntd (che dovrebbe risolvere tutti i mal di pizzica - ricerca compresa -). Vedo che per la fondazione ci sono già  molte prenotazioni del tipo ci sarò anche io - se mi comporto bene.
saluti
raheli
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Messaggio da raheli »

Carissimi,
io c'ero e sono tre giorni che cerco di elaborare un riassunto di quello che ho sentito.
Comincio a credere che l'impresa sia superiore alle mie forze.
Per riassumere la situazione ci vorrebbe la stesura di un antefatto di 85 pagine ed un trattato di 300.
Gli interventi di Pellegrino e Manera sono stati così banali, semplicistici e vuoti da lasciarmi annichilito. Forse sarebbe stato necessario far precedere il convegno da un seminario per amministratori in modo che avessero almeno un'infarinatura da prima elementare relativa ai temi di cui si parlava.
Avendo davanti degli analfabeti totali, per quanto riguarda i temi trattati, che istanze si possono avanzare? Come si fa a dire: "si dovrebbe fare questo", se chi ti dovrebbe rispondere ha un livello di conoscenza del problema che é inferiore di diecimila lunghezze rispetto al più sprovveduto degli utenti di questo sito?
E questi gestiscono miliardi, solo nel campo della musica salentina, della sua commercializzazione, della sua tutela.
Salverei Margarito che tenta una difficile mediazione fra sordi o quasi sordi (gestori della cosa pubblica salentina e regionale) ed istanze avanzate che vengono dalla base, cioé dagli utenti di questo sito, dai musicisti, dai ricercatori, dagli operatori culturali.
Il solito Torsello ha brillato per cerchiobottismo.
Lui, a differenza di Pellegrino e Manera, non é disinformato e si illude di migliorare qualcosa dall'interno. Il suo intervento é stato un capolavoro di dire e non dire, di far capire (a noi, credo) che lui conosce i problemi ma di non scontentare i "capi", tutti presi dal trionfalismo dei risultati e dalle fanfaluche propagandistiche.
Anche la Godelli si é tenuta lontana dall'affrontare i problemi posti, trincerandosi dietro la mole di lavoro che é tenuta a fare, dietro la sua scarsa conoscenza della situazione, dietro la promessa che progetti culturali seri troveranno l'ascolto della Regione, dietro la elencazione di numeri che dovrebbero dimostrare che la NdT é soo una delle cose che la Regione finanzia e neanche troppo, a sentir lei.

Per riassumere, alcuni dei temi e delle istanze proposte:
1) Fondi per la ricerca
2) Archivi consultabili
3) Incentivi alla musica sotto forma di sale prova, sale di registrazione, luoghi dove proporre concerti di musica di riproposta al chiuso, per l'inverno.

Alcune risposte:
No alla musealizzazione (Manera, Pellegrino).
La ricerca é stata già  fatta, le pubblicazioni anche (Manera).
La Provincia ha rilevato non so quale immobile che si potrebbe benissimo adibire a luogo per la musica (Pellegrino).
Basta con queste polemiche che non hanno senso (Pellegrino).

Alcune (pochissime) domande mie:
Che cosa sarebbe la storia dell'arte senza i Musei?
(Istituire un museo non significa che gli artisti saranno poi tenuti a copiare le opere del passato. Ma già  dover spiegare un concetto talmente lapalissiano mi mortifica).
Quanta ricerca c'é ancora da fare?
Fino a quando la ricerca svolta in modo estemporaneo e privato potrà  fare da supplente alla mancata ricerca istituzionale, quindi con ben altri mezzi ed obiettivi? (Tanto ormai i vecchi stanno tutti andandosene di là  e fra poco ci sara nulla da ricercare).
Senza le polemiche saremmo mai arrivati ad un confronto?

Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma devo dar ragione a Stambali.
Tristezza, tanta tristezza.

Ammiro Vincenzo Santoro ed il suo ottimismo.
Non nego che portare a sedersi intorno ad un tavolo gli amministratori insieme a coloro che fanno i fatti sia già  una vittoria. In passato hanno fatto come se non esistesse altro che loro stessi e le loro invenzioni pseudo musicali. Però a questo punto é come se fossimo usciti dal burrone e fossimo davanti ad una salita ripidissima, di cui non si vede la fine.

Fondazione Notte della Taranta.
La panacea per tutti i mali.
Mi chiedo se a nessuno sia venuto in mente quanto irrispettoso sia lo stesso nome scelto.
Il tarantismo per i salentini é stato sempre associato ad una condizione di dolore.
Decidere oggi che tutto é risolto e festeggiare la taranta in tal modo becero e dissennato mi sembra, fatte le dovute proporzioni, come se in Israele si festeggiasse con un festival di musica e arte il massacro degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.

Ho scritto di getto ed ho solo sfiorato gli argomenti.
Come dicevo, la complessità  dei temi trattati e la assoluta differenza dei livelli di consapevolezza delle parti in causa richiederebbe un'analisi lunga e approfondita, ma almeno qualcuno può farsi un'idea.
Spiacente. Non riesco a fare di più.

Ciao.
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Livio
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Messaggio da Livio »

Sintesi estrema.

WORKSHOP
Ognuno per sà© e tutti contro NdT!

CONVEGNO
Gli amministratori provinciali e regionali: che volete? abbiamo già  la fondazione NdT per quello che chiedete!

In questa ottica un plauso di merito va cmq a Vincenzo e a Carlo per aver iniziato (tempo fa con l'incontro nella libreria Idrusa) ed ampliato questa discussione con amministratori, politici e quanti altri (in quest'ultimo convegno).

E proprio in ragione di ciò che diventano importanti le singole iniziative territoriali di:

- recupero e restauro dei microarchivi esistenti
- di indagine sul campo (anche se si raccolgono gli ultimi relitti!)
- di approfondimento e anche contaminazione musicale
- di messa in opera di produzione musicale e spazi appositi.

Poichà© questi rendono la differenza, anche se fra contendenti non alla pari quantitativamente, e la differenza, il confronto, adesso, é l'unico modo per prendere coscienza dei fatti!
L'importante é che continui ad esistere l'alternativa!
articolo6
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Messaggio da articolo6 »

Sto zitto? Sto zitto.
svincen
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Messaggio da svincen »

Io non sono ottimista, caro Roberto (Raheli), penso più che altro di essere realista. A mio modesto parere, vista la situazione complessiva non certo esaltante (anzi, molto deprimente...) sul piano culturale e e delle motivazioni collettive del "movimento" salentino, l'iniziativa dell'altra sera é andata anche troppo bene. Per la prima volta (ripeto: per la prima volta) tutta la filiera istituzionale (comuni, provincia regione ecc) e una parte importante degli operatori del settore si sono DOVUTI confrontare sui temi che a noi stanno a cuore. Pur condividendo una parte delle valutazioni di Roberto (ma non il suo pessimismo "cosmico", altrimenti me ne starei semplicemente a casa a impiegare meglio il mio tempo) devo dire che alcune risposte interessanti ci sono state, nei limiti di un'iniziativa del genere.

Innanzitutto mi ha confortato la presenza per tutta la giornata di molti protagonisti a vario titolo della scena salentina, che pure non frequentano direttamente pizzicata: mi vengono in mente Donatello Pisanello degli Officina Zoé, Biagio Panico di Torrepaduli, Claudio Cavallo dei Mascarimirì, Francesco Corvaglia del Diso Folk Festival, gli amici di Borgo in Festa di Borgagne, Carlo Canaglia, Pino Gala dell'associazione Taranta, venuto apposta da Firenze, Maristella Martella di Taranta Power Bologna (mi perdoneranno quelli non citati).

Anche nel merito degli interventi politici, pur con tutte le riserve del caso, mi sembra che qualche passo in avanti ci sia stato. Ad esempio il presidente Pellegrino ha confermato la sua piena adesione alla mozione di Margarito, che recepisce in gran parte le nostre critiche allo Statuto della Fondazione NdT, impegnandosi testualmente a "togliere i fondi" alla Fondazione se questa non raggiungerà  gli obiettivi descritti nella mozione. Naturalmente sono solo impegni presi a parole, che andranno verificati in base ai fatti, ma é la prima volta che vengono espressi in maniera così chiara in un consesso pubblico. A me, vista la situazione, non sembra poco. Inoltre non sottovaluterei l'impegno di Pellegrino a mettere a disposizione alcune strutture provinciali per le "nostre" attività , a partire dal Palazzo Comi di Lucugnano, che é un luogo molto interessante oltre che di grande valore simbolico (una interessante ed emblematica descrizione del salotto letterario di casa Comi é fornito da Rina Durante nel suo libro "Gli amorosi sensi").

Anche la presenza dell'assessore regionale Godelli - che in verità  ha glissato sui temi più scottanti, evitando di prendere posizione nel merito - é stata comunque un fatto positivo, perchà© anche il massimo livello istituzionale ha dovuto prendere atto dell'esistenza di posizioni fortemente critiche, con cui comunque in futuro dovrà  confrontarsi.

Infine considero anche molto importante il fatto che siamo riusciti a cominciare a costruire una riflessione comune con molti operatori non salentini, che, pur partendo da esperienze diverse, condividono in buona parte le nostre posizioni. Il forum della mattina si é concluso con l'auspicio che si possano in futuro costruire altre occasioni di questo tipo, in vista della costituzione di una vera e propria "rete" informale a livello regionale.

E' poco? Forse. Ma quando si fanno queste valutazioni, bisognerebbe sempre tenere conto dei "rapporti di forza", e ricordarsi che il gruppo di pizzicata negli ultimi anni é stato l'unico a impegnarsi pubblicamente su questi temi, nel silenzio se non nell'ostilità  di quasi tutti gli attori della musica salentina, impegnati a farsi i cavoli loro o a celebrare i fasti melpignanesi.

Per quanto riguarda le impressioni negative, posso citare in ordine di importanza:

1. la mancanza - ancora una volta! - di diversi esponenti della scena salentina, a partire dai molti "guru" che pontificano su tutto ma che sulle questioni di "politica culturale" preferiscono non esporsi;

2. la "buca" dataci da Sergio Blasi, il cui atteggiamento si commenta da solo;

3. la grande difficoltà  per il "nostro" mondo di uscire da una perenne e inconcludente litigiosità  ;

4. la conferma della scarsa capacità  del nostro ceto politico di proporre interventi concreti all'altezza delle sfide che vengono poste dal "movimento".

Comunque tutto il convegno é stato registrato e nel più breve tempo possibile verranno pubblicati gli atti, in modo che tutti possano farsi un'idea approfondita del dibattito.

Vincenzo Santoro

p.s. Penso che, in questa storia, il peggiore atteggiamento possibile sia quello di chi ama discettare, accusare, inveire e insinuare solo quando può mascherarsi dietro un nome virtuale di comodo, ma che si guarda bene dall'esporsi in pubblico e dal rischiare qualcosa personalmente, limitandosi a deplorare il lavoro degli altri (e magari a intristirsi per le nefandezze che vengono commesse in questo mondo crudele). Chi vuol capir capisca.
articolo6
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Messaggio da articolo6 »

Lascio perdere il suo finale, credo che c'é l'abbia anche con me. Si potrebbe dire la stessa cosa per chi ad ogni costo vuole esserci.
Pur tuttavia credo che vincenzo abbia ragione, io non ci sono stato e quindi mi baso sulle relazioni che man mano riportare.
Ma cosa credevate che con un seminario si potessero risolvere tutti i mali della politica? Su dai siamo adulti. Vincenzo ci é abituato e sa benissimo che la tela da tessere é grande. Vi meravigliate che i nostri interlocutori siano privi della sufficiente preparazione sul fenomeno della pizzica. Su dai l'ho già  detto più volte, comettiamo ripetutamente l'errore di considerarci al centro del mondo, ma non siamo la vodafone.
Quando prenderemo atto di tutto ciò, allora avremmo capito che anche la giornata di Alessano avrà  prodotto i suoi frutti.
Ha ragione vincenzo, intanto il movimento c'é, piccola o grande affluenza non importa. i convegni di solito sono per una 50 di persone, e va grassa quanto ci sono (mica pensavate di bissare la NdT).
Gli amministratori locali sono intervenuti, tranna Blasi (mi sarei meravigliato del contrario). Pino Gala é venuto da Firenze (salvatore villani?). Gli operatori culturali pure. Insomma abbiamo mostrato che c'é un patrimonio culturale da proteggiere e da salvare, ma anche un fabbisogno di cultura (dei nostri politici) enorme e che c'é un gruppo ristretto (ma che non lo sapevamo che siamo una nicchia?), molto litigioso, a volte rivoluzionario, che vuole farsene carico, vuole fare ricerca e spinge sulla politica per chiedere ascolto.
Ad Alessano la politica é venuta e forse non tutte le colpe sono sue, forse siamo noi che utilizziamo un linguaggio non convenzionale, forse dà  semplicemente fastidio l'"attacco continuo alla NdT", forse é improduttivo dividerci fra chi é pro e chi é contro.
Sicuramente le cose da fare sono tante e non mi dite che oggi tocca proprio a me sollecitarvi a metterci in cammino.
articolo6 (e solo articolo6, chissà  perché non basta?)
stambali
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Messaggio da stambali »

Caro Vincenzo Santoro prendo l'impegno di risponderti con molta calma visto che ti sei sentito tirato in ballo dal mio intervento. Di una cosa mi sono reso conto: gli interventi di stambali non ti piacciono più come una volta. Comunque ti risponderò per adesso ti dico che il mondo forse é anche crudele, sicuramente é molto ipocrita.
saluti
federico.capone
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Messaggio da federico.capone »

Perchà© non si propone che qualcuno di Pizzicata.it entri a far parte del comitato scientifico della Fondazione Ndt o dell'Istituto Diego Carpitella?
Io lo farei volentieri, ma penso non mi accetterebbero.

Per quanto riguarda la pubblicazione degli atti io mi domando, in generale, non é un discorso riferito al workshop di Alessano, a che/i c...o servono??? A spendere soldi? Tanto, potete star tranquilli che a pochi interesserebbero e, comunque, nessuno li potrebbe acquistare perchà©, in ogni caso, nessun editore/distributore si prenderebbe la briga di mettere in circolazione un prodotto non vendibile (oltretutto già  pagato alla fonte) come potrebbero essere gli atti di un convegno!

- la mancanza - ancora una volta! - di diversi esponenti della scena salentina, a partire dai molti "guru" che pontificano su tutto ma che sulle questioni di "politica culturale" preferiscono non esporsi;
Io mi domando, i "guru", sono stati invitati? o solo perchà© considerati "guru", sono stati esclusi a priori?

"POLITICA CULTURALE"... Vincenzo, col bene che ti voglio.... il discorso va bene, il fatto é che molto spesso si tende a trasformare tutto in "cultura politica" o peggio in "cultura economica".
A mio avviso si dovrebbe cercare di uscire da certi circuiti economici, e dal fare business sulla cultura.

PIZZICATA.IT, soprattutto grazie ai vostri sforzi (non solo economici), é la dimostrazione lampante di come si possa fare cultura, buona, al di fuori del business.
cordialmente vostro

FEDERICO CAPONE
CarloTrono
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Messaggio da CarloTrono »

[quote:f40d1af8e6="federico.capone"]Perchà© non si propone che qualcuno di Pizzicata.it entri a far parte del comitato scientifico della Fondazione Ndt o dell'Istituto Diego Carpitella?
[/quote:f40d1af8e6]
perchà© Pizzicata.it é un portale indipendente ed imparziale, e quello che scrive ogni membro della community, compresi i membri della redazione, é un proprio parere, di cui l'autore si assume la responsabilità .

[quote:f40d1af8e6="federico.capone"]
Per quanto riguarda la pubblicazione degli atti io mi domando, in generale, non é un discorso riferito al workshop di Alessano, a che/i c...o servono??? A spendere soldi? Tanto, potete star tranquilli che a pochi interesserebbero e, comunque, nessuno li potrebbe acquistare perchà©, in ogni caso, nessun editore/distributore si prenderebbe la briga di mettere in circolazione un prodotto non vendibile (oltretutto già  pagato alla fonte) come potrebbero essere gli atti di un convegno!
[/quote:f40d1af8e6]

Per fortuna esiste internet. A costo zero e facilmente raggiungibile da tutti i pochi o molti interessati.
blasmar
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Iscritto il: 1 gennaio 1970, 2:00

A margine del Workshop Puglia Terra di Musica di Alessano

Messaggio da blasmar »

Pizzicata.it é una straordinaria esperienza di social networking che mi ha dato la possibilità  di seguire, volutamente senza mai intervenire, una discussione talmente vivace, accesa e intelligente attorno alle questioni del "movimento della pizzica" . Carlo Trono, che non ho ancora avuto il piacere di conoscere personalmente, ha il merito di avere messo a dispozione della web community del "movimento" uno straordinario strumento di democrazia partecipata vera, perchà© libera.
Altra cosa é trasferire queste competenze per consentire la partecipazione a quella che non é più una web community, ma una assemblea di persone in carne ed ossa che devono essere messe nelle condizioni di parlare.
Saper fare molto bene la prima non sortisce automatismi diretti per la seconda talmente differenti sono le problematiche, le competenze, i luoghi, i tempi della discussione, insomma, tutto ciò che passa dalla discussione del tempo-spazio della rete, al tempo spazio di un dibattito dal vivo. Al workshop pomeridiano, quando si doveva aprire il confronto tra autorità  politiche e addetti ai lavori é stato impedito a questi ultimi di fare una benchà© minima riflessione, imponendo agli interventi la durata di cinque minuti cinque.
Cercherò di riprendere una serie di considerazioni abilmente strozzate dal "bravo presentatore" della situazione.

1) Mi sono richiamato alla esperienza comune fatta con Roberto Raheli, perché io da attore e lui da straordinario cantore, non lo dico adesso l ho sempre pensato, incarniamo un pezzo di storia, del movimento della pizzica. E stata la sua voce insieme a quella di Gigi Chiriatti, Franco Tommasi, e Gigi Lopalco a farmi conoscere i canti alla stisa, fino ad allora ritenuti il punto debole, perchà© complessi e ardui da eseguire, della tradizione musicale griko-salentina. Insieme abbiamo portato in giro per una intera estate uno spettacolo "La Pupicchia", che mi vedeva anche nelle vesti di regista insieme ad Antonio De Carlo e che la Provincia, allora presieduta da un certo Giorgio Rosario Costa, democristiano, aveva inserito nel cartellone estivo.
La disparità  di vedute sulle modalità  di promozione dello spettacolo creò una serie di reciproche diffidenze che da lì a poco esaurì l esperienza. In pratica, e questo tentavo di dire al workshop, l uso della parola WORLDMUSIC in un comunicato stampa sortì una inibizione da parte del gruppo musicale a non usare termini "impropri" perchà© Il Canzoniere di Terra d Otranto non faceva worldmusic, ma musica popolare. Ora volevo ricordare a Roberto Raheli che dietro il suo concerto a New York c é un certo Mr. Browning presidente del WORLDMUSIC INSTITUTE.

2) Quelle difficoltà  non ci sono state, invece, in fase di progettazione della prima edizione della Notte della Taranta. Il gruppo formato da Maurizio Agamennone, Gianfranco Salvatore, Massimo Manera, Sergio Blasi e Mario Blasi che non sono fratelli e manco parenti stretti, ma hanno in quel di Melpignano, un pezzo di storia culturale in comune da trent anni a questa parte, partiva proprio dal rinnovato fervore attorno alla worldmusic salentina per la creazione di un marchio d area, quella griko-salentina, che intercettasse un mercato turistico più esigente e attratto da eventi in grado di arricchire e superare la tradizionale offerta Salentu, lu sule lu mare lu jentu.

3) Per cinque anni la Notte della Taranta vive di indicibili stenti, sacrifici, sofferenze, specializzandosi nella straordinaria creazione di immagine, a cui mai é corrisposta una decente dotazione finanziaria. Per anni i pagamenti sono avvenuti anche con anni di ritardo, soprattutto a chi aveva dirette responsabilità , sul piano della comunicazione e dell organizzazione.
L autore del marchio Notte della Taranta é Gianfranco Salvatore al punto che nel 2003, vi é su sua iniziativa un contenzioso con richiesta di sospensione dell iniziativa per abuso del marchio. Causa che la Grecìa e l Ist. Carpitella vincono perchà© la mancanza di buon senso di Gianfranco lo porta a ritenere di potersi appropriare della tradizione musicale di un territorio. Ma la storia é un altra cosa e bene farebbe Massimo Manera a ricordarlo al suo segretario come ha fatto questa estate Maurizio Agamennone dichiarando che il sindaco di Melpignano dovrebbe smetterla di arrogare su di sà© l ideazione della Notte della Taranta. Per cinque anni Sergio Blasi non ha fatto altro che creare le condizioni amministrative e finanziarie per tirare avanti la baracca, mentre, le responsabilità  artistiche e di programmazione erano affidate a Salvatore e Agamennone.

4) Il salto di qualità  della Notte della Taranta sul piano della ricaduta mediatica internazionale e della dotazione finanziara, avviene nel 2000, allorchà©, con una abilissima operazione di ingegneria politico-amministrativa, Donato Margarito, allora Ass. alla formazione della Provincia di Lecce, il sottoscritto in qualità  di coordinatore di un corso di formazione sulle minoranze linguistiche, Massimo Manera come Presidente dell Unione Grika e Maurizio Agamennone come direttore artistico, trasformano degli stage sulla musica popolare in Masterclass sugli strumenti della worldmusic internazionale come l ùd, il violino kletzmer, il tamburello, l organetto (tenuto da Ambrogio Sparagna) e il ney. Quello che successe per portare a termine quei corsi, senza l ombra di un quattrino, é facilmente intuibile. Dico solo che fu necessario, in alcuni casi mettere le mani al proprio portafogli, per risolvere anticipazioni finanziare. Fu il caso per esempio del musicista francese Stephan Gallet che poco capiva il meccanismo amministrativo della Provincia di Lecce che insiste a praticare procedure di liquidazione che durano anni.

5) Il sempre più incisivo successo artistico-organizzativo dell evento coincide con una sempre maggiore invadenza della Princigalli Produzioni che facendo quadrato con Sergio Blasi chiude sistematicamente ogni possibilità  di crescita delle risorse professionali del territorio. Dispiace che Sergio Torsello faccia finta di non sentire e non vedere, ma insieme a lui abbiamo battagliato perchà© venissero valorizzate in modo adeguato le pur disponibili figure professionali del Salento e della Grecìa Salentina. Dall ufficio stampa alla ragazzina che gestisce il catering dei concerti in rete, dalla security alla segreteria organizzativa, dal direttore di palco al service fonico, dalla GESTIONE DEL BUDGET al piano di comunicazione, eccetera eccetera, tutto é appannaggio della Princigalli Produzioni, perchà© autorizzata unicamente e discrezionalmente da Sergio Blasi. La motivazione? Speravo di incontrare Sergio Blasi nel workshop per porgli alcuni di questi interrogativi ma sappiamo quanto sia bravo (fino a quando?) ad evitare occasioni che non lo incensino, e in queste assenze il workshop ha completamente fallito la sua mission ed i suoi obiettivi informativi.

6) Non c é convegno che tenga, cari Santoro e Trono. Se non ci sono le parti la discussione é a senso unico e questo é stato il vostro workshop: una passerella per i potenti di turno che per quello che sin qui hanno dimostrato in materia di politiche culturali del territorio poco e niente hanno fatto e faranno perchà© non é materia di loro competenza. Vedi, e lo ribadisco ad alta voce, LA SOPPRESSIONE DELL ASSESSORATO ALLA CULTURA DELLA PROVINCIA.

7) La progressiva personalizzazione nella gestione artistico-organizzativa del binomio Blasi-Princigalli con la flebile assistenza dell ultimo arrivato Sergio Torsello, che non mi sembra abbia brillato in fantasia e articolazione nell esporre il progetto Fondazione, crea la frattura del 2004. Di fatto si é trattato della sconfitta di una battaglia che per sette anni é stata disperatamente perseguita: offrire ai musicisti, operatori culturali, giovani in cerca di lavoro, professionisti dello spettacolo una opportunità  di crescita e di lavoro.

8) Come si fa a credere che questa Fondazione possa garantire spazi d azione, di ricerca, di crescita, di sperimentazione artistica, se lo ha sino adesso impedito? Credi davvero che andando a contrattare ed ottenendo un venti, trenta e mettiamo pure quaranta per cento della dotazione finanziaria da destinare alle attività  scientifiche della Fondazione risolva la concezione personalistica e autoritaria che ha contraddistinto la gestione dell ultimo triennio della Notte della Taranta? Poi ci si può pure s accontentare, ma la produzione culturale non é fatta di servi sciocchi e accordi di potere. Raheli ne é una bella lezione.


PS
Chiunque avesse bisogno di un approfondimento su quanto succintamente sopra esposto, dall intervento di Agamennone in video formato avi, ai contenziosi e sentenze di condanna relativi ad alcuni atti amministrativi (affidamento senza pubblico bando a Telearma e relativa azione giudiziaria di Telenorba) della gestione NdT 2004-2006, può rivogersi a me tramite email:
m.blasi@anet.it
CarloTrono
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Messaggio da CarloTrono »

Benvenuto Mario Blasi
forse il convegno di Alessano sarà  servito a far finalmente scrivere su questo sito molti dei soggetti coinvolti che fino ad adesso hanno letto soltanto senza entrare in dialogo. E' già  un ottimo risultato.
Per quanto riguarda il video del discorso di Agamennone, é stata una mia mancanza non averlo messo ancora on-line. Riparerò al più presto.

Sottolineo che l'argomento Fondazione Notte della Taranta era solo uno degli aspetti del convegno. Purtroppo come al solito é diventato il principale, ed é proprio quello che volevo evitare. Da quello che mi é stato riferito (io sono dovuto andare via con 38.5 di febbre) l'Assessore Godelli ha chiaramente dichiarato che é antidemocratico che tutti i fondi della cultura vengano dati esclusivamente alla NdT, e che l'Assessorato Regionale é pronto a valutare altri progetti validi, realizzati con la concertazione di più associazione e comuni. Quindi per me questa é già  una interessantissima apertura.

Ci sono altre cose dette, alcune delle quali elencate da Vincenzo. Ora le verificheremo. Non guardiamo sempre il bicchiere mezzo vuoto.
raheli
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Messaggio da raheli »

Messaggio inviato ieri a Giovanni Pellegrino.

Egregio Presidente,
nel ringraziarLa di aver trovato il tempo di intervenire al convegno "Puglia terra di musica" tenutosi ad Alessano il 2 feb. scorso, Le devo però render noto il mio dispiacere nel constatare una certa inclinazione da parte sua a non addentrarsi in un discorso maggiormente approfondito rispetto alle questioni poste da Vincenzo Santoro nella sua qualità  di organizzatore e portavoce delle istanze emerse nel corso della mattinata da parte degli operatori del settore.
Il livello di voi rappresentanti istituzionali, dei molti relatori presenti e del pubblico era decisamente alto.
Forse sarebbe stata l'occasione buona per una discussione più profonda.
Nulla di male se non un'occasione di confronto costruttivo perduta.
Ma se si vuole si può certo rimediare un'altra volta.
La invito a leggere su www.pizzicata.it la conversazione che in questi giorni stiamo intrattenendo con Mario Blasi, uno degli "inventori" della Notte della Taranta della prima ora.
Le nostre posizioni in merito erano e rimangono all'opposto, tuttavia forse la lettura può chiarire molte cose e può servire per indirizzare il dibattito culturale e, perchà© no, politico su binari più aderenti alla situazione reale che, pur nella diversità  di vedute, é molto distante da quella prospettata ad Alessano da Massimo Manera.
La discussione é reperibile a
http://www.pizzicata.it/MDForum-viewtopic-t-1040.html

La saluto cordialmente.
Roberto Raheli
Aramiré
svincen
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Messaggio da svincen »

Intervista a [b:8b95c3f978]Donato Margarito[/b:8b95c3f978], consigliere di Rifondazione Comunista alla Provincia di Lecce sul convegno [i:8b95c3f978]Puglia terra di musica. Politiche di tutela e valorizzazione dei patrimoni tradizionali[/i:8b95c3f978], tenutosi ad Alessano (Le) il 2 febbraio 2007
di [b:8b95c3f978]Francesca Amoroso[/b:8b95c3f978]

[i:8b95c3f978]Perchà© questo convegno ad Alessano sulle politiche di valorizzazione e tutela delle culture popolari?[/i:8b95c3f978]
C era un esigenza molto diffusa di confronto tra il movimento della pizzica e del neo-tarantismo e le politiche pubbliche delle istituzioni e dei governi locali. Gli ultimi tempi sono stati segnati, a mio avviso, da una forte divaricazione tra i due livelli. Quello istituzionale si é chiuso in se stesso, preferendo assumere la funzione di un nuovo mecenate che seleziona e sceglie la cosiddetta qualità  culturale dei progetti proposti con criteri, però, ispirati alle politiche turistiche, al marketing territoriale, alla vicinanza partitica e all industria del divertimento. L altro, invece, quello del movimento, é stato spesso ignorato, costretto a fare del proprio mondo appartato, se non emarginato, il luogo di una creatività , perfezionatasi negli anni, che per tanti aspetti ci stupisce. Io sono del parere che, su questo livello, non ci sia stata soltanto divulgazione, anche con mezzi mediatici, di cose ovvie e scontate, ma anche prodotti di qualità , un vero e proprio talento artistico. Sono del parere che i due livelli debbano interagire, dialogare, intendersi. Il convegno di Alessano serviva a questo.

[i:8b95c3f978]Però non sono mancate polemiche, questo forse é il segno che intendersi é ancora molto difficile. Cosa pensa a proposito?[/i:8b95c3f978]
Penso che ci sia stato ad Alessano un confronto vero e, quando la polemica viene per illuminare le posizioni, questa sia davvero salutare. Non intendo, ovviamente, la polemica spicciola, quella che proviene da un municipalismo deleterio e settario, fatto di rancori personali e da pettegolezzi, ma quella che é sostenuta da argomenti e approfondisce le questioni, anche quando ciò avviene in contrasto con delle opinioni più prettamente politiche sul tema. A me, ad esempio, é piaciuto molto l intervento di Raheli, nonostante sia stato molto critico e sfiduciato rispetto ai governi locali, ma quello scetticismo, secondo me, aiuta di più delle posizioni unanimistiche, assunte da quelli che si accodano opportunisticamente. Ho trovato eccellente anche l intervento di Rinaldi che ci ha esortato a sostenere un approccio alle culture popolari non museificante o diseducativo sul piano culturale e sociale. Nelle sue acute parole, ho percepito quanto sia importante la distinzione tra folklore ed etnografia poichà© la prima ci dà  un ricordo sia pure sorretto da documentazione di ciò che é stato per le comunità  pre-moderne, mentre la seconda ci fa osservare ciò che é stato con domande partecipative, attualizzanti. Ed é stata interessante anche la relazione di Santoro che ha informato sui lavori della mattinata, nella quale un gran numero di operatori provenienti da tutta la Puglia e da fuori, ha mostrato i risultati della propria attività  e ricostruito la problematica intorno alla questione. Molto stimolanti sono state anche le proposte operative avanzate da Sergio Torsello, alcune persino suggestive. Insomma il convegno é stato, a mio avviso, molto propositivo perchà© qui c erano i diretti interessati.

[i:8b95c3f978]Mi scusi se la interrompo, ma i diretti interessati, come lei li chiama, chi sono? L Assessore Regionale Godelli, ad esempio, non era molto certa della loro esistenza come "movimento".[/i:8b95c3f978]
E indubbio che in Puglia ci sia uno stile musicale che costituisce, da qualche anno ormai, una tendenza. Per dire la verità  é una tendenza che si é allargata oltre i confini regionali. E , lo dico grossolanamente, lo stile della pizzica, della tarantella, del neo-tarantismo e, quindi, della riproposizione di sonorità  e vocalità , provenienti da una certa tradizione orale, ben localizzata. Questa tendenza é già  diventata un gusto dal momento che muove masse, attira ricercatori, converte nuovi adepti e autodidatti, coinvolge università , case editrici e riviste, interessa i media e gli enti locali. Al nord sono sempre più numerose le scuole in cui si insegna il ballo della pizzica e l uso del tamburello. Per non parlare di una vasta produzione multimediale che, già  oggi, riscontra un mercato promettente. Questa tendenza, diventata gusto diffuso, é molto visibile in Puglia, in particolare nel Salento. Peccato che l Assessore Godelli non riesce a vederla.

[i:8b95c3f978]Ma come si può chiamare questa tendenza, se é possibile mettersi d accordo almeno su una sua denominazione?[/i:8b95c3f978]
L importante, a mio avviso, é prendere atto della sue evidenze che sono la sua connotazione sociale e la sua caratteristica estetica. Il resto é secondario. Per tanti motivi, io credo che esista una koinà© musicale, legata alle tradizioni della pizzica. Forse l espressione "il movimento della pizzica" può non piacere. Io ad Alessano ho parlato di "stati generali della pizzica" e anche questa definizione può essere infelice, più d occasione, insomma. Ma il problema vero non é il nome che noi diamo alle cose, bensì la sostanza delle cose stesse.

[i:8b95c3f978]Ritorniamo di nuovo al convegno. Lei ha parlato di una discussione propositiva. Vuole spiegare meglio questo parere?[/i:8b95c3f978]
La validità  delle proposte é stata di duplice natura, una generale e l altra riguarda più nel dettaglio il tema del convegno. Sulla prima bisogna dire che non sono state poche le prese di posizioni concettuali, degne di vera condivisione. In primo luogo, é stata condannata una certa tendenza all egemonismo, legata e promossa, in particolare, da "La Notte della Taranta" e rivendicata, invece, una linea di pluralismo culturale, cui dovrebbero ispirarsi le politiche culturali degli enti pubblici. Pertanto, nà© il grico, nà© il tarantismo, nà© il neo-tarantismo possono essere considerati il codice primario ed esclusivo delle culture popolari salentine. Con questa espressione, invece, si deve intendere uno spettro più ampio che includa, almeno, il teatro sacro e profano, la devozione religiosa, il patrimonio dialettale, la civiltà  contadina, i beni simbolici, materiali e archeologici della tradizione. Opportuno, in tal senso, é stato anche il richiamo dell Assessore Godelli alle diversità  geografiche delle culture popolari, di cui chi governa non può non tener conto. In secondo luogo, mi pare che ci sia stata una sostanziale convergenza nel riconoscere quanto sia importante la connessione tra programmi di multimedialità  e programmi di didattica, nelle politiche di tutela, valorizzazione e divulgazione delle tradizioni popolari. Naturalmente gli e gli altri concepiti ed eseguiti senza improvvisazioni e superficialità . In terzo luogo vorrei fare un cenno al problema dell identità . Si tratta di un tema che spesso viene sfiorato, ma non approfondito, forse perchà© si dà  per scontato che la riscoperta del popolare sia di per sà© costitutiva o fondativa di un identità  salentina specifica. Ad Alessano, alcuni sostenevano come necessaria questa riscoperta per proteggere la salentinità  dagli effetti omologanti e distruttivi della mondializzazione. Altri non sono ricorsi a questa connessione così impegnativa, collocando la riscoperta del popolare nell ambito di un esperienza fruitiva personale che convince e appassiona. Poi ce ne sono altri che non condividono nà© la tensione morale dei primi, nà© l edonismo dei secondi. Questo fronte rigetta la categoria della salentinità  (e giustamente, a mio avviso) e manifesta forti preoccupazioni per un fenomeno di ritorno nostalgico al popolare che persegue chiari obiettivi identitari. Peccato, però, che quest ultima questione, sia nel convegno di Alessano che in altri appuntamenti, sia stata molto marginale.

[i:8b95c3f978]E per quanto riguarda le questioni operative, cosa può dire in merito?[/i:8b95c3f978]
La relazione di Vincenzo Santoro é stata molto delucidativa in tal senso. Posso solo limitarmi ad un elenco schematico: incentivi alla ricerca sul campo, istituzione di case della cultura popolare, programmi di didattica, archivi multimediali, centro di documentazione, biblioteche tematiche, organizzazione sovracomunale degli eventi, studi di registrazione che siano tecnologicamente attrezzati, qualificazione ulteriore delle professionalità , costituzione di ecomusei, ecc! Naturalmente la realizzazione di programmi così dettagliati e complessi non può avvenire solo attraverso gli sforzi degli addetti ai lavori. Occorre il sostegno di un intervento pubblico che destini le risorse mediante il criterio, prima richiamato, del pluralismo. E su questo versante, non di poco conto, io continuo a nutrire forti perplessità .

[i:8b95c3f978]
Allora l appuntamento di Alessano non ha conseguito il risultato sperato? Forse le parti, movimento e istituzioni, non sono riuscite a trovare significative convergenze? Quali sono i punti deboli nel movimento e nei governi?[/i:8b95c3f978]
Confermo il mio parere. Il convegno é stato utile perchà© ha evidenziato delle verità . Possono non piacere, oppure deludere le nostre attese, ma comunque risultano utili proprio per quello che ci dicono, che ci svelano. Intanto, dalla parte del movimento, sono evidenti la frammentazione e un certo spontaneismo. Anche il rapporto con la politica di governo mi sembra molto ‘traumatico , forse giustificato dalle delusioni via via subite che inducono più allo scontro che al dialogo. Sarebbe molto utile, però, per il movimento stesso fare blocco organizzato e negoziare, da posizione di forza, accordi di programma, aventi finalità  collettive e pluralistiche. Se non ci sarà  questa forza ‘politica del movimento diffuso, difficilmente le istituzioni pubbliche potranno emendare i loro programmi. Nà© si può pensare che la buona volontà  di un individuo o di uno sparuto gruppo di persone possa cambiare il corso degli eventi. Naturalmente non mi aspetto che bravi artisti diventino, dall oggi al domani, bravi politici, però che comincino a pensare che il problema, che stiamo affrontando, é politico come pure la possibile soluzione, questo sì lo auspico. Sarebbe l atto iniziale per costituire quella forza, di cui parlavo. Tuttavia bisogna riconoscere che più che questo, dal convegno di Alessano, si aspettavano risposte chiare dai governi.

[i:8b95c3f978]Ecco, siamo arrivati al nocciolo della questione. I governi che risposte hanno dato alle sollecitazioni e alle proposte del movimento, nel convegno di Alessano?[/i:8b95c3f978]
Ad Alessano erano presenti il Comune, con il Sindaco Luigi Nicolardi e l assessore alla Cultura Mauro Alba, la provincia di Lecce con il presidente, sen. Giovanni Pellegrino e la Regione Puglia con l Assessore Silvia Godelli. Il comune di Alessano, forse per doveri di ospitalità , ha assunto una posizione molto sfumata, direi buonista, come se non fossero affatto consapevoli del contrasto, oggettivamente esistente, tra movimento e istituzioni. Essere sensibili al revival popolare in atto non significa, però, stare dentro il contrasto, nello spirito del suo superamento. Io auspico che, in futuro, il comune di Alessano sia più netto nelle posizioni, in materia.
Per quanto riguarda la Provincia, il discorso é diverso perchà©, a palazzo dei Celestini, il ‘contro Pellegrino se l é trovato ‘dentro l istituzione. Il contrasto, su citato, é stato portato, con vari ordini del giorno, nell ambito dell istituzione provinciale, promuovendo dibattito e chiamando l assemblea a votare, ad assumere impegni. Non credo che ci sia stata un altra istituzione o luogo, in cui il contrasto sia stato discusso, nella prospettiva di un problema. Intendo dire nella prospettiva che chiedeva garanzie per il pluralismo degli interventi e rottura dell egemonismo targato "La Notte della Taranta". Chi non ha capito questo scontro, questa tensione, sia pure nella fattispecie istituzionale, é fuori dalla logica delle cose politiche. Se non l ha capito il movimento, é più grave ancora poichà© chi combatteva quella battaglia lo faceva proprio per il movimento. Il presidente della provincia, invece, l ha capito, l ha capito così bene che Pellegrino ha dovuto negoziare un accordo che ha, in gran parte, scombinato i piani della Regione Puglia, già  definiti.
A tal proposito voglio precisare che, in Provincia, la tensione si é espressa in due momenti. Il primo é stato quello della modifica dello Statuto per la costituzione della Fondazione "La Notte della Taranta". Dico subito che, su questo livello, c é stata la piena indisponibilità  della Regione Puglia a tornare sui suoi passi, emendando un testo, (già  licenziato dalla Giunta Regionale), secondo le indicazioni fornite dalla Provincia di Lecce con due odg, approvati all unanimità  dal Consiglio provinciale. A questo punto si sarebbe potuto dichiarare forfait e finirla lì. Invece, per non deludere le attese del movimento, si é cercato su un altro piano l accordo, almeno a livello di Consiglio provinciale, rinunciando alla modifica dello Statuto per la Fondazione "La Notte della Taranta", approvando, però, un pacchetto di condizioni e obiettivi da considerarsi come un mandato vincolante che la Provincia di Lecce indirizza ai futuri organismi di direzione e gestione della Fondazione, senza la cui osservanza la Provincia preannuncia, sin d ora, il suo disimpegno, anche finanziario.
In sostanza la Provincia di Lecce partecipa alla costituzione della Fondazione, ma con un pacchetto ben definito di condizioni e obiettivi. Quali sono? Esattamente, almeno sulla carta, quelle condizioni e quegli obiettivi, proposti dal movimento. Di certo, in questo momento, nessuno può sapere se gli impegni condivisi, rispetto agli atti deliberati, saranno mantenuti fino in fondo. Staremo a vedere. Il tempo é galantuomo. Per queste ragioni mi stupisce l intervento, a tratti, blando del presidente Pellegrino, il quale può vantare il merito di aver tentato di aprire una breccia nell egemonismo grico-melpignanese. Forse, il partenalismo del suo intervento: niente polemiche, mettiamoci d accordo, possiamo coesistere tutti, dipende dalla convinzione che il contrasto stia per essere superato, che la Fondazione si atterrà  al mandato su esposto. Su questo, però, dovremmo essere tutti prudenti, attendere i fatti e poi valutare. Interessante, comunque, la disponibilità  del presidente Pellegrino nel far utilizzare il palazzo Comi di Lucugnano, già  ristrutturato, per qualche funzione, attinente alle richieste del movimento. Occorre naturalmente, su questo, fare una verifica e vedere si i locali del palazzo sono idonei o meno per le attività  di tutela, valorizzazione e divulgazione delle tradizioni popolari musicali.

[i:8b95c3f978]Sembra di capire che i problemi più grossi vengano, allora, dalla Regione. Eppure l intervento dell Assessore Godelli é stato molto apprezzato, addirittura convincente.[/i:8b95c3f978]
Si, si, ho sentito, a conclusione dei lavori del convegno, che l uditorio era molto soddisfatto dell intervento dell Assessore Godelli. Io, però, non posso dire la stessa cosa, ritenendo, invece, quelle parole elusive, se non addirittura fuori tema. C erano delle domande ben precise, alle quali la rappresentante del governo regionale avrebbe dovuto rispondere e, a mio avviso, non l ha fatto. Non si capisce perchà©. Chi, come me, ha seguito questo problema, per più di un anno, si attendeva qualche proposta concreta e qualche impegno per l attivazione di un dialogo produttivo tra movimento e istituzioni. Invece, in tal senso, non é stato lanciato nemmeno un cenno. Il problema di fondo é questo. La provincia di Lecce accetta di partecipare alla costituzione della Fondazione, ma fin d ora trasmette agli organismi dirigenti della stessa un mandato di condizioni e obiettivi che ritiene vincolante. Ora il mandato, su richiamato, non é una generica assicurazione, ma un insieme di atti deliberativi, approvati dal Consiglio provinciale e già  trasmessi alla Regione. Cosa c é in questo mandato? Quali contenuti sono proposti? Ci sono obiettivi e programmi molto diversi rispetto a quelli ben noti del programma, legato a "La Notte della Taranta". Si tratta di ricerca sul campo, di centro di documentazione, dell archivio multimediale e sonoro, di una biblioteca tematica, del necessario sostegno finanziario a queste iniziative e della partecipazione del movimento nel comitato scientifico della Fondazione. E evidente che le proposte della provincia di Lecce sono una politica culturale ‘correttiva rispetto ad un intesa, già  predisposta di tipo, come dire, grico-melpignanese-regionale.
Ora, adesso, si attende dal governo regionale una risposta nel merito, non parole elusive e generiche, come quelle sentite l altra sera, tenendo conto che nel frattempo c é stata una novità  molto importante. Infatti le municipalità  della Grecia salentina e l Istituto Carpitella hanno, congiuntamente, approvato, attraverso i loro rispettivi organismi istituzionali, sia il testo della Fondazione, proposto dalla Regione Puglia che il mandato vincolante di condizioni e obiettivi, proposto dalla provincia di Lecce e correttivo rispetto all egemonismo ‘neotarantista , già  segnalato. Al momento, però, non abbiamo alcuna risposta dal governo regionale. Non sappiamo se é sulla linea di un recepimento delle istanze correttive oppure se intende rigettarle. A questo quesito avrebbe dovuto rispondere con molta chiarezza l Assessore Godelli. Ma, purtroppo, non l ha fatto.

[i:8b95c3f978]
Mi pare che siano state rivolte due altre domande all Assessore Godelli, alle quali non ha risposto.[/i:8b95c3f978]
Vedo che hai una buona memoria. Le due domande sono state formulate proprio per stanare la Regione Puglia, per capire le sue reali intenzioni, per stabilire qualche punto di convergenza. Con la prima domanda si é chiesto in che modo intende fare proprie le proposte della provincia di Lecce. E stato detto anche che l assunzione della linea correttiva e integrativa può avvenire nelle forme amministrative che riterrà  più opportune, onde evitare posizioni di eccessiva rigidità . Come ho detto prima, a questa domanda, che era la più importante, non é stata data alcuna risposta.
Con la seconda domanda é stata chiesta la convocazione, a Bari, degli stati generali del movimento della pizzica, su iniziativa della Regione Puglia, per discutere ed eventualmente, concordare le linee di fondo e i principi generali di un intervento legislativo che consenta, alla Regione Puglia, di dotarsi di un ordinamento organico nella complessa materia delle tradizioni popolari pugliesi. Nella risposta l Assessore Godelli ha liquidato snobisticamente la questione, ritenendolo, un simile strumento, inessenziale e preferendo, invece, la via meramente amministrativa (e arbitraria) del bando pubblico che invita i soggetti interessati a proporsi con progetti, credibili e di qualità , é stato detto, che saranno, in seguito, valutati e selezionati dagli Uffici. Io credo che questo opinabile dirigismo burocratico non possa essere spacciato, in alcun modo, per politica culturale di un ente pubblico. Un politica di questo tipo, a mio avviso, ha bisogno di regole certe, a validità  universale e non di atti amministrativi dell Esecutivo che non hanno, non possono avere, il respiro ampio della norma di legge. Come vede, non credo che ci siano ragioni per esseri allegri e contenti.

[i:8b95c3f978]Ma, allora, se le cose stanno così, il convegno non é servito a niente?[/i:8b95c3f978]
Questa valutazione complessiva sarebbe molto sbagliata. Sono emerse parecchie cose vere, anche amaramente vere. Questo é positivo. Certo, dalla parte dei governi e della politica, le posizioni non sono molto incoraggianti. Però bisogna considerare che siamo nel bel mezzo di un guado, che il definitivo ancora non c é, che la pressione esterna ha indotto i governi a pensare. Quindi é possibile, a mio avviso, stare dentro il contrasto e cercare di spingerlo, nei limiti del possibile, dalla parte di un integrazione delle politiche culturali pubbliche che tenga conto, a pieno titolo, delle esigenze del movimento. Certo, se noi alziamo le mani, l ovvio prenderà  il sopravvento e l ovvio é dato dall alleanza grico-melpignanese-regionale. Se, invece, il movimento terrà  alta la vista, saprà  farsi sentire e vedere con insistenza, proporrà  la sua collaudata qualità , saprà  essere una forza ‘politica , concentrata e coordinata, allora i governi saranno costretti a negoziare, a includere altre istanze. Per costruire questa prospettiva, però, non servono la frammentazione, il vittimismo, il rinchiudimento settario in se stessi, lo scetticismo estremo su tutto e tutti, il pettegolezzo localistico e personalistico, il gusto qualunquista dell anti-politica, la rinuncia a priori a trattare, a dialogare con chi sta sull altro fronte. Se riusciamo ad aprire una dialettica con i governi che veda, da un lato, gli Esecutivi e, dall altro, la forza del movimento che dialoga, si confronta, media, contrasta, propone, rischia, si coalizza, allora si possono raggiungere risultati, anche in breve.
In questo auspicabile contesto, ma mi rendo conto, altamente ipotetico, un ruolo molto importante può essere espletato dall amministrazione comunale di Alessano. Il paese é, ormai, diventato un centro di appuntamenti periodici per riflettere sul tema, fa parte da tempo dell Istituto Carpitella, ha sempre dimostrato sensibilità  e spirito dinamico nelle politiche culturali, ha una tradizione organizzativa ben consolidata di eventi culturali di qualità  e, quindi, può assumere posizione, con autorevolezza, nel merito del contrasto, prima segnalato. Se il comune di Alessano riuscisse, in futuro, a caratterizzarsi con nerbo sulla linea correttiva della provincia di Lecce, diventerebbe automaticamente il punto di riferimento istituzionale del movimento nell ambito di quella dialettica, prima indicata. E noi abbiamo tanto bisogno, nel basso Salento, di un comune-pilota, che sia autorevole e dinamico, per la costituzione dell area vasta e la relativa programmazione degli interventi, non soltanto, é ovvio, nell ambito delle politiche culturali. La mia impressione é che la posizione filo-Notte-della-Taranta possa rivelarsi, per il comune di Alessano, un modo meccanico per subire l egemonia grico-melpignanese-regionale.
blasmar
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Impressioni e pareri sull’intervista a Donato Margarito.

Messaggio da blasmar »

Ho telefonato a Donato Margarito il giorno dopo il convegno, non trovandolo in casa, per precisare meglio quanto mi era stato impedito di dire durante il convegno di Alessano. Per quanto il mio giudizio può valere, ritengo Donato Margarito una delle figure politiche più sensibili e genuine nel panorama provinciale. Dopo aver letto l intervista di Francesca Amoroso ho, però, sentito il dovere di tornare a fare alcune considerazioni con l obbiettivo non di distruggere, ma di dare un contributo al dibattito nella speranza di condizionare le scelte in materia di politiche culturali per renderle più confacenti alle esigenze degli operatori e del territorio.

Che Donato Margarito, consigliere provinciale di Rifondazione Comunista, intervenga sul convegno di Alessano, attraverso una intervista, non meglio indicato, se pubblicata e su quale giornale, "postata" da Vincenzo Santoro, la dice lunga sulle tempestività  e sulle modalità  di confronto che l attuale classe politica di centrosinistra usa nei confronti dei cittadini e del proprio elettorato.
Da quel che leggo ci troviamo davanti ad un rappresentante politico del Basso Salento impegnato da più di un anno a difendere e rappresentare quegli interessi che la costituenda Fondazione basata su una egemonia "grico-melpignanese-regionale" non ha adeguatamente considerato.

Sorvolo su alcune "colte" disquisizioni, polemica costruttiva vs polemica spicciola, categoria quest ultima, a cui mi fa appartenere col tipico politichese di dire insieme tutto e il contrario di tutto, sorvolo sulla classifica dei promossi e dei bocciati, per soffermarmi sul de cuius, l oggetto del dibattito cercando di puntualizzare il mio punto di vista.

1) Il ritenere propositivo e serio chi si prodiga nel confronto con le istituzioni andando a rivendicare: "incentivi alla ricerca sul campo, istituzione di case della cultura popolare, programmi di didattica, archivi multimediali, centro di documentazione, biblioteche tematiche, organizzazione sovracomunale degli eventi, studi di registrazione che siano tecnologicamente attrezzati, qualificazione ulteriore delle professionalità , costituzione di ecomusei, ecc!" a nove anni dalla costituzione dell Istituto Carpitella, a me "disfattista", sembra una inutile perdita di tempo. Ma come fa a sfuggire a Margarito, ed a Vincenzo Santoro che ne é membro dalla costituzione, che quanto essi rivendicano é perseguito statutariamente dall Ist. Carpitella che é un istituto per la documentazione e la ricerca sulle culture popolari? Che cosa ha impedito a questo strumento di funzionare e svolgere in modo proficuo il suo dovere?
2) Io sono un melpignanese, conosco le vicende del Carpitella, le defezioni dei prof. Agamennone, Imbriani, Salvatore, le riluttanze del prof. Santoro, i tentativi, vani, di coinvolgimento alla collaborazione dei vari Apolito, Gala, Giagni, e so bene, come Vincenzo Santoro, che l unica funzione di questo istituto, che ha sede, virtuale e non fisica, presso il municipio di Melpignano é quella di consentire al suo presidente di manovrare a piacimento le risorse economiche della NdT.
3) Chi ha dato l incarico all estensore della bozza dello statuto, "scritto con i piedi e su misura del presidente del Carpitella (cito M. Agamennone)? E vi sembra che il presidente del Carpitella, che non si é presentato a confrontarsi democraticamente con "il movimento" possa essere un interlocutore credibile e affidabile per il futuro del vostro e del nostro lavoro?
4) Capisco che Margarito é uno degli ultimi arrivati, ma dovrebbe ascoltare con più attenzione le argomentazioni di Lorenzo Ria in Consiglio Provinciale per una maggiore trasparenza negli atti amministrativi della gestione Carpitella/NdT.
5) Allora, caro Margarito, noi non siamo gli artefici della come tu dici: "frammentazione, del vittimismo, del rinchiudimento settario in se stessi, dello scetticismo estremo su tutto e tutti, del pettegolezzo localistico e personalistico, del gusto qualunquista dell anti-politica, della rinuncia a priori a trattare, a dialogare con chi sta sull altro fronte", ma interpreti in prima persona di una stagione che ha dato al Salento intero ottimi risultati.
6) La totale sfiducia verso la Fondazione deriva dall amara constatazione che non ci si può aspettare niente di buono da chi ha agito e continuerà  a farlo unicamente per la propria carriera politica. Se così non fosse stato, aggi (faccio per dire e cito chi mi viene prima in mente) Vincenzo Santoro e Carlo Trono sarebbero i responsabili del centro multimediale sulle culture popolari e si occuperebbero dell archivio digitale della tradizione musicale del Salento, impegnati presso il centro G. Comi al restauro dei materiali sonori di proprietà  degli archivi privati censiti negli ultimi anni. Roberto Raheli dirigerebbe insieme a Gianni De Santis l archivio e centro di documentazione "Rina Durante", impegnati in diversi progetti editoriali di divulgazione internazionale, Sergio Torsello e Gigi Chiriatti avrebbero la responsabilità  del coordinamento di diversi progetti di ricerca in collaborazione con l Università  degli Studi di Lecce, Daniele Durante e Claudio Giagnotti sarebbero i responsabili della piattaforma di elearning sugli strumenti musicali etnici, con compiti di direzione artistica nella NdT Festival che si tiene per tutto il mese di ottobre ed ha diramazioni a Panni (Foggia) Festival della zampogna, a Villa Castelli (Taranto) Festival dell organetto e a Ostuni (Brindisi) Festival del mandolino! e potrei continuare.

E invece siamo ancora qui, cari Margarito e Santoro, a tentare, integrare, emendare, correggere, rivendicare, proporre, esigere, richiedere, ciò che ogni banale politica culturale "naturalmente" riconoscerebbe alle straordinarie risorse artistiche e professionali del territorio.

Mario Blasi
stambali
Messaggi: 80
Iscritto il: 1 giugno 2006, 0:21

Messaggio da stambali »

Vincenzo Santoro, come ti avevo annunciato, provo a risponderti seriamente sperando che la tua uscita impegnata-farneticante sia l ultima, fermo restando che se continui con le illazioni non ti prenderò più sul serio.

Ci tengo a ricordarti i due colpi bassi di cui ti sei reso protagonista:

1) 11 giugno 2006

"Quindi personalmente accolgo con piacere ulteriori voci dissenzienti rispetto alla "cultura dominante", non possono che farci piacere e confortarci nelle nostre battaglie che a volte appaiono persino a noi stessi un po' donchisciottesche. La competenza e la conoscenza molto dettagliata di fatti e documenti (non solo da addetti ai lavori, ma quasi "da interni") che traspare dai vostri interventi (mi riferisco a stambali e articolo6) non possono che arricchire la nostra azione e dargli maggiore efficacia. E penso che la proposta di una lettera aperta ai politici, da far firmare alla maggiore quantità  di persone possibile, e da far girare sulla stampa, sia proprio una buona idea, soprattutto se riusciamo, oltre alla critica, a inserire anche delle proposte di merito credibili (e quanto più possibile condivise).
Procediamo dunque con la redazione di questa lettera aperta, in modo da poterla rendere pubblica all'inizio della "stagione fatale", quando tutte le attenzioni si concentrano sul "grande evento".
Vorrei però dire - in amicizia, per carità  - ai nostri nuovi compagni di strada che, in generale, quando abbiamo posto questi problemi, e soprattutto quando siamo scesi anche sul piano della denuncia diretta, che coinvolge persone e istituzioni, addirittura con possibili implicazioni legali, ci siamo firmati con nome e cognome, assumendoci in prima persona le responsabilità  delle cose che affermavamo. E questo non per smentire o depotenziare la denuncia, ma per dargli più forza e coerenza. Quindi inviterei, nel momento in cui si gettano le pietre - e si chiede agli altri di fare altrettanto - a tenere bene in vista la mano che le scaglia".

2) 5 febbraio 2007

"p.s. Penso che, in questa storia, il peggiore atteggiamento possibile sia quello di chi ama discettare, accusare, inveire e insinuare solo quando può mascherarsi dietro un nome virtuale di comodo, ma che si guarda bene dall'esporsi in pubblico e dal rischiare qualcosa personalmente, limitandosi a deplorare il lavoro degli altri (e magari a intristirsi per le nefandezze che vengono commesse in questo mondo crudele). Chi vuol capir capisca".

Al tuo primo "invito" scrissi che mi era capitato di conoscere operatori culturali, musicisti, politici ecc., ai quali avevo esposto i miei dubbi circa il fenomeno NDT e che quando si é trattato di denunziare le prepotenze politiche e la miseria che tale evento provoca non solo sono scomparsi tutti ma, la gran parte di loro, gli ho visti seduti alla corte del pre-potente di turno.
Scrissi anche che mi sarebbe piaciuto incontrarvi e conoscervi prima di fare nome e cognome.
I forum danno la possibilità  di interagire attraverso un nome di fantasia e tu che ti poni alla guida del forum non dovresti meravigliarti dell esistenza di stambali, altrimenti, anzichà© fare un forum, dovresti porti alla guida di qualcos altro che obbliga le persone a fare le analisi delle urine prima di poter scrivere qualcosa.
Se la cosa ti fa stare più tranquillo e soprattutto ti pone nelle condizioni di evitare di mandare messaggi cifrati sono disposto ad incontrarti. Mi farebbe piacere, visti i tuoi buoni rapporti, che all incontro ci fosse anche Sergio Torsello, giusto per capire chi, suo malgrado, scaglia le pietre e poi nasconde la mano.

Dopo il dibattito di Alessano, rimango sempre più dell idea che i "politici" di turno delle critiche fatte dagli operatori e delle politiche culturali, quando non sono funzionali al loro fondamental/carrierismo, se ne fottono.

Con riferimento al tuo secondo "messaggio", ti ricordo che ho detto che gli interventi che hanno avuto senso sono stati quelli di Raheli e di Blasi (Mario), che ho trovato interessanti gli interventi dei non salentini e che il resto era molto triste (questa era e rimane la mia opinione).
Ripeto, non ero io ad essere triste ma la situazione che avevo di fronte; quindi non mi attribuire stati modificati di cui faccio volentieri a meno.
Quello che mi sfugge é la tua stizza alla mia affermazione "vedo che per la fondazione ci sono già  molte prenotazioni del tipo ci sarò anch io se mi comporto bene". Cosa ti fa pensare che tale affermazione fosse rivolta a te? Da quello che ho sentito quella sera l unico a prenotarsi é stato Sergio Torsello, visto che la fondazione deve ancora nascere, sinceramente anche se unica, le prenotazioni mi sono sembrate già  numerose. Scusami per il singolar/plurale.
Non dimentichiamo che Sergio Torsello, oltre ad essere consulente scientifico della NDT, fa anche parte del comitato scientifico del Carpitella (grande istituto che fino a questo momento si é "distinto" come l istituto che fa della ricerca la sua ragione di vita). Non ti sembra che la sua prenotazione anche a scienziato della fondazione sia un po troppo? Possibile che sul territorio non ci sia un altro "fesso" che abbia titoli e competenze per rivestire un qualche ruolo di mezzo-consulente all interno della fondazione?

Ti spiego perchà© il convegno mi ha fatto, come ha detto Raheli, decuplicare i dubbi circa i potenziali buoni propositi (che sono anche i miei) che tu e il consigliere Margarito avete sostenuto.
Inevitabilmente al convegno si é parlato di NDT e della nascente fondazione.
Nei miei interventi sul forum ho sostenuto che ormai la NDT, a dispetto di quelli che erano gli intenti di chi l aveva concepita, é divenuta un luogo di potere e di spettacolo in cui la gestione delle risorse e i criteri di selezione degli "attori" é sconosciuta, quantomeno agli operatori del settore.
Silvia Godelli ci ha detto che in fondo gli stanziamenti regionali per la NDT sono poca cosa e che si aggirano tra i 160.000–200.000 mila euro. Ci ha anche detto che il Budget regionale per il settore ammontava complessivamente a dieci milioni di euro, dimenticandosi di tirare le somme. Per il 2005-2006 il Budget disponibile per la NDT, tra concertone, trasferte in Germania, Cina e Giordania, si é aggirato intorno ai 900.000-1.000.000 di euro (finanziamento complessivo di regione-provincia e Unione dei comuni della Grecìa Salentina). Alla fine, gratta-gratta o tira e stira, si é speso un decimo del budget che la regione ha messo a disposizione per l intera Puglia. La favola della regione che stanzia poco per la NDT, visto che provincia di Lecce e l unione dei comuni della Grecìa hanno raso al suolo le loro risorse disponibili, doveva raccontarla da qualche altra parte.

Silvia Godelli ci ha fatto presente che il suo assessorato finanzierà  i buoni progetti che saranno presentati dagli operatori presenti sul territorio e quindi invitava i presenti al convegno a darsi da fare per presentare progetti meritevoli di essere finanziati.
Quella sera mi chiedevo se Silvia Godelli, che ci ha tenuto ad informarci che per motivi ideologici faceva fatica solo a pronunciare la parola competitività , era l assessora della regione Puglia o della California.
Possibile che l assessora non sappia che gli operatori culturali del nostro territorio, per la mancanza di un mercato di riferimento, quello esistente é rappresentato per il 70% dalla committenza pubblica, operano in condizioni di precarietà , utilizzando lo strumento improprio dell associazione anzichà© quello dell impresa culturale. Possibile che non sia a conoscenza che tecnicamente la forma associativa permette il "consumo" dell evento culturale solo agli associati (i soci dell associazione la pizzica-pizzica se la dovrebbero cantare e suonare tra di loro). Che l unica forma associativa (e non d impresa culturale) che permette agli operatori di poter operare all esterno é quella che fa riferimento al dlg. 460/97 (O.N.L.U.S.) e che le attività  dello spettacolo quando non fruiscono di apporti economici da parte dell'amministrazione centrale dello Stato (per essere destinatari delle quali bisogna avere dei requisiti ben precisi oltre che qualche santo in paradiso) anche se esercitate attraverso O.N.L.U.S. sono soggette alla disciplina del reddito d impresa. Disciplina non sostenibile dalla gran parte dei numerosi operatori presenti sul territorio.
Possibile che l assessora ignori che la precarietà  e la mancanza di un mercato sono la causa delle divisioni esistenti tra gli operatori culturali (che per la verità  su come dividersi e farsi male da soli sono esperti) e che la forza contrattuale dei nostri politici poggia sulle divisioni altrui, anzi tale divisioni sono il punto di forza del loro carrierismo e fandonismo? Quando non trovo le parole adatte le invento.
In questa situazione sostenere che gli operatori salentini devono presentare progetti validi, pur essendoci sul territorio competenze di alto livello, é come dire agli agricoltori africani se non producete molto la colpa é solo vostra perchà© non innaffiate sufficientemente le piante. Da noi, come in Africa, manca l acqua e quel poco che c é é quasi avvelenata.
Sarebbe opportuno destinare una parte delle risorse per promuovere, prima di finanziare i progetti dei soliti noti, le aggregazioni tra gli operatori culturali (visto che colpevolmente questi ultimi preferiscono litigare su chi é il più bravo anzichà© consorziarsi o comunque mettersi a lavorare insieme); promuovere o farsi promotori di progetti di legge (nazionali e regionali) che tengano conto della situazione reale in cui si trovano gli operatori del settore al fine di sostituire sussidi temporanei con strumenti legislativi che semplifichino e agevolino l esercizio dell impresa culturale.

Per non dilungarmi molto evito di entrare nei particolari dello statuto della nascente fondazione, di cui non condivido nulla e che sicuramente l ultimo degli studenti di qualsiasi facoltà  di economia o giurisprudenza avrebbe scritto in maniera più compiuta. Ti ricordo che Sergio Blasi (come hai sostenuto) quando ha iniziato a parlare della fondazione NDT diceva che era la forma organizzativa necessaria per dare stabilità  all orchestra popolare. Quando si é reso conto che l aveva detta e fatta grossa (pagare un orchestra popolare formata da 80-100 musicisti significava mettere la fondazione in liquidazione prima del concepimento) ha ripiegato, "spiegandoci", da amministratore "capace", che l orchestra doveva essere instabile, snella. Io, in parole molto povere, dico precaria (giusto per essere realista almeno quanto te). Quest estate, grazie all articolo intervista fatto a Sergio Blasi, riportato dal quotidiano "Paese Nuovo", abbiamo scoperto che "le annose polemiche sollevate dalla web community pizzicata.it, guidata da Vincenzo Santoro, lo infastidiscono come può essere una mosca che ronza intorno alla groppa di un elefante" e ancora, sempre secondo il Blasi, " la fondazione sta nascendo soprattutto per fare ricerca mica per occuparsi del concertone, quindi prevedere una quota é limitativo".
Questo processo lo chiamo il gioco delle tre carte. Tu in risposta alle dichiarazioni su riportate hai detto che Sergio Blasi, per quello che affermava, era incredibile (documentando tutto con articoli apparsi su varie testate giornalistiche) che, tradotto, significa: persona a cui non bisogna credere perchà© fa della balla la sua fortuna. Il concetto che ha espresso il Blasi, al convegno di Alessano, é stato riproposto da Massimo Manera che ha sostenuto: la fondazione non si occuperà  del concertone ma di ricerca e bla-bla-bla!. Volendo credere a tale volontà  mi domando che senso ha chiamare la nascente fondazione "Notte della Taranta" e ancora, visto che si occuperà , come dice Blasi, di costruire "un luogo di alto profilo culturale dove continuare l approfondimento, lo studio, lo scavo, la ricerca sulla storia di questo territorio, sulla sua cultura" e dato che la valenza della stessa non riguarderà  solo l unione ma tutto il Salento perché tra i soci fondatori (con potere di nomina degli amministratori) ci devono essere, oltre a Regione e Provincia, solo l Unione dei Comuni della Grecia Salentina e l Istituto Diego Carpitella e non altri Comuni, Unioni di Comuni, enti o associazioni?
Ritengo che la mozione Margarito sia un passo avanti che va nella giusta direzione, ma, sempre per essere realista e mai pessimista (anche perchà© l ultima speranza non muore mai), come dice Margarito quelli "sono solo impegni presi a parole" che dovranno essere mantenuti da un consiglio d amministrazione nominato, continuo ad usare le parole di Margarito, dall asse egemonico grico-melpignanese-regionale (abusando di una battuta di Beppe Grillo sarebbe stato più chiaro definirla un associazione di stampo pizzicarello).
Parlare di rancori, personalismi, paternità  o maternità  é solo strumentale; se anche io l ho fatto é stato solo per ristabilire delle piccole "verità " e non per impippare o denigrare qualcuno, a tal proposito trovo molto interessante la ricostruzione fatta da Mario Blasi (benvenuto sul forum), le domande che pone in risposta alla lettera di Margarito e lo straordinario confronto dello stesso con Roberto Raheli.
Sul protagonismo o disfattismo, sugli impegnati e i discettatori, sui costruttori e gli accusatori sui buoni e i cattivi e chiaro che stambali appartiene alla categoria dei cattivi e Vincenzo Santoro a quella dei buoni/acculturati.
Voglio solo ricordare che all incontro di Alessano ci tenevo così tanto che ho iniziato a rompere i c!!.. a Carlo da quando é stato deciso (da chi?) di fare un convegno anzichà© una lettera aperta. Volevo dare il mio contributo, magari esponendomi in pubblico (senza neanche tanti patemi d animo), rischiando qualcosa personalmente (come dici te), evitando di deplorare il lavoro degli altri e magari costruendomi la possibilità  di avere dieci minuti per esporre il mio punto di vista senza nessun rompicoglioni intorno a strozzarmi il discorso.

Saluti da Stambali (San Vincenzo permettendo)
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