Il 20 agosto a bevagna ci sarà la prima NOTTE BIANCA delle TRADIZIONI, organizzata da Sonidumbra in collaborazione con il comune di Bevagna.
Una intera piazza è dedicata al saltarello "L'officina del saltarello,impara l'arte: suonatori, cantori e danzatori di saltarello.
Un appuntamento da non perdere per vedere in azione musicisti tradizionali ed avere un'a prima idea....
Per dettagli consultare il sito www.sonidumbra.it
Massimiliano Dragoni, resta sempre la persona più preparata per le tecniche esecutive registrate e documentate in Umbria.Anche lui è presente a Bevagna (fa parte di Sonidumbra).
A presto Marco
Tamburello in Umbria
Re: Tamburello in Umbria
Ciao Marco,
sono Damiano Nicolella, l'utente più fastidioso in assoluto di pizzicata (ancora di più di Ialma, tamburellista, ecc. ecc. ecc.). Sono di Martina Franca (Taranto), nel pieno del cuore della Bassa Murgia, zona di Puglia e d'Italia che solo adesso dopo anni di silenzio, grazie alle ricerche del grandissimo Massimiliano Morabito (monkcage), Gigi Chiriatti e Mario Salvi (che hanno lanciato il repertorio di Villa Castelli, Brindisi, con i celebri cantori Vitucce de Carcagne e Cicce de Ros'Alò per nominarne due), il lavoro mio e di altri ricercatori sta uscendo sulla ribalta della musica popolare nazionale. Scrivo perchè m'incuriosisce questo fatto delle "gnacchere" (= nacchere?). Essendo "'a castagnole" il mio strumento per definizione (io canto e suono cupa cupa, tric-trac = il nome martinese del triccheballacche e dello scetavajasse, e la "troccola" il Venerdì Santo alla processione dei Misteri nella congrega di cui sono confratello, ma il mio strumento è la nacchera singola, che suono con la tecnica martinese, al punto che gli amici mi chiamano "Damiano naccherello") m'incuriosiscono queste "gnacchere" umbre. Come sono fatte? Come si suonano? Durante il ballo o il suono? Che tecniche ci sono?
Poi... è opinione corrente che "Il Giovedì Santo" (lauda sacra della Settimana Santa risalente all'epoca di San Francesco d'Assisi, diffuso pressochè in ogni paese di Puglia) sia stato portato qui da noi dall'Umbria. Io lo canto in minore come l'ho imparato da mia madre, che ricorda che si cantava (qui a Martina Franca) durante la visita ai Sepolcri, sebbene ne abbia registrato varie versioni anche con tonalità, titoli e strofe diverse. Ti riporto due strofe, vedi se c'è il simile da voi:
U sciuregghia sante
Matre Maria s'a puste lu mante,
non ce n'aveve pe ce scì,
e pi la lone se ne partì.
Acchié San Pitre dananze:
"Matre Maria, pecciè stiè chiange?"
"Jegghie chiange pe forte dulore,
sono perdute lu mio figliole".
Un cordiale saluto dalla Valle d'Itria, l'ultima volta che sono venuto a Perugia era l'Eurochocolate e l'odore ti faceva svenire.
Damiano
sono Damiano Nicolella, l'utente più fastidioso in assoluto di pizzicata (ancora di più di Ialma, tamburellista, ecc. ecc. ecc.). Sono di Martina Franca (Taranto), nel pieno del cuore della Bassa Murgia, zona di Puglia e d'Italia che solo adesso dopo anni di silenzio, grazie alle ricerche del grandissimo Massimiliano Morabito (monkcage), Gigi Chiriatti e Mario Salvi (che hanno lanciato il repertorio di Villa Castelli, Brindisi, con i celebri cantori Vitucce de Carcagne e Cicce de Ros'Alò per nominarne due), il lavoro mio e di altri ricercatori sta uscendo sulla ribalta della musica popolare nazionale. Scrivo perchè m'incuriosisce questo fatto delle "gnacchere" (= nacchere?). Essendo "'a castagnole" il mio strumento per definizione (io canto e suono cupa cupa, tric-trac = il nome martinese del triccheballacche e dello scetavajasse, e la "troccola" il Venerdì Santo alla processione dei Misteri nella congrega di cui sono confratello, ma il mio strumento è la nacchera singola, che suono con la tecnica martinese, al punto che gli amici mi chiamano "Damiano naccherello") m'incuriosiscono queste "gnacchere" umbre. Come sono fatte? Come si suonano? Durante il ballo o il suono? Che tecniche ci sono?
Poi... è opinione corrente che "Il Giovedì Santo" (lauda sacra della Settimana Santa risalente all'epoca di San Francesco d'Assisi, diffuso pressochè in ogni paese di Puglia) sia stato portato qui da noi dall'Umbria. Io lo canto in minore come l'ho imparato da mia madre, che ricorda che si cantava (qui a Martina Franca) durante la visita ai Sepolcri, sebbene ne abbia registrato varie versioni anche con tonalità, titoli e strofe diverse. Ti riporto due strofe, vedi se c'è il simile da voi:
U sciuregghia sante
Matre Maria s'a puste lu mante,
non ce n'aveve pe ce scì,
e pi la lone se ne partì.
Acchié San Pitre dananze:
"Matre Maria, pecciè stiè chiange?"
"Jegghie chiange pe forte dulore,
sono perdute lu mio figliole".
Un cordiale saluto dalla Valle d'Itria, l'ultima volta che sono venuto a Perugia era l'Eurochocolate e l'odore ti faceva svenire.
Damiano