Cosa rende VALIDO un corso di strumento tradizionale?

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Ialma
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Cosa rende VALIDO un corso di strumento tradizionale?

Messaggio da Ialma »

Mi riallaccio al post sulle lezioni di tamburello, l'argomento mi pare interessante,
Visto che si é avuto modo di discuterne, in fase embrionale, mi vengono opportune delle domande.

- Chi segue, o chi ha intenzione di seguire in futuro, un corso di strumento tradizionale, cosa si aspetta di raggiungere, di imparare?
- Cosa si aspetta dall'insegnante?
- Perché uno che abita (diciamo a Milano) é interessato ad imparare l'organetto stile abruzzese o il tamburello alla cardola ?

Beninteso non é una domanda a risposta unica, le risposte possono essere tante, una per ognuno di noi
cicerenè
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Messaggio da cicerenè »

[b:5c4643c02e]- Chi segue, o chi ha intenzione di seguire in futuro, un corso di strumento tradizionale, cosa si aspetta di raggiungere, di imparare? [/b:5c4643c02e]

be... dipende dai luoghi...

ci sono luoghi dove ho visto affrontare corsi di strumento tradizionale (inseriti nel grosso calderone dello strumento "etnico") per necessità  ESPIATORIE, TERAPEUTICHE o, nei casi più semplici, di alternativa al corso parrocchiale di TAGLIO E CUCITO.
Per ESPIATORIO intendo un percorso di salvezza dalla tribolazioni terrene. Un percorso ATTIVO,graduale e INTIMO, tutto condito dal mito di turno del ragno che morde, del male da schiacciare con i piedi o del battere le mani fino al formicolio e stimmate...
Per TERAPEUTICO intendo l'atteggiamento PASSIVO di chi OGGI si aspetta dal momento etnico, senza una contestualizzazione culturale e simbolica, la risoluzione più o meno IMMEDIATA dei propri o altrui mali fisici e non. La musicoterapia nota sin dalla notte dei tempi non può superficialmente piegarsi alla lettura di un articolo su Focus o su Repubblica, sullo sciamanesimo o sul tarantismo.
Questo é il riflesso delle mode ovviamente, discorso trito e ritrito, che offre come si é detto in tante occasioni un vasto ventaglio di scelte, nel quale anche le cose dalle intenzioni più serie finiscono per perdersi tra un seminario di 10 ore di Tai Chi e un incontro con Alessandra Belloni e il suo tamburo al fagiolo.
Per alternativa al TAGLIO E CUCITO intendo l'atteggiamento HoBBiSTICO di chi si avvicina allo strumento non per SUONARLO o per CONTESTUALIZZARE la musica e la funzione dello strumento in un rito o in una cultura, ma per dare un senso al proprio tempo libero da impiegare.

Ci sono luoghi dove ho visto affrontare lo strumento in modo solo TECNICO: uno suona magari da anni l'organetto nella tradizione alpina o transalpina e si chiede come sarà  il suo strumento in altre tradizioni. Magari impara una tarantella, due tarantelle, una pizzica o due pizziche, si segna in cima allo spartito da che paese vengono, ma poi si ferma al vezzo artistico e alla curiosità  esaurita all'avere 5 pezzi per ogni zona di diffusione del suo strumento. Anche questo é un atteggiamento, giusto o sbagliato, ognuno fa quello che vuole, ma che poi non mi si venga a dire che le tarantelle sono tutte uguali, solo perché é la pigrizia a non aver voluto approfondire oltre alla diteggiatura la natura modulare delle tarantelle che permette di diversificare le suonate e i suonatori.

Ci sono tanti altri luoghi e mo che mi vengono in mente magari li aggiungo...

[b:5c4643c02e]
- Cosa si aspetta dall'insegnante? [/b:5c4643c02e]

Ho notato che la cosa più frequente é che si aspettano risultati immediati, soprattutto per la diffusa convinzione che lo strumento tradizionale sia in quanto tradizionale, anche primitivo, meno evoluto e FACILE.
"Sai, volevo fare chitarra ma poi siccome mi sembrava difficile sono venuto a fare tamburello!!"
e su questi giù Mazzate Pesanti (mi si permetta la citazione..) anche più del dovuto, ma la presunzione va troncata sul nascere, subito.
A volte se l'insegnante dice: "oltre questo non voglio andare, perché non oso azzardare, perché non conosco a sufficienza, etc etc" magari viene letto solo come mancanza di bravura e convinzione di aver sprecato soldi e tempo, piuttosto che per una sostanziale e sincera onestà .

[b:5c4643c02e]- Perché uno che abita (diciamo a Milano) é interessato ad imparare l'organetto stile abruzzese o il tamburello alla cardola ?[/b:5c4643c02e]

Uno che abiti ovunque l'eco di un fenomeno arrivi, coglie esattamente quello che di quel fenomeno chi lo esporta in modo massificato vuol far arrivare.
Oppure di contro abbraccia l'esatto opposto, per uno spirito critico a volte più sterile dell'atteggiamento acritico. Perché se uno acriticamente assorbe assoggettandosi ai bisogni di massa, il sedicente critico si arrocca su posizioni spacciate per più o meno integraliste, senza però DI FATTO rafforzare alla base la propria posizione.
Sicuramente tra chi a MIlano fa un corso di abruzzesi o di lira ci sarà :
chi ritiene che tutto ciò che é esotico va bene quindi anche quello stile impronunciabile anche perché ricorda i cardoncelli al forno che cucinavano nella trattoria al mare,
chi ritiene che tutto ciò che non é pizzica va bene perché sta pizzica ha proprio stufato e allora conoscere un'altra cosa col tamburello fa sempre figo,
chi ci arriva per i motivi al punto A
e
chi magari si accosta sinceramente senza presunzioni e pretese, con curiosità .
Si, che poi io credo che ci siano anche queste persone.
Lo credo e lo spero molto sinceramente. E le ho anche incontrate, poche, quelle che si fanno 800/900/1000 km per farsi Madonne e Madonne e MAdonne.
E loro, a differenza di me, lo fanno.
Non farei differenze tra milano e non milano, nord e sud. Sennò non ne usciamo più.

Sennò perché uno che abita (diciamo a Taranto) sarebbe interessato a imparare, chessò, l'organetto bretone? ;)
strazzapercall
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Messaggio da strazzapercall »

mi piacerebbe imparare a suonare il tamburello,spero di trovare qualcuno nei dintorni capace di suonarlo,visto che prima di comprarlo suonavo a mò di tamburello qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani,anche il mio cane...
bé mi aspetterei di raggiungere una buona pratica,mi piacerebbe tantissimo imparare la tarantella di carpino o mundanare(comunque la si voglia chiamare,spero mi capiate)con la terzina della pizzica già  ci sono abbastanza vicino,io sto imparando da autodidatta,con viedo registrati dalla TV da concerti,non sto dicendo che sia giusto,ma per ora é l'unica cosa che posso fare,dalle mie parti non conosco molti suonatori tradizionali....
-io non sono brasiliano ma ascolto elis regina perché mi piace,alcune sue canzoni mi piacciono,penso sia lo stesso motivo per cui uno di milano vorrebbe imparare a suonare l'organetto abruzzese,a volte ci si innamora di cose "assurde" e lontane....
aspetto di leggere altri post per rispondere ancora.
Giorgio
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Messaggio da Giorgio »

Io credo che chi cerca certi tipi di corsi non sempre sia motivato da un profondo interesse, ma a volte appena da una curiosità  più o meno vaga, alla ricerca del "suo" strumento. Gli obiettivi sono soggettivi perché dipendono anche dalle precedenti esperienze in campo musicale e dalle conoscenze della cultura che si vuole approfondire o alla quale ci si vuole avvicinare.

Dall'insegnante ci si aspetta, credo, una competenza ottima, una padronanza molto alta della materia insegnata.

Alla terza domanda risponderei allo stesso modo di Strazzapercall.

Ma a me interesserebbe anche e soprattutto sapere il contrario:

- Chi ha intenzione di fare in futuro, un corso di strumento tradizionale, cosa si aspetta di raggiungere, di insegnare?
- Cosa si aspetta l'insegnante?
- Perché uno che abita (diciamo a Milano) é interessato ad insegnare l'organetto stile abruzzese? Oppure perché uno che abita in Abruzzo decide di insegnare organetto stile abruzzere a Milano?
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

- Chi ha intenzione di fare in futuro, un corso di strumento tradizionale, cosa si aspetta di raggiungere, di insegnare?

Allora : dipende da alcuni fattori.
A mio avviso c'é differenza fra fare un corso di tamburello al centro sociale XXX o alla associazione culturale che si sbatte da tanti anni a fare corsi di un certo target culturale.
Cambia il target sia dell'insegnante che del corsista.
La ass. cult. chiederà  (ed io mi aspetterò che lo faccia per me) un minimo di curriculum e di esperienza da parte di chi insegna.
Nel CS é probabile che chiunque voglia tenere un corso vada bene.
Nella Ass. Cult. probabilmente farà  piacere che gli si spieghino delle differenze sostanziali, su tecniche e suonate, al CS probabilmente si chiederà  il metodo più rapido per imparare la pUzzica e morta li.
In entrambi i casi personalmente spero di trasmettere un briciolo di cultura tradizionale, e di dare una idea molto generica su cosa sia lo strumento che insegno, nonostante tutti i miei limiti tecnici.
Poi ci sarà  il corsista A che appenderà  lo strumento al chiodo finito il corso, quello B che andrà  a vedere i concerti di riproposta per suonare nelle ronde ed il C che andrà  per feste tradizionali.

Cosa si aspetta l'insegnante :

Di essere in grado di passare un messaggio.

- Perché uno che abita (diciamo a Milano) é interessato ad insegnare l'organetto stile abruzzese? Oppure perché uno che abita in Abruzzo decide di insegnare organetto stile abruzzere a Milano?

Per amore immagino o per soldi. E come giustamente diceva Montar ci vuole poco a capire quando il vino é annacquato
montar
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Messaggio da montar »

Molto di cio' che avete detto lo condivido.
Per me la cosa importante é capire chi sta dall'altro lato, da qualunque lato ci si mette.
Ci deve essere una certa flessibilità  a seconda dei partecipanti il corso devrebbe essere incentrato
sulla tecnica se le conoscenze dei corsisti e' di un certo tipo (Ialma dice associazione culturale).
In altri contesti il fine diventa solo un mezzo, questo vale per il corso di tamburello, di ballo, per il ritmo coivolgente della pizzica, deve diventare un mezzo per avvicinarsi alla cultura popolare.
Quindi si tecnica ma tante altre cose piu' o meno mascherate. Questo era lo spirito del mio post
iniziale "Lezioni di tamburello": cioe' un percorso graduale di approfondimento che porta lontano,
perche' sarebbe troppo comodo "urlare" contro chiunque perche' ti spinge in una ronda e poi quando si ha l'opportunità  non fare un opera di sensibilizzazione adeguata a chi ci sta di fronte, altrimenti ci riduciamo a respingere le persone per motivi culturali (*) e sinceramente non so quanto questo sia vicino allo spirito popolare (Ogni riferimento e puramente casuale, forse), d'altronde si sa benissimo quanto sia difficile insegnare, credo che sia come molti altri mestieri una missione.
Anche il corso di tamurello, al pari di una pubblicazione di un libro, di un CD, é divulgazione di cultura. Quindi così come deve essere gratificato l'autore, l'editore, allo stesso modo deve essere gratificato chi fa cultura con qualsiesi altro mezzo. Il discorso rimanda a tutta una serie di implicazioni, ma in linea teorica secondo me e' giusto. Ovvio che senza passione, amore, non si va da nessuna parte. Pero' anche il troppo amore potrebbe essere visto dagli altri come fattore negativo, come fattore di presunzione o altro, perche' ogni testa e' un mondo a parte. Quindi a volte prendere le cose con piu' distacco ci avvicina di piu' alla realtà  (questo vale soprattutto per me stesso :-) ). Ma purtroppo anche nel forum a lungo andare vengono fuori i propri difetti ( anche questo e' rivolto principalmente a me stesso :-) )

Un caro saluto



(*)Ialma ovviamente non mi riferisco assolutamente a te quando parlo di motivazioni culturali,
sia ben inteso ne a chiunque altro che ha partecipato a questa discussione.
Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

Bene signori. Riparto dalle tre domande iniziali.
[i:94329c11b5]Chi segue, o chi ha intenzione di seguire in futuro, un corso di strumento tradizionale, cosa si aspetta di raggiungere, di imparare? [/i:94329c11b5]
Potete tirar fuori la vostra lente d'ingrandimento ed iniziare a studiarmi. Proprio perché ho intenzione di seguire un corso di tamburello e quindi mi sottopongo come cavia...
Mi aspetto prima di tutto una cosa: la musica. Un aspetttativa base di partenza che a mio giudizio é comune a qualsiasi corso ed a qualsiasi partecipante (anche per i musicisti della domenica).
Se qualcuno avesse voglia di studiare puro e solo Tamburello decontestualizzato, non mi scandalizzerei più di tanto. La musica é cultura di per sé ed onore a chi trova la forza, la pazienza, il tempo per dedicarsi ad uno strumento.
Questa credo é la prima attesa, a vari livelli, di TUTTI (a parte chi segue al corso il fondoschiena di una qualche sua amica. in questo caso li la voglia di suonare e fare CULtura hanno un significato diverso). Se poi dopo qualche colpo sulla pelle, dopo qualche pizzica e possibilmente con l'aiuto di qualcuno che ti spinga a sporgerti oltre l bordo della pelle e a guardare cosa c'é dietro, ci si rende conto che anche il paesaggio é piuttosto interessante, ben venga!!! Sostanzialmente é quello che é successo a me, anche se di lezioni sono a quota zero. Quindi nel mio caso la musica é stata la porta d'entrata. Quello che ora vi chiedo é: trovate più giusto il passaggio Tamburello--->interesse per la tradizione o quello inverso? A mio parere il secondo può essere un meno spontaneo, ma possibile.
[i:94329c11b5]Cosa si aspetta dall'insegnante?[/i:94329c11b5]
Strettamente connessa con la risposta precedente. Se mi fossi iscritto ad un corso due anni fa, avrei chiesto soltanto un ottimo musicista, un bravo comunicatore (magari un costruttore di strumenti). Poiché siamo nel 2005, quello che spero di trovare é una persona preparata e che possa inquadrare il tamburello in una cornice più grande possibile, che riesca a trasmettere i anche significati di uno strumento che ha qualche migiaia di anni sulle spalle. ma sapete bene cosa intendo.
[i:94329c11b5]Perché uno che abita (diciamo a Milano) é interessato ad imparare l'organetto stile abruzzese o il tamburello alla cardola ? [/i:94329c11b5]
Questo é da chiedere al Milanese, nn posso rispondere per gli altri. In generale mi sembra domanda un po' provocatoria. Perché concentrarsi sulla residenza del tipo in questione? E' forse una limitazione essere ad un certo chilometraggio dai punti nevralgici dei propri interessi? Anche questo é discorso già  affrontato più di una volta. Per quello che posso esprimere come mio parere, la domanda vale esattamente quanto la sua opposta: Perché a un salentino doc da 13 generazioni non gliene frega niente né di musica delle sue parti, né di quelle delle altre regioni? Rispondete ad entrambe e ditemi se le risposte sono diverse...Non é meglio indagare le intenzioni e le aspettative di questo signore? Vedi domanda 1.
Vi farò sapere cosa ho trovato io
vostro sudente matricola 47475, Gianlu
samnispentrorum
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Iscritto il: 19 agosto 2003, 11:10

Messaggio da samnispentrorum »

Le domande poste da Ialma, mi fanno tornare in mente altre due domande che spesso mi pongo:

1) perchà© solo da qualche anno c'é questa "fame" di tamburelli e musiche del Sud, mentre prima no ? (...anzi, erano cose da grezzi e dei terroni)

2) Perchà© non c'é questa "fame" per le musiche, per esempio, dell'Umbria o addirittura della Bulgaria ? Perchà© questa "concentrazione" di attenzione sulla pIzzica e sulla tarantella lucano-calabrese ? Da cosa deriva ? ...appunto: "cosa ci si aspetta ?"
strazzapercall
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Località: provincia sud di bari

Messaggio da strazzapercall »

rispondo alla prima domanda di samnispentrorum(poi se c'é l'occasione mi piacerebbe sapere che significa il tuo nick)!
forse perché c'é stato in passato qualcuno che ha fatto ricerca e che ha avuto il coraggio di riproporle!
anni fa si sottovalutavano le potenzialità  che poteva avere la musica popolare italiana!
o non la si conosceva affatto.
vuoi per i mille dialetti che possono rendere incomprensibili canzoni a poche centinaia di kilometri di distanza,o anche per i contenuti cosiddetti "rurali"che ormai e purtoppo,
poco hanno ancora a che fare con la nuova cultura italiana...che sembrava aver rinnegato le proprie radici.
in america succedeva la stessa cosa con la musica country,
prima delle"super-bone"cantanti country era solo un certo tipo di pubblico ad ascoltarla,
per via dei contenuti e del contesto in cui si era creata!
ho divagato un pò lo so!
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