AUGURI DI BUONE FESTE
-
- Messaggi: 49
- Iscritto il: 1 gennaio 1970, 2:00
AUGURI DI BUONE FESTE
E la notti di natali ਠnesciutu lu redenturi ,cu lu sunu di cerameddari , aguru a tutti nu bonu Natali !!!!!
BUON NATALE E BUONE FESTE A TUTTI
( lo so che magari sono un pò in anticipo , ma mi trovo a casa in calabria ed ho pochissime opportunità di usare il pc ) .
BUON NATALE E BUONE FESTE A TUTTI
( lo so che magari sono un pò in anticipo , ma mi trovo a casa in calabria ed ho pochissime opportunità di usare il pc ) .
"A nuotte de lu Natà¨le
fuò na fieste prengepele,
nascà© Nostro Signore
jend'a na puovera mangiatore."
(tradizionale martinese)
"Nenna nenna nonna,
ha parturite la Madonna,
e ha fatte nu belle bammine
bianche rosse e ricciuline.
A Maruonne o tene 'mbracce,
San Geseppe l'allisce a facce,
e che nu mazze ne fiure
ne facime l'ambasciature,
e che nu mazze de cristalle
ne facime na bella capanne".
(tradizionale tarantino).
"Gesù Bambino,
amor divino,
Verbo incarnato,
ricordati di me che m'hai creato".
(preghiera tradizionale martinese riferitami da una ricamatrice di 91 anni).
Fascà¨te nu Sante Natele e ca u Segnòre ve benerà¨sce.
Damiano
fuò na fieste prengepele,
nascà© Nostro Signore
jend'a na puovera mangiatore."
(tradizionale martinese)
"Nenna nenna nonna,
ha parturite la Madonna,
e ha fatte nu belle bammine
bianche rosse e ricciuline.
A Maruonne o tene 'mbracce,
San Geseppe l'allisce a facce,
e che nu mazze ne fiure
ne facime l'ambasciature,
e che nu mazze de cristalle
ne facime na bella capanne".
(tradizionale tarantino).
"Gesù Bambino,
amor divino,
Verbo incarnato,
ricordati di me che m'hai creato".
(preghiera tradizionale martinese riferitami da una ricamatrice di 91 anni).
Fascà¨te nu Sante Natele e ca u Segnòre ve benerà¨sce.
Damiano
-
- Messaggi: 188
- Iscritto il: 23 dicembre 2005, 15:10
Non ਠancora Capodanno, voi vi state ancora facendo gli auguri per il solstizio d inverno o Sol Invictus o di Natale, ma io ho già scoperto e abbondantemente sperimentato una fortissima connessione tra bevande sacre (volgarmente dette inebrianti) e la pitagorica musica delle sfere.
Se per Talete il principio vitale dell Universo ਠl acqua, per Anassimandro l à peiron, per Anassimene l aria, per Pitagora il Numero, per Eraclito il fuoco, per le devote della taran-t-ella la nutella e per pizzicagnolo il greco di tufo, sappiamo che per i Celti l Archਠਠil divino nettare degli dei e degli sposi, l'idromele.
Ho costruito, dopo la lettura di "Controcorrente" di Joris-Karl Huysmans, una specie di organo fatto a fiale, riempite di diverse specie di idromele diversamente colorati e profumati (tutto-miele, al rosolaccio, ai mirtilli, ai fichi, alla zà gara, a varie bacche...) , ciascuno dei quali riempito in quantità diversa, corrispondente a una nota musicale diversa. Sorseggiando i divini liquori secondo una determinata sequenza che non vi svelerò (perchਠci sto scrivendo su un libro, sul quale intendo percepire i diritti d autore), il bevitore riesce a produrre melodie nel proprio palato, nella propria gola e, attraverso il metabolismo, a interiorizzare l "armonia delle sfere", proiettando la mente all Infinito, nel Numinoso, nel Sacro.
(Bisogna però cantilenare il Mantra: "Santu Patriziu meo te li salmuni- pizzichi li carusi a li cujuni". )
...e quindi, già rannicchiato davanti al fuoco, mentre gl'idromieli profumati orchestrano dentro di me sinfonie, mentre le sapienti miscele mi gorgheggiano in gola canti perlati, ... mi unisco al coro dei vostri cari auguri.. se mi ricordo...
Se per Talete il principio vitale dell Universo ਠl acqua, per Anassimandro l à peiron, per Anassimene l aria, per Pitagora il Numero, per Eraclito il fuoco, per le devote della taran-t-ella la nutella e per pizzicagnolo il greco di tufo, sappiamo che per i Celti l Archਠਠil divino nettare degli dei e degli sposi, l'idromele.
Ho costruito, dopo la lettura di "Controcorrente" di Joris-Karl Huysmans, una specie di organo fatto a fiale, riempite di diverse specie di idromele diversamente colorati e profumati (tutto-miele, al rosolaccio, ai mirtilli, ai fichi, alla zà gara, a varie bacche...) , ciascuno dei quali riempito in quantità diversa, corrispondente a una nota musicale diversa. Sorseggiando i divini liquori secondo una determinata sequenza che non vi svelerò (perchਠci sto scrivendo su un libro, sul quale intendo percepire i diritti d autore), il bevitore riesce a produrre melodie nel proprio palato, nella propria gola e, attraverso il metabolismo, a interiorizzare l "armonia delle sfere", proiettando la mente all Infinito, nel Numinoso, nel Sacro.
(Bisogna però cantilenare il Mantra: "Santu Patriziu meo te li salmuni- pizzichi li carusi a li cujuni". )
...e quindi, già rannicchiato davanti al fuoco, mentre gl'idromieli profumati orchestrano dentro di me sinfonie, mentre le sapienti miscele mi gorgheggiano in gola canti perlati, ... mi unisco al coro dei vostri cari auguri.. se mi ricordo...
Ultima modifica di pizzicagnolo il 21 dicembre 2007, 16:59, modificato 1 volta in totale.
-
- Messaggi: 188
- Iscritto il: 23 dicembre 2005, 15:10
PS e OT (ma sempre di musica si tratta...)
(Ah, P.S. relativamente al post di prima, per i più curiosi, ecco il brano liberamente tratto da "Controcorrente" di Joris-Karl Huysmans che mi ha "ispirato"):
Andò a un armadietto dove, posate su travicelli di sandalo, si allineavano in bell'ordine tante botticelle, munite ciascuna d'un rubinetto d'argento. Des Esseintes chiamava quell'assortimento di liquori il suo organo a bocca. Un dispositivo permetteva d'aprire tutti i rubinetti insieme, perchà© tutte le spine riempissero i sottoposti bicchierini. Sui tiranti si leggeva: "flauto" "corno" "voce celeste" ...Des Esseintes assaggiava qui una goccia, un'altra là ; orchestrando entro di sà© delle sinfonie, arrivava a procurarsi in gola sensazioni non diverse da quelle che all'orecchio dà la musica.
Non per niente egli stimava che ogni liquore corrisponde pel gusto al suono d'uno strumento. Il currasò secco, ad esempio, al clarinetto, dal canto acerbo e vellutato; il kummel, all'oboe sonoro e nasale; la menta e l'anisetta, al flauto, zuccherino insieme e pepato, piagnucoloso e carezzevole; mentre - e si completa così l'orchestra - il kirsch strombetta a perdifiato; gin e whisky portan via il palato coi loro stridenti squilli di pistoni e di tromboni; la grappa fulmina con l'assordante strepito delle tube, ed il tonar dei piatti e della grancassa suonati a braccio teso rintronano il palato quando assaggia il rachi di Chio e le mastiche. Si potevano anche sonare quartetti per istrumenti ad arco.
Rappresenterebbe il violino, la vecchia acquavite, fumosa e delicata, acuta e fragile; la viola, il rumme, più robusto, più rombante, più sordo; il violoncello, il vespetro: straziante e prolungato, malinconico e blandente; il contrabbasso, un vecchio bitter schietto, solido e nero.
Neanche le scale tonali mancavano nella musica dei liquori. Così, il benedettino rappresentava il tono minore di quel tono maggiore degli alcoli che gli spartiti commerciali designano col nome di certosino verde. Partendo di qui, Des Esseintes era riuscito, grazie a dotti esperimenti, a sonare sulla propria lingua silenziose melodie; ad ascoltarsi in bocca degli a solo di menta, dei duetti di vespetro e di rum, veri e propri brani di musica, attenendosi passo passo alla composizione, grazie ad accordi o contrasti di liquori, grazie a sapienti miscele. Altre volte componeva lui melodie proprie; eseguiva pastorali coll'anodino cassì, che gli gorgheggiava in gola canti perlati di rosignolo; col tenero cacao-chouva che canticchiava sciropposi idilli... Ma quella sera Des Esseintes si contentò di cavare dalla tastiera del suo organo una sola nota, portandosi di là un bicchierino colmo d'autentico whiskey d'Irlanda.
Andò a un armadietto dove, posate su travicelli di sandalo, si allineavano in bell'ordine tante botticelle, munite ciascuna d'un rubinetto d'argento. Des Esseintes chiamava quell'assortimento di liquori il suo organo a bocca. Un dispositivo permetteva d'aprire tutti i rubinetti insieme, perchà© tutte le spine riempissero i sottoposti bicchierini. Sui tiranti si leggeva: "flauto" "corno" "voce celeste" ...Des Esseintes assaggiava qui una goccia, un'altra là ; orchestrando entro di sà© delle sinfonie, arrivava a procurarsi in gola sensazioni non diverse da quelle che all'orecchio dà la musica.
Non per niente egli stimava che ogni liquore corrisponde pel gusto al suono d'uno strumento. Il currasò secco, ad esempio, al clarinetto, dal canto acerbo e vellutato; il kummel, all'oboe sonoro e nasale; la menta e l'anisetta, al flauto, zuccherino insieme e pepato, piagnucoloso e carezzevole; mentre - e si completa così l'orchestra - il kirsch strombetta a perdifiato; gin e whisky portan via il palato coi loro stridenti squilli di pistoni e di tromboni; la grappa fulmina con l'assordante strepito delle tube, ed il tonar dei piatti e della grancassa suonati a braccio teso rintronano il palato quando assaggia il rachi di Chio e le mastiche. Si potevano anche sonare quartetti per istrumenti ad arco.
Rappresenterebbe il violino, la vecchia acquavite, fumosa e delicata, acuta e fragile; la viola, il rumme, più robusto, più rombante, più sordo; il violoncello, il vespetro: straziante e prolungato, malinconico e blandente; il contrabbasso, un vecchio bitter schietto, solido e nero.
Neanche le scale tonali mancavano nella musica dei liquori. Così, il benedettino rappresentava il tono minore di quel tono maggiore degli alcoli che gli spartiti commerciali designano col nome di certosino verde. Partendo di qui, Des Esseintes era riuscito, grazie a dotti esperimenti, a sonare sulla propria lingua silenziose melodie; ad ascoltarsi in bocca degli a solo di menta, dei duetti di vespetro e di rum, veri e propri brani di musica, attenendosi passo passo alla composizione, grazie ad accordi o contrasti di liquori, grazie a sapienti miscele. Altre volte componeva lui melodie proprie; eseguiva pastorali coll'anodino cassì, che gli gorgheggiava in gola canti perlati di rosignolo; col tenero cacao-chouva che canticchiava sciropposi idilli... Ma quella sera Des Esseintes si contentò di cavare dalla tastiera del suo organo una sola nota, portandosi di là un bicchierino colmo d'autentico whiskey d'Irlanda.
-
- Messaggi: 83
- Iscritto il: 12 giugno 2005, 16:35
- Località: provincia sud di bari
AUGURI DI BUONE FESTE
Pi essere sicuru, cu no' mi scordo di nisciunu!
ca lu Mamminu nasce ed ਠnà granne fescta,
buon Natale a vuj e tutta la razza vosctra!
Auguri.
ca lu Mamminu nasce ed ਠnà granne fescta,
buon Natale a vuj e tutta la razza vosctra!
Auguri.