
Marketing territoriale?
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Detesto il marketing, ma purtroppo per raccimolare soldi e sponsor si arriva a certi estremi di cattivo gusto, ma di facile successo, probabilmente.
E che dire allora dei tamburelli con l'effige del Che o di Bob Marley?
Se si facessero le bottiglie per il raduno di Pizzicata, perché non fare i tamburelli con la faccia del nostro comandante Carlo Trono?
:D
Caro Raheli.Noto che usi il termine Masai, così, sembra quasi che utilizzi un magnete per attirarmi nel contesto. Se non e' cosi' perdonami. Un chiaccherata in piu' o meno certo non ci cambia la vita. Anzi ne approfitto anche per farti i complimenti sul lavoro fatto sul Mesciu Stifani, solo ora son riuscito a finirlo di leggere per bene. Ti dirò, ho fatto un quadretto con la scannerizzazione della prima pagina del diario: quella che parla delle tre pizziche: Il quadretto l'ho messo vicino ad una donna del 1828 (una pacchianella particolare).Torniamo a noiVisto che posso assumere la duplice veste di pizzicato-modaiolo e detentore di un bit di tradizione che non e' salentina; Assumo la seconda veste.
Gli spettatori che assistono ad un concerto statisticamentesi dividono all'incirca in tre parti: chi ascolta, chi guarda e chi balla.Chi appartiene ad una categoria e vuole esprimere cio' che sentono le altre due dira', per farla breve,solo cazzate. Poi ci sono sempre le eccezioni... quelli che sono a confine tra le categorie.
Riporto uno stralcio di quattro cazzate (tra l'altro le ho fatte leggere anche a Ialma e Carlo) che dovrebbero essere pubblicate a breve su di un giornalino locale.
Ecco le cazzate, a proposito di balli (ricordo che assumo la seconda veste):
... Uno degli ingressi nel cerchio che ritengo più bello si ha quando, a musica ‘nvocata (riscaldata), le persone che ballano tutte insieme si stanno spostando dall esterno verso il centro del cerchio, é questo il momento in cui si deve entrare nella stessa direzione e contemporaneamente si deve emettere un urlo di giubilo, in tal caso si viene riconosciuti immediatamente dal gruppo, e se i suoni (il gruppo che suona) sono vicini, quindi non c é un palco che separa chi balla da chi suona, l urlo ha effetto anche su di loro, e si ottiene un ulteriore carica così che chi suona aumenta il livello di empatia con chi balla; Chi suona crea l energia sonora che propagandosi nell aria diventa quella cosa che gli esperti definiscono fonosfera, bolla in cui il centro generatore é costituito da chi suona (nell ipotesi che sia solo un gruppo a suonare concentrato in un solo posto); si stabilisce un flusso di informazioni unidirezionale da chi suona a chi balla (se chi balla é nella bolla,ovviamente). Analogamente a mio avviso chi balla crea una bolla immaginaria che io definisco "visiosfera" (tutte le persone a contatto visivo con chi balla appartengono alla visiosfera, immaginaria perchà© anche se si é ad un metro da chi balla basta chiudere gli occhi per uscire dalla bolla). In tal modo se chi balla e chi suona si trova rispettivamente nella bolla dell altro si stabilisce un contatto in entrambi i sensi, il top si ha quando i centri delle due bolle tendono a coincidere: in tal modo lo scambio di informazioni é ottimale e vengono recepite le più piccole sfumature da entrambi le parti, si ha il massimo dell empatia. Questo l ho potuto verificare facilmente di persona, alla fine di una festa di paese, ho fatto ad una persona di mia conoscenza che balla da più di sei decenni la seguente domanda:-<< Compà , allora ti so piaciuti sti sonaturi? >>.Lui mi ha risposto:<< Sine, sulo ca non capisceno mango a ‘ddo le fatto juorno, ‘nnato picca si iano a mette ‘ncoppa a lo montagnone >>.Penso che non ci sia bisogno di traduzione. La risposta stava ad indicare che i suonatori oltre al fatto che stavano sul palco si erano posti anche verso la parte posteriore, venendo così a mancare quasi completamente la comunicazione (della visiosfera) da chi ballava verso chi suonava. A prova di ciò aggiungo che la musica era amplificata...
Come vedi caro Raheli definisco, per chi balla, anche dei neologismi (visiosfera), ora non so se tu hai mai tolto il violino dalla spalla e provato a definire le sensazioni che recepisce chi balla, anche in un club mediterranee. Secondo me no!!!Ti ringrazio se mi smentisci, significa che devo riflettere ancora tanto.
Tu ( é una battuta ) sicuramente non appartieni al confine tra suono e visione, altrimenti non ti avresti definito cavernicolo con un avtar in cui vi é un cavo di plastica fatto con petrolio, magari proveniente dall'Irak ,attaccato al violino.
ripeto é una battuta.
Ma poi al di là della definizione di marketing territoriale (grande March, altro che OT) avete assagiato sto vino, se non é stato fatto ancora ci penso io.
Saluti da un Masai Keller (non killer).
Caro Raheli.Per carità niente scuse, ovviamente sul forum si risponde quando si puo'.
Per quanto riguarda il discorso feedback tra danzatori e suonatori la mia visione e' comunque parziale quindi per dire va tutto bene ...ci vorrebbero altri punti di vista.
Sui club medaiterranee concordo con te, la parilona adatta secondo me sarebbe CONSAPEVOLEZZA,anzi diversi gradi di consapevolezza secondo l'interesse. Questa consapevolezza dovrebbe emergere dalla coscienzadi chi a qualunque titolo ed in qualunque modo da informazioni e da una posizione sufficientemente critica da parte di chi le riceve, qui si apre la discussione sulla mitizzazione che risulta impossibile da esporre in quattro righe...magari sarà argomento di future discussioni.
Mi raccomando non prendermi troppo sul serio quando faccio discorsi da provocatore anche se portati su piu'post es. quello sui termini in cui il mio unico scopo era quello di verificare che il termine Taranta in una delle sue accezioni significasse anche Tarantata, processo di identificazione credo. Se poi nascono discussioni interessanti ben vengano.
Ritorno in tema prima che qualcuno mi bacchetti.
Sarebbe interesante, almeno per me, conoscere dal punto di vista lstorico lo sfruttamento turistico-economico di tali simboli. Nella realtà campana lo sfruttamento dei balli e dei suoni provenienti dal popolino iniziò almeno verso la fine del settecento quando Ferdinando IV incaricò alcuni pittori dell'epoca di ritrarre delle scene di ballo a scopo turistico-economico.L'iconografia di quel periodo risulta facilmente riconoscibile, danzatori dai corpi e dalle movenze alla Nureyev, così come oggi sono riconoscibili le tante ballerine dei gruppi viste in tanti concerti.
Saluti