Stile musicale e riproposta

Valerio
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Messaggio da Valerio »

Sarebbe interessante discutere sul rapporto conflittuale che può esserci tra questi due concetti: essendo tanto numerosi i gruppi di "riproposta" in Salento é inevitabile che il lavoro di ognuno di questi sia stilisticamente differenziato da quello degli altri, come d'altronde é logico debba essere.In questo modo la musica degli Zoà© ha caratteristiche diverse rispetto a quella degli Aramiré, come lo stile degli AllaBua é differente da quello dei Lu Rusciu Nosciu e via dicendo. Quello che mi chiedo é se l'esigenza che molti dei gruppi neonati hanno di trovare un nuovo stile che li differenzi dagli altri per non essere semplicemente una sorta di clone musicale a lungo andare non possa portare ad una degenerazione del concetto di riproposta. Sa la riproposta fosse una riproposta "pura" tutti i gruppi si dovrebbero impegnare a proporre la musica così come veniva suonata nei tempi passati, ma questo presupporrebbe l'assenza di uno stile proprio di ogni gruppo e, parallelamente, la volontà  di riscoprire lo stile originale di questa musica, stile con cui si cantava in salento nei tempi passati. Penso che ciò, in pratica, sia impossibile, per mille ragioni diverse, di cui non starei a discutere.Andando avanti nel ragionamento credo si possa dire che, pur mantenendo di fondo la volontà  di riscoprire e riproporre la musica propria della tradizione salentina, la maggior parte dei gruppi presenti sulla scena abbiano scelto la strada di una riproposta "impura", ossia abbiano maturato uno stile musicale che li caratterizza. Sia chiaro che non considero tutto ciò un fattore negativo: se sia giusta o sbagliata una scelta del genere non sta a me dirlo.Tant'é che seguendo questa direzione si é evitato di avere 90 gruppi-clone che si assomigliassero tutti tra loro. L'interrogativo con cui voglio concludere questo intervento é: esiste un limite superato il quale una "riproposta impura" non può esser più considerata "riproposta" ma semplice stravolgimento? E se esiste, é possibile individuarlo?Onestamente stento a considerare i Nidi d'arak, giusto per citarne uno, un gruppo di riproposta (anche se probabilmente la redazione di "Panorama" non sarà  d'accordo), e non credo nemmeno ci sia da discuterne al riguardo, ma mi chiedevo se anche in casi meno estremi si possa continuare a parlare di "musica salentina" quando di salentino non sono rimasti, magari, altro che i testi ed i tamburelli. A voi la parola.[addsig]
LUMAURIZIU
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Messaggio da LUMAURIZIU »

Secondo me la questione si potrebbe porre "semplicemente" in questi termini: perchà© fare musica ? e, soprattutto: perchà© fare musica popolare ? Partiamo dall'assunto che la musica popolare di tradizione é diretta discendente, per trasmissione orale tra generazioni,  della cosiddetta "musica naturale" cioé (secondo la definizione di Schneider) di quella musica primitiva, istintiva, collettiva, imitativa della natura, che era funzionale ai riti di prosperità , di medicina, di fecondità , di protezione, di espiazione, di lode, e di comunicazione e scambio tra terra e cielo che erano proprie dei popoli antichi, secondo il loro sistema sapienzale di credenze e di valori filosofici, sociali e religiosi. Fare realmente musica popolare, oggi, secondo me, vuol dire rispondere soprattutto a profonde motivazioni estetiche ed etiche di studio, comprensione, recupero e riproposta non tanto di una "purezza" filologica fine a se stessa (o con finalità  artistiche o commerciali), quanto proprio di un preciso stile di vita "ritmico" che é stato dei nostri avi e che anche attraverso quella musica (e danza) si esprimeva. Secondo me, fare musica popolare in questo senso implica necessariamente un cuore puro, un grande amore per la propria terra e per l uomo "naturale" e soprattutto un fortissimo impegno di ricerca e di studio, senza poter prescindere da un approccio esecutivo che non può che essere assolutamente e fedelmente imitativo: tendente cioé a far risuonare dentro di noi i suoni, i ritmi-simbolo e le melodie della nostra cultura nel modo il più possibile simile a quello dei nostri avi per riappropriarci in questo modo anche dei loro valori e della loro sapienza.  Una vera e propria forma di totemismo musicale, per intenderci.      Chi fa musica popolare, secondo me, non deve perciò pensare a vendere dischi, a vendere concerti, a far ballare comunque la gente, ad innovare o a crearsi uno stile per differenziarsi dagli altri: deve semplicemente (si fa per dire) impegnarsi a fondo nel ricercare, ascoltare, registrare, comprendere, imitare, riproporre il più possibile fedelmente, ed infine tramandare insegnando: le vendite dei dischi, i concerti, il pubblico che balla, la fama, i soldi !. forse non verranno lo stesso, ma almeno così avrà  reso davvero un grande servizio a tutti.  Il problema dell essere tutti "cloni" secondo me non esiste: il patrimonio musicale tradizionale salentino é tanto vasto e vario quanto ancora scarsamente conosciuto e studiato con serietà , specialmente dai musicisti professionisti, e lascia ampi spazi alle diverse personalità  espressive. Con riferimento alla sola pizzica, per esempio, esistono documenti storici che attestano l esistenza, anche solo nell 800 e nel primo 900, di almeno una dozzina di modi di suonare la pizzica tarantata: tali modi sono andati praticamente quasi tutti perduti (non ci sono stati studiosi che abbiano raccolto partiture) e forse sopravvivono soltanto come ombre incerte in questa o quella versione che é riuscita a giungere sino a noi solo grazie ai vari "raccoglitori" sul campo, dopo un lungo viaggio generazionale fatto di passaggi orali tra "portatori". Ogni volta che muore un "portatore" in uno degli oltre cento comuni salentini senza che nessuno ne abbia registrato il canto o il modo di suonare, e purtroppo ciò accade ogni giorno,  abbiamo perso tutti, irrimediabilmente, una parte della nostra identità .  La cosiddetta "musica artistica" cioé (sempre secondo la definizione di Schneider) quella razionale e "colta" delle culture moderne e, nel suo ambito, la musica "commerciale" contemporanea, rispondono a motivazioni di tutt altro genere: io le rispetto profondamente, anche se non le condivido, come rispetto profondamente tutti gli artisti, ma pretendo lo stesso rispetto da parte loro per la nostra musica popolare: fate quindi pure tutto quello che volete, innovate e mescolate come credete, spingetevi dove volete, ma siate sempre onesti e trasparenti per rispetto verso la nostra cultura e, soprattutto, state attenti a non danneggiare il lavoro di chi fa davvero musica popolare di tradizione.      [addsig]
Valerio
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Messaggio da Valerio »

Sono d'accordo praticamente con tutto quello che hai detto: la tua concezione di "fare Musica Popolare" é, a parer mio, tanto corretta quanto poco messa in pratica, correggimi se non sei d'accordo.
Se e' vero quello che hai detto, infatti, penso sia altrettanto vero che non sono moltissimi i gruppi che "fanno musica popolare" nel vero senso della parola. A me in questo momento ne vengono in mente tre-quattro...

Ma il mio interesse, in questo momento, é rivolto verso quei gruppi che non fanno la Musica Popolare che hai descritto tu, ma un'altra musica che in generale viene definita ugualmente "popolare".
Pure essendo vero che un gruppo, per lavorar bene, dovrebbe, come dici tu, impegnarsi profondamente nella ricerca e nello studio c'e' da dire che chi si incammina in questo tipo di avventura sono sempre piu' spesso non degli antropologi, degli etnomusicologi o comunque dei musicisti professionisti, ma semplicemente dei giovani animati dall'amore della musica e delle tradizioni, ed é abbastanza inevitabile che, quantomeno all'inizio, il frutto del loro lavoro possa essere in qualche modo approssimativo.
Ma le mie perplessità  riguardo ai vari "stili" più o meno fedeli alla tradizione sono rivolte soprattutto nei confronti dei gruppi piu' navigati...

Tu dici che é più che altro un discorso di onestà  e trasparenza. Ed anche questo é indubbio...
Però anche qua c'é da considerare un'altra cosa: la buonafede.
Cioà© quanto un gruppo sia cosciente della più o meno reale "popolarità " (intesa secondo la descrizione che hai dato nel tuo messaggio) della propria musica nel momento stesso in cui la propone come tale.

Mah: l'argomento é abbastanza "spinoso" e difficile da trattare, ma se qualcun altro volesse intervenire...Questo messaggio é stato modificato da: Valerio, 02 Ott 2003 - 07:10 [addsig]
kalascima
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Messaggio da kalascima »

Io penso che il confine tra riproposta e stravolgimento sia da attribuire solo al buon gusto di ognuno.Caro Valerio conosci tre quattro di gruppi che fanno musica popolare salentina "pura"?...beato te, perché io ne conosco solo uno:gli aramiré.E' inutile prenderci in giro.E' l'unico gruppo che ripropone la tradizione così come é.Gli altri gruppi però n possono essere ritenuti "cattivi" solo perché cercano linguaggi nuovi(chiaramente all'interno di un progetto musicale dichiaratamente di contaminazione...).Che facciamo allora? Gli Zoé solo perché usano arrangiamenti nn tradizionalissimi per i propri brani nn possono essere ritenuti parte del mondo musicale salentino?Io penso che questo nn sia giusto.Fare musica popolare, e popolare salentina, consiste nel trattare temi "popolari", come la terra, l'amore, il lavoro... con strumenti popolari e, soprattuto, con rispetto del mondo popolare salentino.Poi c possono essere brani fortemente tradizionali e brani meno.Nemmeno gli Aramiré a questo punto dovrebbero essere ritenuti popolari solo perché, ad esempio, fanno "opillopillopìopillopillopà "?Questa canzone parla dei problemi dei contadini e dei poveri del salento, é stata scritta negli anni 70 eppure , secondo me, é lo stesso "musica popolare salentina" perché parla della povera gente del salento oppressa dai padroni!Chi può stabilire la data di partenza, il confine oltre cui considerare un brano "popolare salentino"?Penso per questo, tornando al discorso di partenza, che nn si possa tagliare fuori gruppi di musica popolare salentina solo perché i loro brani nn sono copia conforme della tradizione.Il confine é quindi tra gruppi che fanno musica tradizionale salentina e gruppi che fanno musica popolare salentina...qual'é il limite tra la riproposta e lo stravolgimento?il buon gusto e la buona fede di ogni musicista che si ritenga innamorato del salento.Andrea Morciano - esule salentino innamorato di casa sua[addsig]
lalla
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Messaggio da lalla »

Sono pienamente d’accordo con tutto quello che avete detto… Oggi ci sono tantissimi gruppi che si richiamano alla tradizione, ognuno di questi ha un modo suo di reinterpretare la musica popolare salentina; c’é chi si proclama “tradizionalista”, chi si definisce innovatore, chi sostiene la difesa della “identità  culturale salentina” e chi, invece, si dichiara favorevole alle contaminazioni… La verità  é che pochissimi oggi fanno la vera Musica Popolare, la maggior parte dei gruppi esistenti si é orientata verso una musica impura o contaminata; i motivi sono tanti: la necessità  di amalgamare la musica, le parole, le sensazioni dei nostri avi con quelli del mondo in cui viviamo; le esigenze del “mercato” che obbliga a offrire un "prodotto" conforme ai gusti della società , che possa quindi interessare a chi di Musica Popolare non ha mai sentito parlare e che non sa nemmeno cos’é la pizzica! Potrei andare avanti ancora…
Il non voglio criticare i gruppi che si allontanano dalla Musica Polare nel vero senso della parola, quelle sono delle scelte che ognuno fa secondo le proprie necessità … Quello che mi preme dire é che questa musica é un modo per esprimere pensieri, sentimenti, aspirazioni della nostra terra,l’importante é essere coscienti del potente mezzo comunicativo che si sta utilizzando, l’importante é dire alla gente cosa si sta suonando con onestà  e buonafede… Solo così si può impedire che alcuni gruppi spaccino per SUONO DEL SALENTO una musica che di salentino ha solo i tamburelli e alcuni testi…
E’ giusto cercare il più possibile di avvicinarsi alla Musica Popolare dando un proprio apporto, l’importante é conservare i canoni linguistici, musicali e culturali della tradizione. Se per varie esigenze non si può tenere fede a questi canoni, si deve avere l’onestà  di dire a chi ti ascolta che quello che stai suonando non é musica popolare ma una tua interpretazione di essa.
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kalascima
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Messaggio da kalascima »

Brava Lalla, ma la pensiamo sempre allo stesso modo?Grande!Cmq voglio concludere il mio intervento precedente con un invito ai gruppi: se nn siete perfettamente collocati nel tradizionale DITELO!!!Il mio gruppo ha da sempre ammesso di fare musica contaminata(non nel senso di copiata però! ), per esempio.E' inutile spacciarsi per tradizionalisti se poi si fa musica-cover di altri gruppi....Ammettete di non fare ricerca ma di copiare da precedenti copie piuttosto che spacciarvi per "ricercatori...."..E con questo ho detto tutto(o quasi...)Andrea Morciano - per gli amici Andrea  [addsig]
Bendir
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Messaggio da Bendir »

Un po di anni fa Vinicio Capossela fu visto alla notte di S. Rocco a torrepaduli e dopo qualche periodo pubblicò il cd "Il ballo di S. Vito".Cmq volevo dire che secondo me gli Aramiré ripropongono musica popolare salentina ma non sono i soli penso che ce ne siano altri come per esempio:Uccio aloisiEnza PagliaraCriamuArakne mediterraneaAriacorteScazzaca TaranteMenamenamòMera-menhir(non so se é corretto scritto così ?)ArgalioAlla buaLu rusciu nosciuZimbaria(o forse hanno cambiato nome)Canzoniere Grecanico SalentinoNui nisciunuTamburellisti di torrerpaduli e Pierpaolo de GiorgiZoéVoi che ne pensate su questi gruppi?[addsig]
Valerio
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Messaggio da Valerio »

Ciao ragazzi.

Bendir: penso che buona parte dei gruppi che hai citato abbiano scelto in modo evidente di non seguire la strada percorsa dagli Aramiré, ossia quella della riscoperta della tradizione più "pura".

Ziarturu: prima di rispondere al tuo messaggio vorrei, perdona la mia ignoranza, tu mi facessi qualche nome di attuali esponenti della Musica/Canzone Napoletana. Solo per aver chiaro di chi tu stia parlando, non per altro.

A presto[addsig]
kalascima
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Messaggio da kalascima »

Bendir hai fatto un elenco di gruppi d musica popolare, nn di gruppi di musica tradizionale salentina.Ascolta qualche cd delle raccolte degli Aramiré(parlo delle registrazioni d Chiriatti, Raeli and company...). e poi dimmi se gli Aramiré nn siano gli unici a seguire quel filone...E poi Lu rusciu Nosciu, gli Alla Bua, I tamburellisti di Pierpaolo de giorgi(!).... nn sono poi totalmente tradizionali(con tutto il rispetto che ho per lu rusciu e per gli alla bua...nn per l'altro signore scritto dopo...).Perciò, come sempre, concordo con Valerio...hai fatto un elenco d gruppi non "puristi"...premesso che anche il mio gruppo Kalà scima nn é "purista" e che, quindi, nn ho niente contro chi intraprende strade nuove....Andrea Morciano - Alessano-Roma[addsig]
tamburellaioresis
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Messaggio da tamburellaioresis »

beh.. io credo come qualcuno ha già  detto che ormai tutti i gruppi di musica popolare salentina arrangiano a loro gusto i testi di musica popolare.. certo é da dire che i nostri nonni non hanno scritto dei veri e propri brani ma si ritrovavano a cantare le stesse strofe che poi oggi sono diventate "pizzicarella", santu paulu" ecc.. con qualche eccezione tipo "lu rusciu" in cui vi é una successione logica nelle strofe.. col mio gruppo per es. abbiamo preso dei testi da un libro di Chiriatti ed abbiamo inserito la musica per poter recuperare anche altri testi che nessuno canta (vedi "brutta curnuta", Ave Sette Giurni" e "Oria Oriamu"). Secondo noi i nostri nonni ci hanno lasciato un patrimonio orale e sta a noi come utilizzarlo.. certo ognuno é libero di fare ciò che vuole, non c'é un GARANTE della muscica popolare che vigila sulle composizioni, anche se a volte ce ne sarebbe proprio bisogno.. [addsig]
ramonn
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Messaggio da ramonn »

Come al solito nei miei interventi sarò critico a farò diverse precisazioni a cose che avete scritto un po' tutti.
Prima di tutto vorrei dire che oggi NESSUNO e dico NESSUNO dei gruppi presenti nel salento oggi fa la musica così come la facevano i nostri nonni, anche gli pseudopuristi fanno riproposta. Anche Uccio Aloisi nel suo ultimo cd ha fatto riproposta!
Poi vorrei ripetere una cosa che ho già  detto in altri forum: chi ha deciso che quella delle registrazioni del primo novecento é LA MUSICA SALENTINA???
quella é la musica salentina degli inizi del 900, quella che facciamo oggi é la musica salentina del 2000.
E' impensabile ritenere quella del 900 la musica salentina, perché la musica salentina non é stata sempre quella!
Col passare del tempo la nostra musica si é arricchita di strumenti: organetto e armonica a bocca sono nati intorno al 1850 e non nel salento quindi non erano strumenti di musica salentina,ma di altre musiche.Stesso dicasi per violino e chitarra che non mi sembra siano nati nel salento.
Se i nostri antenati avessero fatto il discorso degli pseudo-puristi odierni oggi dovremmo essere a suonare ancora con qualcosa di simile ad un tam-tam o con qualcosa che é ancora più semplice.
Col passare del tempo la nostra musica si é arricchita di strofe o di testi: non é vero che i nostri nonni non scrivevano testi, noi a Merine ne abbiamo trovati tantissimi che parlano di merine ed erano stati scritti da persone di Merine.
Poi vorrei far notare che molto spesso non esiste una melodia propria per un canto: molte volte gli anziani dicono:"quista la pueti fare comu uei,nui la cantammu a tanti modi"(questa puoi cantarla come vuoi,noi la cantavamo in tanti modi)..e molto spesso esiste più di una melodia per uno stesso canto.

Io penso che quella che si fa oggi é musica salentina,fatta con la sensibilità  di chi vive in questi giorni, e la musica salentina non é solo quella dei testi frutto della ricerca ( di quei pochi che la fannno),ma deve essere arricchita da testi nuovi perché é questo che facevano i nostri nonnni:cantavano le canzoni che gli venivano tramandate e in più ne aggiungevano di nuove.
Per me perché la musica,come ogni aspetto della vita e dell'identità  di un popolo é in continua evoluzione come il popolo stesso.
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ramonn
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Messaggio da ramonn »

Una piccola aggiunta che ho dimenticato di fare prima ed é diretta a tutti coloro che ritengono che la musica salentina debba restare così com'era al tempo dei nostri nonni.
Vorrei far presente che da quella che era la cultura tradizionale dei neri portati in America é nato il Jazz.
Da quella che era la musica tradizionale giamaicana con influenze provenienti dagli stati uniti sono nati prima lo ska e poi il reggae.
e questi sono solo degli esempi.
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Valerio
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Messaggio da Valerio »

Ramonn: tutto quello che hai scritto é vero, ma devo esser critico pure io, e devo fare una precisazione: nessuno, credo, ha mai detto che quella delle registrazioni del primo novecento e' LA MUSICA SALENTINA, e se lo ha fatto ha sbagliato.
La musica delle registrazioni é semplicemente MUSICA SALENTINA TRADIZIONALE, o popolare che dir si voglia. Sempre degli inizi del 900, ma tradizionale.
Ora: non potrai sostenere che quella che viene suonata oggi sia musica tradizionale salentina del 2000. Non credo sia proprio il caso...
Che nessuno suoni come suonavano gli anziani 100 anni fa é indubbio, come é vero che la musica tradizionale delle registrazioni é solo una parte della musica tradizionale salentina che é vissuta nei secoli passati.
Ma queste cose non credo debbano esser prese come motivazione per poter giustificare qualsiasi "corrente" musicale. Caso mai il contrario: proprio per queste ragioni vale la pena impegnarsi per cercare di "raggiungere" lo stile dei "nonni"... e magari anche quello dei "bis-nonni", cercando di riscoprire anche la "musica" precedente a quella delle registrazioni...
Il discorso di quelli che tu chiami gli pseudo-puristi é più semplice ed onesto di quanto si possa credere: se qualcuno dichiara di voler fare musica TRADIZIONALE salentina, si impegni per rendere onore alle sue parole. Altrimenti dichiari semplicemente di fare MUSICA SALENTINA. Se poi la sua musica diverrà  tradizionale lo scopriranno le generazioni future.
Come si é già  ripetuto più volte é più che altro un discorso di onestà .

Gli esempi che tu mi fai riguardo al jazz e al raggae non hanno senso, se tu li inserisci in un contesto "tradizionale": sono musiche nate dalla tradizione di alcuni popoli, ma non credo si possa dire ne facciano parte: é ancora presto.

Rispondendo a ziarturu: io sinceramente non so se augurarmi la musica salentina segua il percorso di quella napoletana...
Comunquesia anche questa possibilità  non é molto inerente al discorso che si stava affrontando del forum: la problematica che sollevi tu, ossia quella di una possibile sopravvivenza della musica salentina in un tempo futuro, é a parer mio del tutto indipendente dall'argomento che ho proposto nel primo messaggio di questa discussione.
Vorrei fare una precisazione, perchà© ho la sensazione che alcuni si siano fatti delle idee sbagliate.
I cosiddetti "puristi" o "tradizionalisti" della musica salentina non sono dei censori musicali, dei repressori, degli ottusi che non vedono altro oltre la musica tradizionale.
Io li vedo più come delle persone che lottano perchà© le cose vengano chiamate col loro nome, perchà© un certo lavoro venga fatto nel modo corretto, perchà© certe cose, a cui loro tengono particolarmente, non vengano modificate o stravolte dall'approssimazione o dall'incapacità  di altre persone.
Non ho mai sentito dire a nessuno: "in salento l'unica musica da suonare é quella tradizionale" o: "tutti i gruppi si devono impegnare per riuscire a suonare con uno stile quanto più tradizionale possibile".
Viene semplicemente detto: "se dichiari di fare musica TRADIZIONALE suona musica tradizionale e non musica inventata da te"; "se dichiari di fare musica salentina CONTAMINATA, suona musica salentina contaminata e non musica rock accompagnata da due tamburelli".
Al di fuori del termine "tradizionale" la libertà  é assoluta.
Se qualcuno vuol suonare musica "salentina" non tradizionale é liberissimo di farlo.

Non vedo quindi chi stia ostacolando l'eventuale nascita di un genere musicale salentino "moderno".
A parer mio, se si vuol trovare un colpevole, si deve cercarlo nei gruppi musicali, e non tra i "puristi": ogni musicista che non si comporta in modo onesto credo rappresenti un ostacolo alla nascita di questo nuovo genere.
Nel momento in cui si affianca ad un nuovo modo di far musica salentina l'aggettivo "tradizionale" é logico aspettarsi d'esser travolti dalla critica "tradizionalista".

Quindi, perfavore, non addossiamo responsabilità  a chi di fatto non ne ha.

Un saluto a tutti.Questo messaggio é stato modificato da: Valerio, 07 Ott 2003 - 07:06 [addsig]
dottorfesta
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Messaggio da dottorfesta »

Sono completamente d'accordo con Valerio.Premesso che ciascun (musicista) é ovviamente libero di pensare e fare quel che gli pare, vorrei comunque dire a Ramonn che l'equazione "musica contemporanea fatta dai Gruppi salentini = musica popolare salentina di oggi" é secondo me assolutamente fuorviante  La categoria della musica popolare é una categoria per definizione non contestualizzabile: é semplicemente LA TRADIZIONE.  Se da un lato ciascuno é libero di provare a creare quel che gli pare, dall'altro esiste a mio avviso un obbligo "morale" di mantenere la tradizione.Chi sente questo obbligo e lo porta avanti con coerenza attraverso la ricerca, lo studio e la riproposta il più possibile fedele della "sintassi musicale salentina" é colui il quale ha capito che "Mantenere la tradizione non é pietrificazione, ma immersione nelle profondità  storiche e psichiche dell'essere umano".Tutto il resto é spettacolo.  Luigi Chiriatti, al convegno dell'altra sera a Lecce, tra le tante cose interessanti ne ha detta una che mi ha particolarmente colpito: nelle comunità  agricole e pastorali che ancora sopravvivevano ai tempi delle sue ricerche sul campo, tutti "potevano" cantare, ma solo uno era deputato dall'intera comunità  ad avere il ruolo del "Grande Cantore", cioé di colui il quale aveva la responsabilità , appunto, di "mantenere la tradizione", cioé di depositare e tramandare l'esatta sintassi e grammatica musicale di quella comunità .Occorre molto studiare, ascoltare, studiare, ascoltare, studiare .... Questo messaggio é stato modificato da: dottorfesta, 07 Ott 2003 - 07:32 [addsig]
ramonn
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Messaggio da ramonn »

prima di tutto vorrei fare una domanda: chi é che suona musica tradizionale salentina oggi?? voglio sapere i nomi dei gruppi.A quello che dice valerio vorrei far notare che quella delle registrazioni é la musica salentina così come veniva eseguita nella seconda metà  del 900 (le prime registrazioni sono degli anni 50)..era la musica riproposta negli anni 50 con gli strumenti che avevano a disposizione in quegli anni,con le conoscenze musicali che avevano a disposizione in quegli anni.Oggi gli strumenti a disposizione sono diversi, le conoscenze musicali sono diverse.Cosa dobbiamo fare per fare musica tradizionale??Cercare di copiare quel poco che c'é nelle registrazioni??Quando si fa ricerca molto spesso si riescono a recuperare solo testi, qualche volta le melodie (le arie dicono i nostri nonni),ma é molto difficile trovare le parti che accompagnavano i canti.Parti che un tempo quelcuno aveva inventato quindi non vedo cosa c'é che non va se oggi si inventano gli stacchi o se si aggiungono degli arrangiamenti nuovi.Quello di aggiungere, modificare é sempre stato fatto anche dai nostri nonni.Per quanto riguarda il discorso del jazz io non ho detto che é musica tradizionale,ma che partendo dalla musica tradizionale si é ottenuto quel genere.[addsig]
tamburellaioresis
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Messaggio da tamburellaioresis »

Beh.. pensandoci bene ziarturu hai proprio ragione.. noi infatti abbiamo come sottotitolo "pizziche e canti popolari" e ci serve per far capire il "genere" a chi non ci conosce..[addsig]
Valerio
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Messaggio da Valerio »

Ramonn: credevo di averti gia' risposto, ma evidentemente non l'ho fatto abbastanza esplicitamente.
Se per "suonare musica tradizionale salentina" intendi suonare la musica che si suonava, e soprattutto cantava, in salento gli anni passati, senza specificare quanto passati, la risposta é ovvia, quanto più volte ripetuta: nessuno. Nessuno suona quella musica. E non potrà  mai farlo.
Quello che alcuni stanno provando a fare é il riproporla tentando di avvicinarvisi più possibile. Ma nessuno riuscirà  nell'intento di riproporla tale quale era nel passato, per motivi che mi sembrano abbastanza ovvi.

Che le prime registrazioni sono state fatte nel '50 lo so, come mi rendo conto benissimo del fatto siano un documento relativo all'epoca in cui é stato raccolto. E' alquanto logico.
Come é logico quello che dici riguardo agli strumenti musicali.
Meno logico il discorso sulle "conoscenze musicali". Le conoscenze, per loro stessa natura, sono piuttosto soggettive, quindi il fatto siano "diverse" dipende esclusivamente dal "soggetto" che prendi i n considerazione nel momento in cui le confronti.
Comunque sia fare musica tradizionale credo possa essere inteso più come un "imitare" che un "copiare", che sono due cose abbastanza diverse, anche se la sfumatura tra i due termini può essere molto sottile.
Al processo "imitativo" deve però esser affiancata una "conoscenza" appropriata delle "conoscenze", mi si perdoni la ripetizione, musicali dell'epoca.
Mi spiego meglio: il musicista deve, o dovrebbe, far sì che le sue "conoscenze musicali" nel momento in cui "fa" musica tradizionale coincidano con quelle di chi suonava e cantava la musica che ha intenzione di riproporre.
O ancora più semplicemente: si deve esser coscienti del fatto che il modo con cui si faceva musica prima é diverso da qualsiasi metodo moderno, qualsiasi formazione musicale si sia intrapreso, e quindi si deve, logicamente, impararlo.
Il chà©, a livello teorico, é possibile. A livello pratico forse é un po' difficile, ma non é necessario pretendere di raggiungere la perfezione.
Le uniche cose che, caso mai, si può "pretendere" sono l'impegno e l'onestà .
Partendo da questa "competenza musicale" credo possa esser lecito comporre melodie ed arrangiamenti che, verosimilmente, si può ipotizzare potessero esser suonati, simili, anche all'epoca delle registrazioni raccolte.
La problematica dell'aggiunta dei nuovi strumenti, per quanto reale, credo vada affrontata a posteriori.


Spero di aver chiarito quale sia, al momento attuale, quello che io considero il modo più giusto di far musica popolare... nell'attesa di migliorarlo e arricchirlo ulteriormente...


Ziarturu: tu citi una mia frase nel tuo messaggio.
In particolare la domanda provocatoria con cui ho concluso il mio primo intervento.
E ci tengo a sottolineare il "provocatoria".

Ora: io ho voluto, nell'ultima parte dell'interrogativo, evidenziare il fatto che a parer mio può esser ipotizzata l'esistenza di un limite non definibile. E non l'ho fatto a caso.
L'ho scritto perchà© son convinto che non sia una situazione inverosimile.
Per questo non capisco proprio come tu possa dire che: "L'esistenza di un limite presuppone anche l'esistenza di regole che permettano di individuarlo".
Un limite non credo sia, per definizione, "sempre definibile".
Neanche in matematica.
Sarebbe doveroso approfondire il significato, e soprattutto i fondamenti, della tua affermazione, ma non credo sia il caso di discuterne in questo forum, perchà© l'argomento esulerebbe abbastanza dal tema che si sta portando avanti.

Mi sembra, tuttavia, che la tua classificazione delle interpretazioni de "L'aria de lu trainieri" abbia poco senso, pur non essendo, nei termini da te specificati, errata.
Tu trovi tre filoni per tre interpretazioni.
E se fossero 5 le interpretazioni? 10? 100?
Il discorso si complicherebbe.
Sarebbe tutto un "trovar limiti" ai vari filoni per tentare di catalogare i vari "stili interpretativi" se così possono esser chiamati.
Oltretutto si potrebbe anche mettere in discussione il fatto tu cataloghi in base agli strumenti: che i Ghetonia possano esser considerati allo stesso livello, "progressivamente" parlando, dei nidi d'arac mi lascia perplesso.
A questo punto si potrebbe e dovrebbe trovare altri cento modi di catalogazione.
Non credo nemmeno valga la pena inoltrarsi in una simile avventura.

Per questo il mio interrogativo iniziale era rivolto in ben altra direzione.
Lungi da me l'intenzione di avviare una catalogazione.
Sia ben inteso che non desidero tracciare delle linee "tradizionaliste" per poi decidere chi stia di qua o di là  da esse.

Il mio intento era ed é quello di affrontare una discussione sui "metodi" di fare musica più che sui "risultati".


Un saluto a tutti.Questo messaggio é stato modificato da: Valerio, 08 Ott 2003 - 15:45 [addsig]
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