PIZZICA LA TARANTA - RONDA: 8-9-10-11/12/05

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andreap
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Messaggio da andreap »

Carissimo Maruko
sono felice che concordi con le miei opinioni!
Scusami ma sul programma della manifestazione però la parola Pizzica De Core io non riesco proprio a vederla, vedo invece tecnica sul tamburello della pizzica. Che é esattamente quello che vorrei dare, un bagaglio tecnico.
Ripeto: la tradizione é una cosa viva, in quanto tale si può viverla ma non cristallizzarla, ciò che si cristallizza inesorabilmente muore..
La web é fatta esattamente come tu dici, descriviamo quello che facciamo.
Ti ringrazio in ogni modo del tuo intelligente e civile commento e mi auguro di incontrarci in altri contesti.
Grazie
Andrea
giannino
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Messaggio da giannino »

A questo punto ci tengo a precisare una cosa: io non sono contro i corsi di tamburello tout cour e contro i corsi in generale riferiti alla musica popolare. Semplicemente, visto che tutti gli insegnanti si affrettano a dire che con i loro corsi non ci fanno i soldi (molti dicono di rimetterci, anche se io non ci credo), auspico che un corso talmente ambizioso da includere le tecniche di tamburello d mezzo mediterraneo, includa 1 almeno 1 portatore di almeno 1 di quelle tradizioni, perché chi va ad imparare il tamburello di solito non ci va per accompagnare il suo gruppo preferito di heavy metal, ma per cercare di mettere almeno un passettino all'interno della tradizione (che puù essere salentina, campana o marocchina) che per qualche strano motivo lo ha affascinato....mi sbaglio?
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andreap
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Messaggio da andreap »

Caro Giannino
il mio intervento non era volto a far polemica, ma visto che mi chiami in causa ripetutamente ti rispondo con ugual garbo.
Forse dovresti conoscermi prima di farti opinioni...
Cosa ha a che fare la didattica con la tradizione, e soprattutto cosa ha a che fare un workshop con la tradizione continuo proprio a non capirlo.
Non mi pare di aver mai affermato che io lo faccio per la gloria o faccio gratis.. Io sono un musicista, chi viene da me viene per imparare e il mio tempo (al pari di un idraulico o un panettiere) ha un valore.
Io sto parlando di strumenti musicali e di tecniche esecutive non di un seminario sulla "terra del Rimorso" o "sud e Magia", ed il tamburello appartiene a questa famiglia...
Visto che sei a Bologna potresti fare una capatina, farti un'opinione sulla base del mio operato e poi decidere se stimarmi o detestarmi...
A proposito, cos'é un portatore di una tradizione?
Grazie infinite per il tuo tempo e a presto.
Andrea
montar
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Messaggio da montar »

Sig. Piccioni,
Solo ora ieri sera son riuscito aleggere la discussione,
mi permetto di farle le seguenti domande perche' l'evento e' stato messo
volontariamente nel forum, di questo va dato merito all'organizzatore,
la prego di considerare le stesse in senso generale non legate necessariamente all'evento specifico e ringrazio anticipatamente lei e chiunque altro vorrà  rispondere: tempo, voglia e pazienza permettendo.


Premetto che io sono un fruitore di eventi non un organizzatore, ne un musicista, ne un insegnante. Quindi mi cosideri alla stregua di un suo fan.

Prima pero' devo rispondere a Giannino e fare delle semplici osservazioni.



Giannino, a Torino e dintorni ecco chi e' arrivato negli ultimi tempi,
premetto che non conosco nemmeno gli organizzatori.

Nuovi mascarimirì.
Uccio Aloisi gruppu.
Pino Zimba.
Kumenei.
Mario Salvi.
Mimmo Epifani.
Poi legati in qualche modo al Salento :
Ambrogio Sparagna (L'ho anche applaudito in altre "esecuzioni"... ) con F. Di Giacomo e
Giovanna Marini.
Uscendo fuori dal Salento:
2 o 3 Volte i cantori di Carpino.
Varie paranze e Turi Grasso con i suoi pupi siciliani.




Caro Giannino, negli incontri periodici e spontanei, dove ognuno fa quel che vuole nei dovuti limiti, in diversi pub dove si balla come ha ben spiegato Raheli, diversi partecipanti sono salentini.
Devi sapere che Torino é la terza città  della Puglia dopo Roma e Milano.

Poi, parli di invitare gruppi di riproposta, a me personalmente piace soprattutto il ballo, nonostante la mia quintalata di stazza. Le ballerine salentine al seguito dei gruppi ballano esattamente come ha spiegato Raheli (Quello che ho visto di persona) cioe' allo stesso modo di quelle locali, a te le conseguenze...Ma su di questo già  é stata fatto tanto autocritica ...a queste persone va tutta la mia stima, per quel che può valere.

Altra osservazione: molto spesso si instaurano discorsi sul manifestino/volantino dell'evento non sull'evento. La maggior parte delle volte chi scrive il manifesto e' l'organizzatore non l'ospite, l'ospite non ha nemmeno la piu' pallida idea di cosa ci sia scritto.
Quindi a mio avviso meglio fare commenti dopo aver fatto alcune domande preventive. Questa purtroppo é una cosa che si ripete abbastanza spesso.

Infine a mio avviso ci son 4 variabili importanti nell'organizzare un evento: gli organizzatori, gli insegnanti, i contenuti, i fruitori (a chi e' diretto) . Da queste 4 variabili nascono le piu' svariate incompresioni. Puntualmente ogni discussione si contorce su se stessa, vi prego di tener questi quattro punti fondamentali nella giusta considerazione e ordine.

A me picerebbe leggere le seguenti cose relative alle quattro variabili:

a) Organizzatori: Profit/No Profit/Beneficenza/Altro
b) Insegnanti: Curriculum specifico sull'argomento
es. Pizzica, Cose riguardante la pizzica non un curriculum generico e mezza
riga sulla pizzica. Si trattasse anche dell'einstein della materia, ma comunque nella maggior parte dei casi non e' conosciuto. Corregetemi se sbaglio.
c) Stage: a chi e' rivolto, asperti, pricipianti, etc. etc.
d) Stagisti: legato al C e al luogo dove si organizza.

Suggerisco a Carlok di fare un form con delle caselle
da compilare dove é possibile inserire questi dati basilari.

C'e' ne sarebbe un'altra più complicata, . Ed é quello di esplorare
se nel territorio dove si organizza l'evento ci sono associazioni di cittadini di "madre patria" legate all'evento stesso , questo soprattutto nelle grandi città . Potrei fare degli esempi negati/positivi ma mi astengo volentieri.

Vengo alle domande:

1) consa ne pensa degli stage/corsi intensivi di tamburello di 1 o 2 giorni che durano dalle sei alle otto ore al giorno (Ballo e strumento). Per un'allievo medio e' sopportabile questo "ritmo"? Oppure il corso e' rivolto ad altri professionisti?

2)Lei come si comporterebbe se arrivasse uno studente che suona da diversi anni assiduamente e uno che non ha nemmeno il tamburello nello stesso stage intensivo, e tutti gli altri in tutte le situazioni intermedie possibili?

3) A parità  di preparazione e didaticca un insegnante di "madre patria" potrebbe dare un valore aggiunto? Se si come? Oppure la tecnica e' completamente slegata
da altri fattori?

4) Una banalità ,legata ache alle osservazioni precedenti, ho letto il suo curriculum in italiano, cosa curiosa per quanto riguarda il sud italia ci sono veramente poche righe.
Analogamente le cose scritte da Patchanga sul suo conto sono veramente poche.
Su che cosa io mi dovrei basare per partecipare agli stage?

5) Forse ho letto male, ma per un insegnante della sua caratura non e' un po' un controsenso ricevere allievi gia "cotti" dal ballo? Non sarebbe meglio il contrario?
Mi sembra che non ci siano situazioni intermedie (domanda rivolta a pachanga): costi per una giornata.

6) Nel suo discorso sulla tecnica/Tradizione, a mio avviso, c'e' un po' di contraddizione.Lei afferma che con la tecnica della pizzica non si puo' suonare il saltarello, ma la tecnica per la pizzica deriva da uno studio a tavolino o e' parte del dato tradizionale di un luogo?

Nel salutarla colgo l'occasione per augurare buon lavoro a lei, ai colleghi e l'organizazione tutta. Sinceramente spero che l'iniziativa raggiunga tutti gli scopi da voi prefissati, così come quelle future.
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andreap
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Messaggio da andreap »

Carissimo Montar
innanzitutto ci tengo a ringraziarti per l'acume e la preparazione che traspare dal modo in cui pone le tue questioni. à© un piacere per me confrontarmi su queste tematiche a questo livello di comunicazione. Unica cosa: ti pego di darmi del tu, "sig. Piccioni" sembra il logo di un corriere espresso!
Vengo alle risposte:
1) Secondo la mia esperienza assolutamente si. Innanzitutto perché i corsi sono differenziati (anche nel prezzo ci tengo a dire), quindi i partecipanti ad esempio del corso di tamburello non devono necessariamente partecipare al corso di danza (e viceversa), le due cose quindi possono essere tranquillamente vissute sulla base del "sentire" individuale. Al contrario sarà  compito mio e dell'altro musicista presente di "accompagnare" con gli strumenti suonati "live" il corso di danza, e se i partecipanti del corso di tamburello vorranno condividere con noi anche questa esperienza io personalmente non posso che esserne felice.
2)Prima dell'inizio dei corsi saranno valutati gli allievi sulla base del loro percorso individuale e della conoscenza dell'argomento in questione, in modo da istituire, se necessario (come riportato sul programma)una o più classi. Inoltre io mi farò carico di portare diversi strumenti in modo che tutti possano esercitarsi e praticare alla pari.
3) questa é una domanda spinosa, in quanto si verrebbe a dare un giudizio sulla competenza di questo o quell'insegnante, ci tengo però a dire che il tamburello non é patrimonio esclusivo del sud - Italia, ma bensì dell'Italia tutta in quanto é costruito e suonato da tempo immemore su tutto il territorio (a parte rare eccezioni).
4) Il mio percorso individuale sulle tecniche di tamburello é legato, oltre all'apprendimento con alcuni noti didatti, alla fortuna (cercata...) di aver incontrato sul mio percorso tanti suonatori tradizionali (in primis mia nonna...) che mi hanno lasciato un bagaglio senza fine. I nomi di queste persone sono volutamente lasciate fuori dal mio curricola per il grande rispetto che ho di loro legato alla LORO precisa volontà  di non prendere parte all'assurda "caccia all'anziano" a cui si assiste da un pò di tempo. Mi auguro che la mia competenza possa essere guidicata solo sulla base del mio operato, e che stimolo alla partecipazione possa essere la mia serietà  di musicista e didatta.
5) questa domanda si riallaccia direttamente alla numero 2, nel momento in cui i corsi sono slegati sta alla scelta individuale di focalizzare il perorso scelto.
6) quando parlo di tecnica necessariamente bisogna fare un distinguo dalla tradizione, prendiamo ad esempio la montemaranese: ho conosciuto tantissimi suonatori e ognuno di loro, nella rispetto della pulsazione del ritmo, interpretatva la diteggiatura come credeva, questo accade per tantissime tecniche ed é lecito all'interno di un'esecuzione eseguita in un contesto specifico (come la festa tradizionale), se parliamo però di tecnica, all'interno delle esecuzioni dei suonatori tradizionali é possibile identificare degli elementi comuni che se sviluppati ed applicati secondo uno studio didattico/fisico/musicale possono portare ad ottimi risultati. Il punto focale é la corretta impostazione del corpo nella postura, della mano che sostiene lo strumento e della mano che percuote, elementi tecnici che, ne converrai, non é possibile apprendere senza una corretta guida.
La tecnica e la tradizione sono, nella mia personale visione, due elementi distinti ma costantemente in comunicazione, in quanto l'uno modifica l'altro e si permeano l'un l'altro senza soluzione di continuità .

Ti ringrazio nuovamente e mi auguro di incontrarti per condividere dal vivo le vicendevoli esperienze (un mio caro amico di quasi 150 kg sa danzare con una leggiadrìa meravigliosa, non sei solo...)

Andrea
giannino
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Messaggio da giannino »

"Nuovi mascarimirì.
Uccio Aloisi gruppu.
Pino Zimba.
Kumenei.
Mario Salvi.
Mimmo Epifani.
Poi legati in qualche modo al Salento :
Ambrogio Sparagna (L'ho anche applaudito in altre "esecuzioni"... ) con F. Di Giacomo e
Giovanna Marini. "

Su questi nomi si potrebbe creare un topic, che dico, un libro intero su cio' che la musica salentina NON E' o, per scelta dei musicisti, NON VUOLE PIU' ESSERE...escluso naturalmente Uccio Aloisi).
zorro
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Messaggio da zorro »

Ciao Giannino,
dai tuoi scritti capisco che hai un bel rododentro, ma non so bene cosa vorresti tu dalla musica popolare e da chi la propone.
Nel rispetto di Andrea Piccioni che ho sentito suonare e parlare, ci tengo a dire che ben vengano corsi, stage e seminari, certo il prezzo se fosse basso o assente sarebbe un' altra cosa, ma poi i docenti con che cosa si dovrebbero pagare?
Poi é la solita storia, oggi insegna, fa ricerca o suona nella maggior parte dei casi solo chi in qualche modo é ben appoggiato o meglio dire raccomandato.
La cosa brutta é che non ci aspettavamo in tanti che questo un giorno sarebbe successo alla dimenticata "musica popolare". Anzi per distruggere i non supportati, ci mancava anche l'ENPALS, MA QUESTA é UN'ALTRA STORIA!
Maruko_KuFu
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Messaggio da Maruko_KuFu »

Riesumo il post per dire l'ultima cosa, a prescindere dalle critiche mosse, anche da me, spero siano state un minimo costruttive e spero vivamente che la manifestazione abbia riscosso abbastanza adesioni. Spero inoltre che tali manifestazioni non abbiano mai la presunzione di essere gia arrivate e che rispettino sempre le opinioni dei possibili fruitori. Tutto qui, papale papale senza alcuna retorica e in tutta sincerità .
giannino
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Messaggio da giannino »

L'ENPALS a mio parere ha il dovere di esserci, dal momento che sulla musica popolare ci si é iniziato a guadagnare...sennò la chiamiamo popolare solo quando fa comodo...no?
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