Sviluppi della Notte della Taranta

svincen
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Messaggio da svincen »

Il grande successo di pubblico e di critica della serata finale NdT 2004 (tranne che sul forum di pizzicata.it: clicca qui per raggiungere le pagine del dibattito) ha scatenato un intenso dibattito sui giornali locali (e non solo) che si é articolato sostanzialmente su due questioni: le valutazioni sulla riuscita dell evento, e le prospettive per il futuro.Nei giorni immediatamente seguenti alla "magica Notte di Melpignano", a fianco degli articoli che raccontavano in modo straordinariamente conformista l evento, si é aperta una polemica tutta politica (nel senso deteriore del termine) sul fatto che la Regione Puglia non ha mai contribuito finanziariamente alla NdT, e questo solo perch੠– a parere di chi ha aperto la polemica – si tratta di un evento promosso da amministrazioni prevalentemente del centro-sinistra. Fitto ha provveduto ad abbassare ulteriormente il livello della discussione con una bizzarra e strampalata risposta (disponibile sul sito delle regione raggiungibile cliccando qui  ). Dibattito di basso profilo, e comunque palesemente condizionato dall ormai aperta campagna elettorale per le regionali 2005.Molto più interessante la discussione che riguarda gli sviluppi futuri del progetto NdT. A quanto si é capito gli organizzatori pensano che la formula attuale della manifestazione sia arrivata al limite "fisico" per quanto riguarda l affluenza degli spettatori (a Melpignano di più non ne entrano) e abbia esaurito la "spinta propulsiva" sul piano culturale e musicale. Per questo la proposta che é stata fatta (da Blasi) é addirittura di abolire la serata finale, e di dare continuità  alla "ricerca musicale" portata avanti in questi anni con straordinari (secondo loro...) risultati, attraverso la "stabilizzazione" dell Orchestra Popolare di Sparagna. Il tutto all interno di una "Fondazione Notte della Taranta", in cui dovrebbero entrare tutte le istituzioni locali interessate (l Istituto Carpitella, la Grecìa, la Provincia, forse la Regione) che garantirebbe la continuità  progettuale e le risorse necessarie (sul modello delle fondazioni liriche o robe del genere). Tutti – anche Fitto - si sono detti favorevoli a questa proposta, almeno in linea di principio. E stata fatta una prima riunione operativa, che ha avuto un esito interlocutorio. In realtà  la cosa si presenta abbastanza complessa, amministrativamente e politicamente, quindi probabilmente, superata la "trance" estiva, il tutto finirà  per rallentare, e comunque l esito finale é tutt altro che scontato.Che si può dire di tutto questo trambusto? Niente di buono, credo. Anzi, la sensazione é che si stia rapidamente cascando dalla padella nella brace, per una serie di motivi. In primo luogo, il modo con cui mezzi di comunicazione, forse inebriati dal bagno di folla della serata del 21 agosto, hanno raccontato la serata di Melpignano, lascia sconcertati per superficialità , confusione e servilismo. Tutto é stato "magico", "bellissimo", "straordinario", "indimenticabile". Poche le riflessioni critiche sulla natura dell evento (possiamo citare gli interventi di Roberto Cotroneo sull Unità  - www.vincenzosantoro.it/cotroneo.asp - quello di Gino Santoro e di un gruppo di professori universitari, operatori culturali e intellettuali locali sul Quotidiano di Lecce - disponibile nelle news di Pizzicata e raggiungibile cliccando qui). In nessun caso (finora) é stata fatta un analisi critica sulla natura dell "esperimento" di Sparagna (e in particolare sulle modalità  di rielaborazione dei materiali tradizionali, che comunque non penso siano conosciuti dai giornalisti) e sui concreti risultati musicali dell Orchestra Popolare.Colpisce poi l assenza totale dal dibattito dell idea di una politica pubblica indirizzata alla "musica di tradizione" e al "movimento" salentino che non si esaurisca solo negli eventi estivi di grande impatto mediatico (per gli organizzatori), ma che riguardi anche la promozione della ricerca sulle "fonti" e sui "documenti originali" della musica salentina, la costituzione di archivi sonori, e il sostegno ai gruppi musicali. Le azioni cioé che qui su pizzicata.it abbiamo sollecitato più volte (e che sarebbero peraltro la "ragione sociale" dell'Istituto Carpitella) ma che sembra che non interessino per niente ai "decisori pubblici" e ai loro collaboratori. Infine, la proposta della Fondazione appare fumosa, burocratica e per nulla convincente. Già  l idea di una "orchestra popolare stabile", che giocoforza, per visibilità  e mezzi a disposizione, tenderebbe a "dare la linea" agli sviluppi della "riproposta" , risulta in aperta contraddizione col carattere "plurale" che finora ha avuto il "movimento" salentino (e forse con la stessa idea di "musica popolare", per sua natura non istituzionalizzabile). A che cosa dovrebbe servire poi una Fondazione? A fare concerti tutto l anno? Ma per questo non ci sono già  i tantissimi gruppi attuali, che (con una discreta varietà  di proposte musicali) girano il Salento, l Italia e oltre? Oppure dovrebbe servire a fare dei corsi? Ma non li fanno già  (con metodologie e risultati discutibili, ma questo é un altro discorso) il Conservatorio e anche, in qualche modo, l Università ? Ma forse l obiettivo é soltanto quello di avere a disposizione ancora più risorse pubbliche rispetto alle attuali, da gestire con meno "mediazioni" e più "flessibilità " di quanto avviene oggi. Con la conseguenza che per tutti quelli che non sono allineati culturalmente e non accettano di essere caricati sul "carrozzone" rimarranno solo le briciole (e forse neanche quelle).Siamo messi male, non c é che dire.Che ne pensate?Vincenzo Santoro [addsig]
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

Cosa ne penso?Mi verrebbe da dire "tutto il male possibile" per una serie di motivi.Fra i quali : 1) una orchestra "stabile" e popolare prevede un direttore stabile. Sarebbe Sparagna? E con tutto il rispetto perché proprio lui? Solo perché é stato il primo ad essere stato coinvolto in un tentativo di riproposta pseudotradizionale?Sempre con tutto il rispetto, mi piacerebbe vedere cosa potrebbe venire fuori mettendo teste diverse sullo stesso progetto.Nomi ce ne sarebbero a bizzeffe, senza neanche troppo allontanarsi da casa.Ma si sa che purtroppo "nemo propheta in patria", e per permetterci di pensare che la musica tradizionale abbia un valore, c'é bisogno che a suonarla sia un nome importante, quasi a giustificare un senso di colpa imprecisato ed inespresso. Una possibile linea di azione che mi piacerebbe molto vedere, sarebbe nel sostituire il concertone con due o tre progetti differenti (chiaramente a budget minori).C'era chi parlava di affidare la direzione artistica della NdT ai Sud Sound System.Perché no? Tanto snaturare il tutto più di quanto abbiano fatto Milesi e Copeland mi sembra francamente difficile (ascoltate il CD/DVD della edizione 2003 e giudicate con le vostre orecchie).Perché una volta tanto non dare spazio ai PROGETTI dei musicisti locali?Finanziare tre o quattro progetti musicali potrebbe essere un sistema per permettersi di dare spazio a 360° gradi alle produzioni musicali salentine.Non me ne vogliate se penso persino ad una commistione fra elettronica e musica tradizionale (pensata seriamente beninteso, non solo mettere due loop su un tamburello).E dare spazio alla tradizione vera.Un mucchio di idee, che proveremo a portare avanti.2) una orchestra stabile prevede dei musicisti stabili.E nel momento in cui un'anima salva che suona l'organetto/tamburello/canta e raggiunge un certo livello di maturità  volesse entrare nell'organico dell'orchestra?Aspetta che un titolare vada in pensione, come nella pubblica amministrazione?Fa l'esamino di ammissione, sulla perfetta esecuzione della tarantella di Colliano?E cosa mi aggiunge alla tradizione in quanto tale?Boh, attendo altri commenti[addsig]
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cicerenè
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Messaggio da cicerenè »

Dell'orchestra stabile si parlava ancora prima di questa edizione, addirittura ho letto da qualche parte che si sarebbe trattato della prima grande orchestra popolare stabile in Italia (cosa assolutamente non vera, perché basti pensare solo a "la Grande Orchestra delle Alpi" per esempio, che raccoglie i musicisti delle sei regioni europee che si affacciano sull'arco alpino dalla Slovenia alla Savoia... ma a differenza degli arrangiamenti di Sparagna, l'orchestra delle Alpi rimane abbastanza fedele alle danze tradizionali anche perché hanno il buon gusto di mettere nel repertorio d'insieme solo i brani orchestrabili, lasciando da parte o facendo eseguire a piccoli gruppi i pezzi che non si prestano all'arrangiamento "corale"... é anche vero però che non hanno un maestro concertatore, quindi non c'é la necessità  di dare alcuna impronta distintiva)Il primo grosso pericolo che vedo é il fatto di congelare ed "espatriare" come rappresentativa del Salento l'orchestra di Sparagna. Ammazzerebbe la pluralità  come dice Vincenzo, perché non so fino a che punto il resto della realtà  musicale salentina riuscirebbe a manifestarsi senza fare i conti con quella realtà .Quando una realtà  si istituzionalizza invece di regolamentare un rapporto spesso finisce per burocratizzarlo segnando paletti e passaggi obbligati per chi con quella realtà  si confronta volente o nolente. Il discorso Fondazione corre il pericolo di essere esattamente questo, oltre che l'ennesimo tentativo di dare alla musica di tradizione una veste colta.Su questo punto, rispetto anche all'orecchio teso dai Conservatori alla musica tradizionale, una cosa é far conoscere la musica tradizionale a chi fa musica colta, mi va anche bene mettere chi ha una formazione classica a contatto con l'andamento "a moduli" tanto utilizzato nella tradizione, ma altra cosa é snaturare la musica tradizionale per renderla più appettibile e "colta".Perbenismo a parte, poi l'orchestra stabile (scusate se non la chiamo popolare) produrrebbe quel prodotto "standard" preconfezionato che con una Fondazione alle spalle potrebbe tra l'altro meglio gestire i fondi e avrebbe anche una veste più ufficiale e meno scalzacane, tanto da piacere pure al Presidente Fitto.Che poi sotto la direzione Sparagna il prodotto Salento sembra sciogliere a detta di molti i ritmi salentini nelle danze di regioni più settentrionali, non importa, probabilmente diranno che é contaminazione o forse, al contrario, che la tarantella o la pizzica sono substrato di qualche danza emiliana..Non scherzo... a me é capitato mesi fa durante uno stage di danze emiliane, di sentirmi dire "si si questo passo é uguale alla tarantella, segno che siamo un po' meridionali anche noi".. In nome della fratellanza universale mi va anche bene, ma ho seri dubbi che la tresca emiliana sia uguale alla tarantella del Pollino...In tutto questo non vedo spazio per la ricerca sulla musica di tradizione, mi sembra.Questo messaggio é stato modificato da: cicerené, 06 Set 2004 - 04:01 [addsig]
Giorgio
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Messaggio da Giorgio »

Io che non so niente di musica forse non dovrei nemmeno parlare, ma credo che molte persone critichino la NdT a scatola chiusa, per principio, senza averla nemmeno sentita.A me, l'ultima edizione della NdT é piaciuta molto, come spettacolo, perché é uno spettacolo. E' un evento, un'attrazione turistica, questo é vero, non penso che voglia essere per nessuno LA rappressentazione della tradizione. Un concerto non può e, a mio parere, non deve rappresentare la tradizione. Io credo che la tradizione muoia quando viene decontestualizzata, perché é obbligata a reinventarsi, ha altri fini.Pensavo che in molti avrebbero accolto la direzione di Sparagna con entusiasmo, visto il bagaglio di esperienza di questo, per me, grande protagonista della musica di riproposta (...anche se ho avuto modo di capire che tra chi lo critica ci sono poche persone che sanno davvero chi é Ambrogio Sparagna).Nella dimensione spettacolo, con un gruppo di una sessantina di elementi (a Bologna, dove mancava qualche decina di musicisti, lo spettacolo mi é piaciuto di più), Sparagna ha creato degli arrangiamenti nuovi, secondo il suo gusto, non ha di certo reinventato la tradizione.Poteva fare solo pizzica, Sparagna, volendo, e forse é quello che la maggioranza del pubblico gli chiedeva, ma il concerto non ha avuto solo pizziche, anzi.Sarebbe bello che qualche componente del supergruppo di quest'anno, partecipante di questo forum, si esprimesse.Giorgio [addsig]
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dada
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Messaggio da dada »

Penso che in questo progetto di "stabilizzazione" dell'Orchestra Popolare ci sia da cogliere, di buono, solo una cosa: un primo segnale di fine della rincorsa al concertone piu' "magico" vista negli ultimi anni. Fine che credo auspichino in tanti.
Ora bisognerebbe capire se e come sia possibile cavalcare quest'apparente inversione di tendenza per proporre e cercare di ottenere qualcosa di concretamente utile per la ricerca e per la musica popolare.

Bene ha fatto Vincenzo a porre la questione su questo forum, che mi risulta essere l'unico su cui si discute di questi argomenti (correggetemi se sbaglio ). Visto che si tratta di una proposta ancora in itinere, forse abbiamo il tempo di parlarne, non solo per criticare ma per trovare il modo di essere propositivi nei confronti delle istituzioni locali interessate. Altrimenti a cose fatte ci ritroveremo, come italica abitudine vuole, a lamentarci delle decisioni prese dall'alto senza pero' aver mosso un dito per cercare di cambiare le cose quando ancora si poteva farlo.
Insomma... se nu parlamu moi dopu e' tardi pe' parla' (cit.)

Per quanto mi riguarda (sara' che non sono salentina e mi sono accostata alla vostra musica e tradizione da troppo poco tempo) al momento ho soprattutto un dubbio fondamentale che mi assale: parlano di una Orchestra Popolare Stabile, ma la musica popolare salentina puo' essere davvero inquadrata come musica da... "orchestra"?
Voglio dire che, al di la' delle considerazioni su chi compone e chi dirige questa orchestra (su cui ascoltero' volentieri chi ha piu' competenza di me), la mia idea di musica popolare si scontra nettamente ed a priori con quella di un gruppo cosi' folto di musicisti, e con cosi' tanti strumenti, da richiedere un direttore d'orchestra ed un palco da rockstar.
Ma forse, ripeto, sono ignorante io... e la "orchestra popolare" non e' un ossimoro, come pare a me.
dada
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Io se fossi Dio
non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore (cit.)
calimero
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Messaggio da calimero »

"Ma al di là  delle definizioni, la Notte della Taranta é un fenomeno che non é guidato e diretto dalle case discografiche, che non si basa sull astuzia degli sponsor. Che fa a meno della televisione, che non cerca formule facili. Che non ha agenti che si aggirano in cerca di guadagno. Qui gli artisti vengono a cantare senza farsi pagare, come nel caso di Battiato. Questo é un luogo atipico e affascinate. Che assomiglia a un rave, e nello stesso tempo trova la sua forza in una musica perduta e bellissima, che mette in comunicazione le generazioni."Chi paga le spese Babbo Natale???Perché vengono prodotti Cd del Concerto?...Forse per benificenza?Trasmettere il concerto in diretta su Telerama significa fare a meno della televisione?[addsig]
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

Com'é che nel "luogo atipico ed affascinante" i musicisti sono davvero stati pagati con un piatto di lenticchie?Come mai la lista delle TV che trasmettevano l'evento "che non ha bisogno dei media" contava una trentina di emittenti?Chi paga la produzione del cd (los angeles) della edizione 2003 ?Battiato ci va senza farsi pagare, gesto generoso.E la pubblicità  ?Quando si parla della NdT si sentono i nomi di Sparagna, Nannini, Ferretti, Battiato.Non UN nome salentino.[addsig]
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(tradizionale, Matteo Salvatore)
giannino
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Messaggio da giannino »

Quella dell'orchestra popolare la vedo come una buffonata, come ormai se ne vedono tante, e come un modo per pubblicizzare ancor meglio un pacchetto turistico che sta per scoppiare....baaaaaastaaaaaa![addsig]
Giovanni Semeraro
calimero
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Messaggio da calimero »

CiaoSi é vero, l'orchestra popolare é "una boiata pazzesca".A questo punto meglio sarebbe il "modello Woodstock": una vasta campagna, alternarsi di gruppi salentini e non, nessun maestro concertatore, libertà  di formare session spontanee fra i vari gruppi.Meditate!!![addsig]
zorro
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1730

Messaggio da zorro »

Benissimo! Io punterei sulle ronde visto che sono una delle caratteriche più affascinanti della musica salentina e tutti in acustico, sparsi fra la folla.
tarantune
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Messaggio da tarantune »

ci siamo accorti tutti che quello che era un movimento provienente dal basso é stato incasellato,disciplinato,controllato dal potere e alla fine guidato magistralmente??????Avete ragione tutti ragazzi ma dobbiamo pensare a come intervenire saggiamente......!ehh,e ce facimu????io non ne ho idea!!!!!![addsig]
te na sciumenta cambara nu pijare mai la fija ca ci ambara nun ete, sempre alla mamma se ssamija!!!
zorro
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1733

Messaggio da zorro »

Ho notato che tanti scritti del forum sono di  persone che  appartengono a gruppi musicali, toccati in comune da questa scontentezza organizzativa della n.d.t.Io proporrei allora di raccogliere gruppi esistenti e fare anche nuove formazioni o piccole ronde da proporre all'organizzazione della n.d.t. a titolo gratuito e vedere che effetto farà  all'organizzazione.Se la buona musica in questo caso venisse gratuita, l'accetterebbero?zorro [addsig]
sandru
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1737

Messaggio da sandru »

Ma perché tanta discussione sulla n.d.t.? Se, come mi sembra di capire, non piace ai più (e mi permetto di inserirmi fra questi), perché occuparsene nei ragionamenti e nelle chiacchere?Lasciamo che l'evento vada avanti da solo! Lasciamolo cucinare nell'acua sua stessa (comu li burpi)!! FREGHIAMOCENE!!! Tutto sommato é un mostro creato recentemente, e nulla di esso ci può far pensare al nostro passato. Se vogliamo mettere tutto l'impegno e la forza in qualcosa, é meglio spenderlo per San Rocco, ad esempio, la cui festa é di origini antichissime e fa veramente parte della nostra cultura.Se poi vogliamo creare (o meglio, ingrandire) qualcosa di nuovo, si può pensare di aiutare maggiormente, con più risorse e impegno, i raduni di pizzicata.it.INSOMMA: LASCIAMO PERDERE LA NDT E VIVREMO SEN'ALTRO UGUALMENTE (SE NON MEGLIO) BENE!!!!Sandru[addsig]
Baba
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Messaggio da Baba »

Non sono salentino, e della NdT ho  visto solo lo spettacolo di Bologna.Quello che ho notato, e che penso risponda alla tua domanda sul perchà© non ignorare la NdT, é che essendo un'evento di grande portata e visibilità , tende a stampare nelle menti dei non Salentini abituati a bersi un pò tutto, che quella sia la vera musica Salentina.Penso sia per questo che il malumore dilaghi.. Ed inoltre vengono spese tantissime energie per questo evento che potrebbero, come é noto, essere usate per iniziative più intime e fedeli alla tradizione.Questo messaggio é stato modificato da: Baba, 08 Set 2004 - 10:02 [addsig]
CarloTrono
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Messaggio da CarloTrono »

La rassegna stampa sulla Notte della Taranta 2004, presente fra le news di Pizzicata.it, continua ad essere aggiornata con articoli presi dalle varie testate e da alcuni siti internet. In particolare vi segnaliamo l'ultimo articolo aggiunto, tratto dal sito internet www.ilgallo.org Cliccate sul titolo dell'articolo per leggere il testoGalatina vuole la Notte della Tarantavi invito a leggere e a commentare[addsig]
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
LUMAURIZIU
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Messaggio da LUMAURIZIU »

Galatina vuole la NDT ? Mi sembra un fatto del tutto "normale", Carlo, come la "Pizzica Acrobatica" che é stata proposta in piazza a Campi Salentina lo scorso 8 settembre  alla 1^ fiera del gelato. In realtà  é tutto così paradossale, comico e tragico allo stesso tempo: mi sembra di vivere in un vecchio romanzo di Michele Serra, "Il nuovo che avanza", nel quale si immaginava un futuro nel quale tutto era sponsorizzato e persino le persone erano obbligate a cambiare il loro cognome aggiungendo quello di un prodotto a loro scelta. Prima o poi, vedrai, avremo Carlo Trono–Tele Rama, Maurizio Festa-Caffé Quarta, Piazza Duomo–Enel; La terra del Rimorso-Mentadent e, ovviamente, gli eventi Santu Roccu-Tim, Santu Paulu-Vodafone e Santu Donatu-Circolo AN (oppure DS, tanto per certe cose é proprio uguale). Business e bassa politica, entrambi ignoranti e rozzi (nessuno escluso, a destra, sinistra e centro), stanno a poco a poco distruggendo anche quel poco che ancora era rimasto della nostra cultura e delle nostre tradizioni, mercificandole, snaturandole e soffocandole nella putrida melma del disinvolto pensiero dominante (soldi, potere, falso progresso, !) che caratterizza questo schifoso nuovo che avanza anche nel Salento. Nessuno é veramente interessato alla sopravvivenza delle nostre tradizioni e dei nostri beni culturali: solo pochi appassionati cultori e studiosi, oltre a quelle ormai poche migliaia di persone che vivono le tradizioni ed il territorio come principale à ncora alla quale fissare la propria identità   in un epoca in cui l angoscia della "crisi della presenza" - individuale e collettiva – é forse ancora più fortemente avvertita da noi salentini contemporanei di quanto non lo fosse dai nostri nonni, anche se per tutt altre ragioni. Il tarantismo, i galatinesi lo hanno sempre e soltanto "schifato" e deriso per secoli, eppure ora che hanno capito che ci si può anche spremere soldi e potere, é diventato addirittura "cosa loro".  Auspicherei che il tarantismo, in quanto fenomeno estremamente complesso sotto numerosi profili tra loro connessi e tuttora non esaustivamente investigati (culturale, sociale, antropologico, scientifico, religioso, storico, psicologico, musicale, medico, etc, etc, etc) fosse tenuto molto ben distinto dagli eventi musicali dell estate salentina, con i quali ha davvero ben poco a che fare, come pure auspicherei che  la stessa musica popolare salentina, particolarmente in questa contraddittoria sua stagione di "successi", si affrancasse il più possibile dall artificiosa icona della taranta. Questa mia posizione ed il mio attaccamento alla tradizione non mi hanno impedito, da semplice appassionato poco provvisto di cultura musicale e di adeguati strumenti critici, di apprezzare molto l ultimo concertone di Melpignano, dal quale non mi aspettavo niente più di quello che ho avuto: soltanto una bella serata di belle canzoni e buona musica "contemporanea occidentale", costruita in modo giocoso, ma anche sufficientemente rispettoso (quest anno credo proprio di si !), sulla base della nostra musica popolare di tradizione orale e con i nostri cantori e musicisti. Mi rendo però perfettamente conto che Melpignano, con la sua NDT, non é solo uno spettacolo musicale da valutare nell unità  di tempo e di luogo in cui si svolge, non é solo un evento musicale tra i tanti, magari un po troppo ingombrante, in un territorio nel quale comunque la musica popolare di tradizione orale é adeguatamente raccolta, catalogata, conservata, studiata, capita, riproposta, ascoltata, spiegata, insegnata ed ancora mantenuta viva e socialmente organica nella sua pluralità  e spontaneità  di contesti e modi espressivi. Sappiamo che purtroppo non é così, e che i politici ed i "markettari" di regime già  progettano, leccandosi i baffi, di monopolizzare, inglobare ed omologare il nostro patrimonio culturale musicale nell assurda ed artificiosa costruzione di una totalizzante e totalitaria fondazione/orchestra stabile, in grado di fare si tabula rasa di tutto, ma anche di tirare su tanti soldi e tanto potere.  Il progetto mi ricorda il piano urbanistico fascista per il centro storico di Lecce, che si realizzò fortunatamente ed in parte solo in piazza S.Oronzo: via le stradine curve, le strittule, le curti, i palazzotti fuori squadro, i balconcini tutti diversi e zac, zac, zac, tante belle strade larghe e dritte che si incrociano tra loro come a Torino, contornate da austeri palazzi neoclassici tutti uguali.  Ho letto con attenzione e interesse i commenti di Raheli  e Santoro sulla NDT, e non posso che concordare con loro, anche se il concerto, in sà©, mi é decisamente piaciuto. Io spero nella forza del pluralismo e delle differenze: fare, fare, fare e continuare a fare !.. tante piccole cose in tutti i paesi del Salento alto, basso, adriatico, jonico, griko e romanzo, in tutte le strade, in tutte le corti, in tutte le scuole, in tutti i luoghi, senza mai contare sull aiuto di nessuno: mezzi di informazione venduti, politici rampanti, manager pubblici e privati d assalto, uomini di cultura finti. Tante Alessano, tante Kurumuny, ma anche tante Uggiano La Chiesa (Valerio, Francesco e Carlo sanno di che parlo), e non solo d estate, per dare tante mazzate pesanti a tutti, culli soni e culli canti. Un ultima cosa: ma se tutti i cantori e musicanti salentini validi prendessero nei confronti della NDT una bella posizione radicale di rifiuto come ha fatto Anna Cinzia Villani, con chi la farebbero la prossima NDT, con Max Pezzali  e con Gegia che suona il tamburello ?  Scusate la lunghezza.   [addsig]
svincen
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Messaggio da svincen »

Sempre a proposito degli sviluppi della Notte della Taranta, riporto un interessante intervento di Sergio Blasi, sindaco di Melpignano e presidente dell'Istituto Carpitella, che fa parte di un forum sul turismo nel Salento appena pubblicato dal sito www.ilgallo.org.

Turismo, l'oro del Salento?
Preciso che non sono uno specialista del settore, anche perchà© il mio non é un posto di mare, nà© ho la piena cognizione di quella che é la realtà  degli operatori turistici. Posso dare, però, il mio contributo in termini generali ed ho capito dagli altri interventi che non bisogna andare alla BIT! Allora vi dico che io non ci sono mai andato, per cui mi ritengo fortunato a non aver speso quei soldi: non avevo una struttura ricettiva da promuovere. Qui dobbiamo capire in che direzione vogliamo andare. Se crediamo che per questo territorio il turismo sia uno strumento che possa creare condizione di benessere, allora bisogna programmare e pianificare, perchà© secondo me mancano proprio la programmazione e la pianificazione. Abbiamo vissuto per decenni una marginalità  forzata, dovuta ad un contesto geopolitico difficilissimo che ci inquadrava come luogo in cui prelevare braccia da portare nelle fabbriche del Nord Italia e del Nord Europa. Ebbene, quando l industrializzazione si avvicinava a noi, paradossalmente abbiamo recriminato della mancanza del suo arrivo nel nostro territorio, essendosi fermata a Taranto con l Italsider ed a Brindisi con il Petrolchimico.
Se diciamo, quindi, che il turismo dev essere il mezzo principale per una forte crescita economica, quella stessa marginalità  oggi é di fatto la nostra potenziale ricchezza, perchà© ha sostanzialmente mantenuto integri il nostro paesaggio, la natura, le coste, i nostri beni all interno. Ma chi si é posto il problema di pianificare? La Notte della Taranta é emblematica da questo punto di vista: il suo valore non sta nel fatto musicale in sà© e nell aver distrutto la tradizione della musica popolare salentina, avendo noi contribuito a distruggerla ("!almeno secondo alcuni"), ma consiste nel farci capire come l identità  diventa oggi, in una società  moderna e globalizzata, lo strumento fondamentale per creare condizioni, se ben pianificate, per una crescita dello sviluppo. Premetto che a me non piacciono i villaggi perchà© arrivano, s impossessano dei luoghi più pregiati ma non integrano il territorio. Invece, in questo forum ho sentito solo discorsi negativi: i camperisti non vanno bene, il B&B fa schifo, l agriturismo rovina tutto. E quelli positivi quali sono? Qual'é, cioé, il passaggio per ottimizzare il tutto? Se io arrivo a Salisburgo, all ingresso trovo immediatamente, sulla via principale d accesso, un punto di informazione turistica che mi dice che posso avere dieci concerti diversi in quella serata, tre proiezioni cinematografiche, tre spettacoli teatrali, la possibilità  di prenotare un albergo, la scelta di spendere quanto voglio, ecc., ecc. Qui da noi, invece, se scendo ad una stazione devo impazzire per trovare "Salento in bus". Allora io credo che gli strumenti fondamentali siano l identità , l integrazione e poi l innovazione. Un sondaggio del "Sole 24 ore" evidenzia che il 50% degli inglesi sceglie il pacchetto turistico su internet e lo paga con carta di credito: come facciamo noi ad intercettare questa fetta di mercato se non siamo neppure presenti su internet? Non dimentichiamoci della qualità , che é decisiva e che consiste nella nostra capacità  di valorizzare gli aspetti prima citati, ossia identità  ed integrazione attraverso l innovazione. Sono almeno vent anni che parliamo di turismo, ma quando decidiamo di agire veramente? Quando affronteremo di petto i problemi, a cominciare da quello delle infrastrutture? Se io prendo l aereo a Francoforte, dopo tre ore mi ritrovo sulla più bella spiaggia delle Maldive, ma se devo arrivare sulla più bella spiaggia di Otranto ci impiego una giornata. Perchà©, dunque, l aeroporto di Galatina, che pure sarebbe pronto, non può essere messo a disposizione del nostro territorio in tempi brevi? Perchà© Vernole, che ha investito tantissimo per quell aeroporto, non può essere messo nelle condizioni di qualificarsi al meglio? Il turista ha bisogno di comodità  per la sua vacanza".
La Notte della Taranta? Né a Melpignano né in altri Comuni. Solo per il fatto che La Notte della Taranta ha riscosso grande successo, non possiamo permetterci di perpetuarla ancora per chissà  per quanto senza fermarci a riflettere: ne cambieremmo i connotati dichiarandone la morte. Per carità  potranno anche continuare a venire 50-60-100.000 persone, ma non sarebbe più quel momento in cui si rende visibile il valore grande di un patrimonio culturale. Diventerebbe un concerto come tanti, un evento musicale! La Notte della Taranta non é quello che avviene sul palco ma ciò che avviene in piazza, tra la gente; é vedere come questo fenomeno riesce a mettere insieme generazioni così diverse che insieme hanno consapevolezza di quello che avviene sul palco e del repertorio sviluppato. Tutto ciò mette nelle condizioni anche il turista occasionale o venuto di proposito a comprendere pienamente e dare valore a quel patrimonio.  Credo che nessuna rock star del mondo possa fare lo stesso. Ecco perchà© non si può riproporre in altri Comuni nà© nella stessa Melpignano.Questo messaggio é stato modificato da: svincen, 01 Ott 2004 - 05:44 [addsig]
LUMAURIZIU
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Messaggio da LUMAURIZIU »

MMAH !Confesso che non capisco. [addsig]
march
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Messaggio da march »

Io non capisco che cosa non vada nell'articolo di De Blasi.A volte ho l'impressione che quando si parla di sviluppo economico molti storcono il naso, come se fosse completamente negativo. E' vero che c'é chi ha parlato di decrescita in opposizione alla crescita economica, ma secondo me vanno visti con attenzione tutti gli aspetti di un problema.Lo sviluppo del turismo nel Salento é un'opzione su cui si può discutere all'interno del più ampio argomento dello sviluppo economico dell'area. Perché rifiutarsi di pensare a come vorremmo essere da qui ai prossimi venti, trenta cinquantanni e oltre? Una cosa é certa riguardo alla musica salentina e alle altre risorse del territorio: facciamo attenzione a non distruggerle o impoverirle. Tenendo questo a mente credo non sia sbagliato pensare allo sviluppo economico, anzi, ci dobbiamo pensare per evitare che siano altri a farlo (Cassano 1996, Il Pensiero Meridiano).Dal mio povero punto di vista vedo una cosa che mi sembra certa: esiste un trade off, un bilanciamento, una scelta che comunque ci muoviamo fa bene e fa male. E' un po' come una legge, se vogliamo ottenere qualcosa ne dobbiamo perdere qualcun'altra. Vogliamo migliorare il benessere del Salento? Cosa diamo in cambio? La discussione dovrebbe giocarsi su questo, siamo capaci di perdere poco per raggiungere i nostri obiettivi? Siamo capaci di non compromettere in modo irreversibile le nostre risorse pur mettendole in gioco?La legge dell'entropia é una triste verità , noi non possiamo fermarla, possiamo solo dosarne la velocità .Spero di non essere stato troppo confuso o di non essere uscito fuori temamarchQuesto messaggio é stato modificato da: march, 04 Ott 2004 - 06:07 [addsig]
CarloTrono
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Messaggio da CarloTrono »

Lo sviluppo economico di un territorio é un obiettivo che deve essere necessariamente perseguito, specialmente in un periodo di crisi economica mondiale come quella che stiamo affrontando, e che non sembra avere intensione di finire per adesso. Ciò nonostante, lo sviluppo economico deve sempre essere sottomesso ad una politica mirata alla preservazione delle risorse sulle quali tale sviluppo si basa, altrimenti non é sviluppo, ma é sfruttamento, o addirittura speculazione. Se si depauperano le risorse per rispondere ad un eccesso di domanda, provocato da un periodo positivo o peggio ancora dalla moda del momento, il guadagno sarà  certamente rapido, ma limitato nel tempo di sopravvivenza della risorsa. E quando la risorsa sarà  stata esaurita, tutte le infrastrutture realizzate per rispondere alla grande domanda ci ricadono pesantemente addosso.Quando la risorsa economica di un territorio é il territorio stesso, come nel caso del turismo, questo ragionamento deve essere necessariamente apllicato in maniera rigorosa. Le infrastrutture, necessarie per rispondere alla richiesta di servizi qualificati da parte del turista, sono sicuramente necessarie, ma queste infrastrutture devono necessariamente essere vincolate ad un programma unico mirato alla preservazione del territorio. Se si cementificano le spiagge per realizzare alberghi e stabilimenti balneari modello riviera romagnola, e se si distruggono chilometri di territorio per creare una gigantesca superstrada a quattro corsie, allora entro breve tempo si perderà  completamente la risorsa economica del turismo. Anche la Notte della Taranta, così come tutti gli altri festival ed eventi sparsi nel Salento, per essere veramente iniziative mirate allo sviluppo del turismo, dovrebbero sottostare a questo tipo di politica. La Notte della Taranta é un mirabile strumento in grado di dare una eccezionale visibilità  al Salento in ambito nazionale, attirando al contempo tantissime presenze. Lasciamo per un attimo da parte la necessità  di una analisi sull'effettivo beneficio economico immediato derivante dalla  NdT (in soldoni, queste 70.000 presenze a chi giovano veramente? solo ai venditori di cd, panini e tamburelli ? oppure portano soldi anche agli altri settori del turismo? non lo so e per questo non posso avanzare ipotesi) e ragioniamo in ambito più strettamente legato alla musica. La NdT é un evento mirato, fin dalla sua prima edizione, a rendere più "esportabile", e quindi più monetizzabile, la musica popolare salentina. Per fare ciò, si é cercato negli anni di "arricchire" la musica popolare salentina, considerata forse non adatta alle orecchie del grande pubblico,  attraverso operazioni di "contaminazione" oppure attraverso l'allestimento di una spettacolare e inedita orchestra popolare. Indipendentemente dal risultato o dalla riuscita di questo intento (quanto é stato offerto sul palco può piacere come può non piacere, lo abbiamo visto), vorrei capire con tutti voi se la NdT porta sviluppo a lungo termine oppure é solo uno sfruttamento a breve termine. Personalmente sono del parere che la NdT sia uno sfruttamento della risorsa. La NdT attinge a piene mani dalla musica popolare salentina (o dichiara a tutti di farlo), ma nonostante i grandi fondi che riesce a raccogliere attraverso le fondazioni e gli enti che aderiscono al progetto, non fa nessun investimento mirato a PRESERVARE la risorsa. Alcuni amici mi hanno fatto capire che basterebbe il 10% di quello che viene speso ogni anno per il concertone di Melpignano per finanziare un progetto di ricerca sul campo serio, realizzato da persone regolarmente stipendiate (magari poco, ma almento che non ci rimettono in continuazione come succede adesso) e dotate di attrezzature tecniche adeguate allo scopo. E invece no, si butta tutto per il concertone finale. Quel 10% annuo di risorse investite nella ricerca permetterebbero in breve tempo la realizzazione di un archivio fatto per bene, fruibile a tutti. Intorno ad un archivio del genere si raccoglierebbero studiosi, i giornalisti magari potrebbero finalmente iniziare a capire qualcosa del fenomeno (l'apertura del servizio da parte del Tg1 ancora mi duole: "si rinnova anche quest'anno a Melpignano il rito della possessione..."), si potrebbero organizzare degli ascolti guidati, dei convegni, delle manifestazioni votate alla cultura e non alla sola spettacolarizzazione. Dal punto di vista del turismo, si darebbe una stupenda possibilità  anche a quella fascia di turisti che preferiscono questo genere di iniziative ai concertoni e ai megafestival, e questo rientrerebbe nella ricerca di quel "turismo di qualità " (anziché di quantità ) fruibile tutto l'anno (anziché solo d'estate). Sempre un amico più esperto di me su queste questioni mi ha detto che é vero quanto afferma Sparagna, cioé che la musica popolare, quando rimane negli archivi, é destinata a morire. Ma é altrettanto vero che, se non ci fossero stati quei cd estratti a fatica da ore e ore di ricerca sul campo, Sparagna non avrebbe potuto di certo allestire uno spettacolare concerto di oltre tre ore (ripeto, indipendentemente dal risultato ottenuto), se non ripetendo per una ventina di volte la sequenza "Santu Paulu-Pizzicarella-Cali nitta-Fimmine Fimmine". [addsig]
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
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