A proposito di veri artisti popolari : Due parole su TONINO
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Ostunese di nascita e di residenza, Tonino ha fatto uscire il suo album di debutto IATA VIENDE per il Manifesto.Ma che ne parli chi sa farlo molto meglio di me:
La prima volta che ho ascoltato Tonino é stato più di un quarto di secolo fa. La sua voce e la sua chitarra uscivano da una cassetta registrata autarchicamente con i mezzi rudimentali di allora e ciò che ha invaso le mie orecchie e la mia anima é stata un’intera identità della quale sono ospite in quanto straniero e alla quale appartengo in quanto italiano. Tonino nella sua scarna e sgangherata genialità riassume iperbolicamente l’energia del popolo del Sud. Dopo che l’hai ascoltato per una volta non te lo dimentichi più. Poi Tonino l’ho incontrato. Era come le sue canzoni, la compenetrazione fra il suo modo di essere, di parlare, di vivere, di cantare accompagnandosi con la chitarra sono un unicum urgente e inscindibile. Sono trascorsi venticinque anni di alluvione della melma consumista, di degrado televisivo di ogni tessuto culturale, di riduzione dei valori tradizionali e popolari a strapaese da quiz e talk show dello scannatoio mediatico. Tonino non é entrato in nessuna moda, in nessun salotto, in nessuna maniera appetibile per il mercato neppure quello chic della sinistra, neppure di quella radicale. In questo lasso di tempo ho bestemmiato la mia rabbia perchà© un così grande e necessario talento non ha ricevuto l’ascolto e la dignità che gli spettava, invano. Bisogna rientrarci in qualche maniera, essere furbi, sapersi vendere, per “esistere” e questo vale anche per i migliori di noi. Tonino ha l’urgenza di una verità bassa e si sa questo tipo di verità non si vende. Ma Tonino viene dalle profondità del tempo e della terra, l’anima effimera dell’attualità non lo scalfisce, la sua arte proletaria e cafona non conosce il crepuscolo. Si é rifatto vivo dopo tutto questo tempo incidendo “Iata Viende” un disco delle sue canzoni che nessuna moda può offuscare e nessuna ragionevolezza può soggiogare, come se nulla fosse accaduto, non per inconsapevolezza, ma per fedeltà a qualcosa che non puoi perdere senza perdere te stesso. Canta ora come allora, parla ora come allora. Tocca a noi, una volta tanto farci furbi e non perdere Tonino per nessuna ragione, tenerci a portata di mano la voce e i suoni di qualcuno che racconta di esseri umani e non di consumatori per ricordarci da dove veniamo per sapere dove vogliamo andare. A me tocca con queste parole pagare un debito che ho contratto venticinque anni fa e che contrarrò ogni volta che Tonino mi manderà i suoi canti. E’ il debito che hai con chi ti insegna a capire il cammino dell’uomo.
MONI OVADIA
Sento il disco e mi rimangono in mente le parole:... quando t'innamori tu senti nel cuore... noi veniamo spennati da vivi... chi ha la gobba ha qualcosa assai profonda... il mare é agitato e mi fa paura la morte... l'anima leggera non vuole più parlare... non vuole più fare i conti... se l'amore é forte il vecchio se ne va in malora... Madonna com'é questo Meridione!... e qui uno si ferma e riflette.
Com'é questo Meridione? Ma nel disco non si parla di questo, si canta questo. E, come dice molto meglio di me Rocco Capri Chiumarulo, si canta con le viscere.
Il suono del disco é una voce che va dal basso all'alto e viceversa, anche stridula a volte, in una continua preghiera "fatemi vivere ancora!", é il grido della gente del Sud, dove si può solo mettere tutto in termini di vita o di morte, perchà© é così, é essenziale, non c'é altro che conti. E questo colpisce tanto.
Colpisce chi vive in mezzo a mille pensieri diversi, preso da mille giri a spirale che poi, se si va a guardare, non portano a niente. Mai ho sentito così forte come in questo magnifico grido armonizzato, accompagnato, suonato, ripulito, infilato in un CD, il senso della necessità "canto sennò me moro" (si dice a Roma).
Ho conosciuto Tonino tanti anni fa, forse più di trenta, e sempre mi ha dato questa sensazione di necessarietà , se vogliamo analizzare sul piano musicale le sue canzoni, sono note che incollano magnificamente sulle sillabe e insieme creano cellule sonore reiterate, che messe tutte in fila danno emozione.
Si entra in un vortice di emozioni varie e se ne esce solo quando il disco é finito. Ma non Tonino, il suo bisogno di cantare va oltre un semplice CD.
Ha bisogno della gente, ha bisogno di dirlo agli altri, di dipanare questo groviglio di sillabe e note che improvvisamente si distende in poesia.
Grazie, Tonino, e grazie ai musicisti che ti hanno accompagnato dandoci l'idea di quello che vuoi dire nel profondo, dandoci il senso che loro per primi ti hanno capito.
GIOVANNA MARINIQuesto messaggio é stato modificato da: Valerio, 13 Ott 2003 - 19:01 [addsig]
La prima volta che ho ascoltato Tonino é stato più di un quarto di secolo fa. La sua voce e la sua chitarra uscivano da una cassetta registrata autarchicamente con i mezzi rudimentali di allora e ciò che ha invaso le mie orecchie e la mia anima é stata un’intera identità della quale sono ospite in quanto straniero e alla quale appartengo in quanto italiano. Tonino nella sua scarna e sgangherata genialità riassume iperbolicamente l’energia del popolo del Sud. Dopo che l’hai ascoltato per una volta non te lo dimentichi più. Poi Tonino l’ho incontrato. Era come le sue canzoni, la compenetrazione fra il suo modo di essere, di parlare, di vivere, di cantare accompagnandosi con la chitarra sono un unicum urgente e inscindibile. Sono trascorsi venticinque anni di alluvione della melma consumista, di degrado televisivo di ogni tessuto culturale, di riduzione dei valori tradizionali e popolari a strapaese da quiz e talk show dello scannatoio mediatico. Tonino non é entrato in nessuna moda, in nessun salotto, in nessuna maniera appetibile per il mercato neppure quello chic della sinistra, neppure di quella radicale. In questo lasso di tempo ho bestemmiato la mia rabbia perchà© un così grande e necessario talento non ha ricevuto l’ascolto e la dignità che gli spettava, invano. Bisogna rientrarci in qualche maniera, essere furbi, sapersi vendere, per “esistere” e questo vale anche per i migliori di noi. Tonino ha l’urgenza di una verità bassa e si sa questo tipo di verità non si vende. Ma Tonino viene dalle profondità del tempo e della terra, l’anima effimera dell’attualità non lo scalfisce, la sua arte proletaria e cafona non conosce il crepuscolo. Si é rifatto vivo dopo tutto questo tempo incidendo “Iata Viende” un disco delle sue canzoni che nessuna moda può offuscare e nessuna ragionevolezza può soggiogare, come se nulla fosse accaduto, non per inconsapevolezza, ma per fedeltà a qualcosa che non puoi perdere senza perdere te stesso. Canta ora come allora, parla ora come allora. Tocca a noi, una volta tanto farci furbi e non perdere Tonino per nessuna ragione, tenerci a portata di mano la voce e i suoni di qualcuno che racconta di esseri umani e non di consumatori per ricordarci da dove veniamo per sapere dove vogliamo andare. A me tocca con queste parole pagare un debito che ho contratto venticinque anni fa e che contrarrò ogni volta che Tonino mi manderà i suoi canti. E’ il debito che hai con chi ti insegna a capire il cammino dell’uomo.
MONI OVADIA
Sento il disco e mi rimangono in mente le parole:... quando t'innamori tu senti nel cuore... noi veniamo spennati da vivi... chi ha la gobba ha qualcosa assai profonda... il mare é agitato e mi fa paura la morte... l'anima leggera non vuole più parlare... non vuole più fare i conti... se l'amore é forte il vecchio se ne va in malora... Madonna com'é questo Meridione!... e qui uno si ferma e riflette.
Com'é questo Meridione? Ma nel disco non si parla di questo, si canta questo. E, come dice molto meglio di me Rocco Capri Chiumarulo, si canta con le viscere.
Il suono del disco é una voce che va dal basso all'alto e viceversa, anche stridula a volte, in una continua preghiera "fatemi vivere ancora!", é il grido della gente del Sud, dove si può solo mettere tutto in termini di vita o di morte, perchà© é così, é essenziale, non c'é altro che conti. E questo colpisce tanto.
Colpisce chi vive in mezzo a mille pensieri diversi, preso da mille giri a spirale che poi, se si va a guardare, non portano a niente. Mai ho sentito così forte come in questo magnifico grido armonizzato, accompagnato, suonato, ripulito, infilato in un CD, il senso della necessità "canto sennò me moro" (si dice a Roma).
Ho conosciuto Tonino tanti anni fa, forse più di trenta, e sempre mi ha dato questa sensazione di necessarietà , se vogliamo analizzare sul piano musicale le sue canzoni, sono note che incollano magnificamente sulle sillabe e insieme creano cellule sonore reiterate, che messe tutte in fila danno emozione.
Si entra in un vortice di emozioni varie e se ne esce solo quando il disco é finito. Ma non Tonino, il suo bisogno di cantare va oltre un semplice CD.
Ha bisogno della gente, ha bisogno di dirlo agli altri, di dipanare questo groviglio di sillabe e note che improvvisamente si distende in poesia.
Grazie, Tonino, e grazie ai musicisti che ti hanno accompagnato dandoci l'idea di quello che vuoi dire nel profondo, dandoci il senso che loro per primi ti hanno capito.
GIOVANNA MARINIQuesto messaggio é stato modificato da: Valerio, 13 Ott 2003 - 19:01 [addsig]
...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
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ciao ho avuto modo di ascoltare l'artista in questione,sinceramente mi sembra ke pianga qndo canta!!!!!!!!!!!!i testi hanno molto poco di poetico e la musica é poesia specie quella genuina e popolare!!!!sono calabrese e vi dico pensate un pò alle serenate.....spero condividiate la mia opinione.grazie[addsig]
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A me non sembra che pianga quando canta.
Tonino va inquadrato fra i grandi artisti della canzone popolare, il che é lievemente a lato della musica tradizionale.
Non é portatore di tradizione ma é un artista popolare, al pari di Enzo DelRe (che non fa serenate neanche lui) e Matteo Salvatore. Differenza sottile.
Ma di sicuro lo sai già , e ne capisci più di Giovanna Marini e di Moni Ovadia.[addsig]
Tonino va inquadrato fra i grandi artisti della canzone popolare, il che é lievemente a lato della musica tradizionale.
Non é portatore di tradizione ma é un artista popolare, al pari di Enzo DelRe (che non fa serenate neanche lui) e Matteo Salvatore. Differenza sottile.
Ma di sicuro lo sai già , e ne capisci più di Giovanna Marini e di Moni Ovadia.[addsig]
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Caro Ialma, dal livello del dibattito il mio pessimismo ne risulta rafforzato. Che dire di più?
Lascio parlare Sandro Portelli, dal quotidiano "il manifesto" di oggi (19.11.03).
Quel vento che soffia sulle emozioni
Tonino Zurlo, meteora della «nuova canzone operaia» scoperto negli anni '70 da Giovanna Marini, presenta domani alla Locanda Atlantide di Roma il disco «Jata viende», con le sonorità del suo sud
SANDRO PORTELLI
Ci vuole una fantasia un po' diversa dalle altre per far rimare «Gesù Gesù» con «rit'm'n'blu», ma la fantasia poetica e musicale di Tonino Zurlo é fatta così, sempre fuori canale eppure sempre inevitabile, azzeccata. Nel disco che presenta domani alla Locanda Atlantide a Roma (21.30; il disco, Iata vient', é prodotto da il manifesto e dal Circolo Gianni Bosio), Tonino Zurlo, pugliese di Ostuni, tiene insieme con la massima naturalezza i suoni un Sud antico perennemente infestato di santi e madonne e padri pii con un presente di emigrazione e immigrazione, fabbrica, e solitudine delle stagioni morte quando i turisti se ne sono andati e sempre le stesse persone restano a fare gli stessi discorsi - Pinuccio che parla sempre di pallone, Tonino che ci scrive una canzone... E magari di un vento che é sempre lo stesso, che portava via la pula dall'aia, che fa muovere il mare, e che soffia sentimenti e che traporta che viaggiano fra Matteo Salvatore e il blues, il Salento, il Gargano e l'America, la campagna e la città , senza che si possano dire banalità sulla «contaminazione» perchà© non accozzano cose lontane fra loro per vedere l'effetto che fa, ma fondono una stessa sensibilità . E l'ostico e ostinato dialetto ostunese, così difficile da capire e così prezioso quando qualcosa si capisce, rivela nella sua asprezza una dolcezza inusitata. Ha scritto Giovanna Marini: «Sento il disco e mi rimangono in mente le parole: ... quando t'innamori tu senti nel cuore... noi veniamo spennati da vivi... chi ha la gobba ha qualcosa assai profonda... il mare é agitato e mi fa paura la morte... l'anima leggera non vuole più parlare... non vuole più fare i conti... se l'amore é forte il vecchio se ne va in malora... Madonna com'é questo Meridione!... e qui uno si ferma e riflette. Com'é questo Meridione? Ma nel disco non si parla di questo, si canta questo. E, come voce che va dal basso all'alto e viceversa, anche stridula a volte, in una continua preghiera - `fatemi vivere ancora! - é il grido della gente del Sud, dove si può solo mettere tutto in termini di vita o di morte, perchà© é così, é essenziale, non c'é altro che conti». Tonino Zurlo piombò a Roma, «scoperto» proprio da Giovanna Marini, negli anni `70. Fu una meteora di quella che chiamavamo allora la «nuova canzone operaia», una canzone politica che veniva dall'interno stesso del mondo del lavoro anzichà© prenderlo solo per argomento. Poi tornò al paese, e quasi 30 anni dopo lo abbiamo ritrovato nel suo laboratorio di restauratore di mobili - con la chitarra in mano e un centinaio di canzoni sul registratore nel retrobottega. Adesso sono canzoni meno direttamente protestatarie ma non meno politiche, che parlano di una politica delle emozioni e dei sentimenti, che denunciano l'incapacità , sempre più alienata, di riconoscere la sostanza concreta delle cose e dei rapporti. In tutto questo tempo, ha scritto Moni Ovadia, «ho bestemmiato la mia rabbia perchà© un così grande e necessario talento non ha ricevuto l'ascolto e la dignità che gli spettava, invano. Bisogna rientrarci in qualche maniera, essere furbi, sapersi vendere, per `esistere' e questo vale anche per i migliori di noi. Tonino ha l'urgenza di una verità bassa e si sa questo tipo di verità non si vende. Ma Tonino viene dalle profondità del tempo e della terra, l'anima effimera dell'attualità non lo scalfisce, la sua arte proletaria e cafona non conosce il crepuscolo. Si é rifatto vivo dopo tutto questo tempo incidendo Jata vient', un disco delle sue canzoni che nessuna moda può offuscare e nessuna ragionevolezza può soggiogare, come se nulla fosse accaduto, non per inconsapevolezza, ma per fedeltà a qualcosa che non puoi perdere senza perdere te stesso. Tocca a noi, una volta tanto farci furbi e non perdere Tonino, tenerci a portata di mano la voce e i suoni di qualcuno che racconta di esseri umani e non di consumatori per ricordarci da dove veniamo per sapere dove vogliamo andare».
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Lascio parlare Sandro Portelli, dal quotidiano "il manifesto" di oggi (19.11.03).
Quel vento che soffia sulle emozioni
Tonino Zurlo, meteora della «nuova canzone operaia» scoperto negli anni '70 da Giovanna Marini, presenta domani alla Locanda Atlantide di Roma il disco «Jata viende», con le sonorità del suo sud
SANDRO PORTELLI
Ci vuole una fantasia un po' diversa dalle altre per far rimare «Gesù Gesù» con «rit'm'n'blu», ma la fantasia poetica e musicale di Tonino Zurlo é fatta così, sempre fuori canale eppure sempre inevitabile, azzeccata. Nel disco che presenta domani alla Locanda Atlantide a Roma (21.30; il disco, Iata vient', é prodotto da il manifesto e dal Circolo Gianni Bosio), Tonino Zurlo, pugliese di Ostuni, tiene insieme con la massima naturalezza i suoni un Sud antico perennemente infestato di santi e madonne e padri pii con un presente di emigrazione e immigrazione, fabbrica, e solitudine delle stagioni morte quando i turisti se ne sono andati e sempre le stesse persone restano a fare gli stessi discorsi - Pinuccio che parla sempre di pallone, Tonino che ci scrive una canzone... E magari di un vento che é sempre lo stesso, che portava via la pula dall'aia, che fa muovere il mare, e che soffia sentimenti e che traporta che viaggiano fra Matteo Salvatore e il blues, il Salento, il Gargano e l'America, la campagna e la città , senza che si possano dire banalità sulla «contaminazione» perchà© non accozzano cose lontane fra loro per vedere l'effetto che fa, ma fondono una stessa sensibilità . E l'ostico e ostinato dialetto ostunese, così difficile da capire e così prezioso quando qualcosa si capisce, rivela nella sua asprezza una dolcezza inusitata. Ha scritto Giovanna Marini: «Sento il disco e mi rimangono in mente le parole: ... quando t'innamori tu senti nel cuore... noi veniamo spennati da vivi... chi ha la gobba ha qualcosa assai profonda... il mare é agitato e mi fa paura la morte... l'anima leggera non vuole più parlare... non vuole più fare i conti... se l'amore é forte il vecchio se ne va in malora... Madonna com'é questo Meridione!... e qui uno si ferma e riflette. Com'é questo Meridione? Ma nel disco non si parla di questo, si canta questo. E, come voce che va dal basso all'alto e viceversa, anche stridula a volte, in una continua preghiera - `fatemi vivere ancora! - é il grido della gente del Sud, dove si può solo mettere tutto in termini di vita o di morte, perchà© é così, é essenziale, non c'é altro che conti». Tonino Zurlo piombò a Roma, «scoperto» proprio da Giovanna Marini, negli anni `70. Fu una meteora di quella che chiamavamo allora la «nuova canzone operaia», una canzone politica che veniva dall'interno stesso del mondo del lavoro anzichà© prenderlo solo per argomento. Poi tornò al paese, e quasi 30 anni dopo lo abbiamo ritrovato nel suo laboratorio di restauratore di mobili - con la chitarra in mano e un centinaio di canzoni sul registratore nel retrobottega. Adesso sono canzoni meno direttamente protestatarie ma non meno politiche, che parlano di una politica delle emozioni e dei sentimenti, che denunciano l'incapacità , sempre più alienata, di riconoscere la sostanza concreta delle cose e dei rapporti. In tutto questo tempo, ha scritto Moni Ovadia, «ho bestemmiato la mia rabbia perchà© un così grande e necessario talento non ha ricevuto l'ascolto e la dignità che gli spettava, invano. Bisogna rientrarci in qualche maniera, essere furbi, sapersi vendere, per `esistere' e questo vale anche per i migliori di noi. Tonino ha l'urgenza di una verità bassa e si sa questo tipo di verità non si vende. Ma Tonino viene dalle profondità del tempo e della terra, l'anima effimera dell'attualità non lo scalfisce, la sua arte proletaria e cafona non conosce il crepuscolo. Si é rifatto vivo dopo tutto questo tempo incidendo Jata vient', un disco delle sue canzoni che nessuna moda può offuscare e nessuna ragionevolezza può soggiogare, come se nulla fosse accaduto, non per inconsapevolezza, ma per fedeltà a qualcosa che non puoi perdere senza perdere te stesso. Tocca a noi, una volta tanto farci furbi e non perdere Tonino, tenerci a portata di mano la voce e i suoni di qualcuno che racconta di esseri umani e non di consumatori per ricordarci da dove veniamo per sapere dove vogliamo andare».
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Non so, davvero. Siamo messi male quando si inizia a giudicare il valore di un prodotto dal suo prezzo.
Il costo astronomico del cd di Tonino Zurlo (otto euri come tutti i cd del Manifesto, incluso quello di Uccio "occhio al gambero" Aloisi e quello di Riccardo Tesi -altro cd di riproposta molt bello-) permettono a mio avviso di correre il rischio di un acquisto al buio.
L'ANEMA LEGGERA
L'anema leggera non vo cchiù parlà e vo vulaje
l'anema leggera cchiu fiate nan tene
chiute la vocca e vo vulaje
Comm'a l'auciedde ca lassa lu nide
lassa la mamma , l'amice e la zite e vo vulaje
VECCHIE E PECCINNE
Quanne te nasce nu figghje
lu vecchie pe mmane lu pigghie
e lu porta alla via nova
cu vvete cu ssente cu pprova
[addsig]
Il costo astronomico del cd di Tonino Zurlo (otto euri come tutti i cd del Manifesto, incluso quello di Uccio "occhio al gambero" Aloisi e quello di Riccardo Tesi -altro cd di riproposta molt bello-) permettono a mio avviso di correre il rischio di un acquisto al buio.
L'ANEMA LEGGERA
L'anema leggera non vo cchiù parlà e vo vulaje
l'anema leggera cchiu fiate nan tene
chiute la vocca e vo vulaje
Comm'a l'auciedde ca lassa lu nide
lassa la mamma , l'amice e la zite e vo vulaje
VECCHIE E PECCINNE
Quanne te nasce nu figghje
lu vecchie pe mmane lu pigghie
e lu porta alla via nova
cu vvete cu ssente cu pprova
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(tradizionale, Matteo Salvatore)
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581
ciao volevo rispondere a junior dicendogli di allargare un pò di più i suoi orizzonti musicali......la musica popolare é fatta di POESIA non é moda caspitA[addsig]
591
Esimio Sig. Gaccione
Le sarei estremamente grato se mi facesse notare dove nei messaggi precedenti si parla di moda.
A parte qualche neofita affascinato dalla discopizzica, credo (voglio sperare almeno) che buona parte delle persone che frequentano codesto sito siano interessate alla musica popolare in quanto espressione di cultura e non come moda fine a se stessa.
Qualora poi Lei ritienga Tonino Zurlo un qualcosa "di moda", lasci che le dica che si tratta di una Sua esclusiva visione e percezione (mi verrebbe da dire alquanto alterata, in virtù dei suoi commenti) dell'artista ostunese.
Personalmente ritengo alcuni dei suoi testi (di Tonino intendo) molto profondi e toccanti (e gli arrangiamenti ben curati), ma non ho dubbi che si tratti solo di un problema di sensibilità differenti.
Per quanto riguarda i gusti personali del sottoscritto Le comunico, per quanto Le possa interessare, che sono quanto meno variegati e fin troppo ampi, essendo io in grado tanto di apprezzare tanto la bellezza di una ciarameddhata (a paru, alla moderna, co a surdulina), di una tarantella o di una serenata (garganica, salentina, calabrese che sia) quanto la profondità di artisti come Giovanna Daffini, Vittorio Carpi, Rosa Ballistreri, Maria Carta, Tonino Zurlo ed Enzo DelRe (il quale continua a non fare serenate) che lei conoscerà di sicuro.
Con Sua buona pace, Le ricordo che la canzone popolare, in quanto espressione di emozioni che vengono dalla gente del popolo, non sempre é fatta solo di serenate (cfr. Qua Si Campa D'Aria del Suo conterraneo Otello Profazio)
Da un punto di vista personalissimo lasci che le dica che non c'é nulla di più triste di un musicista con la esperienza che Lei dichiara di avere che si esprime in questa maniera parlando di altri artisti.
Come direbbe mia nonna, queste sono le guerre dei poveri.
E mentre di Tonino si parla in termini lusinghieri, di Lei, nonostante le Sue brillanti collaborazioni e i numerosisssssimi strumenti suonati, non si parla affatto. Colpa della moda senza dubbio.
Distinti saluti
Suo
Junior
[addsig]
Le sarei estremamente grato se mi facesse notare dove nei messaggi precedenti si parla di moda.
A parte qualche neofita affascinato dalla discopizzica, credo (voglio sperare almeno) che buona parte delle persone che frequentano codesto sito siano interessate alla musica popolare in quanto espressione di cultura e non come moda fine a se stessa.
Qualora poi Lei ritienga Tonino Zurlo un qualcosa "di moda", lasci che le dica che si tratta di una Sua esclusiva visione e percezione (mi verrebbe da dire alquanto alterata, in virtù dei suoi commenti) dell'artista ostunese.
Personalmente ritengo alcuni dei suoi testi (di Tonino intendo) molto profondi e toccanti (e gli arrangiamenti ben curati), ma non ho dubbi che si tratti solo di un problema di sensibilità differenti.
Per quanto riguarda i gusti personali del sottoscritto Le comunico, per quanto Le possa interessare, che sono quanto meno variegati e fin troppo ampi, essendo io in grado tanto di apprezzare tanto la bellezza di una ciarameddhata (a paru, alla moderna, co a surdulina), di una tarantella o di una serenata (garganica, salentina, calabrese che sia) quanto la profondità di artisti come Giovanna Daffini, Vittorio Carpi, Rosa Ballistreri, Maria Carta, Tonino Zurlo ed Enzo DelRe (il quale continua a non fare serenate) che lei conoscerà di sicuro.
Con Sua buona pace, Le ricordo che la canzone popolare, in quanto espressione di emozioni che vengono dalla gente del popolo, non sempre é fatta solo di serenate (cfr. Qua Si Campa D'Aria del Suo conterraneo Otello Profazio)
Da un punto di vista personalissimo lasci che le dica che non c'é nulla di più triste di un musicista con la esperienza che Lei dichiara di avere che si esprime in questa maniera parlando di altri artisti.
Come direbbe mia nonna, queste sono le guerre dei poveri.
E mentre di Tonino si parla in termini lusinghieri, di Lei, nonostante le Sue brillanti collaborazioni e i numerosisssssimi strumenti suonati, non si parla affatto. Colpa della moda senza dubbio.
Distinti saluti
Suo
Junior
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...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
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594
Io non ho ben capito seguendo quale criterio si può affermare che la musica popolare é "poesia"... E' come dire che la musica classica é "barocca", o che la letteratura é "prosa".
Spiegatemi perchà© non riesco a raccapezzarmi.
Un salutoQuesto messaggio é stato modificato da: Valerio, 24 Nov 2003 - 07:13 [addsig]
Spiegatemi perchà© non riesco a raccapezzarmi.
Un salutoQuesto messaggio é stato modificato da: Valerio, 24 Nov 2003 - 07:13 [addsig]
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609
caro valerio nn si può affermare il contrario circa la poesia nell'ambito musicale.......una persona intelligente dà molto importanza ai testi volete ke vi citi qualcosa a proposito dell'artista ZURLO?ascoltate JATA VIEND ne riparleremo.......nn ho niente contro il MAESTRO ZURLO da precisare,ma é solo questione di gusti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!![addsig]
611
DAL MIO DIARIO PERSONALE DI CALCIATORE DI SERIE A:
"Mister Ancelotti, mister Ancelotti: non ho capito lo schema!"
"Caro Adreji: le persone intelligenti lo fanno kosì, punto e basta. Vuoi che ti citi qualcosa dell'allenatore LIPPI? Guarda la FINALE DI CHAMPION'S LEAGUE ne riparleremo.......nn ho niente contro l'ALLENATORE LIPPI da precisare: é solo una questione di cambi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E poi io ho allenato più squadre di lui... e quando ero giocatore giocavo meglio di lui... e mia moglie é più bella della sua... e a briscola ho vinto io..."
"Ma MISTER: lo schema?"
"Eccheccazzonesoio? Mica l'ho capito"
Questo messaggio é stato modificato da: Sheva, 25 Nov 2003 - 17:39 [addsig]
"Mister Ancelotti, mister Ancelotti: non ho capito lo schema!"
"Caro Adreji: le persone intelligenti lo fanno kosì, punto e basta. Vuoi che ti citi qualcosa dell'allenatore LIPPI? Guarda la FINALE DI CHAMPION'S LEAGUE ne riparleremo.......nn ho niente contro l'ALLENATORE LIPPI da precisare: é solo una questione di cambi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E poi io ho allenato più squadre di lui... e quando ero giocatore giocavo meglio di lui... e mia moglie é più bella della sua... e a briscola ho vinto io..."
"Ma MISTER: lo schema?"
"Eccheccazzonesoio? Mica l'ho capito"
Questo messaggio é stato modificato da: Sheva, 25 Nov 2003 - 17:39 [addsig]
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No, non ci siamo proprio, mandolino.
Non credo funzioni cosi'.
Ad una richiesta di spiegazioni si dovrebbe rispondere, a mio parere, in un'altra maniera, a prescindere dall'intelligenza.
Una risposta del genere non l'avrei presa in considerazione manco me l'avesse data Fabrizio De Andrà© in persona.
Potrei valutare l'ipotesi possa valer la pena soffermarsi sulle tue parole, forse, se tu mi dicessi di essere l'Oracolo di Delfi...
Indi per cui la domanda che nasce spontanea é una ed una sola: sei l'Oracolo?
Se mi dici di sì mi fido, e la piantiamo di discutere.
Altrimenti non capisco come tu possa ragionare in questi termini.
Oltretutto io non ho nemmeno tirato in mezzo l'artista Zurlo nel mio messaggio: la domanda era molto semplice.
Tu hai espresso una tua opinione ed io ti ho chiesto di motivarla.
Parafrasando quello che hai scritto credo si possa dire la tua motivazione sia stata piu' o meno: "E' come dico io perchà© le persone intelligenti ragionano come me".
Per conto mio é un'affermazione che si invalida da sola.
La negazione di se stessa.
Ed una persona intelligente dovrebbe capire al volo il perchà©, quindi credo non ci sia bisogno di spiegarlo.
Ammenochà© qualcuno non me lo chieda, e nel caso lo farò in un momento in cui sarò un po' meno stanco di adesso.
Buonanotte a tutti.Questo messaggio é stato modificato da: Valerio, 25 Nov 2003 - 19:34 [addsig]
Non credo funzioni cosi'.
Ad una richiesta di spiegazioni si dovrebbe rispondere, a mio parere, in un'altra maniera, a prescindere dall'intelligenza.
Una risposta del genere non l'avrei presa in considerazione manco me l'avesse data Fabrizio De Andrà© in persona.
Potrei valutare l'ipotesi possa valer la pena soffermarsi sulle tue parole, forse, se tu mi dicessi di essere l'Oracolo di Delfi...
Indi per cui la domanda che nasce spontanea é una ed una sola: sei l'Oracolo?
Se mi dici di sì mi fido, e la piantiamo di discutere.
Altrimenti non capisco come tu possa ragionare in questi termini.
Oltretutto io non ho nemmeno tirato in mezzo l'artista Zurlo nel mio messaggio: la domanda era molto semplice.
Tu hai espresso una tua opinione ed io ti ho chiesto di motivarla.
Parafrasando quello che hai scritto credo si possa dire la tua motivazione sia stata piu' o meno: "E' come dico io perchà© le persone intelligenti ragionano come me".
Per conto mio é un'affermazione che si invalida da sola.
La negazione di se stessa.
Ed una persona intelligente dovrebbe capire al volo il perchà©, quindi credo non ci sia bisogno di spiegarlo.
Ammenochà© qualcuno non me lo chieda, e nel caso lo farò in un momento in cui sarò un po' meno stanco di adesso.
Buonanotte a tutti.Questo messaggio é stato modificato da: Valerio, 25 Nov 2003 - 19:34 [addsig]
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A mio personalissimo avviso poesia é qualsiasi cosa tocchi l'anima .Un cielo, una musica, delle parole messe in fila, delle situazioni specialiLa poesia non deve dire ma essere. Mac Leish[addsig]
...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
(tradizionale, Matteo Salvatore)
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Sono piuttosto d'accordo con Ialma.
Definire in altri termini il concetto di "poesia" sarebbe alquanto complicato. Come del resto sarebbe difficile tentare di "spiegare" qualsiasi altro tipo di espressione artistica.
Lo stesso concetto di "opera d'arte" é piuttosto complessuccio.
I messaggi di mandolino contengono molte ambiguità ; volevo vedere di chiarirmene qualcuna, ma il mio primo tentativo non é andato a buon fine...
Mmm... Se riuscisse a farci capire cos'é che lui intende quando usa la parola "poesia" potrebbe farmi ricredere sul suo conto.
Può darsi la causa del nostro disaccordo dipenda dal diverso significato che si da alla stessa parola.
Cerchiamo di scoprirlo...
A te la parola, Angelo.Questo messaggio é stato modificato da: Valerio, 27 Nov 2003 - 16:39 [addsig]
Definire in altri termini il concetto di "poesia" sarebbe alquanto complicato. Come del resto sarebbe difficile tentare di "spiegare" qualsiasi altro tipo di espressione artistica.
Lo stesso concetto di "opera d'arte" é piuttosto complessuccio.
I messaggi di mandolino contengono molte ambiguità ; volevo vedere di chiarirmene qualcuna, ma il mio primo tentativo non é andato a buon fine...
Mmm... Se riuscisse a farci capire cos'é che lui intende quando usa la parola "poesia" potrebbe farmi ricredere sul suo conto.
Può darsi la causa del nostro disaccordo dipenda dal diverso significato che si da alla stessa parola.
Cerchiamo di scoprirlo...
A te la parola, Angelo.Questo messaggio é stato modificato da: Valerio, 27 Nov 2003 - 16:39 [addsig]
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ALTRE DUE PAROLE A PROPOSITO DI TONINO.
Nonostante l'argomento sia un po' attempato, mi sono sentito in dovere anch'io di elogiare
questo vero artista popolare, che mi ha fatto completamente ricredere sulla possibilità di creare nel 2004 qualcosa dal gusto e dallo spirito "tradizionale".......ebbene c'é chi lo ha definito poeta, e la definizione é azzeccatissim, ma aggiungerei quella di cantastorie, un cantastorie fuori luogo e fuori tempo a cui non interessa il gran pubblico, ma a cui interessa veramente "emozionare, commuovere e divertire".
Ho comprato il CD da un paio di mesi, ma la prima volta che l'ho sentito, dico la prima, mi sebrava già di conoscerlo a memoria, di saperne cantare tutte le canzoni (ed in un certo senso é stato così).
Anche a me ha colpito qualche frase, qualche parola in modo particolare, e specialmente le riflessioni sulla morte, sull'uomo che ne ha una paura immensa, ancestrale (madonna de llu mare, lu mare mu ì fforte, tegne la varca rotta e m'assorme de la morte). Per non parlare dei pensieri ai poveri, agli emigranti, ed al meridione ed ai meridionali..
Un CD che bisogna assolutamente comprare, ascoltare, consumare e ricordare.Questo messaggio é stato modificato da: giannino, 09 Set 2004 - 10:39 [addsig]
Nonostante l'argomento sia un po' attempato, mi sono sentito in dovere anch'io di elogiare
questo vero artista popolare, che mi ha fatto completamente ricredere sulla possibilità di creare nel 2004 qualcosa dal gusto e dallo spirito "tradizionale".......ebbene c'é chi lo ha definito poeta, e la definizione é azzeccatissim, ma aggiungerei quella di cantastorie, un cantastorie fuori luogo e fuori tempo a cui non interessa il gran pubblico, ma a cui interessa veramente "emozionare, commuovere e divertire".
Ho comprato il CD da un paio di mesi, ma la prima volta che l'ho sentito, dico la prima, mi sebrava già di conoscerlo a memoria, di saperne cantare tutte le canzoni (ed in un certo senso é stato così).
Anche a me ha colpito qualche frase, qualche parola in modo particolare, e specialmente le riflessioni sulla morte, sull'uomo che ne ha una paura immensa, ancestrale (madonna de llu mare, lu mare mu ì fforte, tegne la varca rotta e m'assorme de la morte). Per non parlare dei pensieri ai poveri, agli emigranti, ed al meridione ed ai meridionali..
Un CD che bisogna assolutamente comprare, ascoltare, consumare e ricordare.Questo messaggio é stato modificato da: giannino, 09 Set 2004 - 10:39 [addsig]
Giovanni Semeraro
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- Iscritto il: 12 giugno 2005, 16:35
- Località: provincia sud di bari
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buongiorno,per me tonino zurlo é un mito, é un grande della musica popolare,potremmo paragonarlo a De andré per i contenuti e l'ironia delle sue canzoni,spero di poterlo incontrare un giorno.cmq sono nuovo e scusate se ho sbagliaato a fare qualcosa,se sbaglio,gentilmente correggetemi!!^__^ciao[addsig]