Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

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Avvocatista
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Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da Avvocatista »

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Alessandro Mazziotti, per chi non lo conoscesse, è una specie di orsacchiottone grande e grosso con una bizzarra passione: la zampogna.

Gli è riconosciuto, da tutti i Maestri zampognari che conosco, una grandissima competenza in questo settore, ma quello che lo caratterizza di più è che grazie a lui centinaia di giovani e meno giovani si sono riavvicinati a questo strumento, non solo, ma è riuscito a reintrodurre la zampogna in molti paesi del Lazio (e non solo), paesi nei quali questo strumento si era estinto da tempo. La sua attività spazia dalla ricerca sul campo alla costruzione e ricostruzione delle zampogne, dall'insegnamento alla raccolta di materiale demoetnoantropologico.

Il 30 Marzo del 2008 - in occasione della manifestazione "Beni immateriali in azione" al Museo delle Arti e tradizioni Popolari di Roma - ha presentato, insieme a Marco Tomassi, la ricostruzione funzionante di una bellissima e antica zampogna "estinta": la Zampogna Gigante di Villa Latina.

Qualche mese fa ha scritto un articolo - che personalmente considero molto interessante - sul compianto Ettore De Carolis: Ettore De Carolis, un ricercatore che ha saputo rapire l’anima all’Aniene. Considerazioni sulla ricerca attuale (in “Aequa”, X, n. 33, 2008, pp. 15-19).

In questo articolo, oltre a descrivere l'attività di ricercatore ed etnomusicologo di Ettore De Carolis nel Lazio, in Abruzzo, Molise, Gargano, ecc... si fanno una serie di considerazioni sul "modo scorretto di fare ricerca" partendo dall'atteggiamento di chiusura e di rifiuto che molti "informatori" hanno verso i ricercatori e gli etnomusicologi.

Mazziotti attribuisce tale atteggiamento di chiusura ad una serie di comportamenti scorretti che alcuni laureandi e ricercatori accademici avrebbero assunto nei confronti degli informatori e cita, ad esempio, il fatto che molti di questi informatori non hanno mai ricevuto copia delle registrazioni di cui sono protagonisiti, o il caso di una "zampogna" acquistata da un anziano suonatore - impegnato con Alessandro in una ricerca proprio su quello strumento - da un famoso professore universitario, pare, per la sua preziosa, esibita e nota a tutti collezione strettamente privata.

Testimonianze di questo tipo sono frequenti, io stesso (da modesto ricercatore dilettante quale sono) potrei portare numerosi esempi a supporto della tesi di Mazziotti, così come potrei citare le tante volte che pubblicamente ho richiamato etnomusicologi ed antropologi al rispetto del codice deontologico degli antropologi (elaborato da AISEA), codice che però non è stato sottoscritto da molti degli studiosi italiani di questo settore.

Mazziotti, poi, cita alcune cantonate prese dai ricercatori professionisti e introduce lo scottante tema della restituzione di questi beni cultuali alle comunità che li hanno generati da parte di coloro che li hanno prelevati, anche se per motivi di studio. (Tema, questo, che mi è particolarmente caro e sul quale ritornerò in seguito).

All'articolo di Alessandro Mazziotti segue la risposta decisa di Roberta Tucci, stimata etnomusicologa e nota ai frequentatori del forum per un bell'articolo sull'iniziativa "salviamo Torrepaduli" del nostro Kapitano, di Ialma e di altri.

La Tucci, nell'articolo "La ricerca etnomusicologica: professionalità e amatorialità, competenza e poesia. L’unicità di Ettore De Carolis" (Aequa, XI, n. 36, gennaio 2009) definisce la figura di etnomusicologo ed il percorso di studi che tali esperti devono affrontare prima di potersi fregiare di tale titolo, e poi affronta il tema della etnomusicologia e dell'amatorialità.

Da questo scritto emerge una figura di "amatore etnomusicologo" impegnato soprattutto in attività di organizzazione di eventi, festival, corsi, pubblicazioni di libri, CD, ecc... spesso in collaborazione con le amministrazioni locali.

Devo dire che ciò corrisponde - in parte - al vero: molti sedicenti "amatori" si dilettano, per passione e/o per denaro, ad organizzare eventi, "corsi", sagre, festival, ecc... combinando, spesso e volentieri, veri e propri disastri. (A questo proposito ho l'obbligo di ricordare che molti colleghi della Tucci sono chiamati dalle amministrazioni locali ad organizzare o sovraintendere, dal punto di vista scientifico, manifestazioni di dubbio contenuto culturale, sulle quali mi riservo di intervenire in seguito)

Ma la Tucci prosegue e ad un certo punto accusa Mazziotti di entrare in contrapposizione con l'Accademia usando "genericità, luoghi comuni e sentito dire" e prosegue attaccando punto per punto l'articolo di Alessandro.

In estrema sintesi, si afferma che Mazziotti ha generalizzato troppo, che occorre distinguere, che non è vero che gli studiosi non restituiscono al territorio i materiali che hanno prelevato, ecc... ecc...

Insomma, una difesa a testa bassa della etnomusicologia contemporanea italiana e un attacco molto forte alla visone di Alessando Mazziotti.

************************************

A questo punto ho ritenuto opportuno di rendere pubblico questo "scontro" con la finalità di avviare un confronto PACATO e COSTRUTTIVO su questa tematica che coinvolge molti di noi amatori.

L'auspicio è che a questa discussione partecipino anche gli etnomusicologi di professione, che inviterò personalmente su queste pagine.

Mi auguro anche che gli amatori che interverranno, spero numerosi, affrontino questa discussione in modo sereno, pacato e costruttivo.

Ricordo a tutti che molte delle ricerche effettuate da questi esperti hanno avuto successo anche grazie al supporto "sul campo" dei dilettanti, così come non posso non ricordare che molto di quello che sappiamo sulla musica tradizionale lo dobbiamo agli etnomusicologi di professione.

In definitiva, l'obiettivo che propongo a tutti è quello di avviare un dibattito che abbia un unico scopo: migliorare la nostra comune capacità di FARE CULTURA.
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quirino
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da quirino »

Gli articoli citati si trovano in rete?
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CarloTrono
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da CarloTrono »

quirino ha scritto:Gli articoli citati si trovano in rete?
stiamo chiedendo le autorizzazioni alla pubblicazione. Entro oggi o domani li rendiamo disponibili.
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Ialma
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da Ialma »

La Tucci, nell'articolo "La ricerca etnomusicologica: professionalità e amatorialità, competenza e poesia. L’unicità di Ettore De Carolis" (Aequa, XI, n. 36, gennaio 2009) definisce la figura di etnomusicologo ed il percorso di studi che tali esperti devono affrontare prima di potersi fregiare di tale titolo, e poi affronta il tema della etnomusicologia e dell'amatorialità.

Da questo scritto emerge una figura di "amatore etnomusicologo" impegnato soprattutto in attività di organizzazione di eventi, festival, corsi, pubblicazioni di libri, CD, ecc... spesso in collaborazione con le amministrazioni locali.
Prima di qualsiasi discussione sul caso specifico sarebbe il caso di leggere l’articolo originale della dott.ssa Tucci.
Per grandi linee, invece l’argomento è fin troppo interessante, ed è una questione molto sentita specie negli ultimi anni.
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Giusto per avere una base concreta… qual è il titolo di studio per potersi definire etnomusicologo ?
Dalla mia piccola ricerca
http://www.lettere.unibo.it/Lettere/Did ... odice=0433
è venuto fuori che, non esiste un corso di laurea in etnomusicologia NELLO SPECIFICO, ma che trattasi di un indirizzo specifico di lettere.
(OPERATORE DEI BENI CULTURALI (CONSERVAZIONE, TUTELA E FRUIZIONE) - CURRICULUM DEMO-ETNO-ANTROPOLOGICO)
Orbene, la mia domanda è : se non esiste un corso di laurea specifico, con una formazione specifica, ma chi si fregia del titolo ha solo una laurea in lettere con qualche esame di antropologia ed (al più) un complementare di etnomusicologia,
( http://www.unibas.it/lettere/cdl.asp?id=12 ) cosa differenzia due ricercatori professionali, uno con laurea ed uno no ?
...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da CarloTrono »

Ialma ha scritto:Giusto per avere una base concreta… qual è il titolo di studio per potersi definire etnomusicologo ?
giusto per ricollegare due discussioni che vertono sullo stesso argomento.
se ne è parlato anche qui con interessanti spunti
http://forum.pizzicata.it/viewtopic.php?f=47&t=1426
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Ialma
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da Ialma »

Allora se non esiste un percorso di studi specifico, e quello descritto da Giannino nel post di cui al link precedente
- una laurea in musicologia.
- una specializzazione in etnologia, o antropologia
sembrerebbe quello più corretto, continuo a chiedermi cosa faccia la differenza fra un laureato in lettere con un paio di esami non specialistici ed una persona con altro titolo di studi con migliaia di ore di ricerca e di studi sul campo che si attiene (con cognizione di fatto o meno) a quelli che sono i principi fondamentali della materia ?
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Giusto per : ricordo anni fa, quando Pizzicata iniziò con il progetto "Proteggiamo Torrepaduli" un noto antropologo riferì che la nostra operazione era un gravissimo errore culturale, perchè interferiva con quelli che sono i processi spontanei di modifiche sociali in una comunità.

Sarà questo che offende gli esperti del settore ?
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andreap
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da andreap »

Sarei estremamente interessato a leggere gli articoli in questione, e ringrazio di cuore avvocatista per aver portato alla nostra attenzione l'argomento in questione sul quale ritengo doveroso avere un'opinione.

Conosco Alessandro da anni e non mi sono nuovi i suoi spesso "coloriti" modi di esprimersi, ma quando parla di zampogne o comincia a soffiarci dentro di solito la cosa migliore che si possa fare è sedersi ed ascoltare...
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da Avvocatista »

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Cari amici,
per gentile concessione degli autori (Alessandro Mazziotti e Roberta Tucci) e dell'editore (AEQUA: STUDI, RICERCHE E INDAGINI STORICO-CULTURALI SUL TERRITORIO DEGLI EQUI (http://www.aequa.org), nella persona del Condirettore Artemio Tacchia.

Ecco gli articoli:

http://www.scribd.com/doc/14886231/Etno ... talia-oggi

che possono leggersi direttamente su Scribd o scaricare cliccando sul tasto download.

Ringrazio gli autori e l'editore per aver concesso la possibilità di diffondere questi scritti.

Ricordo che obiettivo del post è: migliorare la nostra comune capacità di FARE CULTURA. Prego tutti coloro che vorranno intervenire di partecipare alla discussione in modo pacato e costruttivo.

Buona lettura,
EV
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quirino
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da quirino »

Letti gli articoli.
Mi sembrano tutti e due articoli "furbacchioni" che cercano di tirare l'acqua al proprio mulino...tra l'altro rischiando di parlare del "nulla" perchè buon senso vuole e dimostra anche che si può essere ricercatori professionalmente elevati e preparati e allo stesso tempo seri, onesti e rispettosi.
L'articolo di Mazziotti pecca troppo di "genericismo" a mio avviso, anche se so che spesso ha ragione ma in una "questio" pubblica devi essere più preciso.
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andreap
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da andreap »

Su un punto sono d'accordo, l'articolo di Alessandro pecca di genericismo... personalmente ritengo che Mazziotti non avesse l'intezione di fare un attacco alla categoria degli etnomusicologi nel suo articolo, ma bensì di riportare il suo fattore esperienziale che lo ha portato ad avere resoconti dagli attori principali (cantori e suonatori tradizionali) su comportamenti (presunti o conclamati che siano) "scorretti" da parte di ricercatori o laureandi.

In questi deplorevoli comportamenti probabilmente anche altri di noi si saranno imbattuti nel corso della loro personale storia...

Quando ci sia approccia con la ricerca sul campo o si hanno dei rapporti con i musici o cantori tradizionali racconti come questi sono frequentissimi, quindi certamente non generalizziamo, ma non facciamo neanche passare passare l'idea che questi fatti in fondo non esistano.., perchè ESISTONO.... Esistono ricercatori che depredano gli anziani di beni e strumenti, esistono personaggi che con la scusa della ricerca depredano fondi e costruiscono "musei fantasma", esistono farabutti e imbroglioni come nel nostro paese abbondano in qualsiasi altro campo, dall'istruzione alla sanità alla politica.

Potrebbe allora essere utile o inevitabile a volte generalizzare, magari per non scatenare pubblici processi (considerando che spesso giudici e giuria fanno parte della stessa "fazione")... Ma è molto più colpevole a mio umile avviso far passare sotto silenzio questi comportamenti.

Attendo comunque di leggere l'articolo di Mazziotti in risposta alla Tucci

Grazie Avvocatista per aver messo a disposizione i due articoli in questione.
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da Avvocatista »

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Nell'ambito della mia personale esperienza dilettantesca di "ricerca", sono stato testimone diretto di comportamenti - da parte di studiosi del settore di cui si dibatte - che sono perfettamente in linea con quanto dichiara Mazziotti nel suo articolo.

E dico di più. Alcuni anni fa ho sentito l'esigenza di dotarmi di macchina fotografica e videocamera non tanto e non solo per riprendere le manifestazioni culturali di mio interesse, ma perché ho scoperto una nuova passione: studiare coloro che studiano.

Ho, pertanto, una discreta collezione di foto e di filmati che testimoniano atti e fatti in confronto ai quali quanto riferito da Mazziotti è uno scherzo, soprattutto perché il mio territorio preferito di "ricerca" è quello della religiosità popolare, ed in quest'ambito gli atti ed i comportamenti dei ricercatori dovrebbero essere particolarmente "rispettosi" o come minimo aderenti ad un qualche codice deontologico, come quello già ricordato di AISEA ( http://www.aisea.it/Codice.asp ).

Ma c'è di più, molto di più. Con la ratifica della Convenzione Unesco sulla salvaguardia del patrimonio immateriale questo settore, che fino a pochi anni fa era del tutto ignorato dalla gran parte del mondo accademico ed istituzionale, di colpo diventa oggetto di attenzione da parte di un numero impressionante di soggetti. All'inizio ho pensato che fosse una cosa positiva, soprattutto alla luce della filosofia che ha generato quella convenzione, poi ho scoperto che dietro questo interesse c'erano i soldi, il potere, le cariche, ecc.... ma anche la legittima ambizione di alcune comunità di portare all'attenzione del grande pubbico (e dei turisti) le loro piccole grandi risorse culturali, ignorando del tutto il fatto che questi beni sono beni delicatissimi che, in moltissimi casi, sarebbero annientati dall'impatto con politiche di valorizzazione poco rispettose della loro genesi e funzione.

Ed allora, ecco il fiorire di manifestazioni, conferenze, archivi, premi, musei, concerti, eventi, riviste, ecc... ecc.... Spesso, troppo spesso, addirittura MEGAEVENTI noti solo per la loro notorietà e per null'altro.

Si è detto da più parti che Mazziotti ha peccato di genericismo, ma non vedo cos'altro potesse fare in quel contesto. Magari qualcuno avrebbe voluto nomi, cognomi, date, circostanze ecc... informazioni, queste, che sono certo Alessandro abbia diligentemente appuntato nei suoi quaderni di campo.

Ma siamo sicuri che ciò avrebbe portato a qualcosa di costruttivo? Io credo proprio di no.

Il punto, secondo me, è un altro, ed è: a cosa serve oggi la ricerca antropologica o etnomusicologica? Cos'è cambiato oggi rispetto ai pionieri di questo settore? Cos'è cambiato rispetto alla logica adottata da Carpitella (di cui TUTTI gli etnomusicologi italiani si dichiarano "figli")?

E' pensabile un'alleanza tra professionisti della ricerca e dilettanti per comprendere insieme quali possano essere i metodi più corretti per salvaguardare e, in alcuni casi, "valorizzazione", questo patrimonio delle nostre comunità?

Troppe domande?

Ne faccio solo poche altre: Sarà rilasciata la zampogna rapita? C'è da pagare un riscatto? Forse una notte di queste la ritroveremo sull'uscio di casa di Nello?
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giannino
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da giannino »

Io faccio fondamentalmente un tipo di distinzione abbastanza netto tra gli "etnomusicologi" e ricercatori amatoriali e quelli "professionali/accademci".

I primi risultano senz'altro molto più "simpatici" al "pubblico", perchè spesso sono essi stesso "dentro" la tradizione che raccontano, e perchè quindi riescono a restituirla al pubblico (raccontandola, suonandola o ballandola) in modo diretto, semplice, non mediato, da pari a pari.
Se da un lato però essi - a causa della conoscenza approfondita del territtorio indagato (spesso abitano nella stessa zona della loro ricerca), della conoscenza diretta di musicisti, cantori, danzatori ecc.ecc., della partecipazione in prima persona ai riti/eventi/feste di carattere tradizionale - riescono a darci un'impressione fresca e diretta di quello che E' (hic et nunc) la musica tradizionale in una determinata zona, dall' altro - a causa della mancanza di studi approfonditi, di metodo scientifico, di pratica accanto a ricercatori esperti - la loro ricerca resta spesso senza risultati concreti, spesso sterile dal punto di vista della conoscenza "storica" di una società e di una tradizione, con tutti i cambiamenti e le evoluzioni che questa ha potuto/voluto subire negli anni, nei secoli, nei millenni. In fin dei conti, la ricerca rimane per forza di cose impantanata in una sincronia che invece non tiene conto dell'evoluzione naturale di tutte le tradizioni. Spesso infatti, il ricercatore amatoriale ha come unica fonte le proprie esperienze dirette, le proprie registrazioni o i racconti degli anziani. E questo tende a cristallizzare una tradizione, dandole un respiro di al massimo pochi decenni (che sono pochissimi se pensiamo ai numerosi stravolgimenti che ha subito in pochi secoli il nostro sud italia).

I secondi, gli "etnomusicologi" accademici e professionisti, hanno dalla loro una consocenza approfondita dei testi e delle esperienze di altri ricercatori, su una scala non locale bensì globale, coadiuvata dalle conoscenze più o meno approfondite anche in altri domini accademici non direttamente collegati all'etnomusicologia (storia, geografia, antropologia, sociologia, filosofia, psicologia ecc.ecc.ecc.). Io credo che questo divenga indispensabile nel momento in cui qualcuno abbia voglia di conoscere a fondo una cultura, una tradizione, risalendo agli eventi ed ai motivi che hanno portato a quella tradizione, e potendone così immaginare gli sviluppi futuri. Certo, a questo tipo di studioso manca spesso (ma non sempre) la consocenza diretta e la vicinanza alle tradizioni che racconta: ma non ci è forse stato spiegato fin da bambini che una persona più oggettiva è quella che sta "fuori" la situazione?

Ma alla fine credo che non esista un modo giusto o sbagliato di lavorare: ciascuno ha semplicemente le sue motivazioni, i suoi fini, il suo pubblico preferito.

Esempio:
Se per esempio chiediamo Zi' Michele (nome di fantasia), che è devoto alla madonna di montevergine, cosa prova e perchè fa ciò che fa nel giorno del rito, egli risponderà in chiave cristiana. Se chiediamo al ricercatore diretto ed "amatoriale" informazioni su questa tradizione, egli ci racconterà l'esperienza e le motivazioni di Zì michele così come questi glie le ha raccontate, arricchendole con un po' del suo bagaglio personale in merito alla sua esperienza diretta all'interno di questa tradizione cristiana. Se lo chiediamo invece ad uno studioso delle tradizioni popolari ci spiegherà il fenomeno cristiano come evoluzione a partire da antichi riti e luoghi di culto pagani. A qualcuno di noi potrebbe affascinare il racconto di Zi Michele. A qualcun'altro interesserebbe la spiegazione dell'appassionato di tradizioni. Qualcun'altro si riterrebbe soddisfatto solo dalle delucidazioni storico/scientifiche dello studioso accademico.
Per quanto mi riguarda... io li ascolto volentieri tutti e tre!!! E poi traggo le mie personalissime opinioni.
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quirino
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da quirino »

giannino ha scritto: Per quanto mi riguarda... io li ascolto volentieri tutti e tre!!! E poi traggo le mie personalissime opinioni.
idem.
Le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze.
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Re: Etnomusicologia e amatorialità in Italia oggi

Messaggio da ANYAD »

GRANDE GIIOVANNI!!! MI RITROVO PARO PARO NEL TUO RAGIONAMENTO!
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