Le origini dell'intrusione del vile denaro

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Gianlu
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Le origini dell'intrusione del vile denaro

Messaggio da Gianlu »

Domanda:
ਠchiaro che il denaro sia diventato oggi giorno un fattore di enorme influenza in quasi tutti gli ambiti della musica tradizionale. Fattore così forte da contribuire (o forse essere l'unico responsabile) alla nascita di una nuova categoria, il pop-popular. Se questa influenza sia positiva o negativa, non ਠil caso di dilungarsi, visto che gira e rigira ਠuno dei filoni che sta alle radici di praticamente tutte le discussioni su Pizzi...certo che qualcosa ਠstato salvato dall'oblio grazie al denaro, molto ਠandato perso grazie al denaro...rivalutare il presente o avere nostalgia del passato incontaminato?

Come si usa dire sul lago di Lesina, "Una volta sì che qui si stava bene", intendendo al tempo dei Romani..., poi si sa, ਠarrivata l'onda anomala...(SCIAFF!!!)

La domanda per oggi ਠquesta: Quando ਠavventua la prima intrusione della vile moneta in questo mondo?
Quando ci furono le prime registrazioni?
Quando si pagò per la prima volta qualcuno per esibirsi in piazza?
Quando si iniziò a diventare costruttori di strumenti musicali per professione, e per sostentamento?
Con De Martino?
COn la nascita dei dischi e delle cassette?
Insomma, andiamo molto, molto, ma molto prima di Mellpignano...

Ciao
giannino
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Messaggio da giannino »

A di certo le orchestrine che suonavano per le tarantate venivano pagate, e profumatamente, per il loro lavoro.
La musica ਠuna passione, ma per molti ਠun lavoro, e quando si tratta di lavorare con la propria passione il denaro non ਠpiù vile, ma indispensabile. Dietro un'esibizione pubblica ci sono tanti interessi, ma soprattutto giorni, mesi, anni di preparazione tecnica da parte dei musicisti. Nonchਠla spesa spesso enorme per i propri strumenti.
L'applauso ਠil riconoscimento più importante, ma spesso non basta!
Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

Concordo Gianni. Infatti ਠproprio perchਠle cose non sono così facilmente individuabili che mi sono posto la domanda. Credo per ogni voce che come esempio ho elencato prima, si possa trovare un'eccezione di anni passati. Un po' come ogni cosa in quest'ambito, anche per questo "sacro limite" tra puro/spontaneo e artificiale/monetizzato i contorni si sfumano.

Dei nostri tempi sappiamo abbastanza per giudicare. Oggi molti hanno nostalgia degli anni '70 e dell'ondata di interesse per il folk politicizzato. Scommetto che anche all'epoca qualcuno sospirava pensando a tempi più genuini (AH, quanto si stava bene al tempo dei Romani...).
Prima ho citato De Martino. Se ricordo bene, proprio tu altrove dicesti che La terra del rimorso ha rappresentato un'accelerazione, un passaggi chiave nel disgregamento del fenomeno del tarantismo.
Diciamo che non ਠche cerco giorno, mese e anno "dell'inizio della fine", ma mi chiedevo se si poteva individuare uno o più elementi fondamentali che hanno permesso l'inserimento di interessi economici in questo mondo, così com'ਠoggi. Elementi di qualsiasi genere, che so, una ricerca etnomusicologica, un governo, l'arrivo della televisione o della radio nelle case, un primo festival di massa, la costruzione di una strada, gli mp3, un'onda anomala...
Gio
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Messaggio da Gio »

Sicuramente qualcosa ਠsuccesso alla fine degli anni 90!
Ricordo i primi concerti di musica popolare, che spesso venivano definiti semplicemente tamburellisti.
In particolare ricordo una festa de l'Unità  a Castrignano del Capo, dove si esibiva il Canzoniere di terra d'Otranto quelli che di li a poco sarebbero diventati gli Aramirà¨. La piazza enorme era quasi deserta, non perchਠloro non sapessero suonare ... ma perchਠcredo non si era ancora innescato il meccanismo che poi a portato a "Melpignano".
Ultima modifica di Gio il 18 giugno 2007, 13:32, modificato 1 volta in totale.
marioFB
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Messaggio da marioFB »

La moneta di per sà© non ਠvile, vile può esserne l uso, o chi ne fa uso improprio. (e su "improprio" potremmo aprire numerose discussioni).

Premesso che la professione di musicista ਠalquanto antica, come pure quella di liutaio, pare esista un erronea convinzione in base alla quale se il musicista ਠcolto/professionista si deve retribuire, se ਠpopolare/tradizionale invece no.
A parte l attività  musicale esercitata per il piacere degli esecutori (es.: una cantata all osteria o una suonata fuori dall uscio), il compenso (in denaro o "in natura") al suonatore popolare non professionista per attività  a supporto del ballo o varie atre occasioni rituali (es. matrimoni) ਠun elemento antico e tradizionale quanto la musica stessa. Il compenso era alla base di un sistema di competizione tra musicisti che ha favorito la qualità  di molti di loro, stimolando la creatività  personale e quindi l‘ampliamento e l evoluzione dei repertori.
Forse oggi stentiamo a capirlo perchà© nel nostro sistema di benessere la musica per molti ਠun hobby, ma in tempi non lontani la possibilità  di racimolare qualche soldo extra con la musica era grazia di dio.

Per quanto riguarda il compenso ai musicisti terapeuti, possiamo ricordare quanto lo stesso mesciu Gigi Stifani puntualizzava spesso: il suonatore che va a curare, che sia contadino o artigiano, perde la giornata di lavoro, quindi gli vogliamo dare almeno il mancato guadagno, le spese di trasporto e il vitto? Si può quindi capire come un orchestrina di 4-5 elementi diventava un considerevole onere anche se questi non volevano approfittarsene.

Un tempo l ingaggio per i musicisti popolari era legato a momenti festivi e rituali non molto frequenti. Oggi ਠsempre festa, perchà© qualsiasi cosa si spreme se può dare profitto; la risorsa-cultura tradizionale (o meglio alcuni elementi di questa) ਠdiventata un attrazione per turisti che, come tutti possono costatare, spesso si sfrutta in modo rozzo ed incompetente.

Ciao
Mario
Damiano
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Messaggio da Damiano »

Io mi diverto ancora anche se non mi pagano.
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lapo
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Messaggio da lapo »

una cosa ਠcerta,
la musica popolare viene spazzata via dall'arricchimento.
in tutti i posti dove ho avuto l'occasione di passare qualche mese ho notato che le tradizioni popolari si sono conservate maggiormente la dove resistono aree economicamente depresse

UK: scozia
Italia: alcune valli del nord, sardegna, puglia, calabria, napoletano
Irlanda: costa ovest
Spagna: galizia e andalusia
march
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Messaggio da march »

Interessante punto di vista...interessante!
pizzicagnolo
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Lontano nel tempo e nello spazio (quasi un OBE)

Messaggio da pizzicagnolo »

Gianlu ci invita ad andare anche molto, molto, ma molto lontano nel tempo e Lapo ci porta anche lontano nello spazio (Lapo, io ci aggiungerei anche: Francia ---> Bretagna) ed io accolgo le due suggestioni:

I bardi gallesi (poeti di corte) venivano ricompensati a seconda della loro bravura e della generosità  del fruitore; i compensi dei filid irlandesi erano fissati per legge; i druidi (che oltre ad essere dei sapienti, filosofi, giudici, consiglieri del re, guaritori, astronomi, ...erano anche poeti e cantori) erano esenti da tasse, dal servizio militare e da ogni altra prestazione e avevano diritto a parte dei bottini di guerra. (Rolando Dubini)

Persino il Sofista , continuatore, in forma leggermente deviata, di quella figura centrale nella vita culturale arcaica, che ਠdi volta in volta profeta, sacerdote, sciamano, taumaturgo, poeta, insomma con una parola, il Vate, motore essenziale di gioco sociale, ha un repertorio per le sue rappresentazioni, incassa uno stipendio o fa esibizioni a prezzi fissi, tanto da poter dire: "Se avessi sentito il discorso di Prodico di 50 dracme, lo sapresti, ma hai sentito solo il discorso di una dracma..." (Johan Huizinga)

Il tarantismo ha rapporti anche con l'economia, in quanto il bilancio familiare dei tarantati doveva affrontare la spesa per i suonatori; i proventi per le prestazioni musicali arricchivano in maniera non irrilevante il bilancio dei suonatori. (Ernesto De Martino)
betsabea
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Messaggio da betsabea »

Veramente De Martino scriveva già  che il fenomeno del tarantismo era bello e che finito ai tempi suoi...

Mi pare che la questione sia molto più "generale", la società  à¨ cambiata e forse non ha senso stabilire quando sia arrivato il frigorifero per conservare il pesce e si ਠsmesso di fare le sarde salate.. mi spiego meglio, la musica tradizionale si ਠsnaturata nel momento stesso in cui ਠuscita dal proprio contesto e se ne ਠfatto un altro uso (intrattenimento puro), ora noi possiamo riprodurla più o meno fedelmente (a pagamento o aggratisse) ma si tratta comunque di un fenomeno diverso. In questo senso se proprio vogliamo dare la colpa a qualcuno/qualcosa diamola al progresso, al nostro ampliamento di orizzonti... ma non ha molto senso.
Certo credo che tu ti riferisca ai fenomeni (concerti e varie) di piazza salentini, ma secondo me sono talmente "altro" che non trovo quasi il legame con la vostra tradizione, il fatto che si canti un brano tradizionale anzichਠuno rock non significa niente: questi fenomeni sono totalmente frutto della nostra epoca..
Anche sul "quando" trovo difficoltà  a capire: bisognerebbe vedere il "dove" insieme al quando. Comunque ogni qual volta si trova una occasione di festa tradizionale e (per quanto possibile) integra, in cui la musica svolge il ruolo originario, lì si scorge una continuità ..
pizzicagnolo
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Messaggio da pizzicagnolo »

[quote:6fe29fe4d8="giannino"]A di certo le orchestrine che suonavano per le tarantate venivano pagate, e profumatamente, per il loro lavoro.
![/quote:6fe29fe4d8]
Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

mmm

mmm

mi fa piacere quando le discussioni vanno avanti, anche quando vanno un po' ovunque...però non si ਠandati verso dove speravo.
Allora procediamo per domande dirette, secche, poi proseguiamo nellincollaggio ed elaborazione.

1) Festival: Secondo voi, quando ਠstato che sono nate le prime grandi manifestazioi di piazza? C'ਠstata qualche edizione in particolare che ha segnato una sorta di nuova era? (Escludiamo la NDT, ne sappiamo tutto, ha prodotto una serie innumerevole di copie, ma preferirei tornare indietro nel tempo...immagino che per i festival sia successo qualcosa di interessante intorno agli anni 70, forse 60...)

2) Dischi: qui si può forse fare una netta distinzione tra documenti di ricerca e dischi di riproposta. Qual ਠstato il primo lavoro pubblicato di ricerca sul campo?
Quale il primo gruppo che ha prodotto un disco di riproposta o peseudo folk?

3) Feste tradizionali: (ognuno faccia riferimento a quelle che conosce bene, nel senso che frequenta da tempo...non ਠinsomma una domanda per noi quattordicenni...)
Quando avete visto aumentare e cambiare il tipo di partecipazione ad eventi realmente tradizionali, tipo Montemarano, Torrepaduli o le feste delle madonne partenopee? C'ਠstato un lento e costante crescere della partecipazione o ci sono stati anni ni cui si ਠassistito ad un'improvvisa ondata di turisti occasionali?

emmò vediamo se riuscite a sviare...
giannino
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Messaggio da giannino »

Gianlu, con tutto il rispetto, mi sembrava più interessante la piega che il discorso arbitrariamente stava prendendo...le tre domande mirate secondo me rischiano di banalizzare il discorso, apparte il fatto che le date ed i luoghi precisi di quegli accadimenti darebbero vita solo ad una sterile statistica (ammesso che li si riesca davvero ad individuare con precisione).

Betsabea...parli con troppa sicurezza di contesti tradizionali: cosa intendi per ciò? Secondo te in passato non si pagava ad esempio un trio di musicisti per rallegrare un matrimonio? Quello non era spettacolo o esibizione?
Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

Eh, Gianni, credo che tu mi sopravvaluti troppo. Io mi accontento di poche cose, semplici e banali, probabilmente inutili.
Come detto prima, contentissimo che il discorso prenda pieghe e pieghe su pieghe. Però avendo fatto una domanda, e poi avendola convertita in altre più chiare e dirette, spero comunque in una risposta.
Se vuoi, fai finta di aver sentito qualcuno chiedere il nome del settimo nano che nessuno ricorda o il secondo marcatore della semifinale del mondiale '86...
a me personalmente può tornare utile per farmi un'idea di periodi che non ho vissuto direttamente, essendo ancora giovinetto (?). Sarà  inutile e banale ma a me serve, come detto, per incollare ed elaborare, insomma mirerei a qualcosina di più di una semplice statistica,. Sottolineo però, per conclusioni (ammesso che ci siano) puramente personali, non ho intenzione di mirare ad un grande congresso...poi che il pifferaio magico non suonasse per proprio o altrui sollazzo, così come gli Ebrei sotto le mura di Gerico...beh ਠuna cosa a cui penserò domani. Oggi mi tornerebbe utile qualche informazione da parte di persone sugli "...anta"
Ciao
betsabea
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Messaggio da betsabea »

Si certo Giannino, lo era.. ma accanto a queste occasioni c'erano anche (per esempio) le sonate devozionali etc... era per fare un esempio in cui i soldi non c'entravano..

Anche a me piaceva la piega libera del discorso..

1) Festival: boh si ci sarà  stata, forse woodstock? : )
2) Dischi: boh bisognerebbe fare una ricerca..
3) Feste tradizionali: qui ognuno potrebbe rispondere per quello che conosce, in calabria (a parte il tarantella power-analogo alla NDT) l'afflusso di giovani "forestieri" alle (poche) feste tradizionali secondo me non va più indietro di 5-6 anni... però ci sono manifestazioni che hanno attratto appassionati e cultori fin dal loro nascere all'inizio degli anni '90... diciamo insomma che l'escalation ancora non c'ਠstata (grazie a Dio)..
Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

Grazie Betsa...più per la 3) che per 1) e 2)...ma grazie. Avevo infatti precisato di fare riferimento ad ambiti che si conoscano abbastanza bene. Aspetto altri anta alla riscossa...
pizzicagnolo
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Messaggio da pizzicagnolo »

[quote:ef59aceabd="Gianlu"]mmm

1) Festival: Secondo voi, quando ਠstato che sono nate le prime grandi manifestazioi di piazza? C'ਠstata qualche edizione in particolare che ha segnato una sorta di nuova era? ...
(ognuno faccia riferimento a quelle che conosce, nel senso che frequenta [/quote:ef59aceabd]


Mi perdonerete se farò riferimento alla Bretagna, per due motivi: frequento e ho frequentato diversi festival in Francia; ci sono delle attinenze che si possono collegare anche a situazioni a noi più vicine.

Nell interno della Bassa Bretagna, i contadini si aiutavano nei lavori dei campi reciprocamente e gratuitamente; il beneficiario non era un datore di lavoro ed era normale per lui organizzare una festa dopo l'impegno: quindi lavoro e festa erano strettamente legati. "Fest Noz" era il ballo notturno popolare, che coinvolgeva tutte le generazioni. Non era una riunione di danza organizzata dove poteva venire a ballare chi voleva, ma una circostanza particolare dove si ballava fino al ventesimo secolo il tipo di danza più arcaico della nostra storia, cioਠquello della catena aperta o della ronda cantata o in cerchio chiuso, con il kan ha diskan. Anche allora, I MUSICISTI COSTAVANO, quindi spesso si cantava, si "lallava". Le danze tradizionali erano molto importanti anche durante i matrimoni; le danze dette "d'onore" erano praticate dall'uscita di chiesa fino al banchetto nuziale, in esse veniva rispettato un rigido protocollo rituale, contrariamente alle danze "ricreative". Si danzava anche durante le fiere ed altre feste calendariali e processionali (pardons), che forse corrispondono alle nostre "sonate devozionali" in cui i soldi non c entravano, a cui fa riferimento Betsabea. Bisognerà  attendere il VENTESIMO SECOLO e il PRIMO DOPOGUERRA perchà© le cose comincino a cambiare significativamente, cioਠsi cominci a sostituire a una cultura contadina originale l'allineamento su una sola cultura cittadina e borghese. Il termine di "Fest Noz" ਠstato rilanciato DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE, ma il fest noz attuale non ha più nulla in comune con quello tradizionale: non ਠpiù una danza fatta insieme solo da quelli che hanno lavorato insieme, sullo stesso posto dove hanno lavorato, per ricompensare la fatica condivisa; la catena si apre in serpentina, il pubblico ਠanche cittadino e straniero, la festa diventa organizzata, A PAGAMENTO E ATTIVITA LUCRATIVA, la danza ora s'insegna negli stages e non s'impara più dagli anziani per "impregnazione", diventa gesto amministrato dall'esterno con strumenti musicali, microfono, palco, manifesti pubblicitari e!applausi, un tempo impensabili. (Tutto questo vi ricorda qualcosa?) Quindi il discostamento ਠstato graduale, ma se proprio vuoi delle date, la prima grande, enorme manifestazione dirompente di piazza, secondo me, lì in Bretagna ਠstata 37 anni fa, quando <C'ਠstato un Festival in particolare che ha segnato una sorta di nuova era> : il Festival di Lorient, che quest anno ਠorganizzato appunto per il 37^ anno e che, a mio parere, non ha NULLA a che fare con le feste tradizionali, il loro spirito, l intenzione, ecc : ਠassolutamente commerciale
giannino
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Messaggio da giannino »

Cavolo per una volta che parlo seriamente mi rispondi ironicamente?
Hai ragione...chi la fa la spetti.
Non volevo sminuire le tue curiosità , ma ਠche le reputo domande troppo ampie per riuscire a dare una risposta che sia esauriente.
Per esempio non parli del luogo, tanto ਠvero che ti ਠstato risposto facendo riferimento alla situazione della bretagna.
Qualcuno potrebbe risponderti dall'altra parte del mondo, mettiamo Trinidad e Tobago, dicendo che là  il primo festival folk si ਠtenuto l'altro ieri.

A questo punto se vuoi risposte precise fai domande precise:
ti interessa la situazione salentina, pugliese, meridionale, italiana, europea, mondiale o universale?
betsabea
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Messaggio da betsabea »

Aò... anta a chi??!!

:wink:

.. le domande sono "facili" ਠche le risposte sono complesse, ovvero non univoche, bisognerebbe considerare le varie realtà  territoriali e uno solo alla volta dei vari fenomeni che descrivi..
Però una cosa ਠcerta: ਠriduttivo dire che ਠcolpa del "vil denaro" che chiedono i musicisti se le nostre tradizioni musicali stanno degenerando in fenomeno di mercato. Quando sono state abbandonate si ਠtrattato di un fenomeno sociale, e di spopolamento, di una frenesia all'emancipazione e all'ammodernamento, un rifiutare le proprie radici. Quando poi l'interesse si ਠrisvegliato si ਠinnestato in una società  totalmente diversa, con meccanismi nuovi.. ora poi tutto ha cominciato a "degenerare" come dici tu..
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