San Rocco 2010: ecco com'è andata

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Damiano
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Iscritto il: 10 novembre 2003, 22:10

San Rocco 2010: ecco com'è andata

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Torrepaduli, festa di San Rocco 2010: io c'ero...

Quest'anno sono tornato a San Rocco dopo due anni di assenza (l'anno scorso purtroppo avevo problemi di salute e ho lavorato pure il giorno di Ferragosto!); quest'anno mi sono organizzato meglio e il 14 agosto ero già a Zollino, nella Grecìa, ospite del grande Fabrizio Bianco, cantore griko e tamburellista dei Cunservamara. Dopo la notte della Taranta a Zollino, in cui ho un assaggio di scherma con Stefano De Monte, schermidore di Lecce piuttosto bravo, e una rondaccia (Fabri, perdonami, ma co sti romani in vacanza in crisi d'astinenza da sule mare e jentu non si può mai stare tranquilli!), passiamo la la mattina e il pomeriggio del 15 fra giri per Zollino (bel paese, devo dire) e un po' di mare meritato a Sant'Andrea (che scogliera spettacolare!). Verso le otto di sera un salto a Sternatia a caricarci Massimo, lo zio di Fabrizio e poi giù verso lu Capu. L'autostrada corre veloce sempre più a sud finchè non prendiamo l'uscita per Supersano, e c'inoltriamo per gli uliveti che dominano questo estremo fazzoletto di Salento che per una notte è l'ombelico del mondo. Da lontano s'indovina il santuario, e noi parcheggiamo in un parcheggio (abusivo?) e ci avviamo verso il sagrato. A primo impatto San Rocco non mi dice granchè: bancarelle (come dice quel campione di Carlo seduto sul Trono) di tamburelli spacciatamente contraffatti), panini, fricchettoni, ma di facce e strumenti conosciuti poco e niente. A stento vedo Tony di San Pietro Vernotico calato da RImini e qualcun altro. Ma Fabrizio mi aveva avvertito che la festa vera e propria, secondo tradizione VERA, comincia dopo i fuochi, che ci andiamo a vedere (ne sparano quattro!). Sparati i fuochi e ritiratasi la processione, alla fine ci siamo. Non so com'è andata all'inizio, fatto sta che noi, nello spazio a destra del santuario, apriamo una delle due ronde madri: siamo io, Lele di Casarano e consorte, Fabrizio, Romolo Crudo di Taurisano, Veronica di Miggiano, Massimiliano Soprabito in versione fotografo che documenta ogni nostro sospiro, una signora col violino, piuttosto brava, Tony di San Pietro con l'organetto, e il mastro di ballo (anche se lui nega) è tale Giampiero di Casarano, che non appena avviene uno sgarro (turisti indisciplinati, cambi coppia non corrispondenti al codice di Torrepaduli - cambia tutta la coppia per volta) s'incazza come una belva e sgrida alla grande (mi becco anch'io un rimprovero per aver accennato un passo di pizzica pizzica non "ortodosso", secondo loro). Dopo un po', chiesto permesso a Lele e Fabrizio, abbassiamo il ritmo dei tamburelli e finalmente comincia San Rocco. Cominciano a schermare Lele e Fabrizio, poi entro io, poi Cristian di Neviano, poi Romolo, secondo tutte le regole della scherma zingara.... insomma, una delle poche ronde in cui si è schermato come San Rocco comanda. Poi purtroppo, quando riprendiamo a pizzica, la ronda abortisce per colpa dei soliti maleducati, e ne riformiamo un'altra con Lele e sua moglie Antonella, ma solo di pizzica. Io poi mi vado a fare un giro nell'altra ronda madre, quella al centro del sagrato, dove quest'anno hanno montato una telecamera su ponte fisso e dove ritrovo gente coi controcazzi: Stefano e Ghigo di Taranto, la Compagnia di Scherma, Davide Delle Donne, Riccardo di Galatone, Donadei, Anna Cinzia Villani.... Verso le quattro vado ad acchiappare un mio amico, conosciuto il pomeriggio prima a Zollino: Madana, organettista fiorentino, con cui ci facciamo un saltarello (ormai le ronde di scherma si sono disfatte) che ha la virtù di far zompare tutti i fricchettoni intorno a noi col loro primo tamburellino cinese. Dopo il saltarello ci riavviciniamo a destra del santuario e riformiamo una ronda di scherma, dove ho l'onore di schermare con Davide Delle Donne e Riccardo, in due giri di bacchetta alla salentina, mentre Luciano di Manduria si mena anche lui (forte della sua esperienza di schermidore col fioretto) e mi conciano per le feste (Davide, che te possino, ho ancora i segni di una tua ditata!). Faccio anch'io due o tre giri di bacchetta sempre con Stefano De Monte, stanco a pezza e squagliato di sudore come una spugna, e Romolo, finchè di comune accordo con Fabrizio, dato che la messa delle sei è cominciata, per rispetto alla tradizione smettiamo di suonare, ci congediamo da San Rocco e ci avviamo lentamente alla macchina per tornare a Zollino.

E voi? Aspettiamo i vostri resoconti. A presto!
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