L'Arpa popolare
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L'Arpa popolare
In Lucania, e precisamente nella Val d’agri (famosa oggi soprattutto per gli immensi giacimenti petroliferi che tanti danni stanno arrecando al territorio), si è manifestato un fenomeno che è unico nella storia della della musica popolare italiana. In quest’area, infatti, accanto ai “classici” strumenti musicali popolari del mezzogiorno d’Italia, si diffuse - non si sa ancora bene quando né come - l’arpa.
Le arpe popolari lucane erano in gran parte piccole arpe che era possibile trasportare con una certa facilità (portative). In maggioranza erano diatoniche, alte circa 80-100 centrimetri, spesso con 12 o 14 corde. Ma erano presenti anche arpe più grandi 140-150 centimetri, con 34-36 corde.
Non è ancora chiaro come e quando queste arpe siano arrivate in Lucania (anche se la presenza di queste arpe è documentata a Napoli già nel '500), né chi e quanti fossero i liutai, che molto probabilmente erano semplici falegnami. L’unica cosa che sappiamo con certezza è che in quell’area, agli inizi dell’800, operava almeno liutaio ufficialmente riconosciuto come un costruttore arpe: Vincenzo Giuseppe Raffaele Bellizia, nato nel 1801 a Viggiano.
Di questo liutaio conosciamo l’attività e le arpe grazie al fatto che nel 1843 i membri della “Società Economica di Basilicata” deliberarono a suo favore un premio di 100 ducati per essere stato, insieme a Girolamo dé Baroni Corvo di Napoli, l’unico costruttore di arpe a pedali, come quelle francesi e tedesche. Una delle arpe del Bellizia venne esposta, nel 1845, alla Esposizione di Belle Arti di Napoli.
Ma la costruzione di arpe doveva avere ben altra consistenza se, come si è dimostrato, nei paesi della Val d’Agri, ed in particolare a Viggiano, risiedevano centinaia di suonatori d’arpa, molti dei quali “girovaghi”.
Si hanno tracce di suonatori girovagli lucani, tra i quali, purtroppo, molti bambini, in tantissimi stati europei, negli Stati Uniti e in Australia.
Quanto ai repertori musicali dei secoli passati abbiamo poche e frammentate notizie. Ci sono arrivate tarantelle e pastorali, ma gran parte del repertorio è andato perduto, almeno per il momento.
Ai giorni nostri i rarissimi eredi di questa tradizione eseguono soprattutti brani di musica popolare, sacra, operistica e popolaresca napoletana.
A questi devono aggiungersi gli allievi della Scuola di Arpa Popolare della val d'Agri, che il 4 luglio prossimo torneranno a suonare, dopo tanti decenni di interruzione, per le vie e per le piazze della Lucania.
http://arpapopolare.ning.com/
Le arpe popolari lucane erano in gran parte piccole arpe che era possibile trasportare con una certa facilità (portative). In maggioranza erano diatoniche, alte circa 80-100 centrimetri, spesso con 12 o 14 corde. Ma erano presenti anche arpe più grandi 140-150 centimetri, con 34-36 corde.
Non è ancora chiaro come e quando queste arpe siano arrivate in Lucania (anche se la presenza di queste arpe è documentata a Napoli già nel '500), né chi e quanti fossero i liutai, che molto probabilmente erano semplici falegnami. L’unica cosa che sappiamo con certezza è che in quell’area, agli inizi dell’800, operava almeno liutaio ufficialmente riconosciuto come un costruttore arpe: Vincenzo Giuseppe Raffaele Bellizia, nato nel 1801 a Viggiano.
Di questo liutaio conosciamo l’attività e le arpe grazie al fatto che nel 1843 i membri della “Società Economica di Basilicata” deliberarono a suo favore un premio di 100 ducati per essere stato, insieme a Girolamo dé Baroni Corvo di Napoli, l’unico costruttore di arpe a pedali, come quelle francesi e tedesche. Una delle arpe del Bellizia venne esposta, nel 1845, alla Esposizione di Belle Arti di Napoli.
Ma la costruzione di arpe doveva avere ben altra consistenza se, come si è dimostrato, nei paesi della Val d’Agri, ed in particolare a Viggiano, risiedevano centinaia di suonatori d’arpa, molti dei quali “girovaghi”.
Si hanno tracce di suonatori girovagli lucani, tra i quali, purtroppo, molti bambini, in tantissimi stati europei, negli Stati Uniti e in Australia.
Quanto ai repertori musicali dei secoli passati abbiamo poche e frammentate notizie. Ci sono arrivate tarantelle e pastorali, ma gran parte del repertorio è andato perduto, almeno per il momento.
Ai giorni nostri i rarissimi eredi di questa tradizione eseguono soprattutti brani di musica popolare, sacra, operistica e popolaresca napoletana.
A questi devono aggiungersi gli allievi della Scuola di Arpa Popolare della val d'Agri, che il 4 luglio prossimo torneranno a suonare, dopo tanti decenni di interruzione, per le vie e per le piazze della Lucania.
http://arpapopolare.ning.com/
La musica "popolare" è la colonna sonora dell'identità di un popolo.
Re: L'Arpa popolare
parzialmente OT
Anche nel centro Italia pare che si usasse l'arpa in contesti popolari, stanto a quanto si vede in alcune stampe del Pinelli.
Anche nel centro Italia pare che si usasse l'arpa in contesti popolari, stanto a quanto si vede in alcune stampe del Pinelli.
Le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze.
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Re: L'Arpa popolare
Pare (ma tra gli accademici non c'è ancora accordo su questo) che l'arpa popolare fosse presente anche negli Abruzzi, mentre era sicuramente presente nel Tirolo.
Da quello che ho letto io, soprattutto relativamente agli arpisti girovaghi adolescenti o bambini, e pertanto oggetto di indagine da parte delle autorità delle città di mezzo mondo, gli arpisti erano quasi prevalentemente lucani, ma studi approfonditi in questo settore, oltre a quelli di Gala, Alliegro, Celeste e di Zucchi, non ce ne sono ancora.
Da quello che ho letto io, soprattutto relativamente agli arpisti girovaghi adolescenti o bambini, e pertanto oggetto di indagine da parte delle autorità delle città di mezzo mondo, gli arpisti erano quasi prevalentemente lucani, ma studi approfonditi in questo settore, oltre a quelli di Gala, Alliegro, Celeste e di Zucchi, non ce ne sono ancora.
La musica "popolare" è la colonna sonora dell'identità di un popolo.
Re: L'Arpa popolare
ciao Avvo', ma per bambini e adolescenti arpisti girovaghi ti riferisci a figure tipo Remì? Esistevano o esistono davvero?
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Re: L'Arpa popolare
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Sul fenomeno degli arpisti bambini girovaghi ha scritto uno storico canadese: John E. Zucchi.
Leggere quel libro non è facile, io ho dovuto interrompere la lettura più e più volte per la violenza e per la miseria in cui vivevano quelle creature.
http://www.accessmylibrary.com/coms2/su ... 379154_ITM
A seguito di tale lettura ho fatto un po' di ricerca e ho trovato articoli di giornale che parlano di quei bambini italiani (lucani, ciociari, emiliani, liguri, piemontesi, ecc...) esattamente negli stessi termini con i quali noi oggi parliamo di "zingarelli" lerci e ladri.
Noi siamo stati "zingarelli" in decine e decine di stati, eppure lo abbiamo dimenticato.
Sul fenomeno degli arpisti bambini girovaghi ha scritto uno storico canadese: John E. Zucchi.
Leggere quel libro non è facile, io ho dovuto interrompere la lettura più e più volte per la violenza e per la miseria in cui vivevano quelle creature.
http://www.accessmylibrary.com/coms2/su ... 379154_ITM
A seguito di tale lettura ho fatto un po' di ricerca e ho trovato articoli di giornale che parlano di quei bambini italiani (lucani, ciociari, emiliani, liguri, piemontesi, ecc...) esattamente negli stessi termini con i quali noi oggi parliamo di "zingarelli" lerci e ladri.
Noi siamo stati "zingarelli" in decine e decine di stati, eppure lo abbiamo dimenticato.
La musica "popolare" è la colonna sonora dell'identità di un popolo.
Re: L'Arpa popolare
Consiglio caldamente a tale proposito la lettura di L'ORDA (quando gli albanesi eravamo noi) di Gian Antonio Stella.
Altro che spaventarsi... Davvero, bastano 60 anni per dimenticare tutto il nostro passato di miserie ???
http://www.speakers-corner.it/rizzoli/stella/home.htm
E per chi non lo avesse mai fatto, anche la lettura di SENZA FAMIGLIA di Hector Malot (il libro da cui è tratta la storia di Remigio, comprato alla famiglia e trasformato in musicista girovago)
Altro che spaventarsi... Davvero, bastano 60 anni per dimenticare tutto il nostro passato di miserie ???
http://www.speakers-corner.it/rizzoli/stella/home.htm
E per chi non lo avesse mai fatto, anche la lettura di SENZA FAMIGLIA di Hector Malot (il libro da cui è tratta la storia di Remigio, comprato alla famiglia e trasformato in musicista girovago)
...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
(tradizionale, Matteo Salvatore)
Re: L'Arpa popolare
Cari amici,
l'arpa era anche uno strumento del tarantismo a Grottaglie (l'"arpicedda" veniva chiamata, solo che non si sa cosa fosse esattamente, noi ricercatori locali l'andiamo rincorrendo da anni....), e anche nel vicino paese di Monteiasi (c'è un opuscolo che ne parla, "La rimozione coatta", che potete richiedere al dottor Aldo Galeano del Gruppo culturale "Anonimo '74", www.gruppoanonimo74.it). Io sull'"arpiceddda" di Grottaglie ho sentito parlarne da vari testimoni oculari del tarantismo locale, poi tenete conto che nella prima metà del '900 Grottaglie e Monteiasi ebbero molti contatti con la Lucania per via della costruzione delle ferrovie appulo-lucane, ci furono molti spostamenti di operai dalla Puglia alla vicina Lucania e viceversa, basti pensare che la cupa-cupa e i canti relativi (di questua) furono importanti a Grottaglie e Monteiasi e fino agli anni '70 erano ancora in funzione (diffusissima a Grottaglie la strofa "La cupa cupa mea vene da Pistizza/isse patrunu e damme la sazizza"). Io ne ho vista una a casa di un mio amico musicista, bella grande!
l'arpa era anche uno strumento del tarantismo a Grottaglie (l'"arpicedda" veniva chiamata, solo che non si sa cosa fosse esattamente, noi ricercatori locali l'andiamo rincorrendo da anni....), e anche nel vicino paese di Monteiasi (c'è un opuscolo che ne parla, "La rimozione coatta", che potete richiedere al dottor Aldo Galeano del Gruppo culturale "Anonimo '74", www.gruppoanonimo74.it). Io sull'"arpiceddda" di Grottaglie ho sentito parlarne da vari testimoni oculari del tarantismo locale, poi tenete conto che nella prima metà del '900 Grottaglie e Monteiasi ebbero molti contatti con la Lucania per via della costruzione delle ferrovie appulo-lucane, ci furono molti spostamenti di operai dalla Puglia alla vicina Lucania e viceversa, basti pensare che la cupa-cupa e i canti relativi (di questua) furono importanti a Grottaglie e Monteiasi e fino agli anni '70 erano ancora in funzione (diffusissima a Grottaglie la strofa "La cupa cupa mea vene da Pistizza/isse patrunu e damme la sazizza"). Io ne ho vista una a casa di un mio amico musicista, bella grande!
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Re: L'Arpa popolare
Benritrovato Damiano,
devo confessarti che ho sentito la tua mancanza, e non capisco bene perché.
Quello che dici è piuttosto "forte".
Che gli arpisti fossero di casa a Taranto e dintorni è accertato, così come sono ancora vivissime nella memoria dei Lucani le lunghe permanenze lavorative nella ricca terra di Puglia, ma che l'arpa fosse uno strumento del tarantismo è questione assai più complessa. Cosa significa, per te, "l'arpa era anche uno strumento del tarantismo".
E che tipo di arpa hai visto a casa del tuo amico?
devo confessarti che ho sentito la tua mancanza, e non capisco bene perché.
Quello che dici è piuttosto "forte".
Che gli arpisti fossero di casa a Taranto e dintorni è accertato, così come sono ancora vivissime nella memoria dei Lucani le lunghe permanenze lavorative nella ricca terra di Puglia, ma che l'arpa fosse uno strumento del tarantismo è questione assai più complessa. Cosa significa, per te, "l'arpa era anche uno strumento del tarantismo".
E che tipo di arpa hai visto a casa del tuo amico?
La musica "popolare" è la colonna sonora dell'identità di un popolo.
Re: L'Arpa popolare
Uè Avvuchèt, che secondo te può stare pizzicata senza "IL Nicolella"? Quando vieni a farti una zampognata a Martina?
Non t'illudere, Avvocà, l'arpa che ho visto io è una della Val d'Agri che un mio amico (non faccio il nome per motivi di privacy, comunque è un grande, anzi, grandissimo della musica popolare) ha preso durante l'ultimo festival dedicato appunto all'arpa lucana.
Se vuoi una copia dell'opuscolo, fammi uno squillo al 328/7024035 e io vedo di procurartelo (anche fotocopiato e mandato via posta). Ma tu suoni la zampogna? Telefonami che forse ho bisogno di te. Fatt'assient.
Damiano
Non t'illudere, Avvocà, l'arpa che ho visto io è una della Val d'Agri che un mio amico (non faccio il nome per motivi di privacy, comunque è un grande, anzi, grandissimo della musica popolare) ha preso durante l'ultimo festival dedicato appunto all'arpa lucana.
Se vuoi una copia dell'opuscolo, fammi uno squillo al 328/7024035 e io vedo di procurartelo (anche fotocopiato e mandato via posta). Ma tu suoni la zampogna? Telefonami che forse ho bisogno di te. Fatt'assient.
Damiano