Danza delle Spade o dei Coltelli??? [Risposta: SCHERMA !!!]

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andreap
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Messaggio da andreap »

vorrei ricollegarmi al bel post di RAHELI, mia nonna che era (ahimé perché non é più...) suonatrice di Tamburello che aveva imparato da suo padre che aveva imparato da suo padre, ha lasciato per tanti anni il tamburo appeso insieme alle foto dei suoi genitori ed alle copertine all'uncinetto che usavano per le culle dei neonati... Lei veniva dalla sabina (zona nel lazio con una bellissima tradizione di saltarello e con uno strumento come la zampogna "zoppa" che ha quasi rischiato l'estinzione...)e lei e gli altri anziani che ho incontrato avevano sviluppato una sorta di "rifiuto" nei confronti delle antiche usanze...
Rifiuto in quanto quel mondo ( rurale, quindi intriso di povertà  prima di tutto, di desiderio di riscatto e di identificazone alle tradizioni autoctone come simbolo di una povertà  difficile da scrollarsi di dosso...) appartenente ed indicizzante di una dimensione quasi di "inferiorità " con i canoni sociali legati alla modernità  (legati particolarmente al periodo del boom economico).
I "suoni" (chi sà  capisce..) per lungo tempo sono rimasti muti, da qui la loro reticenza (e non solo dei suonatori della sabina ma di molte altre regioni che ho incontrato...)a parlare delle cose... ad essere citati come "fonti"... ad essere etichettati come "portatori della tradizione"... (per loro il portatore é una specie di facchino, e se chiamati così mi avrebbero fatto volare giù dale scale...).
La verità  é molto spesso semplice e proprio sotto il nostro naso, spesso non ha un un odore o sapore piacevole, quindi é tanto più simpatico un bel vestitino etnico o new age...
Buoni suoni a tutti

Andrea
ramonn
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Messaggio da ramonn »

tarantune secondo me il tuo esempio calza a pennello.
tarantune
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Messaggio da tarantune »

e come darti torto!(dicevo ad andrea!!)
Ultima modifica di tarantune il 23 gennaio 2006, 16:56, modificato 1 volta in totale.
te na sciumenta cambara nu pijare mai la fija ca ci ambara nun ete, sempre alla mamma se ssamija!!!
svincen
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Messaggio da svincen »

Per quanto ne so io, il termine "danza delle spade" é stato "sovrapposto" in tempi recenti a quello di "scherma" da chi (prevalentemente "studiosi" locali) ritiene che tra quest'ultima e il tarantismo ci siano molti collegamenti in chiave storico-antropologica (su cui in questa sede non é il caso di soffermarsi). Questa interpretazione é fortemente suggestionata da "La danza delle spade e la tarantella", un libro (di cui esiste una traduzione italiana, edita da Argo nel 1999 a cura di Pierpaolo De Giorgi, che é uno dei principali esponenti di questa "corrente" interpretativa) che offre un'interpretazione del tarantismo a partire da alcuni casi osservati in Spagna nel XVII-XVIII secolo (se non ricordo male). L'autore di questo libro é Marius Schneider, uno studioso tedesco importante ma controverso (tanto per capirci, questo tipo é uno dei padri dei deliri esoterici del nazismo, a partire dalla simbologia della svastica), che nel dopoguerra finì in Spagna protetto dalla dittatura franchista. Lì scrisse diverse cose interessanti, ma da prendere MOLTO con le molle (a partire dalla sua opera più famosa, "Le pietre che cantano", che offre un'ardita ma estremamente affascinante interpretazione delle simbologie dei capitelli delle chiese romaniche in chiava musicale), tra cui appunto il testo sul tarantismo.

Per quanto riguarda il termine "Danza dei coltelli", si dovrebbe trattare di un neologismo (ma forse meno tendenzioso), anche questo relativamente recente, che tende a riportare la "scherma" salentina a una famiglia più complessiva di danze che simulavano appunto i combattimenti con i coltelli.

Resta il fatto che, come é stato più volte detto, questi due termini non esistono nella memoria orale (almeno per ora: tra un po' anche i "maestri" per farsi capire o per essere alla moda dovranno usarli...). Quindi dovrebbero essere usati (se proprio non se ne può fare a meno) in maniera molto attenta, contestualizzandoli alla loro natura di termini non neutri, ma "interpretativi".

Invece, nel grande casino di questi anni, in cui si fa la gara a chi se le inventa (e le spara) più grosse, siamo arrivati al paradosso che deve dare spiegazioni non chi adopera termini inventati, ma chi usa quelli corretti.

Che dire di più?

Saluti.

Vincenzo Santoro
tarantune
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Messaggio da tarantune »

Solo lui poteva tradurre(si fà  per dire) e propinare Marius Schneider e dire l'assurdità  che il termine giusto é danza delle spade poiché san rocco é uno spadaccino!!!se vi leggete qualsiasi biografia di san rocco le spade non sono menzionate manco nelle visioni!!!(che lui non aveva!!!)
Non credo che i maestri useranno mai quei temini,più o meno la loro risposta quando li sentono é come quela di uccio!
Condivido la tesi sul casino di questi anni!
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ramonn
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Messaggio da ramonn »

tarantun magari quando diventerai un anziano maestro tu li utilizzerai per farti capire da quelli verranno a romperti le p...e tra 70 anni! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
tarantune
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Messaggio da tarantune »

ho domandato gli schermitori più anziani.... sulla scama niente....ma sulla scrima bassa murgese...qualcosa....ma a volte essere troppo pignoli non ci fà  cogliere le cose più ovvie!......ma visto la similitudine dei nomi, potremmo essere davanti alla stessa cosa chiamata col termine dialettale proprio della zona......anche se delle differenze ci sono.......!
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tarantune
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Messaggio da tarantune »

Se comunque siamo (spero!) arrivati ad un punto di chiarezza(personalmente mai avuti dubbi!) sul nome "di quella cosa che si fà  a torre paduli la notte di san rocco tra il 15 e il 16......" proporrei all' amministratore di cambiare i nomi dei forum.... che mi viene un colpo ogni volta che apro la home page....mi aspetto che da un momento all'altro salti fuori sandokan.....!
scherma!...se dice acherma....azz!
Puru pe la gente ca nde vite....
Carloooooooooo????
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ramonn
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Messaggio da ramonn »

tarantune, ma si diche scherma o Acherma come hai scritto dopo!ehehehehenaturalmente non prendetevela, cerchiamo di scherzare ogni tanto!:D
tarantune
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Messaggio da tarantune »

si!!! ca é capace ca qualchetunu fessa fessa d'ora in poi la chiama acherma! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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giannino
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Messaggio da giannino »

Io comunque non lo vedo un "sacrilegio" chiamare la scherma "danza dei coltelli"...é molto peggio "danza delle spade", che indica completamente un'altra cosa.
In fondo prima dei "diti" di sicuro c'erano dei coltelli...di "danza" si tratta sicuramente quindi...se accorpiamo le due cose, viene fuori una "danza dei coltelli".
Trantune é un po' passionale e sinceramente anch'io penso che le cose vadano chiamate col loro nome, ma se in "pubblicazioni erudite" e destinate ad un vasto pubblico parliamo solo di "scherma"...senza specificare che COMUNQUE é una lotta ballata nella quale si adoperavano dei coltelli, si rischia che qualcuno la avvicini alla disciplina olimpica sua omonima...
Tarantune ti avviso che io non sono grosso, ma meno, quindi attento a come mi rispondi!
eheheheheheh
Giovanni Semeraro
tarantune
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Messaggio da tarantune »

Potrebbe forse essere vero........ma non lo é....... vi sono dei motivi precisi del perché si chiami così...chi può capire capisca......!
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tarantune
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Messaggio da tarantune »

mazzate n'aggiu pruate tante,se mi spaventassero non entrerei neanche nelle ronde...quelle serie!Se vuoi capire....ehehehehehe!
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

La notte tra il 15 ed il 16 Agosto di ogni anno a Torrepaduli si rinnova il rito della "DANZA DELLE SPADE", una particolare coreografia che trova le sue origini in una tradizione antica

http://www.lartenoscia.it/ladanzadellespade.htm

Che poi sono quelli che portano (anche) la tarantata sul palco.
Non ho parole, non ho parole, non ho parole.
...la luna aggira il mondo e voi dormite...
(tradizionale, Matteo Salvatore)
tarantune
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Messaggio da tarantune »

nel seno della madre si annidano le serpi..........!
ma il suo latte é veleno per loro......ma non lo sanno!
chi vuol capire......
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raheli
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Messaggio da raheli »

Caro Tarantune, con i tuoi !chi vuol capire! metti paura.
Spero che prima o poi potrò capire pure io, senza essere il destinatario di quei !chi vuol capire!
tarantune
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Messaggio da tarantune »

Gia hai capito che sei tu uno dei destinatari.....
nel senso che oltre a voler capire tu...puoi capire!
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tarantune
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Messaggio da tarantune »

fatevi un giro e devo dire che la versione più corretta mi senbra questa! http://it.wikipedia.org/wiki/Pizzica
te na sciumenta cambara nu pijare mai la fija ca ci ambara nun ete, sempre alla mamma se ssamija!!!
tarantune
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Messaggio da tarantune »

LuMauriziu ha scritto:

[i:29705f5086]Paolo Pellegrino, Professore di Estetica alla Facoltà  di Lettere e Filosofia dell Università  di Lecce, a pag. 152 del suo volume "Il ritorno di Dioniso" – Congedo 2003, ci offre un interessantissimo concentrato di spunti e documenti su questi temi:

Riporto testualmente (il sottolineato é mio):

Su ciò che un tempo furono lo scenario e gli oggetti rituali del tarantismo, la più antica letteratura sull argomento ci fornisce dati preziosi, ormai da tempo non più rilevabili dall osservazione etnografica. De Martino cita la testimonianza di un autore che insieme a Epifanio Ferdinando é considerato il classico del tarantismo pugliese, il medico dalmata Giorgio Baglivi, il quale non manca di "accennare ai pampini e ai rami fronzuti che i tarantati agitavano ed immergevano nell acqua, per adornarsene il capo". Altri oggetti rituali ricordati dal Baglivi sono "le spade e gli specchi: le spade per il combattimento rappresentato durante la danza, e lo specchio nel quale i tarantati di quando in quando si contemplavano, traendo dal petto profondi sospiri". E impressionante la somiglianza fra i simboli del tarantismo, nella variante in cui la danza é accompagnata dall uso di specchi e di spade, e l episodio narrato da Nonno (Nonno di Pannopoli, 48 d.c. ndr) relativamente all uccisione di Dioniso da parte dei Titani e alla successiva resurrezione del dio. Ecco il passo delle Dionisiache:

I Titani, spalmati astutamente di gesso i volti ingannevoli con l aiuto di Era, la dea dell ira implacabile, affondarono la lama del Tartaro nel corpo di Zagreo, mentre contempla una falsa immagine di sà© riflessa nello specchio. Dove le sue membra venivano lacerate dal ferro titanico, la vita di Zagreo finiva, e ne principiava una nuova: quella di Dioniso.

Quindi abbiamo una danza con spade e specchi come variante della danza di guarigione del tarantismo, riportata in uno scritto della fine del 1600 da Baglivi, ed abbiamo un documento del 48 a.c. che ci riferisce di una lotta con lame nella quale Zagreo muore e rinasce come Dioniso.

Ma guarda un po ! e stiamo parlando soltanto di pochi righi e di due soli autori !. a fronte di una letteratura e di un iconografia vastissima !

Io di fronte a tutto ciò, preferisco approfondire, non chiudermi ! altro che New Age, Daniele carissimo.[/i:29705f5086]
Ricominciamo da qui:
Io paolo pellegrino a san rocco non l'ho mai visto e sinceramente non mi sembra neanche di averlo mai visto parlare con gli schermitori!
Studiare sui libri mi potrebbe portare anche dire che atlantide é esistita!e che si trova nell'antartide o in sardegna o che é sprofondato nel golfo del messico ma rimane il fatto innegabile che atlantide non c'é!!
[b:29705f5086]Maurizio fammi di grazia....quante volte hai visto le spade a san rocco??????[/b:29705f5086]
te na sciumenta cambara nu pijare mai la fija ca ci ambara nun ete, sempre alla mamma se ssamija!!!
betsabea
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Iscritto il: 31 maggio 2004, 18:28

Messaggio da betsabea »

Cito! Cito pure io!!:

Gli zingari in Italia: cultura e musica

di Nico Staiti

[i:641f4b8ea9]Gli zingari in Italia: rom, caminanti, sinti

In Italia attualmente sono presenti numerosi gruppi zingari, arrivati in epoche diverse, e seguendo percorsi differenti. La prima notizia certa della presenza di zingari in Italia risale al 1422: si tratta di un gruppo di un centinaio di persone, che sosta a Bologna e dice di essere diretto a Roma. Da allora in avanti é documentata la presenza in Italia di diverse comunità .

Quello di più antica presenza é il grande gruppo dei Rom dell Italia centro-meridionale, arrivati verosimilmente da aree balcaniche via mare e insediatisi in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria fin dal XV sec. Il loro romani, fortemente influenzato dai dialetti regionali, oggi é quasi del tutto abbandonato in favore di questi: la lingua zingara sopravvive pressoché esclusivamente nella memoria degli anziani e nell uso di alcune frasi con funzione di gergo. Esercitavano le attività  di fabbri e mercanti di equini. Fino agli anni successivi la seconda guerra mondiale durante la bella stagione giravano per i mercati con carrozzoni trainati da cavalli; svernavano vicino a qualche borgo, in stalle o fienili presi in affitto. [/i:641f4b8ea9]

....omissis...

[i:641f4b8ea9]Sono di religione cattolica; la loro partecipazione ad alcune feste religiose le influenza in maniera determinante: é il caso, ad esempio, della festa di S. Rocco a Torrepaduli, in provincia di Lecce, cui intervengono i Rom del Salento, e della festa dei SS. Cosma e Damiano a Riace (CZ), che vede la partecipazione dei Rom calabresi. In entrambi i casi la presenza degli zingari, simultanea a quella dei contadini, é sensibilmente diversa da questa: i contadini trascorrono la notte accampati in chiesa, seguono la processione cantando, suonano e danzano la tarantella solo in spazi e in momenti a margine della festa vera e propria; gli zingari si accampano in automobili, camion o furgoni, nei pressi del santuario. A Riace precedono la processione danzando; a Torrepaduli, dopo la processione, si impadroniscono del sagrato dando vita per tutta la notte a delle "ronde" di "pizzica". Qui agli zingari (e, in misura minore, ad altri marginali e a gente di malavita) spetta prevalentemente il ruolo di danzatori, ai contadini quello di suonatori di tamburello e di armonica a bocca. La tarantella ballata a Torrepaduli in occasione della festa di S. Rocco é detta la "scherma": due uomini si affrontano danzando, indice e medio della mano destra tesi a simulare la presenza di un coltello, e duellano fino a che uno dei due contendenti viene toccato per la terza volta dalle dita dell avversario.

Alcuni Rom salentini sostengono che la "scherma" viene "dalle Calabrie". E in provincia di Reggio Calabria viene danzata una tarantella di questo genere, detta, anche la, "scherma", o "tarantella maffiusa". In Calabria non é tipica degli zingari, ma é danza di contadini e, soprattutto, di pastori e di gente di malavita. Come in Salento, i danzatori mettono in scena, con la "scherma", la propria appartenenza ad un ambiente maschile in cui é elemento fondante la capacità  di confronto virile di ogni individuo con altri individui appartenenti allo stesso gruppo.
Dei Rom del Salento che sono oggi gli interpreti principali della "scherma" locale é documentata la provenienza dalla Calabria, nel secolo scorso; é del tutto verosimile che siano stati loro ad importarla dalla provincia di Reggio in quella di Lecce. Gli zingari insomma hanno svolto ruolo di mediatori di tradizioni tra due diverse regioni dell Italia meridionale, e interpretano, a Torrepaduli come a Riace, un ruolo diverso da quello degli altri partecipanti alla festa e ad esso complementare. Si assiste insomma alla divisione di ruoli e di comportamenti tra zingari, contadini e pastori, che insieme e separatamente concorrono a formare un orizzonte culturale costituito da più componenti di diversa natura.[/i:641f4b8ea9]
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