Un archivio della musica tradizionale finalmente a Bari

CarloTrono
Amministratore
Messaggi: 977
Iscritto il: 11 maggio 2003, 11:06
Località: Copertino (Lecce)
Contatta:

Re: Un archivio della musica tradizionale finalmente a Bari

Messaggio da CarloTrono »

c'è una abbondante rassegna stampa sul sito di Vincenzo Santoro
www.vincenzosantoro.it

in particolare

http://www.vincenzosantoro.it/dblog/sto ... lla+Puglia
pisa l'oru, pisa lu chiummu, pisa cchiu l'onore de tuttu lu munnu !
federico.capone
Messaggi: 160
Iscritto il: 25 ottobre 2003, 13:30
Località: Cavallino (le)
Contatta:

Re: Un archivio della musica tradizionale finalmente a Bari

Messaggio da federico.capone »

non mi esprimo
federico.capone
Messaggi: 160
Iscritto il: 25 ottobre 2003, 13:30
Località: Cavallino (le)
Contatta:

Re: Un archivio della musica tradizionale finalmente a Bari

Messaggio da federico.capone »

In questi giorni sono apparse un paio di notizie che, per i toni trionfalistici con i quali sono state presentate, dovrebbero rappresentare una svolta culturale per la Terra d’Otranto, mi riferisco alla “Biblioteca sul tarantismo” di Melpignano e all’“Archivio Sonoro della Puglia” che avrà sede a Bari.
Nel primo caso si è voluto delimitare l’argomento al tarantismo, un fenomeno del quale tanto si è parlato in questi ultimi dieci anni e che ha partorito, al fianco di studi seri ed autorevoli, una serie di ricerche che risultano quantomeno bizzarre se non fantasiose, provenienti anche dal mondo dell’accademia.
Ben altro discorso merita l’Archivio Sonoro della Puglia che si propone come “una straordinaria raccolta di materiali sonori, fotografici e audiovisivi di fondamentale importanza per le musiche tradizionali della Puglia”.
In realtà, per quanto straordinario possa esser proclamato, tale archivio risulta ideato in maniera piuttosto “ordinaria”, nel senso che, per la parte relativa al Salento, non si va oltre la musica della campagna, escludendo tutte quelle altre forme di musica “popolare” sviluppatesi nel capoluogo salentino agli inizi del ‘900 per poi diffondersi in provincia e che hanno visto protagonisti fra gli altri Schipa, Perulli, Pecoraro, Casarano, Pizzi, Preite, Corallo, Grimaldi e in tempi più recenti Petrachi, Ingrosso, Monte, Fersino. Tale limite, spero dovuto a motivi ideologici -sarebbe più grave se fosse una mancanza culturale-, marchia per l’ennesima volta il Salento come terra del tarantismo. Il che in chiave di promozione commerciale potrebbe anche andare bene, ma sicuramente in chiave di ricerca lascia ancora molto a desiderare.
Un’altra annotazione, In Puglia e in particolare nel Salento si sta cercando di attuare quel programma che fu del CNTP (Comitato Nazionale per le Arti Popolari) di epoca fascista, tramite l’istituzione di musei che esaltano la specificità locale (fatto di per sé non negativo). Ma, fatto ancor più singolare è la simile logica che sta portando, nell’analisi delle cultura popolari, gli studiosi a preferire la musica rurale, a discapito della cultura urbana, proveniente dal proletariato urbano, ritenuto frutto della società moderna –contemporanea- e, quindi, privo di quella capacità attrattiva propria di un popolo, quale quello rurale appunto, che ha una propria religiosità esotica ed è privo dei vizi propri delle città. In poche parole, si vuole rappresentare un Salento da “cartolina”, capace di attrarre il turista.
Rispondi

Torna a “Discussioni generali”