Musica di tradizione : le FAQ (work in progress)

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Ialma
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Musica di tradizione : le FAQ (work in progress)

Messaggio da Ialma »

Ho provato ad impostare qualche domanda di quelle che di solito ci si sente fare sempre più spesso.

LE FAQ
Premessa obbligatoria : queste FAQ provano a rispondere (nei limiti del possibile) alle esigenze di chi si avvicina per la prima volta al mondo delle musiche di tradizione.
Ciascuna di queste domande avrebbe bisogno di risposte molto più approfondite, e spesso in materia ci sono opinioni fortemente contrastanti fra gli appassionati e gli studiosi.
Essendo un work in progress aperto, (diciamo un lavoro preparatorio alle definizioni di Wikipedia) nuove definizioni, contributi, correzioni, puntualizzazioni, modifiche, sono caldamente benvenute.

Per chi si avvicina in questo periodo: le vostre domande ed i vostri dubbi sono fondamentali per la crescita di questo inizio di libera enciclopedia :)


- Che cosa é la musica tradizionale ?

-- Una doverosa differenziazione va fatta fra musica popolare di tradizione orale e musica di riproposta.
La prima é la musica che appartiene per tradizione appunto ad una serie di comunità  (ad es. alcuni paesi del Gargano, le comunità  Arbereshe di Lucania e Calabria, la zona grika del Salento, i Dogon del Mali, gli gnawa in Marocco etc etc.) e trasmessa oralmente.
Per musica popolare di tradizione orale si intende il quanto mai vasto repertorio eseguito in contesti tradizionalmente riconosciuti, come feste religiose e non religiose, occasioni pubbliche e private (ad es. tarantelle della zona dell Aspromonte nelle feste in casa o nei vari santuari per le festività  religiose, la tarantella di Montemarano, la pizzica pizzica, canti alla stisa o di questua in Salento, tarantelle alla mundanare, rurejane, viestesane, sangiuannare nel Gargano, canti e balli sul tamburo in Campania).
La musica di riproposta invece é quella di gruppi come la Nuova Compagnia Di Canto Popolare (parte del repertorio del loro primo periodo), Canzoniere Grecanico Salentino e centinaia di altri, e consiste nella interpretazione e nell adattamento di melodie e testi tradizionali con l utilizzo di strumenti spesso non tradizionali.
La musica popolare di tradizione orale non prevede ne il ruolo del musicista "in quanto tale", (nel senso che i migliori cantori e musicisti tradizionali fanno altro nella vita e sono riconosciuti come depositari del sapere tradizionale, per abilità  nel canto e/o nel suonare) ne dei "gruppi", nella accezione moderna del termine.
In alcuni casi, le persone legate alla cultura di tradizione orale si aggregano in realtà  estremamente flessibili (ad es. le cosiddette "paranze" in Campania o i gruppi di "cantori"), nelle quali i ruoli musicali sono intercambiabili ed i repertori estremamente variabili.


- Studio canto e vorrei mettere su un gruppo di musica popolare. Di cosa dovrei tenere conto ?

-- Una preparazione diciamo "classica", istituzionalizzata (canto jazz, conservatorio) non fornisce i mezzi necessari per comprendere il modo di cantare di tradizione, che é nella maggior parte dei casi é tecnicamente più o meno un "canto di testa" (voce di petto che risuona nella maschera facciale) o un "canto di gola" invece che un "canto di petto" (con grande utilizzo del diaframma come nella lirica, jazz o musica impostata).
L unico sistema per apprendere i moduli di canto tradizionali é ascoltarli, studiarli a fondo e cercare di riprodurli nelle forme originali (melismi, accentuazioni, etc), tenendo presente che la particolarità  del canto sta proprio in quelle microvariazioni tonali (spesso inferiori al quarto di tono).


- Quali sono le canzoni più conosciute di musica popolare?

-- Sfatiamo un mito. Nella musica tradizionale le "canzoni" non esistono, almeno non nella accezione moderna che intendiamo noi (quella strofa/ritornello sempre identica a se stessa).
In ambiente tradizionale esiste un "modulo" (ad es. quello dello stornello, del canto di questua, della pizzica pizzica, della tarantella) in cui su una base musicale fissa, chi canta "improvvisa" scegliendo strofe da un repertorio di migliaia di stornelli, adattandoli o inventandone per l occasione.
In alcuni contesti tradizionali viene definita come "canzone" (e cantata per intero dall inizio alla fine) una sequenza di strofe che raccontano una "storia".
Canzoni come la "Tammurriata Nera" o "Ciuri Ciuri" non sono ne una tammurriata ne una tarantella, e brani come Pizzicarella e Santu Paulu sono delle creazioni dei gruppi di riproposta, seppure basate su strofe tradizionali.


- Vorrei sapere qualcosa di più sul tamburello.

Il tamburo a cornice, di cui il tamburello e la tammorra sono varianti, é uno strumento musicale antichissimo (7500 anni), e diffuso in tutto il mondo. La particolarità  del tamburo a cornice é che il duo diametro é superiore al suo spessore.
Per quanto riguarda tamburello e tammorra, esiste e viene suonato in tutto il sud Italia, dal Lazio in giù isole comprese (mentre nel nord Italia é scomparso da lunga data – unica eccezione é la provincia di Cogne, dove esistono ancori costruttori (almeno c'erano fino a qualche anno fa) di un particolare modello di tamburello in pelle di camoscio).
Il Tamburello può essere considerato come lo strumento a percussione più importante e più diffuso in tutta la musica popolare Italiana di tradizione Orale.
E strumento usato esclusivamente per accompagnare il ballo (almeno in contesti tradizionali)
Le tecniche esecutive variano da regione a zona a paese a singolo suonatore, il che rende quanto meno improbabili le affermazioni di chi pretenda di insegnare LA tarantella calabrese, LA tammurriata, LA pizzica.
Il tamburello esiste in decine di varianti differenti ognuna dipendente dal tipo di "suonata" che si andrà  ad eseguire.
Pelle sintetica e diametro piccolo (30cm) per la tarantella di Montemarano, diametro grande (40 cm) e pelle spessa per la tammurriata, diametro medio o grande (35 cm) per la pizzica tradizionale. Le misure sono ovviamente indicative.
La pelle utilizzata é di capra conciata. Maggiore é l età  dell animale, maggiore é lo spessore della pelle. I gusti moderni dimostrano una predilezione, almeno per i tamburi da pizzica per la pelle di capretto, essendo più morbida da suonare.
Le tecniche esecutive possono essere raggruppate fondamentalmente in quattro tipi :
1) Quelle che utilizzano il taglio della mano ed il carpo del pollice per rotazione (vedi la tecnica Salentina e "lu tre botte" della Basilicata)
2) quelle che utilizzano i polpastrelli delle dita e del pollice - a percussione- (vedi le varie scuole di saltarello e la tecnica Siciliana)
3) quelle che utilizzano il palmo della mano (Campania)
4) quelle che utilizzano la punta delle dita - a frizione- (ad es. il tamburo di cogne o l "urlo" delle Marche)


- Vorrei imparare a suonare il tamburello : da dove iniziare ?

-- La prima e fondamentale domanda da porsi, quando ci si avvicina allo strumento tamburello é : cosa voglio suonare con il mio tamburello?
partiamo dal presupposto che é veramente impossibile suonare bene tutte le suonate tradizionali esistenti.
Immaginate un accompagnamento tradizionale, come un dialetto.
E probabile parlarne bene un paio, capirne molti di più, ma é veramente impossibile avere padronanza di tutte le tecniche esistenti.
La prima scelta quindi dovrebbe essere quella del repertorio da apprendere.
L interesse prevalente di chi si avvicina al tamburello in questo periodo é di solito per la pizzica cosiddetta "moderna".
Premessa : da qualche tempo a questa parte, lo strumento principale per suonare la pizzica pizzica é diventato il tamburello (quando in passato invece aveva semplicemente un ruolo di accompagnamento degli strumenti melodici).
Le sottigliezze dell accompagnamento del ballo sono andate perse, ed é rimasta una cellula ritmica reiterata (la terzina della pizzica) che é identica a se stessa dall inizio alla fine.
In altri tipi di tradizione invece il tamburo segue e dialoga attentamente con la voce, l organetto, la zampogna, ed i ballerini.
Il suonare il tamburo in contesto tradizionale non é fatto tanto di tecnica (che di solito si apprende in poco tempo con costanza) quanto di approfondimento della conoscenza dello stile che si suole suonare.
Per un inizio corretto, bisognerebbe partire dall ascolto, possibilmente di registrazioni sul campo.
Tenendo presente che anche nello stesso paese, i suonatori possono avere tecniche esecutive differenziatissime.


- Come mai ci sono tanti gruppi che suonano musica popolare adesso?

-- La immensa richiesta di pizzica in tutta Italia ha creato una grandissima offerta di gruppi.
La maggior parte dei nuovi gruppi però ha il problema nella maggior parte dei casi, di non avere la minima idea delle radici effettive del proprio repertorio, avendo appreso musica e testi da cd di gruppi di riproposta.

- E i gruppi che hanno in repertorio pizziche, tammurriate, tarantelle del Gargano e calabresi ?

-- L esecuzione di qualsiasi repertorio tradizionale comporta la conoscenza degli elementi costitutivi della musica in questione. Le possibilità  che un gruppo "di fritto misto" (gruppo che propone musiche delle tradizioni più disparate) le suoni/canti tutte in maniera più o meno filologicamente corretta sono ahimé bassissime.

- Quali gruppi mi consigliate di ascoltare per avvicinarmi alla musica popolare ?

--Domanda difficile. Ad un ascoltatore completamente a digiuno di musica tradizionale del sud Italia consiglierei di partire dall ascolto di gruppi di riproposta.
Canzoniere Grecanico Salentino, Officina Zoé, Allabua, Arakne Mediterranea, etc etc per la musica salentina, E Zezi e Spaccanapoli per la tammurriata, la Totarella per la musica della zona del Pollino, Phaleg e Re Niliu per la musica calabrese.

- Che differenza c é fra le "tre tarante", pizzica de core, pizzica tarantata e pizzica scherma ?

--Sfatiamo un altro mito.
Le divisioni e diversificazioni, le "tre tarante", la tripartizione pizzica de core, pizzica tarantata, pizzica scherma é una invenzione recentissima dell'ormai scomparso Giorgio Di Lecce, assolutamente non esistente nella tradizione.
La pizzica (in realtà  da sempre definita pizzica pizzica ed accorciata in pizzica solo molto recentemente) non é mai stata oggetto di tutte queste classificazioni.
Il ballo é semplicemente un ballo, (con moltissime varianti da paese a paese), e veniva usato NON PER IL CORTEGGIAMENTO o almeno NON SOLO.
Altrimenti non si spiegherebbe perché venisse ballata anche fra donne, fra uomini, o fra appartenenti alla stassa famiglia.
Discorso assolutamente a parte é da fare per la scherma, che é ballata su un ritmo di pizzica ma che ha passi e figurazioni completamente a se stanti.

- Che cosa é la pizzica scherma ?

--Conosciuta volgarmente come "danza delle spade" o "danza dei coltelli" la scherma rientra nella categoria delle danze armate, e viene eseguita in contesti pubblici una sola volta l anno, ossia la notte fra il 15 ed il 16 agosto a Torrepaduli (fraz. di Ruffano-LE).
Trattasi di una danza armata che prevede un dialogo fra i due schermitori attraverso un complesso codice di segnali, fino ad arrivare al fine della danza, il "toccare" l avversario con le due dita tese sul torace. Colpi al viso ed alla schiena sono proibiti.
Sull argomento :
http://www.pizzicata.it/index.php?modul ... pageid=188
http://www.pizzicata.it/index.php?name= ... opic&t=634
ed i libri :
"La Scherma Salentina...a memoria d'uomo", edizioni Aramiré 2006
"La notte dei tamburi e dei coltelli" (Luigi Tarantino), edizioni Besa



Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno contribuito e contribuiranno a queste FAQ :
Andrea Piccioni, Giuseppe Torre, Daniele Vigna, Folkfan ed a tutti gli altri (datemi un nome oltre al nick please, e lo inserirò con piacere)
Ultima modifica di Ialma il 5 giugno 2007, 11:42, modificato 8 volte in totale.
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lapo
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e il ballo?

Messaggio da lapo »

credo proprio tu ci stia lavorando gia'...
ma credo serva qualche chiarimento sul rapporto fra musica e ballo di tradizione... no?

buon lavoro

paolo
Avvocatista
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Messaggio da Avvocatista »

[b:9b37fbeda6]Salve Ezum, sono xxxxxxx di xx anni.

Che tu sai, esistono corsi di tarantismo?

Vorrei diventare una tarantata (pizzicata, se preferisci), potresti indicarmi una scuola, non so, qualcuno che possa insegnarmi qualche passo, qualche mossa.

Ho visto una tarantata al mio paese, era bellissima.

E niente, questo volevo sapere, ciaoooooooooooo
[/b:9b37fbeda6]

Email vera giunta al mio blog pochi gg fa.

(Ialma, rispondi un po' a questa)
lunanuova
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Iscritto il: 30 maggio 2006, 3:15
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sta babbu

Messaggio da lunanuova »

ciao avvocatista...mammamia io non sono una grande conoscitrice dei balli tradizionali o presunti tali...ma alla mail della sua bloggatrice aggiu veramente babbata!
kaspita vorrebbe diventare una tarantata!!
:shock:
probabilmente sbaglio, ma le tarantate mi sa che non erano un granché contente della loro condizone, tanto meno i loro parenti.
magari la tua lettrice é leggermente masochista kissà .
tarantune
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Iscritto il: 3 agosto 2004, 20:10
Località: parabita

Messaggio da tarantune »

Digli che se vuole glielo faccio io a gratis il corso di tarantismo......La portu fore cu mie,invece de la fresa nde dau la cerignola de 5 kg(la zappa!!!) la fazzu faticare 12 ure lu ggiurnu pe nna settimana senza mancu le duminiche, alle sire nde tocca pane cipuddra e ci ne và  bbona ddo friseddre d'orgiu e poi viti comu se taranta, sula sula...e intanto me fazzu le ruddre pe la nsalata!!!!
Gio
Messaggi: 109
Iscritto il: 12 luglio 2003, 20:03
Località: Alessano

Messaggio da Gio »

Sarebbe interessante aggiungere un paragrafetto che abbai come scopo quello di a rendere più chiaro il discorso sulla pizzica in modo che si evitino sempre le solite domande su le pizziche de core & Co.

Un altro paragrafetto didattico potrebbe essere fatto su Torrepaduli e San Rocco, sulla scherma e la famosa "notte dei coltelli"!!!!

Altro non mi viene in mente in questo momento :!:
Gianlu
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Località: provincia di Foggia

Messaggio da Gianlu »

(domanda che non sarà  delle più comuni, ma che sarebbe bene che molti si facessero):

- Che atteggiamento devo avere per avvicinarmi ai contesti tradizionali?

R. Quello che bisognerebbe avere per ogni cosa:
1) rispetto. Chi si avvicina ai luoghi e alle persone attorno cui ruota ancora qualcosa di genuino, deve sapere che é potenzialmente (ma spesso inconsciamente) dannoso. La tradizione non é qualcosa di immutabile ma le sue modifiche dovrebbero richiedere mooooolto tempo. Succede tutto il contrario oggi. Essendo venuta meno una certa continuità , ciò che é stato tende a scomparire in pochi anni, sostituito (o meglio NON sostituito) da una serie di costumi, idee, suoni e nozioni che nulla hanno a che fare con la tradizione. Il pericolo dell'avventuroso interessato é proprio quello di accelerare questo processo.
Tradotto in pratica: tenere bene a mente che luoghi e persone, per quanto spesso associati al termine "popolare", non sono assolutamente a disposizione e sfruttamento di chiunque. La maniera più semplice per chiarire questo, é immaginare che questi contesti, questi ancora genuini, siano una festa di compleanno; privata e alla quale non siamo stati invitati. Bisogna ringraziare solo per il fatto di poter assistere, ma non si può pretendere di cantare il "tanti auguri", nà© di spegnere le candeline, nà© prendere un pezzo di torta.

2) atteggiamento critico. Proprio per quanto detto finora, può essere molto facile confondere la genuinità  degli input ricevuti.
In pratica: non tutti gli over 75 sono fonti venereabili come pitture neolitiche in una caverna.
Non tutti i colpi su un tamburo sono opere d'arte.
Non tutti quelli che ballano sono da prendere ad esempio.


Così é se vi piace...
Gio
Messaggi: 109
Iscritto il: 12 luglio 2003, 20:03
Località: Alessano

Messaggio da Gio »

sono d'accordo con Gianlu, per me é da inserire nelle FAQ.
Valerio
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Iscritto il: 25 maggio 2003, 17:47
Località: Fiesole (FI)
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Messaggio da Valerio »

Tempo fa mi venne fatto un discorso di questo tipo: "Nella musica popolare non ci sono mai state regole, quindi posso suonarla come pare a me".
Si parlava convinti che musica tradizionale, musica popolare e riproposta fossero la stessa identica cosa, dei sinonimi.
Almeno questa é stata la mia impressione.
Ho la sensazione che l'equazione "musica tradizionale = regole 0" sia molto diffusa tra i neomatematici-musicistidiriproposta.
Credo sarebbe buono evidenziare al massimo quanto invece sia falsa e dannosa.
E magari anche cercare di chiarire quale sia la differenza tra "musica tradizionale" e "musica popolare".
Frag
Messaggi: 331
Iscritto il: 10 dicembre 2005, 21:19
Località: Sava (Ta)
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Messaggio da Frag »

popolare é gigi d'alessio.....
tradizionale é una registrazione di luigi stifani....

ta 30 anni, se tutto continua ad andare come sta andando, tradizionale sarà  gigi d'alessio....

sbaglio?
folkfan
Messaggi: 59
Iscritto il: 1 gennaio 1970, 2:00

Messaggio da folkfan »

Salve a tutti.
In relazione alle FAQ. Ecco alcune osservazioni.


1) in una domanda che richiede una definizione la risposta non puo' iniziare con una differenza.

2) Una risposta non puo' includere una parola non definita, nel caso in esame é "riproposta". Quindi
la si deve definire nel contesto o da un'altra parte. Forse c'é già  da qualche altra parte?

Definita in modo chiaro ed univoco la parola ( credo che nel campo della musica possa essere quindi un neologismo)

Fare riferimento alla NCCP come gruppo di riproposta potrebbe essere fuorviante, perché la NCCP dal '90 ad oggi fa "musica d'autore su ispirazione tradizionale" non la si può definire di riproposta.
In precedenza la NCCP ha interpretato brani cinquecenteschi, senza mai aver ascoltato, ovviamente, fonti orali: nemmeno questa é riproposta. Infine ha fatto anche riproposta es. l'interpretazione della cosiddetta Tarantella del Gargano ( Giusto per intenderci quella cantata
da Carlo D'angiò se non erro nel 1972).
Quindi la NCCP potrebbe essere presa come esmpio generalizzato, riportando anche eventualmente che si tratta di un gruppo campano.
Il Canzoniere credo che vada bene come esempio di riproposta.

3) Come esempio, opinione molto discutibile, di musica tradizionale prenderei le terantelle, in modo da associarle al luogo, Sud Puglia (salento) pizzica pizzica e pizzica tarantata (con link al tarantismo), per il nord ovest della puglia (Gargano): Rodianelle , Sangiuvannare etc. Così anche eventualmente per altre regioni.
Fermo restando che la definizione di musica tradizionale deve essere applicabile anche ai canti Navajo.
Sottolineando poi anche altri tipi di musica.


4) Nota su
"Sfatiamo un mito. Nella musica tradizionale le "canzoni" non esistono, almeno non nella accezione moderna che intendiamo noi".

Questo in determinati contesti é vero in altri é meno vero.
La settimana scorsa ho finito di leggere il libro su Andrea Sacco, e per l'autore é un vanto, che i brani pur di provenienza tradizionale, avessero un inizio ed una fine, non trattandosi pezzi giustapposizionati al momento. Generalizzando il discorso se un'unica persona detiene
la memoria di un canto, molto probabilmente lo canterà  sempre allo stesso modo, quindi ...sfatiamo il mito del mito. Dipende tanto dal contesto, alcuni tipi di brani si prestano più di altri ad
interpretazioni spontanee, anche a seconda delle aree geografiche.

5) Direi di specificare l'uso del tamburello nei centri rurali, tra cui si possono trovare anche zone in cui é "scomparso".Troppo generico in tutto il sud Italia

6) Il concetto di insengnante é veramente relativo. Per me insegnante puo' essere una persona che ha suonato per 20 anni il tamburello in un paesino, tipo Cataforio, poi si é trasfrito a Londra, io
sono stato a contatto dieci anni con questa persona ed ho imparato a suonare la tarantella del suo paese, spiegandomi tutto il contesto. In questo caso posso considerare la persona un mio Insegnante?
Un insegnante valido? Oppure mi possono insegnare il ballo decine di persone ultraottantenni emigrate 60 anni fa da Sannicandro, sarebbero cattivi insegnanti di ballo? Oppure può essere un'amico che ha imparato una settimana prima da suo cugino che ha una esperienza di due settimane. Io toglierei il concetto di insegnante, é troppo dipendente da chi legge e chi scrive.

7) Infine nel fare riferimento all'accoppiata tarantelle/tamburello sintetico bisogna stare molto attenti soprattutto dove la "Tarantella é viva" e fin troppo dinamica. In quanto l'utente medio potrebbe ascoltare registrazioni "vecchie" o "storiche" in cui viene smentità  l'affermazione. Quindi anche qui ci vorrebbe un riferimento temporale.

Ecco quanto.
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

I suggerimenti sono puntuali, assolutamente interessanti, grazie mille.
Le FAQ sono state modificate e (mi auguro) migliorate.
Commenti e contributi benvenutissimi, grazie.
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andreap
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Messaggio da andreap »

Caro Ialma
faccio una prima veloce osservazione volta a dare il mio contributo, tra parentesi trovo l'idea delle faq geniale e vorrei chiederti se posso utilizzarle quando riterrai siano sufficentemente esaustive (e altrettanto ovviamente citando TUTTE le fonti e gli autori che mi segnalerai)...

Per quanto riguarda il paragrafo del tamburello, non é esaustivo dire che il tamburello viene suonato in tutto il sud Italia, in quanto é ancora presente e vivo anche al nord... Ad esempio nelle Marche viene ancora costruito secondo i canoni tradizionali ed esistono suonatori riconducibili ad almeno due grandi stili principali. Altra eccezione é la provincia di Cogne, dove esistono ancori costruttori (almeno c'erano fino a qalche anno fa) di un particolare modello di tamburello in pelle di camoscio.

Mi permetto di autocitarmi dal mio libro con questa definizione:
- il Tamburello si può considerare come lo strumento a percussione più importante e più diffuso in tutta la musica popolare Italiana di tradizione Orale.

A questo si potrebbero aggiungere ad esempio le regioni Italiane dove é ancora costruito secondo le norme tradizionali.

Altra differenziazione la farei sulle tecniche esecutive:
Si potrebbero raggruppare fondamentalmente in quattro modalità :
1) Quelle che utilizzano il taglio della mano ed il carpo del pollice per rotazione (vedi la tecnica Salentina e "lu tre botte" della Basilicata)
2) quelle che utilizzano i polpastrelli delle dita e del pollice - a percussione-
(vedi le varie scuole di saltarello e la tecnica Siciliana)
3) quelle che utilizzano il palmo della mano (campane)
4) quelle che utilizzano la punta delle dita - a frizione- (vedi il tamburo di cogne o L"urlo" delle Marche)

Un'ultima separazione la farei tra Tamburello e Tammorra, a mio avviso da considerarsi strumenti differenti, come lo sono ad esempio il bendir marocchino e il bodhran irlandese, per maneggio, decorazioni, materiali tecniche esecutive e forme musicali.

Un abbraccio e ancora grazie a Ialma per il suo lavoro

Andrea
Ultima modifica di andreap il 7 luglio 2006, 13:38, modificato 1 volta in totale.
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andreap
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Messaggio da andreap »

Trovo anche molto corretta la definizione di "musica popolare di tradizione Orale" utilizzata ampiamente nei lavori di Guizzi, Staiti e Leydi, rispetto ad una più generica "musica tradizionale" o "musica di tradizione"...
Cosa ne pensate?
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

Concordo appieno (ed aggiorno quanto prima le FAQ)
A vostro avviso é il caso di mettere autori ed eventuali contribuzioni per le FAQ, lasciarle anonime, o cosa ?
Aggiungere una eventuale bibliografia minima, magari per ogni domanda ??
Grazie
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andreap
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Messaggio da andreap »

L'idea della bibliografia "per domanda" mi sembra eccellente, in questo modo sarà  possibile focalizzare le ricerche in maniera più efficace per eventuali fruitori nel vasto materiale bibliografico esistente.
Io suggerirei anche una "guida all'ascolto" divisa per regioni con riferimenti agli stili presi in esame, un lavoro enorme, condivido... Ma realizzabile!
Contate su di me!

Andrea
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Luca/
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Messaggio da Luca/ »

Quella della guida all'ascolto é un idea su cui stavo rimuginando proprio in queste ore,perché avevo intenzione,qualora potesse interessare ai membri del forum,di aprire un topic su alcuni ritmi non più eseguiti nella provincia di Caserta con il supporto alcuni file audio.Complimenti per l' idea Andrea.Spero che inserirai davvero degli esempi esplicativi dei ritmi fondamentali,ne gioverebbero molto le discussioni basate sui dubbi espressi nei confronti di questi ultimi
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andreap
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Messaggio da andreap »

Grazie, Caro Luca

spero davvero che aprirai il topic dedicato a ritmi ormai desueti in campania, sarebbe bellissimo poter ascoltare delle registrazioni...

Io ho potuto ascoltare del materiale dal Maestro De Simone che ha cambiato radicalmente la mia idea sulla ritmica del "ball n'copp u tammurr"...
sarei onorato di poter contribuire in qualche misura anche alla tua ricerca...
Davvero complimenti!
Andrea
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Ialma
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Messaggio da Ialma »

Interessantissimo! Altro che!
Qualche anticipazione ? A quali ritmi ti riferisci, ad esempio ???
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Luca/
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Messaggio da Luca/ »

Di ritmi ne ho in mente due,uno si chiama"Il Respiro"ma ho intenzione di approfondirlo meglio sia nella storia che nella struttura. l' altro non ha un nome preciso; é una tarantella che veniva eseguita nella mia zona, ed é questo a cui vorrei rivolgere per il momento l' attenzione.
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