paracarri bianchi e neri
e di là donne urlanti sotto il sole
melodie arcaiche raggelanti
come un coro di diavoli in paradiso
paracarri bianchi e neri
limite imposto fra epoche in antitesi
a preservare la forzata convivenza
di universi in guerra
paracarri bianchi e neri
i due mondi della terra e dell'urbano
di qua, fra strade e case, il quieto vivere
di là l'orfico spietato, l'ancestrale
paracarri bianchi e neri
esile muro di guardianìa
fragile segno di frontiera
come lo specchio di Alice
15 gennaio 2005[addsig]
paracarri bianchi e neri
2437
Da che cosa sono inspirate queste parole? Di che si parla? Chi l'ha scritta?[addsig]
2451
caro March,
! chi l'ha scritta?
Nu fessa.[addsig]
! chi l'ha scritta?
Nu fessa.[addsig]
-
- Messaggi: 136
- Iscritto il: 23 settembre 2003, 0:40
- Località: Felline (LE)
- Contatta:
2452
Molte immagini di questa poesia (limite imposto tra epoche in antitesi, segno di frontiera, specchio di Alice, coro di diavoli in paradiso, paracarri) mi fanno pensare a questo episodio storico (che ho conosciuto cercando sul web...)
" (...) Lungo la massicciata si vedono ancora dei paracarri bianchi e rossi, ricordo del giorno in cui gli ex-colonizzatori del Vietnam lanciarono il loro sogno ambizioso: bucare le casseforti montagnose della Cina, costruire una linea ferroviaria fra Haiphong e Kunming. All'inizio del XX secolo, dietro ordine di Paul Doumer, allora governatore dell'Indocina Francese, alcuni ingegneri hanno raccolto questa sfida apparentemente impossibile, un'impresa destinata ai conquistatori e ai commercianti, che avrebbe aperto le porte del mercato cinese alle merci francesi. Bisognava farsi largo a colpi di machete, vincere la malaria e reclutare migliaia di manovali. Ma le montagne cinesi rifiutavano di lasciarsi domare a colpi di badili. Questo cantiere, durato una decina d'anni, ha visto morire 12 mila uomini, per lo più indigeni, ed é costato qualcosa come 244 milioni di franchi-oro"
(tratto da Olivier Frà©bourg
http://www.dweb.repubblica.it/archivio_ ... 48156.html.) [addsig]
" (...) Lungo la massicciata si vedono ancora dei paracarri bianchi e rossi, ricordo del giorno in cui gli ex-colonizzatori del Vietnam lanciarono il loro sogno ambizioso: bucare le casseforti montagnose della Cina, costruire una linea ferroviaria fra Haiphong e Kunming. All'inizio del XX secolo, dietro ordine di Paul Doumer, allora governatore dell'Indocina Francese, alcuni ingegneri hanno raccolto questa sfida apparentemente impossibile, un'impresa destinata ai conquistatori e ai commercianti, che avrebbe aperto le porte del mercato cinese alle merci francesi. Bisognava farsi largo a colpi di machete, vincere la malaria e reclutare migliaia di manovali. Ma le montagne cinesi rifiutavano di lasciarsi domare a colpi di badili. Questo cantiere, durato una decina d'anni, ha visto morire 12 mila uomini, per lo più indigeni, ed é costato qualcosa come 244 milioni di franchi-oro"
(tratto da Olivier Frà©bourg
http://www.dweb.repubblica.it/archivio_ ... 48156.html.) [addsig]